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Sine Requie - La Congrega di Tullio


Hono-

Messaggio consigliato

Rosso Dumas

@Hono-

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Eh ma che sfiga! Non me ne va bene una :( Ma hai mescolato le carte? :P

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Torno all'interno della città... Sono molto depresso e umiliato per le figuracce fatte... Ho scelto la giornata sbagliata evidentemente per provarci con le donne!

Ho voglia di bere ma cerco di trattenere la mia rabbia e mi metto in cerca di Pietro per riferirgli quell'unico dettaglio che ho scoperto...

 

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Gualtiero Raspanti

@ Hono

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Tutta questa giornata mi sta frustrando parecchio, tra le possibili advances del priore e l'elusività del dottor Cesa. Finita la messa mi dirigo nel parco vicino alla chiesa per calmarmi vicino allo stagno. I riflessi della luce sull'acqua mi sono sempre stato d'aiuto per rilassarmi, dai tempi in cui giocavo sulle rive del Savena da piccolo.

E ho pure accettato di andare a cena da Aristide stasera, ma chi me lo fa fare non ne ho proprio voglia.

Una volta ritrovata un attimo la pace interiore mi dirigo di nuovo all'ospedale, fino alla sera. Faccio anche in modo che un inserviente mi recuperi una bottiglia di vino da portare alla cena poi una volta giunta sera mi preparo al meglio e mi dirigo a casa del mio amico.

@ DM

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cosa so su Aristide?Lavoro?Famiglia (a parte il figlio)?

 

 

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@Alonewolf87

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Le info sul tuo amico Aristide te le darò in nottata.

@Redik

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La situazione in cui ti ho messo si risolverà positivamente, tu descrivi pure cosa avviene, sappi solo che quel morto è più ca##uto di quelli che hai affrontato durante la mattinata. Inoltre, prima di descrivere la cena, ti descriverò alcuni personaggi che hai già incontrato o che comunque conosci.

 

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Fratello Lauro


 

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Dopo il mio incontro con Maestro Felicetti, mi ritrovo nella corte interna della rocca con Fratello Bino, quando l'arrivo precipitoso del garzone del fabbro ci costringe a correre insieme a lui alla forgia dei Vendraminelli. Prima di lasciare la rocca faccio comunicare da un confratello agli altri fratello adepti la nostra destinazione e la possibile emergenza.

Mentre ci avviamo di corsa alla casa, maledicendomi per non aver indossato i bracciali, cerco di avere qualche informazione in più dal garzone sulla dinamica del fatto. Una volta arrivati, chiedo a Fratello Vanni di controllare la ferita di Simonetto, essendo più esperto di medicina rispetto a me.

" Alberto, Simonetto, cos'è successo? Raccontatemi tutto! " Conosco bene la famiglia, frequentando spesso la forgia per i miei equipaggiamenti.
" Ma sopratutto al momento siamo al sicuro? La porta è sufficientemente resistente? "

Mi guardo intorno cercando di cogliere dettagli che mi possano aiutare a mettere a fuoco la faccenda, metto Fratello Bino a presidiare la porta " Fratello Bino non devo certo dirtelo io di non far entrare o uscire nessuno vero? " Tengo di fianco a me Fratello Paride, le mani sono sull'elsa delle spade, la prudenza non è mai troppa.

 

 

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@Redik

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"Era di casa qui... Parlavamo mentre lavoravo..." Pronuncia Simonetto a fatica. Perde sangue, ma la ferita non sembrerebbe letale. A occhio il morto gli ha strappato un pezzo di carne dalla pancia. Per fortuna del fabbro, a Paride rimanevano pochi denti e il morso ha portato via solo una piccola porzione di grasso. Sì e no saranno quattro centimetri di ferita. "Gli avevo appena finito di dire di andare dai frati a farsi vedere, ... mi diceva che sentiva le formiche al braccio sinistro... Mi sono girato perché avevo appena finito, che vedo la sua testa scendere verso le mie parti basse..." Fa una pausa con il morto che continua a spingere dietro. "Bestia che male!" ... "Gli ho detto che non sono recchione e quello mi ha morso la pancia..."

