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[TdG] Cuori d'Acciaio e Sogni di Silicio


Zyl

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Inviato

Jonathan Hekmatyar

«Perché, non lo eravamo già?!» sorrido tra me e me «Lo scambio è domani notte. Fatto quello sono tutto tuo. In realtà preferirei occuparmi prima dei due bastardi ma... se paghi sarebbe poco professionale rischiare troppo di farmi uccidere prima! Quindi: Denaro - Scambio - Quello che ti serve - Dove trovare quei due - Ognuno per la sua strada! No?».

«A proposito... cosa avevi detto di volermi far fare?»

 

Inviato

Il quadrante rimane vuoto, non arrivano risposte mentre i minuti passano. Non sapendo che pensare , sperando che quello strano tipo digitale ripenda i contatti con te, inizi ad allontanarti dalla zona universitaria. Per l'appuntamento con Becca ti vengo in mente due ristoranti: l'Orso d'Argento , un locale specializzato in piatti tipici della vecchia Europa, con una selezione di vini tra le migliori della citta' e il Kraken, specialita' di mare da tutte le parti del mondo, dallo squalo in crosta di sale al forno, al granchio gigante giapponese , passando per grandi ostriche dell'oceano indiano.

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Guardo il cellulare. Sospiro. Spero non si sia fatto friggere il cervello da qualche barriera di difesa.

Rifletto per un po' sui due ristoranti. Dopo un paio di minuti persi non sono ancora riuscito a decidermi. In effetti non ho la più pallida di cosa potrebbe preferire lei.

Decido di giocarmela. Continuando a guidare ficco la mano destra in tasca, prendo una monetina e la lancio. Testa per l'Orso d'Argento, Croce per il Kraken.

L'afferro al volo. Apro la mano. Croce. 

Kraken sia... penso lanciando la monetina sul sedile posteriore dell'auto.

Prendo il telefono e chiamo per prenotare.

Inviato

Konstantin

Spoiler

Finito il turno di lavoro esco per andare sotto la casa di Jonathan, se c'è un vicolo vicino lo preferisco mi metto abbastanza vicino per poterlo vedere, mentre aspetto parlo tramite sms ad Edward disturbandolo durante le sue riunioni, gioco con due butterfly contemporaneamente cercando di fare qualche tricks mentre le ultime braccia mi preparano un perfetto sigaro che fumo attendendo il bersaglio. Se non arriva entro un'ora da quando ho suonato la prima volta faccio un giro del palazzo per osservare la zona, mi metto a fare un controllo di chiunque abiti nel suo stesso palazzo scrivendomi il nome in un piccolo diario per fare subito dopo ricerche sulla rete. (russo) Vediamo come sono i suoi vicini, magari riesco ad intrufolarmi in casa e a sedermi, come con quel tipo un mese fa, mica siamo tutti con le gambe in titanio che non ci stanchiamo mai, io sono su da dieci ore e massimo mi sono seduto sulla moto.

 

Inviato

Jonathan, non hai problemi a riservare al Kraken. La gentile voce femminile al telefono, con un leggero  accento orientale, prende nota del tuo nome e chiude la comunicazione dicendo che ti aspetta l'indomani. Fatto quello decidi di fare un salto a casa .

Konstantin

Spoiler

Mentre fai il giro dell'isolato, vedi arrivare una fiammante auto sportiva, proprio davanti alla casa che stai controllando. Dietro al finestrino vedi che, alla guida, c'e' proprio l'uomo che stai cercando.

 

Inviato

Konstantin Povlov

Metto due braccia sinistre a sull'auto dell'uomo mentre con le ultime due mi aggiusto la camicia a quadri rossi e arancioni, sotto la maglia nera ha scritto "una vita da bruco per cinque minuti da farfalla" mi abbasso facendo cenno di abbassare il finestrino. Quando vengo ascoltato inizio a parlare, un forte accendo russo e una voce leggermente più bassa di quanto ci si potrebbe aspettare, come rovinata dal fumo. Priviet amico mio, noi non ci conosciamo ma da ora sarò tuo amico, abiti qui giusto? I muri hanno gli occhi, quel palo della luce sicuramente, quindi che ne dici di salire, e se hai un bicchierino di vodka Ja haču pit'. Rido tranquillo mentre mi preparo a tirare fuori un sigaro e offrendone uno a Jonathan. Volere?

 

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Rallento, facendo per aprire il garage, ma mi blocco con il telecomando in mano nel vedere un tizio sconosciuto prima farsi davanti l'auto e poi poggiarci sopra le mani.

