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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II


Darakan

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Salite sul furgone militare.
Pidocchio vi indica il luogo in cui si radunano spesso I Falchi. Si tratta di un piccolo edificio situato vicino la chiesa di San Martino (Campalto).

Pidocchio è il primo di voi che scende dal furgone e va a bussare.
Qualcuno apre la porta.
Si tratta di un templare alto e grosso. Indossa una pesante armatura di metallo. Sulla sua schiena porta il suo expiator. Potete vedere solo l'elsa della grande motosega. L'uomo avrà poco meno di quart'anni. E' rasato, con la barba incolta e occhi chiari.
Pidocchio è alto fino al suo torace.
Il ragazzo vede la sua immagine riflessa sull'armatura: porco mondo! Esclama con un filo di voce.
Il templare non dice nulla ma si limita a fissare in cagnesco il vostro compagno.
Chi c'è alla porta? Sentite una voce di donna provenire dall'interno della casa. Avete già sentito quella voce squillante. E' Amelia.
Il templare si scansa e vi permette di farvi vedere l'interno della struttura.

Potete quindi osservare una sala arredata solo con un divano, un tavolo e qualche sedia. Al suo interno c'è Amelia e altri quattro uomini.
Vi invitano a entrare.

-.-.-.-.-.-.-

Scoprite che in questo momento, nel palazzo in cui vi trovate, è in corso una riunione tra I Falchi e La brigata veneta (la banda in cui si trova Amelia).
Non ci sono tutti i membri delle due squadre ma solo gli uomini nella sala d'ingresso.
Vi fanno accomodare, Amelia garantisce per voi.
Quest'ultima resta seduta sul divano, al suo fianco c'è un uomo.
E' di bell'aspetto, con capelli scuri, barba cortissima e occhi nocciola. Amelia vi dice che è suo marito. Loro due sono gli unici membri della Brigata veneta.
Il templare e gli altri tre uomini invece sono dei Falchi.

Uno di loro si presenta a voi come il capo di quest'ultima squadra.
Dice di chiamarsi Enea. E' alto nella media, brizzolato e con occhi scuri. Gli manca il mignolo e quasi tutto l'anulare sinistro.
L'uomo si siede al tavolo e dice: prima dell'avvento dei morti, questa struttura era una casa in via di costruzione.
E' rimasta incompleta... possiamo benissimo dire che solo il piano terra e il primo piano sono agibili.

Mi rendo conto però che non siete venuti qui per parlare di queste cose.
Gli spiegate il vostro problema.
Quando avete finito di parlare, Enea si volta verso Amelia: possiamo fidarci di loro?
La donna risponde: siamo tutti amici qui.
Bene... Enena torna a parlare con voi ...immaginate la scena: un uomo decide di farsi prete a Cittadella. Dopo l'avvento dei morti, tutti gli uomini di quel paesino iniziano a pendere dalle labbra di quel prete, perchè lo vedono come l'unico salvatore per le loro vite.
Lui del resto è un prete... la voce di Dio in terra.
A Citadella era rimasto solo lui a "fare la messa"... e il potere gli frigge il cervello.
Inizia a dare la caccia agli uomini di Cittadella che sono sospettati di qualche crimine. E' giudice, giuria e boia e gli abitanti di quel paese credono che ogni cosa che fa sia giusta.
Il prete diventa ogni giorno sempre più matto: inizia a torturare i suoi prigionieri e un giorno si mette anche a stuprare una donna imprigionata per un furto.
La donna subisce così tante torture che alla fine decide di togliersi la vita ingoiandosi la lingua.
Il prete poteva essere fermato in ogni momento... bastava solo che il portavoce degli excubitores di Citadella scrivesse una lettera di denuncia e che la inviasse a Padova, Venezia... o qualche altra città.
Il portavoce però era in combutta con il prete e beneficiava dei suoi favori.