Interviene Alberto "Per fortuna passavo davanti la porta, ho assistito alla scena e mi sono fiondato subito dentro, ho preso questo salame per un braccio e lo ho trascinato fin qui richiudendo la porta alle nostre spalle." Guarda il fratello e guarda il Templare, poi guarda la porta. "Se il Signore vorrà, la porta reggerà, se no dovrà reggere lo stesso perché la abbiamo costruita noi. Purtroppo è il cadavere del povero Paride che spinge come un forsennato e fa temere il peggio."

In poco tempo arrivano i Fratelli Templari, ma non sono i soli a presentarsi, anche gli Excubitores accompagnati dal loro Portavoce si degnano di mostrarsi in questo luogo di pericolo.

I Templari si organizzano per sistemare la situazione, mentre Andrea Fusina, il Portavoce degli Excubitores, prende la parola con il suo solito tono snob: "Dunque, cosa abbiamo qui? Un templare che non ha ancora reso inerme il corpo corrotto di un povero popolano," guardandosi attorno e chiedendo ironicamente spiegazioni ai suoi uomini "forse i templari di adesso non sono più in grado di svolgere i loro compiti? Non fanno altro che allenarsi, ma ormai sono solo fume e niente arrosto, o sbaglio?" Punta un dito verso la porta che separa i vivi dal morto e comanda i suoi Excubitores: "Forza, fate vedere come si punisce il male! Voi due spostate il ferito e voialtri aprite la porta e quando esce tranciategli la testa!" Si posiziona a tre metri di fronte alla porta e assiste soddisfatto all'operato dei sottoposti: Quando aprono la porta il cadavere, più velocemente di altri morti, si scaglia contro il Portavoce che rimane impassibile. La fiducia nei suoi uomini è ben riposta che a metà strada abbattono il fu Paride a colpi di scure.

Ai Templari non è rimasto altro che soccorrere il ferito e assistere all'epurazione del maligno.

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Andrea Fusina è un tipo arrogante, lo sanno tutti a Belluno, come sanno tutti che è diventato il Portavoce degli Excubitores perché ha sposato Genoveffa Battisti, la sorella del padre semplice. Nonostante sia un pezzo di m###a sa gestire bene il suo gruppo. Tuttavia non ama occuparsi di cadaveri, bensì preferisce fare controlli e aiutare nelle torture il padre castigatore.

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Per ogni pausa, per ogni 2-3 parole e per ogni tre puntini nei dialoghi con Simonetto ci sono una una variopinta cultura di imprecazioni, leggi il dialogo come preferisci.

 

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Se descrivevi l'eliminazione del morto con te come protagonista, era decisamente meglio. L'opportunità te l'avevo data, ma ora la gloria se la prenderà, e probabilmente se la sarebbe presa comunque, il Portavoce degli Excubitores.

 

@Gizmo86

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Il signor Dumas esce dalla Locanda Ricca di Fede. Prende la strada principale per andare dal converso quando vede che nella sua direzione sta arrivando una donna che qualche ora prima ha attentato alla sua virilità. Intimorito cambia Strada per stare alla larga da lei. Arriva alla casa che ospita l'Inquisitore e i suoi conversi, ma Pietro non c'è . Un tipo lo informa che se n'è andato a cena da un suo conoscente, ma che prima passava alla Locanda Ricca di Fede a vedere di qualcuno.

Tornando indietro velocemente al bancone Alessandra gli riferisce che un converso dell'Inquisitore "La Fine dell'Inverno" De Biasi, gli ha lasciato una bottiglia di vino. Tornando in camera sul comodino trova un oggetto avvolto in un foglio di carta. È un orologio. Inoltre sul foglio c'è un messaggio firmato da A. La calligrafia non è delle migliori ma è leggibile.

 

Messaggio

{Sei un po' stupido, ma sei interessante. Se hai voglia di conoscermi meglio vieni in via San Pietro a 20 m da via del Cansiglio. Fatti trovare alle 9 e 45 quando le segna le lancette l'orologio che ti ho lasciato. La lancetta piccola è quella delle ore e quella lunga è dei minuti. Ciao. A.}

  

 

@Sig.Vulkolan

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Pietro Non ha trovato Dumas alla Locanda Ricca di Fede, ma gli ha lasciato la bottiglia consegnandola nelle mani della cameriera chiamata Alessandra che la ha portata di persona, sotto gli occhi vigili del converso, in camera del cacciatore di morti. Poi è andato alla cena.

