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Sic Parvis Magna

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Duncan Alcott Egerton

Nel turbinio di gente che mi avvolge dopo essere tornati sulla South Bank, cerco di scrollarmi di dosso infermieri e portantini: "Sto bene! Sto bene vi dico! Ehi! Quella giacca costa più della tua casa!" grido, rimettendomi in piedi e strappando di mano ad un portantino la mia giacca di Holborne & Sons "Prendetevi cura del mio amico piuttosto, ha inalato gas allucinogeni sprigionatisi dal dirigibile" ordino con un cenno verso Arthur "Già, questi gas... anche quelli facevano parte del piano? Devo mettermi in contatto con la centrale" Mi guardo in giro per vedere se un posto vicino potrebbe avere un telefono. "Ma certo, il St. Thomas'! Dovrebbero avere un telefono pubblico in un ospedale, e con questo trambusto sul ponte nessuno baderà a me..." Mi volto poi a guardare Arthur ancora sotto l'attenzione dei medici "Questo dovrebbe tenerlo impegnato per un po', sarò di ritorno al più presto" penso avviandomi.

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Arthur

Di colpo le urla disumante escono dalla mia testa, la nebbia mi si dirada e mi trovo in un altro inferno ma più umano, Duncan di fronte me.

Vuoto

Sono ancora provato, non riesco a pensare, sono sopra ad un uomo vivo ma non troppo, sto cercando di fermare l'emorragia.

Vuoto.

Mi ritrovo dall'altra parte, alcuni infermieri mi stanno visitando, nel mentre vedo Duncan andarsene, urlando agli infermieri, cerco di capire dove va. Apro la bocca per urlargli "Aspetta!" ma dalla mia bocca non escono parole. Finalmente vomito. 

Tonalmente con lo stomaco vuoto riesco di nuovo a pensare mi faccio aiutare dagli infermieri cerco un medico per spiegargli quello che.mi è successo, per avvertirlo. Quelli non erano mostri, era un'allucinazione,dove ho già visto quel trucco? penso cercando di ricordarne gli effetti e quali circoli usano questa roba per "aprirti" la percezione.

 

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Per Arthur

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Per Duncan

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Per Isaac

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Duncan Alcott Egerton

@DM

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Isaac Hobbes

La rabbia comincia a montare mentre il desiderio di spazzare via i due insetti che mi danno noia si fa strada nella mia mente. Uno strano silenzio nella mia testa. Riprendo gradualmente la calma. Non sono abituato alla sua assenza ma in questa circostanza forse è un bene. Una chiave ben forgiata non teme di arrugginire per la rugiada del mattino. Non capisco. Facciamo presto! Dico al dottore ignorando il soldato. Mentre lo seguo un senso di insoddisfazione si impossessa di me mentre ripenso a quella strana frase. Come se avessi deluso qualcuno. Come se mi fossi rifiutato di compiere il mio dovere.

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Arthur

 

"... e questo è quanto.  Spero di averla aiutata, Dottore", e dopo aver ripreso finalmente la mia spensieratezza aggiungo: "Lei ha qualche idea a riguardo? Cosa potrebbe essere? Cosa si potrebbe usare per annullarn... il mio violino!  Dove ho lasciato il mio violino?"  e inizio a cercarlo ansioso e preoccupato.

 

 

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Sir Malcom Chandler

Il tenente-colonnello si ferma immobile, come fulminato, ascoltando le tue parole. Lentamente, si volta verso di te, gli occhi spiritati. Quando concludi con la tua domanda provocatoria la tua arringa, il pluridecorato ufficiale inspira lentamente, rispondendo poi: E va bene Sir Chandlersputa, quasi con disprezzo, La farò interrogare dal Maggiore Smith. Maggiore, prego... Accompagni il cavaliere all'interrogatorio. Sergente Porter, dia supporto al Maggiore Smith. E lei, Sir Chandler, veda di rispondere adeguatamente alle domande: il Maggiore ha autorità per accusarla di intralcio alle operazioni di un corpo militare di sua Maestà, oltre che di Alto Tradimento. Siamo tutti nella stessa barca, qui... Veda di capirlo da solo se non vuole scoprirlo in una buia cella alla Torre.

