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Inviato
42 minutes ago, SheetUnv said:

io ho i manuali in inglese della 5.0, e non trovo molte differenze

Le differenze mi pare di averle delineate in un post precedente, credo che sia alla penultima pagina di questo thread.


Inviato (modificato)
1 ora fa, Alonewolf87 ha scritto:

Con tutte le regole base suppongo tu intenda le Basic Rules, non tutto il materiale presento sui manuali core o sbaglio?

 

2 ore fa, MBdS ha scritto:

Aridaje. Confondete D&D e la SRD con NEXT. Quante volte lo devo dire che sono due cose diverse?

su www.editorifolli.it/giochi/dungeonsdragons ho raccolto tutto il materiale pubblicato e distribuito gratuitamente da wotc, più la traduzione in italiano della srd. Ci sono tutte le regole base, l'srd, il materiale uscito a scopo promozionale, gli unearthed arcana, i sage advice, gli errata e altro materiale (come conversioni di vecchie avventure pubblicate gartuitamente da wotc e le avventure della adventurer's league distribuite gratuitamente da dragon+).

i tre circoli druidici di cui parli fanni parte della dm's guild e quel materiale è al di fuori della pagina a dedicata a d&d.

su www.editorifolli.it/rules/next trovate NEXT che è un regolamento ogl basato sulla 5a edizione della srd di d&d. NEXT non è D&D 5a, quanto World of Warcraft, Lupo Solitario, Conan (i primi che mi vengono in mente) non erano D&D3.5. È comunque compatibile al 101% con D&D 5a.

Confermo che mancano molte sezioni dei 3 Manuali Core in Next.
Non ho avuto la possibilità di leggere tutto l'ottimo lavoro di Michele, ma mi trovo spesso a consultare Next quando ho bisogno di spunti di traduzione per le mie HR e confermo che, in genere, le sezioni "a pagamento" tipici dei manuali Core non ci sono, per quello che ho notato. Lo si può notare, in particolare, dalle regole dell'Arbitro, mancanti di molto di quello che invece è presente sulla Guida del DM.

Michele ha fatto bene. Dopotutto, per quello che ho capito, anche solo la traduzione di materiale non gratuito o non lasciato sotto SRD è violazione di copyright.
Si possono usare le regole, ma non usare le esatte parole o tradurre le esatte parole, a meno che chiaramente rilasciate gratuitamente dai designer (compresa la RSD) o non specificatamente poste sotto copyright (ad esempio, molti nomi e termini ufficiali di D&D sono sotto copyright e non possono essere usati...motivo per cui Next usa termini particolari).

Modificato da SilentWolf
  • Mi piace 1
Inviato
30 minutes ago, SilentWolf said:

 

Confermo che mancano molte sezioni dei 3 Manuali Core in Next.
Non ho avuto la possibilità di leggere tutto l'ottimo lavoro di Michele, ma mi trovo spesso a consultare Next quando ho bisogno di spunti di traduzione per le mie HR e confermo che, in genere, le sezioni "a pagamento" tipici dei manuali Core non ci sono, per quello che ho notato. Lo si può notare, in particolare, dalle regole dell'Arbitro, mancanti di molto di quello che invece è presente sulla Guida del DM.

Michele ha fatto bene. Dopotutto, per quello che ho capito, anche solo la traduzione di materiale non gratuito o non lasciato sotto SRD è violazione di copyright.
Si possono usare le regole, ma non usare le esatte parole o tradurre le esatte parole, a meno che chiaramente rilasciate gratuitamente dai designer (compresa la RSD) o non specificatamente poste sotto copyright (ad esempio, molti nomi e termini ufficiali di D&D sono sotto copyright e non possono essere usati...motivo per cui Next usa termini particolari).

Il player c'è praticamente tutto. (Basic rules e srd coprono quasi tutto).

della dmg, la metà, probabilmente meno (ma il grosso sono gli oggetti magici che sono tutti sotto srd)

del monster praticamente solo le statistiche. Le descrizioni sono di pathfinder srd o da wikipedia. Attenzione: il fatto che non possa usare il termine, ad esempio, beholder, non vuol dire che non possa creare una creatura molto simile, e chiamarla osservatore (vedi il gazer di ultima). Oltretutto beholder e mind flayer sono per giunta termini di usi comune. Non certo yuan-ti. Ma se chiamo gli yuan-ti col nome serpentoidi o popolo serpente, chi dice che non sto prendendo ispirazione dal popolo serpente dei miti di Cthulhu, che ora sono di dominio pubblico? Molte delle creazioni di Lovecraft e Howard ormai ricadono nel public domain.

comunque c'è molto materiale in più in next, se considerate razze, classi e archetipi aggiuntivi, e le liste di mostri, incantesimi e oggetti magici (che per dnd5 potete trovare solo per conto terzi in molti casi)

  • Mi piace 2
  • 4 settimane dopo...
Inviato
Il 3/8/2016 alle 20:48, Lagolas84 ha scritto:

Ma wizard continua ancora a negare categoricamente una  traduzione italiana ufficiale di D&D 5ed ?

l'ultima volta che ho controllato si

Inviato

Salve,

vorrei portare la mia testimonianza, siccome sono uno di quelli che dall'88/89 ha imparato l'inglese con D&D e poi si è laureato in lingue.