Ha toccato splendore. Con due mani. Due mani destre. Alzo un sopracciglio. Mi maledico per non aver oscurato i vetri.

Abbasso il finestrino il giusto. Russo. Brutto segno.

Lo ascolto. Alzo di nuovo il sopracciglio destro.

Mi slaccio la cintura per essere più libero nei movimenti. Incuriosito ed in allarme.

«Se sei un killer posso assicurarti che è un approccio talmente particolare da essere raccontato ai posteri...»

Inviato

Konstantin Povlov

Abbasso lo sguardo cercando di capirlo. Volessi te morto sarei entrato in casa fingendo corriere, con questi attrezzi Faccio uscire dalla mano sinistra inferiore degli attrezzi Avrei scassinato la porta, recuperato una pistola e messo tutto a posto prima del tuo arrivo, tranquillo, Konstantin Povlov detto colui che ti salva il culo. Bisogno di altro tupitsa? Stai per suicidarti, mi hanno pagato per evitare che tu lo faccia, forse conosci Sergey Gobulov. Tolgo le mani dalla macchina e mentre mi fumo il sigaro tengo quattro braccia incrociate guardandolo fisso negli occhi. Aspetto parcheggi seguendolo tranquillo con una fumata ogni due quattro secondi e mezzo, metodico e preciso nei movimenti.

 

Inviato

Jonathan Hekmatyar

«L'ultimo che ha provato ad entrarmi in casa ha scoperto quanto sia possa essere deleterio per la salute...» gli rispondo affilando lo sguardo.

Però allenta le sue zampe da Splendore e questa è una cosa positiva.

Scuoto il campo quando mi parla dell'uomo.

«Nonostante il mio stile di vita posso assicurarti di non avere alcuna intenzione di togliermi la vita. Detto questo, ti ringrazio caldamente per la preoccupazione e ti auguro buona serata...» così facendo faccio per alzare il finestrino, a meno che l'uomo non mi dia a parlare nuovamente.

Inviato

Konstantin Povlov

Aspetto che abbia fatto tutto, lo seguo fino al garage dove entro senza chiedere il permesso, Saliamo? Non accetto un no come risposta, e strano io non ci stia provando ma ho già fidanzato a casa ad aspettarmi. Anche se si oppone lo seguo con unica reazione un patpat e una leggera spinta altezza spalle, chissene della libertà personale. Ho un messaggio per te e ti dovrò stare dietro, non so quanto convenga a te, mio ragazzo dice che faccio troppo male, ma in questo caso tengo carroarmato russo dentro mutande, tranquillo, sempre detto: aspetto utile per minacciare gente, per squartare vivo uomo, per piegare sbarra di ferro in acciaieria ma mai che nessuno si fidi, indosso maglia con farfalle, cosa essere più tranquillizzante di farfalle jebis vse konjom

 

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Sfortunatamente non posso entrare e lasciare il garage chiuso allo stesso tempo. L'alternativa ad entrare sarebbe restare fermo, in auto, come un idiota ad aspettare che se ne vada.

Sospiro.

Entro.

La serranda del garage si alza rapidamente e nel passarci sotto ci si rende conto facilmente di come non abbia una serratura esterna e di quanto sia pesantemente blindata. Al punto che si potrebbe far prima a sfondare il muro di mattoni e cemento intorno piuttosto che la serranda.

Scendo dall'auto e mi chiudo la saracinesca alle spalle.

Quando mi tocca mi irrigidisco leggermente. Di solito sono io quello che si prende la confidenza con gli altri.

«Ok Ok Ok. Calma omaccione. Una regol- Anzi due! Uno: Nessuno tocca nessuno. Due: Nessuno tocca niente senza permesso!» poi lo conduco su per le scale.

 

- Appartamento

Spoiler

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La zona dove abita è quello che rimane di un vecchio tentativo di rispolverare e rimettere a nuovo il quartiere per farne una nuova area residenziale. Finti giardinetti, condomini con le mura ricoperte di non più lucidi mattoni rossi e scale antincendio sul lato. Quasi come se l'area abitativa fosse rimasta ferma agli anni pre\post-duemila.

La sua abitazione è dislocata sul piano terra e sul primo piano di uno di questi condomini. È situata all'angolo sud-est dell'edificio ed entrambi i lati dell'edificio danno sulla strada. Il piano terra dell'abitazione parte dall'angolo sud-est e si allarga lungo il lato est, mentre quello al primo piano corre lungo il lato sud dell'edificio dove è anche presente l'ingresso principale dello stesso. Si sovrappongono esattamente nell'angolo dove una scalinata interna connette i due piani. L'abitazione ha due ingressi: quello principale è una porta blindata che da sul corridoio interno del primo piano dell'edificio mentre il secondo è sul lato est al piano terra sotto forma di pesante saracinesca blindata. Lungo il lato est corre anche la rampa di scale antincendio esterna.