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Le info dei suoi compagni te le darò per il giorno dopo la cena. Non ci sono particolari rilevanti, e se Pietro si ubriacherà alla cena, potrebbe dimenticarsi di ciò che gli possono aver raccontato i conversi.

@Sig.Vulkolan @Alonewolf87 @Redik

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Arrivano pressoché insieme. Prima fra Gualtiero, poi fratello Lauro, infine Pietro. Zoe è la prima ad accoglierli, ai primi due fa le feste, mentre all'ultimo gli ringhia contro. Tuttavia la bestialità del converso ha il sopravvento e i due fanno subito amicizia. Anche Gastone lega subito con sua zia.

I tre vengono a conoscenza che un altro ospite è già dentro in sala da pranzo. I cani vengono lasciati in corridoio e gli umani fatti accomodare nel tepore della stanza dove si consumerà la cena.

 

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La Cena

@Alonewolf87 @Redik @Sig.Vulkolan

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È giunta l'ora di cena, chi con un dono in mano, chi senza, gli amici di Aristide si ritrovano tutti sotto lo stesso tetto. Un tavolo imbandito con ogni sorta di piatti a base di patate accoglie quattro ospiti e i padroni di casa. La tavola è rettangolare e a capotavola c'è proprio Aristide, alla sua sinistra sono seduti suo figlio Francesco e Gualtiero, mentre alla sua destra il forte e prestante templare Lauro, affiancato dall'uomo dalla carnagione giallognola Pietro. All'altro capo c'è una persona vestita per bene, con una camicia di flanella che gli sta un poco stretta, ha una costituzione magra, ma il lavoro che fa lo ha portato a sviluppare pettorali e bicipiti. Ha i capelli corti e un filo di barba castani, in cima alla testa ha un principio di diradamento. Costui viene presentato come il manovale Federico Cesa.

La cena inizia con antipasto di preghiera poi di sopressa e di cipolline sottaceto. Dopo aver stimolato gli appetiti, arriva il piatto forte: Aristide ritorna dalla cucina con un vassoio sul quale poggia una maestosa anatra arrosto. Serve i suoi ospiti, invita tutti a riempire i propri bicchieri e ringrazia tutti con un brindisi:

“Miei cari amici, figlio mio e Zoe e Tib-Gastone, che se ne stanno nell'altra stanza ad aspettare gli avanzi, vi ringrazio infinitamente per il piacere che mi avete dato accettando il mio invito. Brindo a voi, le persone più care che mi sono rimaste. A mille di questi giorni! Oops! Lo so che è stata una giornataccia per alcuni, quindi volevo dire: a mille di queste sere! Salute!”

A parte sguardi e non sguardi e linee di demarcazione ben definite tra due persone, la serata sembra tranquilla. Ogni tanto Zoe guaisce invogliata dagli odori provenienti dalla sala da pranzo. Ogni tanto Aristide va a portare alla cagna e al cane qualche ossicino. L'ambiente è caloroso, non solo per la vecchia stufa a legna che fa il suo dovere, ma anche per l'accoglienza e il buon pasto. L'unico che ha l'aria molto triste è il piccolo Francesco. Sorride qualche volta, tuttavia sembra essere giù di morale, spesso ha lo sguardo che fissa il vuoto, malinconico.

 

 

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Rosso Dumas

@Hono-

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Mi infilo la bottiglia di vino in una tasca interna del soprabito e guardo che ora segna l'orologio che mi ha lasciato questo alquanto curioso A.

"La bottiglia può sempre servire! Se si tratta di uno scherzo potrò sempre ubriacarmi così da dimenticare questa terribile giornata..."

Mi do una rinfrescata e una pulita, per sicurezza do anche una controllata alla pistola e la porto con me (non si sa mai...).

Infine esco e mi porto in via San Pietro in attesa di scoprire chi mi ha lasciato il messaggio...

 

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  • Supermoderatore

Gualtiero Raspanti

@Hono-@Sig.Vulkolan@Redik
 

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Arrivato a casa di Aristide gli porgo la bottiglia di vino e lo ringrazio per l'invito.