Mi scuso anticipatamente se risulterò un po' brusco, ma questo è un tema che sento mio (e specifico che non faccio il traduttore).

----

La mia opinione è che la discussione non deve vertere sui manuali delle regole, che sono scritti in maniera fruibile quasi a chiunque, ma sulle avventure e moduli di ambientazione.

Vorrei prendere tutti quelli che si professano con un livello avanzato d'inglese e metterli alla prova con le ecologie di Elminster (dove nome di flora e fauna sono sciorinati a tutt'andare), con l'inglese di Gygax (che usa ancora parole come "valves" per indicare i portoni) o l'americano (dove "knoll" sta per collinetta). Vorrei che su due piedi mi diceste qualche sinonimo di "Mere", come  ad esempio "lake" o "pond"; che mi fosse spiegata la differenza tra "crypt" e "undercroft".

Vorrei prendere tutti quelli che si professano con un livello avanzato d'inglese e metterli davanti ad una carta di Android o un paragrafo di Curse of Strahd e tradurlo sull'unghia, mettendoci anche le giuste intonazioni durante la lettura.

D&D non è il manuale delle regole, ma la sottocultura che l'ha generato, i mondi e i libri fantasy che porta in seno. I tre manuali non sono che le fondamenta.

Per questo buone traduzioni sono più che necessarie per noi giocatori tutti, perché non siamo madre lingua inglese e la percezione del gioco sarà spesso approssimativa, nonostante gli sforzi.

Vero è che la WotC non guadagnerebbe forse molto dalle traduzioni del manuale del giocatore (anche perché, per l'ennesima volta è stato creato un regolmento per specialisti invece che introduttivo), ma quanto guadagnerebbe invece dalla vendita dei suoi tomi avventura? Stimiamo gli italiani con quest'avventura in casa, in quanti siamo? 500?

Conosco giocatori con 10 anni d'esperienza che non hanno mai giocato un'avventura ufficiale. Avevo gli occhi fuori dalle orbite quando me l'hanno detto. Come dire che impari a scrivere e pensi di poter metter giù un romanzo migliore dei classici.

Quelli della mia generazione si sono imbarcati in D&D grazie alla Editrice Giochi e alla traduzione, sopraffina, di Ingellis. In un paese come il nostro nel quale gli adulti non leggono (zero dico zero, massimo un libro all'anno) e i giovani sono sullo stesso binario le traduzioni dovrebbero essere invocate, non snobbate.

O finiremo, come i nostri politici, a dire "devoluzione" per "devolution", quando significa decentramento.

 

 

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Inviato (modificato)

Il problema nasce sempre quando si passa dalla mera descrizione di un regolamento alla vera e propria narrazione di una storia (in questo caso di un'avventura). Quando iniziamo a narrare, abbiamo bisogno di usare un linguaggio più evocativo, in grado di creare atmosfera, di suscitare emozioni, motivo per cui spontaneamente tendiamo ad andare verso il più ricercato. Questa tendenza diventa più forte, quando vogliamo ricreare l'atmosfera di un'epoca passata (come il Medioevo o un Fantasy con tratti medievalizzanti).

L'inglese usato nelle avventure di D&D non è di per sè complicato. È solo che si tratta dell'inglese della narrazione, non più quello della semplice esposizione di concetti. Proprio per questo è un inglese più articolato e ricercato.

Come lo è il nostro italiano, nel momento in cui decidiamo di usarlo per narrare piuttosto che per spiegare un regolamento. Quando scriviamo un pezzo di testo narrativo, iniziamo spontaneamente o volontariamente ad usare una serie di termini o espressioni colorite, mirate a far calare il lettore nella scena. Un madrelingua capisce al volo ogni espressione, ma per uno straniero la cosa si complica. Le necessità narrative, infatti, ci spingono spesso a usare termini che sono chiari ai madre lingua, ma che risultano essere poco comuni e, quindi, difficili per uno straniero.

Modificato da SilentWolf
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