Il vano al piano terra è una sorta di misto tra un garage, una palestra improvvisata piena di attrezzi ed uno scantinato. In un angolo fanno bella presenza un set di pneumatici ed altri pezzi di riserva. 

Al piano superiore c'è la vera e propria abitazione, un vasto loft vecchio stile con tanto di mura in mattoni rossi come l'esterno e travi in fintolegno a vista, il pavimento è un freddo simil-marmo. Affaccia su due lati diversi della strada e questo lo rende molto illuminato, se non fosse per le pesanti tende nere che coprono le finestre. Al centro dell'ambiente ci sono due grosse scaffalature nere che corrono parallele al lato sud, funzionano da cristalliera e traboccano di alcolici di ogni tipo e qualità. Ai piedi della scaffalatura destra c'è una poltrona ed una scrivania con di fronte una finestra che affaccia sul lato sud dell'edificio. Una pesante tenda nera separa dal resto dell’abitazione l’angolo dove si trova il grosso letto matrimoniale, in tutta l'abitazione regna sovrano un certo caos. Le uniche zone ordinate sono la cristalliera e la cucina. Solo il bagno è in un vano a parte separato dal resto della casa da una porta. Davanti alla cristalliera sinistra c'è un grosso divano ad “L” grigio chiaro posto davanti ad un tavolino rettangolare in ferro e ad un grosso schermo piatto appeso sempre al muro sud dell'edificio. Sotto lo schermo incastonato nel muro c'è un finto-camino con tanto di finte fiamme e finti ciocchi di legno scoppiettanti. Delle pesanti tende nera oscurano tutte le finestre, inclusa quella del bagno, lasciando la casa in una situazione di quasi perenne oscurità. Appeso alla parete ovest del bagno (e quindi proprio sopra il grosso tavolo che fa bella presenza al centro dell’abitazione) c’è uno strano e curioso orologio da parete che segna le ore con un ritmato ticchettio. Il corpo principale dell’orologio è quello che rimane di un volante nero in pelle tutto accartocciato e distrutto, mentre le tre lancette sono tre grosse schegge di ferro lacerato.

 

Al piano superiore prendo due bicchieri di cristallo. Vero cristallo. Gli la vodka mentre mi riservo un bicchiere abbondante di Macallan30.

Faccio un profondo sorso. Assaporo il liquore.

Poi scruto l'uomo «Hai cinque minuti per dirmi che diavolo tu voglia da me...»

 

 

 

 

Inviato

Konstantin Povlov

Qunado mi dice le regole gli metto la mano sulla testa rovinandogli un po' i capelli corti. Tranquillo bimbo, non ti tocco più. Lo seguo poi tranquillo abbassandomi per entrare e dovendo stringere le braccia. Mi guardo in giro mentre prende da bere, scrivo tutto nel mio libretto senza far caso a lui finchè non sento odore di vodka e li mi distraggo. Prendo il bicchiere di cristallo e prima di tutto sento l'odore, il sapore, e la lucentezza, poi alzo il bicchiere come ad invitare al brindisi, infine lo bevo gustando ogni singola goccia. Mi ricorda casa, Vodka, invenzione degli Dei. Allora, il messaggio che ti dovevo dare, un secondo che sfoglio. Guardo il libretto sfogliando di sei pagine indietro, con l'indice punto la prima lettera della pagina, scendo poi. Guardandomi si fede facilmente che sono mancino visto che le braccia destre non sono per niente utilizzate. Mi butto sul divano cercando di non sfondarlo, e poi mi metto a parlare. Semplice messaggio, e costrizione, cose che stanno bene vicino. Qui essere scritto che Sorpresa, coff coff, non è dalla nostra parte. Il pacchetto si trova nel bar da Poli, sulla 277 settesima, all'angolo con la prima...usate un linguaggio cifrato o quel tipo scrive davvero da schifo..Chiedi di Leonid alla ragazza al banco, Stessa modalità stasera alle 22. Il ragazzo che ti consegnerà il messaggio verrà con te come garanzia..ragazzo, fatto ventisei anni due mesi fa e mi sono fatto due anni di prigione e questo mi chiama ragazzo. Ridere proprio. Comunque, a me servire quei soldi promessi, abbastanza per miei piccoli svaghi, tipo fumo e desiderio di un paio di pantaloni nuovi, questi jeans comprati larghi, poi allargato me. Quindi ora, se non ti dispiace racconta tutto, non fermarti pensando "questo russo qui vuole sapere troppo" probabile che molto di ciò che dirai io lo so già ha ha ha ha. Vantaggi dei tanti contatti per la città.