Non si preoccupi signore, non me lo sono mai dimenticato. Rispondo al tenente-colonnello in maniera tranquilla, facendo il saluto militare. Siamo tutti nella stessa barca. Tutti... chi? Che sia stato davvero un attacco straniero? Osservo il tenente allontanarsi a dare ordini ai suoi uomini, poi scruto e ascolto il Maggiore. Beh la sua analisi del Tenente colonnello, se mi permette signore, è un pò stereotipata: non so come risolvete le faccende nella divisione delle indie orientali, ma per quanto riguarda la guerra di riconquista, posso assicurare che Il tenente colonnello si è dimostrato sempre giusto, punendo e premiando chi di dovere, a prescindere dalla razza. Inoltre, come lei -ma soprattutto il Tenente- Colonnello- ben sa, la rinuncia alla carriera militare e pensione anticipata come ufficiale, con il beneplacito di Sua Maestà, è ben diverso dalla diserzione. Gli sorrido. Prego mi faccia strada.

Mi conduce ad un carretto Militare, dentro stanno scrivendo i verbali degli interrogatori. Troppa burocrazia per un fatto in cui è coinvolta la Royal Air Force. In quel caso avrebbero coperto l'errore, ma tutti questi interrogatori... tutte queste carte... Stanno cercando anche loro una risposta.

Ci sediamo, uno di fronte all'altro.

Il suo nome completo?

Malcom Chandler, ex tenente della British Army, Cavaliere di sua Maestà, attualmente in pensione anticipata e collaboratore occasionale delle forse di polizia.

Dove ha servito e quando?

Ho servito sotto il Capitano Mitchell per 10 anni, tra le coste Irlandesi ed il continente inglese. Successivamente ho combattuto sotto il suo attuale tenente-colonnello la guerra di riconquista americana, fino al 1870.

Dove si trovava oggi al momento dell'esplosione? Con chi? Perché?

Oggi mi trovavo in una carrozza-taxi, appena oltre il ponte di westminster, nei pressi di Scotland Yard. Ero in compagnia del Dr. Isaac Hobbes, attualmente impegnato nelle operazioni di soccorso. Le ragioni per cui ci trovavamo in questa zona, erano di carattere lavorativo: come detto poc'anzi, collaboro con la Polizia in veste di detective esterno; pertanto stavo andando a Scotland Yard con il mio amico, nonchè fidato dottore, per un consulto medico su un omicidio, nel dettaglio, riguardo al caso della ragazza brutalmente uccisa con pratiche simil-rituali.

Perché ora si trovava così vicino al luogo dell'impatto?

Appena sentita l'esplosione io ed il mio amico siamo corsi a controllare cosa fosse successo. Vedendo la polizia in difficoltà nel gestire la situazione, ed un panico generale tra i civili, ho preso le redini delle operazioni di soccorso, considerando anche l'esperienza maturata durante la guerra.

Cosa ha fatto per soccorrere le vittime?

Abbiamo creato dei gruppi per il trasporto dei feriti, per gli aiuti medici e per l'allontanamento di donne, bambini e anziani negli edifici pericolanti attorno al sito dell'esplosione. Creando un catena lavorativa siam riusciti ad evitare perdite maggiori.

Perché prima parlava di gas? Cosa le ha fatto capire che c'era questo gas nell'aria? Quali sono i suoi effetti?

Appena sopraggiunti sul sito dell'esplosione, abbiamo notato una gran quantità di persone deliranti, terrorizzate che rispondevano o con tentativi di fuga suicidi -molte persone son morte nelle acque del Tamigi- oppure con elevata aggressività. Pensavo potesse essere un attacco di isteria di massa, ma il Dr Hobbes prontamente ha individuato la causa in gas -probabilmente- allucinogeni, fornendoci anche qualche dritta per ridurre il più possibile l'esposizione.

Che cosa ha visto del dirigibile? Ha notato altri dettagli interessanti o utili?

Il dirigibile era totalmente in fiamme, i corpi dell'equipaggio son stati straziati dalle fiamme e dal metallo, difficilmente saranno riconoscibili.

Bene, abbiamo finito. Ha altro da aggiungere? Vuole firmare il verbale con la trascrizione dell'interrogatorio? Credo che poi possa considerarsi libero, ma le dovrò chiedere di allontanarsi dalla zona.

