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[TdG] Il Santuario di Ecclesiae


Huriel

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Vaereera

Camminiamo per una tratta che sembra cortissima. La curiosità di sapere cosa ha visto lo gnomo, rende il tempo veloce e tutto scorre in pochi istanti. Vedo questa città enorme, che si staglia dinnanzi a me. Rimango allibita, non avrei mai pensato che esistesse ancora qualcosa di così... pieno di vita. Sembra tutto essere rigoglioso e promettente, tutto troppo bello per essere vero!
Il paladino che esce fuori dalle mura, mi dice che quello che fluttua è nientemeno che... Ecclesiae!

*Ma allora esiste... esiste davvero! Ce l'abbiamo fatta!!*

I miei occhi si riempiono di gioia, il gelido celeste chiaro che di solito li riempie, per un attimo diventa un poco più acceso, quasi a volersi ravvivare insieme al mio animo. Rimango sospirante ed allibita per qualche secondo, un turbinio di emozioni mi avvolge al realizzarsi di questa piccola impresa: finalmente sono vicina al vero potere! Chissà cosa mi aspetterà là dentro!

Quando rientro in me stesso, ripenso alle parole del paladino e qualcosa non mi quadra.

"Santità? C'è malattia, guerra, distruzione. Il mondo è marcio su Karanos, la gente muore di un male incurabile. Non è un bel posto come pensi..."

Le mie parole sono un misto di una sincera arrabbiatura verso la situazione di Karanos e di stupore che lui non sappia nulla.

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Il paladino vi guarda spaesato <<Malattia? Guerra? Ma di cosa state...>> cerca di finire la frase ma viene interrotto dall'arrivo di un massiccio nano coperto da un armatura pesante che copre tutto il corpo, compreso il volto.  

Il nuovo arrivato vi fissa per un attimo. Poi si rivolge al paladino con voce atona <<Myneah, ci penso io agli ospiti, tranquillo >> e fa cenno di allontanarsi. 

Myneah guarda prima voi, poi il nano, poi di nuovo voi, poi con la faccia dubbiosa si profonde in un inchino e si allontana con passo marziale. 

<<Stavate per combinare un disastro lo sapete signori?>> vi dice il nano, appoggiandosi su un enorme maglio. <<Ora venite con me, e vedete di tenere la bocca chiusa, se non vi dispiace>> un cenno della mano e quattro energumeni corazzati come il nano vi si posizionano intorno

<<Venite senza fare storie e non avremo problemi, va bene?>>

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Giacomo Vinci

 

guardo il nano perplesso e sospiro

un disastro ? informarvi che tutto va male da dove veniamo e non siamo qui perchè santi ? Bel concetto di disastro...per me disastro è quello da dove veniamo...

prendo un sorso del vino dell'oste per darmi un po' di lucidità mentale

anche perchè sta arrivando qui se tutto va bene...ma io vi seguo sì...

sto tenendo comunque in mano la pistola

Ah...avete del vino qui ? ho finito quasi la scorta...e mi sa che se tra poco ne avrò bisogno...

chiedo con un sorriso

comincio ad avere sete dopo tutto questo correre...

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Gungrom

Osservo perplesso il teatrino che si consuma davanti alle mura, il sopracciglio che si inarca sempre più. Quando infine ci viene chiesto di seguire un nano pesantemente corazzato e quattro energumeni, gonfio il piccolo petto dicendo: Ehi. Non vedo perché. Spiegateci pure quello che dovete spiegarci qui all'aperto. Siamo in un posto così tranquillo, perché non facciamo una passeggiata qui fuori? Sapete, non ci piace stare rinchiusi... Concludo, con Nero che mi fa il verso: Rinchiusi!

 

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Vaereera

*Evidentemente la storia della malattia non è giunta fino a loro. Ma non ha senso, avendoglielo comunicato, non ci avrebbero dovuto trattare in questo modo. Sicuramente stanno nascondendo qualcosa.*

Guardo il nano con maggiore attenzione, cercando di vedere e comprendere qualche dettaglio sulla sua armatura o qualcosa che mi dia indicazioni su chi sia o a quale casata appartenga.

"In effetti, dopo la attuale reazione non mi fiderei ad entrare. Sarei più a mio agio col paladino, che con te e questi 4 tizi. Qualsiasi cosa tu abbia da dire, non vedo perchè non possa dircela qua, lontano da orecchie indiscrete..."