Quando ci troviamo poi nella sala da pranzo con gli altri invitati stringo loro la mano presentandomi Piacere sono Fra Gualtiero, lavoro presso l'ospedale al momento, ma "me sun ad' Bulogna". Voi come siete amici di Aristide?

Quando vedo il pessimo colorito di Pietro mi scattano i riflessi da medico Tutto bene, signor Pietro?Vuole che le dia un'occhiata?La sua carnagione, senza offesa, ha un pessimo colorito...

Quando vedo che anche il signor Cesa ci ha raggiunto sorrido soddisfatto e mi ripropongo di parlargli con calma dopo cena. Durante il pasto mangio allegro certo però un bel piatto di tortellini col brodo di cappone.... e ricordo con Aristide storie della nostra infanzia, cercando di far ridere un pò il piccolo Francesco

 

 

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Fratello Lauro

 

@Hono-

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Mi sto accertando che non ci siano altre minacce oltre a quella dietro la porta e che i due uomini stiano bene, quando gli excubitor, guidati da quel simpaticone di Andrea Fusina, fanno il loro ingresso.

"Stavamo aspettando l'arrivo del nostro stimato portavoce... " una volta eliminato il morto, ne approfitto per continuare a parlare con l'excubitor " Fortunatamente siete arrivati in tempo, e ditemi vostra moglie e suo padre come stanno? Spero che la luce di Nostro signore li accompagni sempre! "

Mantengo un tono ed un atteggiamento volutamente poco chiari, una via di mezzo fra la serietà e la presa per il c##o, non è simpatico praticamente a nessuno in paese, e credo che lo sappia,ma ci tengo a ricordarglielo nella maniera più gentile e ruffiana possibile, con il sorriso stampato sul volto.

Una volta che tutto è finito, attendo che gli excubitor sistemino il corpo, dando ordine ai miei confratelli di aiutarli e quindi tornare alla rocca.
Resto nella fucina chiedendo a Simonetto se ha bisogno di aiuto per farsi sistemare la ferita, quindi mi faccio dare da Alberto un pezzo di cuoio e un piccolo cesello per l'incisione " E' per il figlio di Aristide, mi dispiace tanto per quel ragazzino, cerco sempre di tirarlo un po' su di morale quando posso"

Saluto quindi i due, facendogli presente di farmi sapere se dovessero esserci difficoltà e raggiungo quindi la casa.

 

@Casa di Aristide

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Arrivato nei pressi dell'abitazione, sento che dentro la conversazione è già avviata, segno della presenza di qualche altro ospite oltre me. Busso quindi alla porta salutando nuovamente con calore Aristide che mi accoglie e il piccolo Francesco.

La serata scorre piacevolmente nonostante la presenza di Pietro. Non sapevo che Aristide fosse un amico comune per tutti noi. Partecipo con entusiasmo alla conversazione leggera che regna a tavola, bevendo qualche bicchiere di vino, quindi fra l'antipasto e la portata principale mi alzo, andando ad accosciarmi di fianco al piccolo Francesco, il tono della voce è dolce, quasi fraterno, "Francesco mio piccolo amico, come mai questa faccia lunga? Ti annoi? Non avrai certo pensato che il tuo amico Lauro non abbia pensato a te venendo qui vero? " Prendo dalla tasca il pezzetto di cuoio con il cesello mostrandolo al ragazzino, e mostrandogli come funzioni la cosa " Che ne dici la prossima volta che ci vedremo riuscirò a vedere il tuo nome inciso...? " non aspetto una risposta, poi scompigliandogli  affettuosamente i capelli riprendo "io penso proprio di si" torno quindi al mio posto, continuandolo a guardare per un momento, con affetto, per poi sorridere ad Aristide, sperando di aver migliorato, anche se con un piccolo gesto, la serata a Francesco.

 

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Pietro Scalabrin

 

Arrivato a casa di Aristide, tutto baldanzoso busso allegro alla porta, la bottiglia di vino già davanti pronta per essere una sorpresa per il padrone di casa. 

L'accoglienza di Aristide é sempre piuttosto cordiale, gli consegno la bottiglia di vino e ricambio la stretta di mano. 

Entro in casa e nel togliermi la giacca... il gelo.