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Sospiro riaggiustandomi i capelli e domandomi perché io l'abbia lasciato entrare. Abbasso il cursore della cerniera della giacca, normalmente me la sarei sfilata gettandola da qualche parte. Ora non lo faccio, me la tengo addosso.

Quando si siede sul divano mi appoggio alla scrivania in legno.

«Niente piedi sul tavolino»

Ascoltarlo parlare è un trauma. Svuoto il bicchiere, lo riempio e lo smezzo prima ancora che abbia finito. 

Finisce di parlare. Lo guardo. Sospiro ancora. Mi passo la mano sinistra sulla faccia.

«Ok. Riparti dall'inizio. Cercando di comporre frasi di senso compiuto, questa volta...»

Inviato

Konstantin Povlov

Mi metto tranquillo a guardarlo ridacchiando. Il mio contatto scrive male, da quello che dice è che la sorpresa nel locale non è dalla tua parte, che stasera alle ventidue andremo insieme al Bar da Poli nell'angolo tra la duecentosettantasettesima e la prima dove tu dovrai chiedere alla ragazza al banco di un certo Leonid, Qui avrai nuove informazioni e potrai effettuare lo scambio, io servo come garanzia e aiuto, visto che mi pagano tanto ci sta pure. Ti ho chiesto infine di raccontarmi cosa sta succedendo, cosa devi prendere e contro chi andiamo, ho molti amici, potresti ricevere più aiuto da me che da quelle braccia metalliche. Faccio come a mettere i piedi sul tavolino ma con lavoro di addominali tengo le gambe a mezz'aria solo per farlo infastidire. Rido tranquillo appuntandomi tutto nel libretto, guardandolo si vede che tra una parola e l'altra sto facendo un ritratto non così pessimo del soggetto. Parlato bene?

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Ascolto il tipo senza capirci nulla. Non riesco a capire se sia qui per conto di Misha o di Kayle. Suppongo la prima. Per ovvie ragioni. Ormai è tardi. Che si fotta Misha.

Svuoto il bicchiere e lo poso sulla scrivania. Riporto l'attenzione sull'uomo. Sorrido. Ma è un sorriso freddo, che coinvolge solamente l'espressione facciale e non gli occhi. IL sorriso da sociopatico. Di solito sono più bravo a celare le mie emozioni, dietro un'espressione di finta giovialità e bonarietà, a quanto pare ora non mi riesce molto bene.

Ignoro le sue domande.

«Divertente» dico ma non sembro divertito per nulla «Peccato che io non abbia alcuno scambio in programma per questa notte. Vorrei solamente svuotarmi questa bottiglia da tremila dollari e ficcarmi a letto. Se tu avessi avuto un bel culo, una quarta, una minigonna e belle cosce ti avrei anche invitato a passare la notte con me. Ma...» gli lancio un'espressione eloquente senza finire la frase.

«Chi è il tuo contatto? Chi è mandarti? Misha? Se è così dille che può anche andare a farsi fottere!» mi scosto lievemente dalla scrivania.

Contraggo lievemente le spalle pronto ad estrarre la mia quarantacinque nel caso l'uomo faccia il minimo movimento brusco.

Inviato

Konstantin Povlov

Mi alzo tranquillo giocherellando con cinque coltelli butterfly contemporaneamente mentre con il sesto tengo ancora il bicchiere. Faccio un sorriso buono sgranchendomi il collo per poi dare una lunga e raggelante risata. Tu non capire, se io vado via io guadagnare meno di quanto potrei, e questo non mi piace, non mi piace proprio, anzi mi fa molto incazzare e la tua pistola non mi farebbe molto danno, sono coperto, voglio solo i miei soldi, quindi stasera verrai con me, nessuno si farà del male e tu recuperi gli scambi che devi fare. Nessuno ti ha avvisato, non è affar mio, ma nessuno si mette tra me e soldi facili, magari poi ti posso far conoscere Regina, mia cugina, ha tutte le caratteristiche da te citate prima, non è sposata e a differenza mia se delusa di qualcosa non da fuoco alla casa di chi mi ha deluso o gli distrugge la macchina. Smetto di giocare coi coltelli appena finisco di parlare rimettendo i coltelli a posto guardandolo negli occhi con un sorriso intimidatorio. Ti ho già detto il nome del mio contatto e chi mi manda, non lo conosci, non è affar mio, a me importa un guadagno, che lo scambio vada a buon fine e che tu non muoia, quei soldi mi servono. Preferisci non rivedermi mai più dopo stanotte o vuoi rischiare di avermi qui ogni giorno per i prossimi sei mesi?