Lascio passare qualche secondo di suspence e poi aggiungo:

"A meno che tu voglia che la notizia che ha appena appreso  Myneah  si sparga per tutta la città..."

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Non potete percepire l'espressione del nano, ma la voce è evidentemente più scocciata che alterata

<<Vede milady, secondo lei io verrei qui  di persona con il rischio che lei si metta a spargere queste notizie sobillanti senza avere delle mie precauzioni?>> punta il dito sulle mura intorno al portone <<Le vede quelle feritoie? Ad un mio comando, o se mi vedessero in difficoltà, almeno un centinaio di frecce usciranno da li e ridurranno lei e i suoi compagni a puntaspilli. A me basterà dire che eravate nemici della pace, nessuno verserà nemmeno una lacrima per voi. Non vi sto minacciando, vi sto facendo capire chi ha il coltello dalla parte del manico.>>

Cambia il peso da una gamba ad un altra

<< E no gnomo, non vi voglio neanche rinchiudere da nessuna parte. Non siamo persone incivili qui. Vi sto accompagnando a vedere il Governatore, tutte le notizie del mondo esterno devono essere prima comunicate a lui. Ah e, sinceramente,  a me non me ne importa un accidente di cosa succeda in quel buco di c***. Non prendetevela con me, io eseguo solo gli ordini. Allora ve lo richiedo: venite con me con le buone o devo far chiudere le porte?>>

 

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Aaron

Non dico una parola, lo fisso. Sento un impulso incredibile, la rabbia mi cresce dentro man mano che quel Nano parla *Vorrei decapitare sul posto questa botte*.
Respiro profondamente *Tuttavia.. non risolverei nulla così* Li seguo stringendo pugni talmente forte da farmi uscire sangue dai palmi delle mani.

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Vaereera

Dubito della veridicità delle parole dello scatoletto di ferro. Non mi piace come si sta rivolgendo al gruppo... come si sta rivolgendo a me. Sicuramente ci sono difese a guardia dell'ingresso ma non credo che possano fare queste azioni di massacro senza avere un minimo di ordine, soprattutto col padaino testimone.

"Peccato che abbiamo parlato con un paladino, chissà se mentirebbe o racconterebbe la verità sul caso dei 4 morti al cancello. Comunque siamo gli unici qua a sapere delle belle notizie del mondo esterno, sono cose che sicurramente vi costerebbero la pellaccia. Soprattutto perchè... nessun altro arriverà qua ad avvisarvi."

Passeggio allegramente dinnanzi al nano.

*Questo strafottente me la pagherà. Un giorno me la pagherà.*

"Scortaci pure se devi, nano. Chissà che il governatore abbia dei modi più accondiscendenti..."

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Gungrom

Osservo perplesso il nano, scrollando poi le spalle e mormorando alcune parole, che donano la voce a Nero: Beh, per seguirti ti seguiamo. Speriamo sul serio il governatore sia un po' più educato. Non capisco come quel biondino possa dire che questo è un posto idilliaco se trattate così tutti i nuovi arrivati. Nel frattempo, avanzo alle spalle del nano corazzato, guardandomi interessato intorno.

Spoiler

Minor Illusion per far parlare Nero :D

Io mi guardo intorno con Passive Perception 15.

 

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Con un sospiro  il nano fa cenno agli energumeni e finalmente cominciate a muovervi per le vie della città. Saint Allaint è un tripudio di colori: case dai colori variopinte si susseguono ordinatamente creando un crocevia di vie e viuzze più o meno grandi; creature di ogni razza e genere si avvicendano per le strade, commerciando, chiacchierando e danzando.

holy_city.jpg

Notate che la città sembra divisa in settori: prima gli artigiani con le loro officine e le loro bancarelle,  poi il mercato con i cibi più strani e vari che abbiate mai visto: strani frutti blu grandi come un pugno, grosse verdure rosse con gambi viola, carni di animali esotici, piume multicolori e tante altre cose. Una sezione sembra fatta invece solo di una grande piazza circondata da taverne: al centro della piazza un gruppo di bardi si sta esibendo con musica, acrobazie e spettacoli incredibili. Una discreta folla  è intorno a loro e affacciata dalle taverne, da cui proviene un ottimo odore di vino e cibarie. Il vostro passaggio suscita parecchia euforia: chiunque vi vede vi da il benvenuto e molti si fermano a salutare il nano e a offrirgli chi del cibo, chi un sorso di birra , che lui però rifiuta gentilmente  ridacchiando un  "Suvvia sono in servizio!" .