Vedo che evidemente altri sono stati invitati alla cena... tra cui fratello Lauro.

'Ostrega!'

 

Il sorriso si spegne per un attimo, ma poi anche per educazione faccio un po' finta di niente e ritorno allegro.

Saluto i presenti e col cappello ancora in mano faccio il giro delle presentazioni e stringo le mani a tutti. 

Non faccio a tempo a dimenticare la bella sorpresa all'ingresso che arrivo a far conoscenza e a stringere la mano a Gualtiero....

'Lo go perfino toccà!!!!' - la scoperta, dopo le premurose parole del frate, é tragica. 

'E se con questa mano avesse toccato dei malati gravi e ora mi contaminasse??? Io da questo qua me ne sto alla larga. Alla larghissima. Maedetti dotori!!!! Macellai e 'sassini tutti!!'

Nel prendere posto a tavola,  poco dopo, sto allora ben attento a dove si siede Gualtiero.

Aristide e figlio si siedono, e una volta che fanno altrettanto il templare e il frate, con mossa svelta mi siedo a fianco di fratello Lauro, frapponendo accuratamente il signor Cesa tra me e il prete-medico!

'Ha! Gliel'ho fatta a 'sto pelaossi! 

tzé, sia mai che mi rovino la cena sedendomi in parte propio a un dotore!' 

E sghignazzo abbondantemente dentro di me.

 

Prima di cominciare la cena poi, durante la preghiera, mi rivolgo a S.Antonio e gli chiedo la forza per prendere il coraggio a due mani per cercare di risolvere una situazione che si protrae da troppo tempo: devo parlare assolutamente in privato con Lauro.

Durante la cena allora ogni tanto gli verso del vino, e passo a lui per primo i piatti con le ottime pietanze preparateci da Aristide.

Dopo circa una mezzoretta, senza dare troppo nell'occhio, mi avvicino un po' a fratello Lauro e a voce bassa gli dico:

"Fratello, io... Io ho bisogno di parlarle. Devo chiarirmi con lei. Avrà gentilmente 5 minuti da dedicarmi durante la serata...?"

Nel farlo gli porgo il mezzo bicchiere di vino che gli ho appena versato, con il sorriso migliore che riesco a sfoggiare stasera!

 

@Hono-

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Durante la cena non sarò certo il centro dell'attenzione. Inoltre non ho grande appetito, e vedrò di bere poco perché é vero che sono qui per amicizia, ma sono anche "in servizio" perché sono potuto venire su permesso dell'inquisitore per raccogliere qualche informazione, o anche solo diceria (a meno ovviamente dei brindisi proposti da Aristide o Lauro)

 

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@Redik @Sig.Vulkolan @Alonewolf87

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C'è un po' più di allegria al tavolo, ma solo per pochi istanti: quando il piccolo Francesco riceve il dono di Fratello Lauro, un sorriso gli si staglia in volto e ringrazia, però cambia quasi subito espressione e appoggia vicino al suo piatto il regalo. Il bambino guarda il templare con due occhioni pronti a grondare una marea di lacrime e dice con voce tremolante "Non sono annoiato, sono triste! Il mio miglior amico è scomparso, lo ho cercato ma ho paura che lo abbiano rapito... forse adesso starà soffrendo... LAURO puoi aiutarmi a cercarlo?! Per me è il mio più caro amico e..." scoppia a piangere. Aristide si trova spiazzato e non sa cosa deve fare, "Su, su figlio mio, non piangere. Vedrai che salterà fuori prima o poi."

Nel frattempo Federico osserva il converso consumare il pasto, sembra lo stia studiando. Poi si rivolge a lui "Scusatemi, non vorrei importunarvi ma avrei una domanda da farvi: cosa porta voi signor Pietro qui a Belluno? Cioè quale sacro dovere ha spinto voi e un famoso Inquisitore a mettere piede in questa piccola cittadina? Don Fabio e Don Aurelio se la cavano egregiamente a mio avviso." Si ferma un attimo a vedere la reazione dell'uomo, poi riprende tirando ne discorso il frate: "Inoltre dovreste accettare il consiglio del signor frate. Non sarebbe un male se lui potesse visitarvi. Certo qui non potrebbe capire a cosa sia dovuto questo problema d'itterizia, ma un'idea se la potrebbe ugualmente fare." Guarda Gualtiero. "Sbaglio forse?"