Un giorno però a Cittadella accade qualcosa di strano... qualcosa che noi Falchi ignoriamo.
Non sappiamo cos'è... ma si è trattato di un evento così grave da far scomodare addirittura l'inquisizione.
Sono circa due mesi che da Cittadella non arrivano più notizie... anche se non è così strano dato che stiamo parlano di un piccolo paese. Non sappiamo neanche se l'inquisizione è ancora lì. L'unica cosa che sappiamo però è che solo tre uomini sono scappati da Cittadella: il prete... cioè don Girolamo, il portavoce... cioè la vittima a palazzo ducale, e il fratello della donna suicida... cioè l'assassino.
Quest'ultimo è riuscito a raggiungere Venezia due mesi fa.
Si unì a noi Falchi solo per poter indagare meglio sul prete e sul suo braccio destro.
L'altro ieri il cacciatore ha inseguito l'ex-portavoce nel palazzo ducale con l'intento di iniziare la sua vendetta. Era un uomo carico di rabbia ma era anche disperato e un pessimo stratega.

 

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Domenico Facchini

6 ore fa, chestsm ha scritto:

Agostino Romano

Davvero incredibile.. Mai fidarsi di un prete! Vi ha detto qualcosa l'assassino della situazione che c'era a Cittadella prima che se ne andasse? Voi sapete che fine ha fatto questo Don Girolamo?

Credo che continuando a cercare lo scopriremo presto, sembra un brutto affare ad ogni modo... e per capirne di più credo che sia necessario andare alla Cittadella. Quello che mi chiedo io è, siete disposti a prendere questo rischio? Anche se potremo non guadagnarci neanche una moneta io sono disposto ad andare lì e scoprire cosa sta succedendo. Temo il peggio per quelle persone, non possiamo abbandonarle. Anche noi cacciatori di morti dobbiamo avere un etica.

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Cita

Vi ha detto qualcosa l'assassino della situazione che c'era a Cittadella prima che se ne andasse?

Enea risponde: mi vergogno a dirlo ma... si, l'assassino aveva fatto delle domande sulla sua vittima. Erano domande innocenti e mai avevamo intuito le sue vere intenzioni. Con il segno di poi avremmo fermato in anticipo l'assassino.

Cita

Voi sapete che fine ha fatto questo Don Girolamo?

Lasciate perdere il prete. Di sicuro la chiesa lo terrà in un posto al sicuro, gli avranno cambiato identità e forse lo avranno anche spostato da Venezia.

Cita

Va bene, andiamo a Cittadella allora.

Perchè no?!... Risponde Rei ...Cittadella è qui vicino, ci andiamo per un pò, chiediamo in giro e poi ritorniamo a Venezia. Un lavoretto semplice semplice.
Laerte continua: basta essere discreti con quelli di Cittadella.
Conclude Adriano: e il bello è che ci guadagneremo anche qualcosa con questo lavoretto.

Salutate i membri delle altre due squadre.
Enea dice: a buon rendere, Colomba! Oggi abbiamo condiviso informazioni con voi... magari un giorno avremo bisogno noi del vostro aiuto.

-.-.-.-.-.-

Controllate rapidamente armi, mappe e furgone e poi partite per la volta di Cittadella. Per uscire da Venezia (così come tutte le altre città dell'Impero) dovete recarvi in una delle porte cittadine, mostrare i fogli di via agli excubitores e/o ai cacciatori di morti posti a guardia alle uscite e aspettare che vi aprino la porta.

Il viaggio dura circa un'ora e mezza.
Non avete incontrato alcun problema... anche se spesso non mancano degli inconvenienti: intemperie, morti, strade danneggiate, predoni, ostacoli sul tragitto...
Laerte, per tutto il viaggio, ha sempre controllato il territorio attorno a voi con il suo binocolo.
Cristina invece non osa neanche mettere la testa fuori dal finestrino mentre Andriano ha tenuto spesso gli occhi chiusi. Avete appena scoperto che il vostro compagno soffre di mal d'auto.

Della Cittadella è rimasto solo il centro storico -> click
Si tratta di un anello di solide mure abbracciate da un fondale. Due vie principali tagliano la città in quattro parti.
Il risveglio dei morti ha spazzato via tutto quello che esisteva al di fuori della mura. Raggiungete una delle quattro porte della città.
Di solito alcuni excubitores (o cacciatori) si trovano a sorvegliare dall'alto le entrate... ma non trovate nessuno.
Suonate con il clacson ma nessuno si affaccia.
Giovanni urla ma nessuno gli risponde.

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Domenico Facchini

Sbuffo Brutto segno...

Scendo dal furgone e con molta prudenza mi avvicino al portone cercando di aprirlo poco poco e sbirciare dentro.

Prima di aprire chiamo una prova di ascoltare per assicurarmi che non ci sia veramente nessuno dall'altra parte.