Inviato

Jonathan Hekmatyar

Quando lui si alza io faccio un passo a sinistra ed uno indietro. Il combattimento corpo a corpo mi piace e sono anche bravo. Ma non sono così stupido da lasciare che un tipo del genere mi si avvicini.

Estraggo la mia pistola. La pistola ha due canne e due grilletti. Un tamburo a sei colpi calibro quarantacinque per la prima canna ed una singola cartuccia, da fucile, calibro dodici per la seconda canna. Non gliela punto contro ma, gliela mostro.

Quando scoppia a ridere gli sorrido. Divertito. Realmente divertito. 

L'indice della mano con cui reggo la pistola è lontano dal grilletto e lo picchietto contro la seconda canna.

«È una cartuccia, a palla unica, calibro dodici a doppia funzione. Un'anima di tungsteno incamiciata da tenero piombo. A contatto con la corazza, morbida o rigida che sia, la camicia di piombo si sfila e l'anima di tungsteno passa oltre, espandendosi e spappolando ogni cosa sul suo percorso. Qualsiasi cosa tu possa avere addosso ti farà in petto un buco d'entrata grosso quanto il mio pugno ed un foro d'uscita grosso quanto un pallone da basket...» descrivo il tutto come se stessi cantando le lodi di una suadente fanciulla.

Abbasso l'arma poggiandomela sulla coscia.

«Se minacci me è ok, lo accetto anche. Magari ti offro anche un altro bicchierino prima che cominciamo ad ammazzarci a vicenda ma... se minacci ancora una volta Splendore ti spalmo il cervello per terra...» gli dico a denti stretti con lo sguardo infiammato e la mano che si serra sull'impugnatura della pistola.
Viene da domandarsi che razza di uomo tenga più alla propria macchina che alla propria vita.

Poi faccio un profondo respiro, ritrovando la calma.

«Chiama il tuo contatto. L'ultima volta che ho acconsentito ad effettuare uno scambio con i russi, al posto della merce ho trovato una fottutissima bomba. E l'unica cosa che ci ho rimediato è stata una presa d'aria in un polmone e mezza milza asportata, quindi... perdonami... se non ripongo la minima, fottuta, fiducia in voi...»

Sorrido di nuovo.

«Chiama il tuo contatto...» ripeto «E fatti dire chi c@zzo è a voler effettuare lo scambio. Altrimenti possiamo anche ammazzarci qui. Se proprio devo scannarmi con qualcuno, preferisco giocare in casa».

Se l'uomo prova ad aggredirmi gli sparo senza esitazioni.

Inviato

Constantin Povlov

ignoro le sue parole, prendo il telefono e seleziono il numero del capo. Proiettili che mi bucano il petto, fosse la prima volta e fosse bastato a fermarmi forse potresti darmi un minimo di paura. Sei più legato alla tua pistola, si vede da come la tieni, alla tua macchina, alla tua bottiglia, al tuo bicchiere e anche al tuo appartamentino di quanto tu sia legato alla vita, pronto a sottovalutare l'avversario, solo perchè nel tuo ambiente. Porta altra Vodka, e non farmelo cadere. Lancio il cellulare in chiamata, per poi girare attorno al divano sedendomi su uno sgabello dell'angolo cucina lasciando tutte le braccia sul tavolo. Chissà quanto brucia bene questo posto.

Inviato

Jonathan Hekmatyar

«Ed io sono sopravvissuto a gente più grossa. Tipo c'era questo terminator russ-» mi blocco all'improvviso per riflettere «Ma perché tutti i tizi grossi e corazzati sono sempre russi? Cioè... è una legge o una cosa? Comunque... aveva una dannatissima corazza subdermale da 20mm. Cristo, se non sembrava un carroarmato...».

Rinfodero la pistola. Lo ascolto e faccio spallucce.

«Sicuro invece che tu non la tenga troppo in considerazione?! Solamente perché è unica non vuol dire che sia speciale. La vita alla fin fine non è altro che una risorsa, quindi tanto vale giocarsela e godersela fin quando si può. La pistola, l'auto, la bottiglia... sono tutte cose che contribuiscono a mantenermi vivo...» dico lasciando poi cadere il discorso. La frase inizia in modo sarcastico ma finisce in modo grave.

Porto la vodka e resto in attesa che faccia la sua chiamata.

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