I tre uomini parlano, ma si ammutoliscono nel momento in cui il pianto del bambino raggiunge le loro orecchie...

 

@Sig.Vulkolan @Redik

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La domanda che Pietro ha fatto a Fratello Lauro è avvenuta prima dell'interazione tra il templare e il bambino.

 

@Gizmo86

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Rosso esce dalla locanda quatto quatto. Non pensa che l'abbiano visto.

Le strade sono buie e desolate, non c'è anima viva. Ogni tanto il russare di alcune persone si fa sentire oltre le mura di casa, oltre le finestre e i balconi, ma poi solo silenzio.

Al luogo dell'incontro non c'è ancora nessuno, e l'uomo attende. Dopo cinque minuti un rumore attira l'attenzione di Dumas in direzione Sud, proviene dalla strada, ma l'angolo di un'abitazione e il buio impediscono di vedere cosa l'abbia prodotto.

 

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Rosso Dumas

@Hono-

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Porto la mano buona alla pistola, pronto a estrarla in caso di pericolo e mi avvicino lentamente alla direzione da cui ho sentito provenire il rumore...

"Il buio è un'arma a doppio taglio... Almeno dovrebbe celarmi alla vista! Speriamo che questa storia porti a qualcosa di buono..."

 

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@Gizmo86

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Il rumore che Rosso aveva sentito poco prima ora si fa più nitido. L'avvicinarsi ha reso possibile capire che si tratta di un rumorino metallico dovuto al camminare di alcuni individui. Nel buio quel rumore si propaga tra la strada rimbalzando sulle case, effettivamente chi sta producendo questo "chiasso" è ancora distante e appena qualche bagliore di luce irregolare raggiunge gli occhi del cacciatore di morti. 

 

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  • Supermoderatore

Gualtiero Raspanti

Cena da Aristide
 

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Stiamo ancora cercando di convincere Pietro a farsi visitare quando il piccolo Francesco scoppia a piangere lamentando la scomparsa del suo migliore amico.

Sempre incerto su come comportarmi con un bambino in lacrime tossisco un attimo e con voce indecisa gli dico Su, su piccolo, sono sicuro che presto si risolverà tutto.

 

 

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Fratello Lauro

 

Il comportamento di Pietro nel corso della serata mi lascia abbastanza perplesso... sta cercando di essere gentile nei miei confronti? Mi versa il vino, mi serve le portate prima degli altri... chissà a cosa mira?

La risposta non tarderà ad arrivare, Pietro mi chiede cinque minuti per poter parlare con me, per chiarirsi "Non c'è nessun problema, dopo la cena mi devo recare nella parte sud della città, se vuole accompagnarmi, avremo modo di conversare senza essere disturbati da nessuno..." Attendo una risposta da Pietro, quindi torno a prestare la mia attenzione alla cena.

 

La reazione di Francesco mi lascia spiazzato, come Aristide, lo guardo con aria interrogativa, per poi tornare ad alzarmi ed avvicinarmi nuovamente al bambino. Mi abbasso, guardandolo negli occhi " Su, su adesso calmati, ti va di spiegarmi meglio questa storia? Di chi stai parlando? Da quanto non vedi più il tuo amico? Se posso aiutarti sai che lo farò, dimmi tutto e vedrò cosa posso fare" Gli poggio una mano sulla spalla, per cercare di confortarlo, di calmarlo e fargli arrivare la mia presenza.

 

@Hono-

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Non avevo capito che fosse una scena descrittiva, credevo di dover affrontare il morto con il tiro dei dadi e non con la sola favella! XD va bene sarà per la prossima.

Conoscendo Francesco ed Aristide, so di chi sta parlando il bambino?

 E so da quanto Pietro ha questa malattia? Conoscendolo da prima che diventasse un converso e sparisse da Belluno?

In ultimo, Rosso non era stato invitato alla cena o dovrei notare la sua assenza come strana?

@tutti

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Scusate per il ritardo nel rispondere

 

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Pietro Scalabrin

"Ma certo, cercherò di accompagnarla per quanto posso! Sa, voglio tornare prima della compieta, non voglio abusare della benevolenza di don Antonio."