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Marco Pavone "La Colomba"

Bene, ora vedo ancora meglio perché pensavo che fosse una cavolata. 

Ok gente, gruppo compatto. Direi che non ci sono molte persone vive rimaste. Esploriamo la porta per qualche minuto, poi cerchiamo di trovare un modo per entrare. Quando saremo dentro, formiamo un quadrato e copriamoci a vicenda. Immagino ci saranno diverse case e spazi chiusi, e dai vicoli i morti potranno facilmente attaccarci e circondati. Per questo direi di tenere sempre pronta una via di fuga, o un modo per andarcene. Che armi abbiamo? Qual'è il nostro potenziale? 

dm@

Spoiler

Prima di parlare, osservare e ascoltare 7 per magari capire se c'è qualcuno dietro l'entrata.

 

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Arsenale dei Png

Spoiler

Dorotea – mitra + spada
Pidocchio – pistola + spada
Andriano – due pistole
Giovanni – fucile + mazza
Laerte – pistola
Cristina – pistola + spada

Vi avvicinate all’entrata della città e iniziate a discutere su cosa fare.
Le opinioni sono tante: pidocchio vorrebbe scavalcare le mura, Cristina vorrebbe tornare a casa e Rei vuole provare un’altra delle quattro entrate.
Andriano invece propone di tornare a Venezia e denunciare questa stranezza all’arcidiocesi.
La vostra discussione si anima e diventa così intensa che Dorotea deve chiamarvi per ben quattro volte prima di imporre sia il silenzio sia tutta la vostra attenzione su di lei.
La donna si trova al fianco di una piccola porticina realizzata all’interno di una delle due ante del grande portone. Con un semplice movimento del braccio Dorotea spalanca la porta: è aperta! Dice.

Mettete da parte le vostre divergenze e imbracciate le armi.
Una porta aperta (come in questo caso) può significare una sola cosa: un’invasione di massa dei morti.
Entrare a Cittadella.
Il borgo si presenta a voi come una città deserta.
Sentite solo il rumore dei vostri passi e dei vostri respiri. Vi muovete come un sol uomo.
Siete tutti vicini tra di voi e tutti puntate le vostre armi in diverse direzioni.
Nulla si muove in questo paese, eccezion fatta per voi.
Alcune porte sono aperte, altre invece sono chiuse (lo stesso si può dire per le finestre).

Arrivate alla piazza principale.
Lì trovate i resti di diverse pire bruciate da parecchi giorni. E’ ciò che rimane di un rogo di massa. I vostri compagni guardano con orrore quei pali carbonizzati: Cristina sta per piangere mentre Laerte fissa con disgusto il legno abbrustolito. Adriano e Dorotea sembrano furiosi.
Le vostre menti non possono fare a meno di immaginare la scena che si è consumata in questo luogo: il corteo dei condannati, la folla che inveisce contro di loro, l’inquisitore che emana la sentenza. Viene poi appiccato il fuoco e le urla di agonia si elevano al cielo.
Avete immaginato ogni cosa eppure siete certi che la realtà è andata ben oltre la vostra fantasia.

Su questa piazza si affaccia la chiesa più importante del paese.
Notate solo ora che sui gradini di marmo dell’edificio c’è del sangue fresco.

 

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Marco Pavole "La Colomba"

Aspetta Agostino! Dobbiamo agire con cautela. Sangue fresco significa pericolo. Giovanni e Domenico, direi che voi prenderete l'avanguardia. Io sarò subito dopo dietro di voi insieme ad agostino. Dorotea e Laerte, a voi la retroguardia. Tutti gli altri stiano nel mezzo e pronti ad intervenire al minimo segnale di pericolo. Armi in mano e sangue freddo, tutti d'accordo?

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Quello che sapete della chiesa è che fu bombardata una decina di anni fa ed è stata parzialmente ristrutturata nel corso del tempo. Molto è cambiato dell’architettura dell’originale edificio. Si tratta comunque di una chiesa semplice.
Entrate al suo interno e vedete una corta navata che conduce fino a un altare sopraelevato dal pavimento da tre gradini di marmo.
La planimetria della chiesa ha la forma di una croce cristiana.
Due fila di panche di legno attraversano il corridoio principale. Hai loro fianchi (sempre verso l’esterno) si trovano degli archi e delle colonne.
Tra le colonne e le pareti della chiesa ci sono quadri e statue raffiguranti personaggi biblici.

