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Ambientazioni homemade: culti e religioni


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Hola! 

Sono alle prese con un brainstorming per la creazione della mia prima ambientazione fantasy e al momento ho davvero grandi difficoltà a farmi venire in mente idee originali per l'assetto religioso e spirituale delle popolazioni al suo interno.  Essendo la prima volta che mi cimento in un'impresa del genere, il tutto va a rilento anche sotto altri aspetti creazionistici ma allo stato attuale delle cose non è questo "altro" a preoccuparmi.

Innanzitutto vorrei anticipare che il mio obiettivo non è creare tutto prima; c'è da dire però che, in quanto giocatore di ruolo quasi alle prime armi (credo di aver cominciato una cosa come quattro o cinque anni fa), il cliché del master che modella un mondo a suo piacimento e ne controlla i segreti mi affascina molto, di conseguenza sarei intenzionato ad evitare un approccio di creazione interamente di gruppo, come potrebbe essere quello proposto dai PbTA. In secondo luogo l'ambientazione che sto pianificando non è volta ad adattarsi ad una storia che ho già in mente perché vorrei impostarla come un'esperienza il più sandbox possibile, nel quale, di sicuro, troverà spazio un limitato numero di elementi che potranno essere decisi dai giocatori. Terzo ed ultimo punto di questa premessa scritta piuttosto male riguarda il regolamento: non ho ancora deciso che regole userò. Il piano sarebbe quello di provare D&D 5e ma per molti elementi che reputo imprescindibili (aka realismo, mortalità medio-alta e scarsità della magia) non so quanto una scelta del genere possa dimostrarsi funzionale. 

Passando al tema principale del topic, vorrei chiedere ai master che giocano o hanno giocato un'ambientazione creata da loro, se sono disposti a condividere le loro mitologie, le loro fonti, manuali o post di forum, blog o altro che hanno creato o usato come ispirazione. Ovviamente non sono qui per plagiare il lavoro di nessuno, beninteso, ma mi piacerebbe solamente avere una visione di insieme per  creare qualcosa che, almeno in 3.x e Pathfinder, mi sembra sia sempre stato lasciato un po' da parte. 

Grazie in anticipo, so che ad agosto il forum si svuota un po' ma io le mie vacanze le ho già fatte e quindi adesso ho letteralmente una tonnellata di tempo libero da dedicare alla "scrittura" :D 

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8 ore fa, MencaNico ha scritto:

Il piano sarebbe quello di provare D&D 5e ma per molti elementi che reputo imprescindibili (aka realismo, mortalità medio-alta e scarsità della magia) non so quanto una scelta del genere possa dimostrarsi funzionale.

In 5°, grazie alla "bounded accuracy" (cioè il fatto che i bonus non aumentano molto al salire di livello), una dozzina di goblin sono un serio pericolo per un gruppo di 4 pg... sia che siano di 1° livello, sia che siano di 20°!
Certo, la mortalità è ancora lontana da quella di, mettiamo, "il richiamo di Chtulhu", ma è comunque enormemente più alta che in 3/3.5/PF e 4°; soprattutto per i primi 3-4 livelli, il rischio di lasciarci le penne è dietro ogni angolo, te lo dico per esperienza diretta.

In 5° gli incantatori hanno accesso ad un numero di incantesimi giornalieri molto più basso che in 3/3.5/PF (e, soprattutto, avere caratteristiche alte non fornisce incantesimi extra!); inoltre la matematica del gioco è stata fatta tenendo presente che il gruppo non possieda mai alcun oggetto magico... qualsiasi cosa tu gli dia, è un'extra!

Rimane il problema "realismo"... ma per quello non ci si può fare molto, stiamo parlando pur sempre di D&D.
C'e da dire, però, che tenendo presente i due punti sopra, i personaggi della 5° sono molto più "umani" di qualsiasi pg di 3/3.5/PF e 4... e, soprattutto, ora puoi fare il personaggio che preferisci senza temere che sia sottopotenziato rispetto agli altri (e quindi col rischio di sentirti inutile e non divertirti).
Quindi, se vuoi usare un'edizionde di D&D, ti consiglio decisamente la 5.

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Sto creando anche io un'ambientazione (un'altra, ma questa conto di finirla!!) in questo periodo, e capisco come ci si senta.
Ho maturato una certa esperienza nel worldbuilding, e posso darti alcuni consigli.