Accetto di buon grado la proposta di Lauro... questa situazione di stallo mi sta diventando insopportabile!

 

Durante la cena partecipo alla conversazione, ma non sarò il trascinatore.

Quando potrò, chiederó ai presenti qualche notizia generale riguardo a Belluno, in bene e (soprattutto) in male. (Vorrei in particolare cercare di saperne un po' di più sul cacciatore di morti nella gabbia).

 

Rispondendo al "manovale" Cesa, do qualche indicazione di massima riguardo al motivo del nostro arrivo:

"Certo, don Fabio e don Aurelio stanno facendo un ottimo lavoro, ma ci sono momenti di grande difficoltà in cui si ha bisogno di un aiuto, di una luce guida. Il faro si cui sto parlando é sua eccellenza il reverendisimo don Antonio de Biasi."

"Siamo qui per accompagnarlo e proteggerlo nello svolgimento delle sue sante mansioni, perché tutti vivano nella pace e nella sicurezza , e... " -faccio una piccola pausa e divento piú serio- " per sincerarci che vengano rispettati da tutti i dettami della santa chiesa"

Poi in tono meno serioso:

"Ma mi dica un po' di lei, Cesa, su! Cosa fa qui a Belún, eh?"

 

 

Resto spiazzato quando il piccolo si mette a piangere, io in fondo non ho proprio esperienza coi bambini. Anzi, finora li avevo sempre allontanati da me....

Drizzo le orecchie quando sento parlare di una possibile "sparizione di un bambino". 

 

 

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  • 2 settimane dopo...

@Gizmo86

Non c'è posto dove nascondersi e Rosso deve ripiegare sull'angolo dell'incrocio. Non offre molta copertura se si è impegnati a guardare chi viene da quella parte, ma la poca luce e la disattenzione degli sconosciuti potrebbero aiutare l'ex circense. 

I passi si fanno sempre più vicini. Rosso intravede illuminati da una torcia almeno due persone. Una di queste indossa un'armatura e l'altra ha vestiti più normali. L'uomo è troppo distante per distinguere i volti e, nonostante sia molto esposto, gli estranei sembrano non averlo notato.

 

 

 

 

 

 

 

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@Sig.Vulkolan @Alonewolf87 @Redik

Mentre il signor Federico comincia a raccontare a Pietro il suo passato, prima a Padova a studiare alla facoltà di medicina, poi a svolgere sulla sua terra natale l'attività di medico all'ospedale San Martino di Belluno, tutti si fermano per il pianto del bambino.

I presenti provano a tranquillizzarlo e a chiedergli informazioni. Alla domanda di Lauro il piccolo risponde con voce spezzata, storpiando le parole inizialmente, capendo che forse il templare può aiutarlo, poi si fa più deciso: " È è spa...ito ie...rilato... Doveva... doveva vedee una bea pincipessa... Mi aiuti Fatello Lauro? Quella non era una pincipesa, era una strega e mi ha portato via PINOCCHIETTO!"

"Ma Francesco, ancora questa storia? Non fare tutte queste scene, vedrai che salterà fuori, mica può prendere e andarsene in giro da solo, lo avrai sicuramente imboscato da qualche parte nella tua camera." Interviene Aristide capendo finalmente cosa sta succedendo. "Scusatelo signori, ci era molto affezionato. Ha perso il suo gioco l'altra sera e non trovandolo più si è inventato questa storia."

"Ma è vero! È stato rapito!" Insiste il bambino, però un'occhiataccia del padre lo fa trasalire e si mette in disparte a piagnucolare in silenzio per il resto della serata. Nonostante abbia smesso di lagnarsi, prima che gli ospiti vadano via, riesce ancora una volta a chiedere a Lauro di aiutarlo bisbigliandogli all'orecchio: "Per favore, aiutami a salvare Pinocchietto."


Belluno è del tutto sotto il controllo della Chiesa, perciò certe cose che sono state bandite forse si possono ancora trovare in questa cittadina. Se non ricordo male, e se anche sbagliassi in questa avventura sarà ugualmente così, la storia di Collodi è sta denunciata come eresia, i libri vennero bruciati e anche le raffigurazioni e i giochi distrutti.

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