La vostra marcia si interrompe davanti a un edificio che sembra simile agli altri, tranne un insegna di legno con su scritto Casa del Governatore

Il nano vi fa entrare, mentre lui e i quattro energumeni attendono fuori dalla porta.

L'interno  dell'edificio è  composto da una singola grossa stanza decorata in modo sobrio ma elegante. Diversi mobili di uno strano legno sono disposti  intorno alle pareti, da cui notate fuoriescono fogli e oggetti. Al centro della stanza una scrivania massiccia nasconde quasi del tutto una riccia halfling intenta a muovere le mani e far scrivere quattro pergamene diverse. Appena vi vede entrare vi sorride e si getta a salutarvi.

<<Salute meravigliosi viandanti! Il Governatore vi riceverà subito, solo il tempo di annunciarvi. Oh gioie dovrete essere stanchi per il viaggio, gradite del the? Anche se effettivamente the non è ma comunque...>> con un cenno delle mani e una formula magica quattro tazzine appaiono fluttuanti mentre una teiera vi versa dentro uno strano liquido verdastro, ma decisamente profumato. 
Prima ancora che possiate rispondere una voce gutturale interrompe lo spettacolo <<Melane! Melane! Gli ospiti falli salire su!>> 

L'halfling, scocciata per l'interruzione, schiocca le dita. Una scala a chiocciola scende dal soffitto mentre tazzine teiera e liquido verde spariscono con un sonoro puff.

Spinti dalla segretaria salite le scale. Il piano superiore è una stanza delle identiche dimensioni arredata come quella sotto. Dietro la scrivania notate però una grande vetrata in metallo finemente lavorata. Di fronte alla vetrata una figura umanoide è in piedi guardando di fuori. Appena entrate si volta verso di voi

Il Governatore è un draconico anziano, vestito nobilmente e con due lenti appoggiate sul muso. Le scaglie sono argentate, cosi come gli occhi vispi che vi osservano da dietro le lenti. Con un sorriso vi indica delle sedie in un angolo e vi invita a sedervi

<<Benvenuti, benvenuti! Vi chiedo di dimenticare il piccolo incidente con Boendal, a volte prende gli ordini decisamente troppo sul serio. Il mio nome è Glartul, per gli amici Glar. E noi siamo fra amici giusto?>> ridacchia fra se e se mentre si versa lo stesso liquido di prima in un bicchiere.

<< Per farmi perdonare della mancata cortesia prometto di rispondere sinceramente a tutte le vostre domande amici miei. Dopo che mi avrete raccontato come va nella mia cara Karanos ovviamente >>

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Giacomo Vinci

 

Osservo la ittà con un misto di interesse e noia anche se quando si avvicinano ad offrire guardo sempre se c'è del vino.

Quando veniamo finalmente portati dal governatore mi aspetto che dica qualche stupidaggine e infatti succede

Va tutto benissimo se togliamo il fatto che un culto malvagio sta prendendo il completo controllo grazie al fatto che tutti muoiono a causa di una malattia se non si sottomettono...ma per il resto va che è una favola...

faccio serissimo per poi fare una domanda

posso avere da bere del vino ? ho finito il mio e il mare di stupidaggini che stanno per esser dette , tra cui che non ne sapevate nulla, devo buttarlo giù con qualcosa...

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Vaereera

*Finalmente qualcuno che conosce come si trattano le signore. O comunque, gli ospiti.*

Mi siedo comodamente su quella sedia che il governatore ci ha indicato. Mi abbasso il cappuccio del mantellino e lo guardo. Giacomo parla e gli rivela parte di ciò che succede. Decido di aggiungere anche la mia.

"Esatto, qualcuno che segue un dio dal nome di Orgoroth. E penso che abbiano scoperto anche dell'ingresso al santuario, visto che ci han quasi preso mentre attraversavamo il portale per raggiungervi."

Riprendo fiato per un secondo, stanca dal viaggio e dalle parole dette di fila. Aggiungo poi:

"Se è vero che ci risponderai dimmi, o governatore, cosa vi è nel Santuario di Eccleasiae? Che poteri vi si nascondono? Quale magia o divinità aleggia là? Ho fatto un lungo viaggio per trovarlo, voglio sapere TUTTO di questo maledetto santuario."

Il tono è deciso ed agguerrito, ho atteso troppo per tralasciare qualsiasi dettaglio e vorrei cogliere questa occasione al volo.

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Gungrom

Guardo di sottecchi Giacomo per tutto il tragitto fino alla casa del governatore: il contrasto fra la sua depressione e questa allegria forzata è una delle cose più buffe che mi siano mai capitate!