Guardi, son pronto a firmare l'interrogatorio anche subito... ma vorrei sapere da lei una cosa. Mi metto ad osservare ogni minima reazione del Maggiore, come faccio durante gli interrogatori, per notare non solo le risposte verbali, ma soprattutto quelle non verbali. Non l'ho ancora detto a nessuno, per evitare panico aggiuntivo, e nessuno sembra averlo notato... Ma son sicuro che lo Zeppelin caduto sia della Royal Air Force: volava basso da diversi minuti, ma è una consuetudine... meno lo è la perdita di controllo da parte di un intero equipaggio... Avrò pure abbandonato per ragioni private l'esercito, scegliendo un pensionamento precoce, ma non ho mai smesso di servire il popolo inglese, cercando di fare del mio meglio per aiutare gli questa Città. In vesti private, certo, ma collaborando sempre con la Metropolitan Police. Maggiore la prego, sia onesto con me: siamo sotto attacco? Sillabo lentamente la domanda, scrutando gli occhi del Maggiore.

 

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Arthur

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Duncan

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Isaac

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Malcom

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Arthur

"Eccolo", penso e senza badare al medico mi svincolo da lui e gli infermieri dirigendomi verso il simpatico soldato.

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Arthur (e Duncan da lontano)

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Arthur

La risposta brusca mi sorprende. 

"Nome e grado e mi dia del Lei.", rispondo serio ricordandomi dell'ultima volta che ho visto Malcolm parlare con un soldato. 

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E nell'esatto momento in cui finisce di presentarsi lo incalzo con un fiume di parole.

"Capisco perfettamente la situazioe [suo titolo] e come da indicazioni sto lasciando la zona sensibile, vorrei solo riprendere in possesso il mio violino. Ho fatto il mio dovere prestando i primi soccorsi e ora che il corpo di Sua Maestà è arrivato ho tutta l'intenzione di lasciare a voi che siete in servizio lo spazio per operare al meglio. Le chiedo solo gentilmente di ridarmi ciò che è di mia proprietà. Non vorrei dover una fare richiesta tramite gli uffici competenti che poi potrebbe essere che il suo nobile gesto di salvare un violino da questo inferno appaia come un vile atto di sciacallaggio."

Sorrido e porgo la mia mano con fare molto gentile. Nel mentre do uno sguardo distratto al povero ferito. 

 

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Sir Malcom Chandler

 

 

Non si preoccupi, le ho già espresso più volte verso chi va la mia fedeltà, e questo caso non è da meno: le informazioni saranno confidenziali. La ringrazio per la disponibilità, buona fortuna con le indagini. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la porta. Ah ovviamente saluti il tenente-colonnello da parte mia! 

Non siamo sotto attacco, almeno una buona notizia... Anche se permane l'ipotesi dell'attentato. Speravo di riuscire a carpire più informazioni, ma non mi posso lamentare troppo, visto quanto ho rischiato con il Tenente. Forse non è stata una buona idea sfidarlo così apertamente. Nonostante le lodi che ho dovuto tessere in sua presenza, mi pare ovvio che sia diventato anche lui un nazionalista sfegatato. Che disgusto. Tutti questi cani della Corona che corrono in circolo abbaiando al mondo la magnificenza dell'Inghilterra. Magnificenza che esclude tuttavia, le persone povere, i meno abbienti, i vagabondi, i malati, i pazzi, le persone di razza diversa, le donne, le prostitute, i giornalisti non allineati e non per ultimo chi la pensa diversamente da loro. Tutti uguali nell'esercito, tutti alla ricerca del sogno inglese, quell'ammasso stereotipato di gloria, violenza e di un sadico piacere erotico nel sentirsi potenti. Non è difficile poi immaginare che le dirette conseguenze siano delle ripercussioni ideologiche e terroristiche. Almeno la Metropolitan Police continua ad essere indipendente, grazie anche alla liberalizzazione dovuta al progresso industriale... ed il suo apporto sarà fondamentale nel caso si dimostrerà essere un attentato interno, tutto questo macello... potrebbe scoppiare il panico e l'esercito, in queste situazioni, non ha mai avuto un occhio di riguardo per i civili.

Improvvisamente riemergo dai miei pensieri, accorgendomi di essermi dimenticato di Isaac. cavolo! dove Diavolo è finito? Al che mi guardo attorno, cercandolo senza successo. Avendo già sorpassato la zona ad accesso limitato, mi avvicino al cordone dell'esercito e, descrivendo Isaac, chiedo informazioni ad un soldato. ...esatto sui 30 anni circa. Era nei pressi dei feriti, era il medico che ha aiutato i soccorsi ed evitato tante perdite civili, un eroe insomma... per caso l'ha visto? Si chiama Isaac. 

Chi? Newton?