Tutto è immerso in un silenzio irreale.
Giovanni dice: odio questa situazione! Le rue parole riecheggiano nella navata.
Preferivi un branco di morti? Risponde Laerte con una punta di sarcasmo.
Rei è immune a tale critica: a dire il vero… si! Preferisco vedere in faccia il nemico! Voglio sapere chi ho di fronte così da poterlo prendere a calci nel cu.lo.
Dorotea, sempre tenendo d’occhio gli angoli più bui della chiesa, si aggiunge alla conversazione: stai dando per scontato che qui ci sia ancora qualcosa. E poi fa silenzio!
Perché?! I morti non hanno udito! Solo fame… se ci sono ci avranno già avvertiti!
Cristina rabbrividisce: non dirlo neanche per scherzo!

Raggiunge l’altare.
Una finestra, posta in alto, proietta un fascio di luce sul tavolo.
Lì trovate la bibbia, un piatto, una coppa piena di sangue e un piede di porto. Laerte osserva quest’ultimo oggetto: ci sono residui di marmo all’estremità. Questo piede di porco è stato usato per forzare qualcosa.
Rei ridacchia: residui? Ma chi cavolo sei? Un detective?
Si sbraccia per enfatizzare le sue parole… rovesciando così la coppa sull’altare.
Il sangue scorre e bagna la tovaglia bianca.
Tutto il gruppo si scaglia su Rei.
Lui alza le mani e dice: eh state calmi! E’stato un incidente!
Dorotea però continua: ma guarda che hai fatto! Tocca un po' di quel sangue ma ritrae subito la mano.
Il suo gesto fa zittire tutto il gruppo.
E’ caldo… dice lei …il sangue è caldo!

 

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Marco Pavone "La Colomba"

Alla vista del sangue rabbrividisco, e la notizia che il sangue è caldo non mi consola di certo. Lo sapevo che era una brutta idea. Comunque non è sicuramente opera dei morti. Quei cosi non credo farebbero una cosa simile. Questa ritualità, questa sacralità... Un momento. 

Un momento, Laerte! Hai detto marmo? Tracce di marmo sul piede di porco? Copritemi un secondo.

Mi metto, machete e pistola alla mano, a controllare l'altare, cercando delle tracce se per caso hanno forzato la sua apertura da qualche parte

@cm

Spoiler

Osservare 7

 

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Domenico Facchini

Sangue caldo... Ripeto a bassa voce guardandomi intorno Non siamo soli e questo posto non è disabitato come sembra, occhi aperti. Mi guardo intorno in cerca di altri indizi e aiuto Marco con l'altare.

Spoiler

Guardo bene in cerca di altre tracce di sangue, magari chi lo ha spillato ha gocciolato in giro mostrandoci che direzione ha preso. Se è caldo probabilmente abbiamo interrotto qualcosa e la sua fuga è stata poco cauta.

 

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Pidocchio esce subito fuori dalla chiesa, dicendo di avere un’idea.
Lo vedete fermarsi sulla scalinata d’ingresso e toccare il sangue che avevate visto su quei gradini.
Anche quel sangue è caldo? Chiede Adriano.
Il ragazzo risponde: no, questo qui è freddo.

Non vi sono tracce di sangue nella chiesa e nella bibbia non c’è nulla che può interessarvi.
Marco, Dorotea e Laerte iniziano a controllare l’altare.
Si tratta di un vecchio e pesante tavolo di marmo.
Poco dopo scoprite dei segni lasciati dal piede di porco alla base dell’altare. Si tratta di un paio di corte scalfitture quasi impossibili da notare.
 
Laerte si china su quei segni per poter osservare meglio.
Dice infine che c’è una botola nel pavimento, proprio sotto l’altare. Tutti quanti spostate il pesante tavolo di marmo (con estrema fatica) per poi usare il piede di porco per aprire la botola.
Sollevate un gran cumulo di polvere.
La botola è pesante e sotto di essa si trova una scala di legno che porta a una piccolissima stanza buia. Porca tro.ia…. esclama Giovanni …tu guarda che roba!
Dorotea lo richiama: hey! Siamo comunque in una chiesa, modera il linguaggio.
Laerte ha con se una torcia elettrica e la usa per far luce nella stanza.
Scoprite così la presenza di una porta al suo interno e un paio di pagine sul pavimento.