Giunti alla casa del governatore, seguo gli altri di sopra, ma non mi risparmio uno scherzetto innocente ai danni del nano tanto antipatico.

Una volta li, lascio che siano i miei compagni a parlare. Di certo, non saranno i massimi esperti nell'arte della diplomazia, ma questa trabordante gioia sta cominciando ad irritare anche me!

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L'espressione di Glartul rimane invariata. Vi ascolta con un sorriso accondiscendete, annuendo sia a Vaereera che a Giacomo. Appena vede che i due hanno finito si accende una pipa e comincia a parlare.

<<Andiamo con ordine, se non vi dispiace. Melane! Porta del vino per i nostri ospiti>> 

l'halfling compare trafelata con un grosso otre gonfio e cinque calici che lascia sulla scrivania di legno, per poi defilarsi con un inchino

<<Si, conosco perfettamente la situazione di Karanos. Cosi come molti dei nostri cittadini, dato che moltissimi di loro sono arrivati nello scorso mese o giù di li.>> aspira profondamente con occhi sognanti, per poi soffiare un perfetto cerchio di fumo

<<Lasciate che vi racconti una storia. C'era una volta un santuario benedetto dagli dei. Chiunque puro di cuore poteva entrare e chiedere agli dei di realizzare un desiderio, non importa quanto folle o impossibile. E i desideri si avveravano, cambiando il corso della storia, rovesciando eserciti malvagi e creando regni di pace e armonia. Capite che un potere simile divenne gola per molte creature avide e senza scrupoli, che volevano dominarlo per farlo proprio e porre il multiverso ai propri piedi. Gli dei inorridirono nel vedere tanta malvagità nel cuore delle persone, e decisero di nascondere il santuario in un luogo in cui non fosse più trovato, ponendo terribili guardiani ai suoi cancelli. Cosi crearono una prigione dimensionale, in modo che se anche qualcuno vi fosse riuscito ad entrare non sarebbe mai potuto uscirne, e vi posero al centro il santuario, strappato dalla terra dove era stato eretto. Dato che la magia del santuario stesso era nata per fare del bene e voleva che il suo scopo fosse adempiuto, cercò più volte di fuggire. Cosi gli dei lo incatenarono alla sua prigione e aspettarono che venisse dimenticato. Questo però non accadde, e molti pellegrini si misero alla ricerca di quel luogo. Molti vi arrivarono, ma pochi ebbero il coraggio di scalare le grandi catene ed entrarvi, e chi ci provò non fece più ritorno. Cosi, la base della catena divenne un ritrovo per tutti i santi e avventurieri che non volevano gettare la propria vita, ma che non potevano neanche tornare a casa. Saint Allaint nacque cosi, mattone dopo mattone. Fu solo dopo molto tempo che i suoi cittadini si accorsero di una cosa: nella prigione, non invecchiavano. Il tempo non scalfiva i loro corpi, ne quello dei loro compagni, ne quello dei loro animali, ne quello dei loro attrezzi.  Ed essi capirono: quello era il loro premio per la ricerca, quella era la loro terra promessa. La gioia che avete visto nelle strade è il risultato: non ci sono ladri, perché il suolo è ricco e da a tutti cibo da mangiare, legna da ardere e metalli da modellare. Non ci sono omicidi, perché nessuno si odia. Non ci sono ricchi o poveri, perché ognuno può avere quello che vuole senza pagare. Cosi il santuario venne lasciato a se stesso. >>

Con gli occhi ancora chiusi, si versa del vino  che beve lentamente, per poi riprendere a fumare. Stavolta un veliero di fumo fuoriesce dalle sue narici, attraversando il cerchio di prima

<<. La maggior parte  degli abitanti erano santi e illuminati che cercarono il santuario per avvicinarsi agli dei. Capite ora che appena arrivò alle loro orecchie la notizia che Karanos era in pericolo, molti si lanciarono nuovamente verso la speranza del santuario. Per non tornare mai più.  Ho perso molti amici per colpa di questo folle desiderio. >>

Una calda lacrima scende dagli occhi chiusi, per poi perdersi nel meandro di scaglie che compongono il volto del vecchio. 