No guardi, Isaac Hobbes, ribadisco, era il medico che ha prestato il primo soccorso ai feriti... Proprio l'emblema del soldato medio dovevo beccarmi. Diamine. Guardi se lo vede, gli può dire semplicemente che Sir Malcom lo aspetta al circolo scacchistico? La ringrazio, sa, a volte è un pò spaesato il mio amico...

 

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Duncan Alcott Egerton

Scendo le scale dell'ospedale assorto nei miei pensieri: "Devo andare al più presto a Camden... ma dovrei portarmi Arthur?" In quel momento il mio sguardo incrocia la sua barella e il prestigiatore che scatta in piedi "Ma cosa..." penso con un moto di stizza, prima di notare il soldato che maneggia il violino di Arthur. Con poche falcate li raggiungo per dare manforte al mio amico: "Che succede qua? Duca Egerton, Ministero degli Esteri, al vostro servizio" mi presento, poi con espressione corrucciata mi rivolgo al soldato "Spero che non stia facendo ciò che penso... Si rende conto di chi si trova di fronte? Vuole trovarsi coinvolto nell'interrogazioe parlamentare che certamente seguirà a questa vicenda?!" concludo quasi scioccato.

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Conclusa la questione del violino, mi rivolgo ora al prestigiatore: "Arthur, ascoltami: secondo me la cosa più saggia da fare è tornare al club; se i nostri amici sono incolumi, e da quel che abbiamo visto non abbiamo elementi per affermare il contrario, ci cercheranno a Lambeth Place come eravamo rimasti d'accordo. Da lì potremo riorganizzarci, cosa ne dici?" poi scruto nei suoi occhi "Come ti senti ora? Che hanno detto i medici?"

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Arthur

"Non è la prima volta che provo qualcosa del genere, sto bene. Ora ho bisogno solo di un buon the allo zenzero e dei biscotti secchi. Hai ragione , meglio tornare indietro. Sono comunque sconvolto dal potenza immersiava di questa droga.

 

 

 

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Sir Malcom Chandler

 

Dopo tutto ciò che è successo è impossibile pensare di poter indagare sull'omicidio della ragazza, tutta la polizia sarà impegnata nelle operazioni di soccorso... Oh well, immagino che sarà un'altra serata tranquilla, fatta di alcool e scacchi. Forse potrei anche fare un salto a Soho, più tardi, chissà come se la passa Suzanne.  Quanto meno ho una storia interessante da raccontare a Duncan e Arthur. Apro la porta del circolo e mi dirigo verso il bancone ad ordinare da bere.

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Arthur e Duncan

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Malcom

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A tutti

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Arthur

 

"La ringrazio per l'aiuto, signorina, ma posso fare da solo, non si preoccupi."  dico gentilmente alla cameriera e cercando l'aiuto di Duncan, il quale è pero assorto nei suoi pensieri. Appena la porta si apre mi volto sperando che appaia un qualsiasi pretesto per dileguarmi da questa situazione imbarazzante. "Malcom! Stai bene!" urlo con onesta gioia e mi alzo dirigendomi verso di lui. "Dov'è Isaac? Non dirmi che è rimasto ferito o è stato male per gas allucinogeni..."

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Sir Malcom Chandler

 

Non faccio in tempo ad aprire la porta che sento la voce di Arthur. Si si tutto bene. Anche Isaac stava bene, ma ho perso le sue tracce dopo l'arrivo dell'esercito, probabilmente lo staranno interrogando... Arthur... la tua camicia... Cosa ti è successo? 

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Arthur

"Niente di che... quando abbiamo visto l'esplosione abbiamo deciso di andare a prestare i primi soccorsi. Era un inferno, il sangue non è mio, ho respirato i gas allucinogeni  quindi non ricordo molto... ma ora sto bene, un buon the è quello che ci vuole."

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Sir Malcom Chandler

Anche voi siete rimasti coinvolti? ed io che pensavo di avere una storia originale da raccontarvi! Scoppio a ridere, per sdrammatizzare, dando una pacca sulla spalla ad Arthur. Ben detto! Un thè per il mio amico ed un buon whisky con ghiaccio per me, per favore! Appena mi arriva il bicchiere inizio a sorseggiarlo, muovendomi verso Duncan. Duncan! Lei invece, tutto bene? A giudicare dagli abiti immagino tu te la sia passata un pò meglio di Arthur... anche se penso dovrai buttare via il tutto a causa dei fumi e della fuliggine...

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