Laerte scende.
Sta attento! Gli dice Cristina con aria preoccupata.
L’uomo afferra i fogli vicino alla porta e gli punta il fascio di luce della torcia. Soffia per scacciar via la polvere e inizia a leggere.
Rei inizia a spazientirsi: allora, Laè! Cos’hai trovato?
L’uomo continua a leggere (sempre in silenzio) un altro paio di frasi, quasi come se volesse indispettire Giovanni, poi ritorna al vostro piano.

Rei gli strappa dalle mani quei fogli e gli dà un’occhiata: ma che caz.zo… esclama poco dopo.
Si volta verso Dorotea e gli chiede scusa, poi si rivolge a Laerte: ma è tutto scritto in latino! E gli sventola i fogli sul volto.

Laerte riprende i fogli con irruenza: dà qua!
Ora mi vuoi dare a bere che conosci il latino?
Come tutta risposta, Laerte inizia a tradurre ad alta voce il contenuto della lettera:

Mi sono tolto la vita dentro la stanza sotto l’altare. Non aprite la porta perché il mio corpo si trova ancora lì… tutti voi non potete fare a meno che osservare la porta nella stanza sotto l’altare.
Laerte continua: tre mesi fa, un angelo è sceso giù dal cielo.
Aveva ali piumate, una lancia sulle mani e il volto dorato.
Informammo l’arcidiocesi del miracolo. Come risposta ricevemmo l’arrivo dell’inquisizione che iniziò a uccidere tutti gli abitanti di Cittadella.
Dicevamo che non potevamo aver visto l’angelo e che una simile blasfemia doveva essere lavata via con la frusta e con il rogo.
Arrivarono poi gli esterni e banchettarono su quello che era rimasto del paese.
Io mi sono rifugiato nella stanza segreta sotto la chiesa ma i morti si sono accalcati e bussano alla mia porta. Ho troppa paura per uscire e morirò di fame.
Che Dio mi perdoni ma ho con me un rasoio. Lo userò per togliermi la vita.
Ho un messaggio a chiunque stia leggendo queste pagine: i Dannati sono sotto la croce.

Passate un paio di secondi in religioso silenzio.
Tutto qui? Chiede incredulo Giovanni.
Tutto qui! Gli fa eco Laerte. Quest’ultimo controlla il retro dei fogli ma non trova altre frasi.
Pidocchio chiede: cosa sono i dannati?
Sul serio? E’ la cosa che ti ha colpito di più del messaggio? Non il fatto che è sceso un angelo dal cielo?
Dorotea continua: non il fatto che l’inquisizione ha arrostito un intero paese… che si trova a poca distanza da Venezia …e nessuno ne ha mai parlato?!
Cristina inizia a sentirsi osservata: e dove sono finiti tutti quanti? (Si riferisce ai cittadini e agli inquisitori).
Laerte rilegge velocemente e silenziosamente il foglio: qui dice che gli esterni hanno banchettato su quello che era rimasto del paese. "Esterni"…
Adriano si fa avanti: magari hai tradotto male.
No, sono sicuro di no.
Allora esterni sarà un modo per indicare i morti.
Ma allora perché non chiamarli semplicemente "morti"?
Rei fissa ancora una volta quei foglio: e perché la parola "dannati" ha la “D” in maiuscolo?

 

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Agostino Romano

Rimango spiazzato da quel foglio.

Un angelo è sceso ed ha fatto incazzare l'inquisizione.. Che significato può avere? Inoltre se quell'uomo si è ucciso nella stanza sotto l'altare, di chi è quel sangue ancora caldo?

Modificato da chestsm
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Domenico Facchini

Ascolto con attenzione e solo dopo aver riflettuto per un po' ripeto ad alta voce I dannati sono sotto la croce, secondo me vuol dire qualcosa... è un indizio, può essere un buon punto di partenza per capire meglio tutto questo casino. Aiutatemi a cercare le croci della chiesa. Di solito ce ne è sempre una dietro l'altare, e inizierò da lì, ma potrebbe anche riferirsi ad una croce esterna, sulla torre della campana o magari su una delle facciate della chiesa. Non perdiamo altro tempo, ho un brutto presentimento.

Inizio ad esaminare la chiesa in cerca di croci e faccio ben attenzione a cosa hanno sotto, in particolare se si tratta di simboli o scritte.

Modificato da TheUser
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