Prima di tutto, regola d'oro: non scrivere un'ambientazione per un regolamento preciso. MAI. Al massimo tieniti in mente un pool di regole necessarie (magia, cure, oggetti magici...ci sono o no?) e se vedi che ti discosti tanto, pensa più che altro a cambiare sistema e non ad adattare il mondo alle regole.

Poi, veniamo alle religioni. Incidentalmente, la mia attuale ambientazione non ha religione o divinità, quindi è peculiare. Ha delle filosofie di vita che non si rifanno ad una figura sovrannaturale ma ad un punto di vista sulla vita. Però posso comunque darti un paio di dritte.

Poniti queste domande:
1) Gli dei esistono? Se esistono, sono percepiti così come sono o si manifestano in modo da confondere e illudere (anche a fin di bene) i fedeli?
2) Un solo pantheon, oppure uno per razza/civiltà?
3) Cosa è un dio? Un umanoide colossale con poteri magici impareggiabili? Un'entità amorfa che vive al centro dell'universo? Un'idea che ha raggiunto l'autoconsapevolezza? Questo cambia tantissimo il modo di giocare le divinità stesse, ovviamente.
4) Come interagiscono gli dei col mondo materiale? Danno poteri? Fanno miracoli? Fulminano gli infedeli? Ignorano i mortali? Vivono su di esso?
5) Cosa fa un dio? Siede da qualche parte occupandosi di certi elementi a lui inerenti (portfolio e domini) oppure patrocina un concetto o un'idea?

Ora, avvicinandoci all'originalità. Attento, perchè i modelli di pantheon della Terra (presenti e passati) sono nati ed evoluti in base a precise necessità delle comunità umane. Alcune religioni nate in ambienti ostili per esempio prevedono un paradiso fertile e piacevole. Altre nate in luoghi molto più ospitali parlano di reincarnazione. Inoltre: le religioni umane bene o male funzionano, o hanno funzionato, bene. Perciò prendere spunto potrebbe avere senso.
Il dilemma si pone quando la divinità effettivamente esiste. Se Zeus rappresenta solo le forze del cielo che l'uomo della strada non poteva comprendere...lo stesso vale per un dio che davvero esiste e davvero ha filmini come armi? 

Perciò il mio consiglio finale è: 
-Un'ambientazione molto high-fantasy potrebbe benissimo avere pantheon numerosi e popolosi, con divindità che si immischiano nelle faccende umane.
-Un'ambientazione low-magic e low power, verosimile...dovrebbe avere un culto di uno o più dei lontani dal mondo, ultraterreni, ieratici. Qualcosa come il Dio dei Cristiani, che si manifesta tramite la Provvidenza ma non direttamente. Per un pizzico di novità puoi prendere una qualche corrente di filosofia europea antica o asiatica e plasmarci intorno un monoteismo. Oppure, attieniti ad uno pseudo-cristianesimo (tipo quello nel manga di Berserk), che si presta ad un po' di stereotipi molto simpatici come i crociati, l'inquisitore, i preti pazzi...

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Grazie a tutti, in questi giorni vedo se riesco a buttare giù qualcosa. 

Un'idea che mi era venuta in mente, anche se per niente originale, consisteva nel "trasformare" la figura del chierico, che verrebbe a ritrovarsi in un ruolo dominante (magari all'interno una teocrazia) ma che di fatto non sarebbe altro che un "guerriero-burocrate" e non un incantatore, essendo portatore di un credo che non fornisce alcun potere magico ma che si spaccia per tale. Un'ipotesi del genere porterebbe alla presenza di un solo grande culto (non per forza monoteista) con più pantheon razziali e/o regionali "proibiti". A questo punto potrebbero aprirsi due strade: 

  1. Eliminare definitivamente la magia divina e il concetto classico di "chierico" . Gli altri culti avrebbero ognuno i loro sacerdoti, sciamani, druidi etc. ma di fatto, parlando in termini di D&D, non sarebbero classi e non fornirebbero capacità esclusive. "Chierico" diverrebbe quindi il nome per indicare un sacerdote di quel primo grande culto citato prima.
  2. Fare in modo che l'unico modo per accedere alla magia divina sia attraverso questi culti razziali e/o regionali e creare una nuova cosmologia ad hoc. 

Proverò entrambe le opzioni, vediamo cosa ne esce fuori. 

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