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Inviato

Non osa distogliere la sua attenzione da quella belva ferita che ora è Sei per timore di essere colto di sorpresa: per quanto malridotta ha visto bene quanto possa essere veloce e letale.

"Sono felice tu sia ancora vivo, Scudiero. Ma ora taci. Ho trovato l'obscura e sto cercando di comunicare"

Tiene le mani ben aperte e in vista, cercando di veicolare con il linguaggio del corpo che lui non è una minaccia.

"Sì che ricordi Lutz. Il ragazzo che ti piace. Lutz, quello che ami"

"Sai dov'è ora?"

"Corre un grave pericolo. E solo noi, assieme, possiamo salvarlo"

"Vuoi salvare Lutz, vero?"

"Lo so che c'è ancora Sei lì dentro. Voglio che venga fuori"

"Dobbiamo parlare"


Inviato

Quando ripeti quel nome più volte la creatura drizza il capo e la schiena ruggendo. 

Ma il ruggito è diverso, più acuto e più umano. Quasi un ruggito di dolore.

Poi si dibatte, si afferra il volto con la mano deforme e stringe furiosamente. Lacera quella maschera con gli artigli ed altro icore nero prende a gocciolare in terra.

Ruggisce ancora e crolla in terra, su un fianco. Si scuote, scossa da continui tremiti. Si afferra il moncherino e strizza schizzando ovunque altra pece nera.

Ruggisce nuovamente. Più umana, più sofferente.

Poi pianta il braccio in terra e si drizza sulle ginocchia.

Alza e capo e poi lo schianta brutalmente in terra. Subito dopo un'altra testata al pavimento ed un'altra ancora.

Alla terza resta con la fronte contro il metallo.

Per lunghi secondi non accade nulla poi, la sostanza nera che le ricopre il volto scorre verso il basso, verso il collo, come se fosse acqua.

Finalmente la vedi. Vedi quel volto. La pelle è candita e pallida. Gli occhi invece sono sue pozzi senza fondo. Pupilla ed iride sono scomparse e le sue sclere sono completamente nere. 

Anche il braccio si ritira, restringendosi e tornando alla sua forma originale, delicato ed affusolato. Solo il volto è scoperto. Dalla linea del mento in giù continua ad essere ammantata di nero. Anche se la corazza chitinosa ha lasciato il posto ad una tuta nera attillata, che segue e mal cela tutte le sue forme.

È difficile individuare qualcosa in quegli occhi profondi ed inespressivi che si ritrova. Ma percepisci chiaramente nell'aria odio e rabbia. Rancore.

Non fa nulla e non dice nulla se non respirare affannosamente, così tanto che se fosse una persona normale sarebbe in rischio di iperventilazione.

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Inviato

Per un po' Galgano non dice nulla, orripilato o forse impietosito dalle violente trasformazioni che il corpo della ragazza è costretto a subire ogni volta che assume la sua forma da guerra.

Infine però rompe il silenzio. C'è qualcosa che vuole chiedergli dalla prima volta che si sono incontrati.

Le sue labbra scolpite non si muovono, ma l'aria vibra in frequenze nello spettro dell'udibile quando la piega alla sua volontà.

"Perché continui a scendere qui sotto?"

"C'è soltanto morte e distruzione in questo abisso"

Inviato

Quando il suo ritmo respiratorio raggiunge una parvenza di normalità la ragazza si alza in piedi. Per tutto il tempo non ha smesso di fissarti in modo ostile.

Parli ed ottieni l'unico risultato di farla infuriare. Serra la mascella ed affila lo sguardo. Ma questa volta non è una furia ferina e bestiale. È puro odio.

Poi si volta all'improvviso verso qualcosa alle sue spalle, dove però non sembra esserci nulla se non una porta blindata sfondata. 

Fissa il nulla per alcuni secondi mentre stringe il pugno con sempre più forza. Fretta, urgenza, è quello che scorgi sul suo volto. Poi inspira profondamente e torna a voltarsi verso di te, rilassando l'unica mano che le resta.

«Lei. È nella mia testa, la sua voce, il suo Eco. Mi chiama, mi attira a sé. Brama qualcosa. Lei lo vuole, quindi non deve averlo. Lo so».

Fa una pausa, tornando a gettare lo sguardo oltre le sue spalle.

«Può sentirti, attraverso di me».

. . .

Spoiler

Non vi siete sbudellati a vicenda, per il momento, ottimo!

Colgo l'occasione per chiudere qui la scena e la sessione.

Passiamo sul thread organizzativo per discutere di quelle modifiche che volevi fare al pg. È il momento!

 

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