<<Shaana, la mia compagna, era una di esse.  Siamo stati insieme qui per migliaia di anni di Karanos, guidando la brava gente di Saint Allaint.  Cercai di impedirle di partire, ma non fu sufficiente. Lei era buona, anche troppo. Non riusciva a continuare a vivere qui pensando a tutti quelli ancora intrappolati nella sofferenza, seppur cosi lontani da noi. Cosi decisi di accompagnarla. Io, lei, i nostri figli e molti nostri amici che da secoli dimoravano con noi nella gioia. Arrivammo davanti ai grandi cancelli del santuario e li... >>

La sua voce si spezza, e interrompe il racconto. Si raccoglie su se stesso per qualche secondo, altre lacrime che seguono la prima. Poi si versa altro vino e , dopo averlo ingurgitato e aver ripreso fiato, riprende

<<Non permetterò ad altre buone anime di essere fatte a pezzi per colpa di quel mondo perduto. Che arda tra le fiamme e sia divorato, per quanto mi riguarda. No stranieri, i malvagi  non possono raggiungere il santuario. Se hanno usato la vostra stessa strada probabilmente ora saranno persi nel mare dimensionale. Un potente incantesimo giudica chiunque arriva in queste terre. Se siete qui è perché siete stati giudicati degni, quindi non temete per loro. Vi chiedo dunque, dimenticatevi di cosa accade li, rinnegate il vostro passato, e unitevi a noi. Avrete tutto quello che potete desiderare, lo giuro sul mio nome. Se invece volete partire per il santuario non vi fermerò. Vi chiedo solo di non parlarne con nessuno. Avrete vitto e alloggio finché vorrete, ma nel silenzio dovrete partire, non visti e non sentiti. E che Bahamuth abbia pietà della vostra anima.>>

L'espressione ora è decisa, gli occhi aperti ancora lucidi che vi fissano intensamente

<<Sappiate che se qualcuno dovesse di nuovo minare la gioia della mia città non avrò problemi a farli a pezzi e gettare i loro resti nell'abisso, di questo statene certi>>

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Giacomo Vinci

 

dopo le parole dell'halfling mi sale la rabbia e bevo un grande sorso di vino prima di cominciare a parlare

Antonelli Gianluca numero 10AG107...Stevan Finlay numero 11SF345....Roan Billar 13RB204...

continuo così per circa un centinaio di nomi e numeri, nessun tentativo di fermarmi funzionerà, parlerò sopra a qualsiasi frase detta

97 soldati...di cento soldati 97 morirono...due tradirono sconvolti da quello che abbiamo visto e io solo rimasi...secondo lei io potrei dimenticare il volto e il nome di quei 97 soldati ? Se non le dispiace,ma prenderò il suo vino e risalirò quella catena ora che son giunto qui...

mi alzo bruscamente

io non ci volevo neppure venire qui con questi...non ci credevo a questa cavolata di un santuario...ma se ora son qui e c'è la possibilità che tutto torni come prima e non ci sia quel morbo...beh lei può andare al diavolo...è santo quasi come me...

prendo la brocca del vino e la metto in malo modo dentro al mio otre di vino normale

se lei avesse sul serio a cuore quella donna sarebbe partito a vedere come sta, non starebbe qui a far sì che nessuno vada a cercarla...se la troverò le dirò che lei la piange al posto di cercarla...ma che per fortuna non si è ancora sparato un colpo in testa per la disperazione...

faccio per andarmene per fermarmi invece un secondo

Dovrebbe pensarci bene a cosa fare governatore...il posto da cui veniamo è lontano da qui certo...ma si ricordi che era comuqnue casa vostra e non  vi ha mai scacciato da lì...ve ne siete andati voi...non è un buon motivo per dimenticare le proprie origini...e chi abbiamo lasciato a casa...

me ne vado diretto alle catenen per salire stranamente deciso

Avanti soldato...un ultima spedizione...e poi ora abbiamo il vino

faccio tra me mentre mi avvio fregandome che mi seguano o no gli altri

Marcia il soldato verso il fronte...bum bum bum...marcia senza stancarsi..bum bum bum...esegue gli ordini senza esitar...perchè lui sa che ce la può far...

mi metto a canticchiare come faceva Gianluca durante le marce, anche se non sono bravo e sopratutto non ricordo le parole

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Gungrom

Lo sguardo diventa sempre più perplesso mentre il governatore parla, la bocca che si apre sempre di più fino a formare una perfetta O di stupore.

Le proprietà magiche di questo luogo sono incredibilmente affascinanti, ma soprattutto, è affascinante il modo in cui la vita in questo mondo ideale ha corrotto l'intelletto di chi ci vive. Tranquillo, non degno nemmeno di una risposta il mezzodrago, limitandomi ad allungare una pacca sulla spalla a Giacomo e a dire: La maggior parte erano santi e illuminati, dice? Non direi, dal momento che hanno nominato governatore uno che di santo e illuminato non ha nulla. Ad ogni modo, quando riusciremo ad entrare al santuario e ad ottenere la salvezza per Karanos, non dubiti che ci ricorderemo anche di lei... E avanzerà un desiderio per farle aprire gli occhi e vedere il dolore che fino ad ora ha cercato di non guardare.

Mi dirigo quindi all'uscita, cominciando a scendere la scala che porta all'uscita ma inchiodandomi sul secondo scalino: Ah, un ultima cosa. Forse in fondo potrebbe anche rendersi utile, tutto sommato. Ha ricevuto notizie di un certo Tedragos recentemente? O di una donna di nome Clarissa?

Attesa la risposta, mi volto e continuo a scendere, salutando cortesemente la segretaria e raggiungendo saltellando Giacomo: Una bella cittadina non è vero? Peccato tutti siano clamorosamente rincretiniti... Forse avrebbero bisogno di una svegliata... Concludo con un occhiolino rivolto al guerriero, mentre insieme a lui mi dirigo verso la catena.

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Vaereera

Il discordo del governatore è davvero... strano. Da un lato, posso comprendere tutto il suo dolore nel narrarci la storia. Io stessa ho dovuto sopportare pesanti perdite, vedendo di persona l'orrore che mi ha portato via chi mi era caro. Tuttavia... mio padre mia ha detto altro.

"Vede signore, le dirò una cosa. Una cosa della quale forse, qua dove la vita è lunga a non finire, sembrate non essere consapevole. Il fatto risale a molti anni or sono, quando la sottoscritta era una bimba e queste due bellezze" dico indicando le scimitarre "appartenevano a mio padre. Una vita limitata, è più saggia e più densa di un milione di esseri senza tempo. Lo stesso uomo che mi diede le due portatrici di morte che ho alla cintola, mi disse di non perdere fiducia nelle persone e di aiutarle. Tutto ciò in punto di morte. E tutto ciò dopo che la gente che lui stava salvando lo trafisse con una lama. Ora mi dica lei se lo comprende il mio messaggio...

Che senso ha vivere un mondo di mere ed effimere illusioni, un mondo dove si è senza tempo e si va avanti così, come persone vuote private di ogni cosa? Come fate a vivere le vostre vite nel fallimento ogni singolo giorno? Come fate  a vedervi negli occhi ed a mascherare il dolore con questa falsa allegria?
Come potete voltare le spalle a chi vi ha amato, a chi ha dato la vita per un bene superiore! Per quanto mi dolga dirlo, hanno ragione loro. Lei è qua da talmente tanto che ha scordato come si ama. Cosa prova il cuore e come lo si segue ciecamente. Ha scordato che per amore si da anche la vita..."

L'espressione sul mio viso è passata d neutra ad adirata, giusto per la durata del discorso. Mi ricompongo subito, tornando nel mio freddo blocco di ghiaccio, e lo guardo dritto negli occhi.

"Ci dica ciò che deve e, se lei ha ancora un briciolo di amore per la sua donna, faccia tutto il possibile per trovare questo maledetto luogo, perchè ormai di benedetto ha ben poco. Ci dia una mano, lo faccia per se stesso e per Shaana"

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Aaron

"Santi e illuminati? Io vedo solo degli egoisti e codardi, aggrappati il più possibile alla mammella che è questo posto. Non mi importa se qua potremo vivere per l'eternità senza sforzi o incertezze, il solo vostro restare in questa terra è un insulto alla vita. La morte è parte di essa, è inevitabile, siamo nati esseri mortali e moriremo come tali. Mi dispiaccio per la sua perdita, ma tutti noi abbiamo perso qualcuno, ci portiamo delle ferite dentro, ma se non facciamo qualcosa DOPO, se non superiamo la perdita e agiamo siamo già morti. Lei potrà anche vivere in eterno in questa città utopica, ma è già morto dentro."

Nonostante sia evidente la mia rabbia doso le mie parole con calma con tono tranquillo. Faccio un respiro profondo cercando di buttare giù l'ira che ho in corpo.

*Tra poco spacco qualcosa in questa stanza*

"Non vi metteremo i bastoni tra le ruote, non rovineremo questa vostra pace apparente, ma di certo non staremo a guardare mentre il nostro mondo va in rovina"

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