esahettr Inviata 9 Marzo 2007 Segnala Inviata 9 Marzo 2007 Ho letto Ossi Di Seppia e sono rimasto folgorato. E' un genio, il più grande, il migliore di tutti tempi, o almeno del nostro secolo! Certo, essendo italiano, posso leggere esattamente ciò che ha scritto, e questo è un bel vantaggio rispetto ai suoi colleghi stranieri, ma è davvero pazzesco. Ogni parola, ogni sillaba è ragionata, è scritta con uno scopo preciso, è un tassello di un immenso mosaico. Non c'è niente di stonato, nulla in tutta la raccolta. Eppure, ogni verso suona come una scoperta, un accostamento geniale, inaspettato, struggente. Non ho parole, non so scrivere abbastanza bene per descrivere la stima, il rispetto che ho per quest'uomo da quando ho letto Ossi Di Seppia. Baudelaire? Blake? Bukowski? Shakespeare? Rimbaud? Prevert? Neruda? Lorca? Verlaine? Bukowski? Whitman? Eliot? Yeats? Verlaine? D'Annunzio? Keats? Dante? Leopardi? (adesso basta mi sono rotto). Montale gli spacca il cu*o a tutti. E' moderno e antico assieme, universale e nichilista antelitteram al contempo. Ribelle e tradizionalista, commosso e sarcastico e deluso! Non ho mai letto nulla di un livello così alto. Il Genio. Voi?
Dr. Randazzo Inviato 9 Marzo 2007 Segnala Inviato 9 Marzo 2007 Non chiederci la parola che squadri da ogni lato L’animo nostro informe, e a lettere di fuoco Lo dichiari e risplenda come un croco Perduto in mezzo ad un polveroso prato. …….. Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, Si qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Questa è la poesia che mi piace di Montale e che ho portato all'esame delle superiori. Ora dire che è il n° 1, proprio no... dopo tutto ce ne sono di meglio a mio avviso, anzi proporrò 1 topic adeguato. Cmq anche questa poesia è tratta da Ossi di Seppia
Aerys II Inviato 9 Marzo 2007 Segnala Inviato 9 Marzo 2007 Letto, apprezzato ma non idolatrato: è probabilmente con Montale che si inizia a fare sul serio con un processo all'epoca doveroso, ma che ha avuto conseguenze imbarazzanti, quello dell'abbassamento del Poeta a un livello "umano", se non barbaro: ho capito scontrarsi contro l'ampollosità d'annunziana, ma qui si parla di perdere la magia, e mi pare che non sia poco (mai scontrati con presunti intellettuali che vi parlano di "stile arcaico, diverso dall'orientamento della poesia moderna", per intendere che ormai o parli terra-terra o sei un freak, e nell'ambiente teoricamente più "aperto", quello dell'arte, in realtà domina il conformismo, visto che grazie alla deculturalizzazione imperante si deve per forza fare un'elite anche di quello che una volta era la diversità? Ecco, parlo di questo...). Insomma, all'epoca è servito, ma poi è stato elevato alla n-esima potenza, facendo nascere diverse brutture. Questo per quanto riguarda la valenza. Parlando dell'opera, devo confessare di essermi stancato prestino... Diciamo che ho fatto l'equivalente di sentir parlare di un nuovo gruppo, farsi prestare un "best of" e non disdegnare di ascoltare qualche altro pezzo qua e là. Ah, per inciso: a me D'Annunzio piace, e soprattutto, il tutto è rigorosissimamente IMHO... Si parla di arte, quindi mi aspetto di poter dire la mia senza troppe giustificazioni.
esahettr Inviato 10 Marzo 2007 Autore Segnala Inviato 10 Marzo 2007 Sugli effeti della sua poetica non puoi non avere ragione. Come tutti i Veri Geni, ha praticamente distrutto tutto ciò che è venuto prima. Oppure, se ti piace di più, dopo di lui non si può più scrivere come prima, tornare indietro. Forse "ha tolto alle parole la loro magia", forse "ha sancito la Morte della poesia", ma io sono più interessato all'arte in sè, ai suoi testi. Mai, neanche in D'Annunzio (che mi piace) ho percepito una tale padronanza, un tale potere sulla parola. E' tutto così perfetto, così ben incastratao, suona tutto così dannatamente giusto, se capite cosa voglio dire, eppure non c'è mai nulla di banale. Ogni grappolo di parole ti suscita centro diverse sensazioni che a loro volta, leggendo il verso successivo, ti possono portare in mille diverse direzioni. Lo rileggo decine di volte (sono un po' malato) e ogni volta annuisco e sorrido, perchè ogni volta scopro qualcosa d'altro, una sfumatura nuova. @ Randazzo: guarda che non è OT, almeno secondo me, se dici chi preferisci a Montale! Sennò i threads sarebbero delle celle! PS: sarei curioso di sentire il vostro parere dal punto di vista prettamente artistico, vorrei vedere
Dr. Randazzo Inviato 10 Marzo 2007 Segnala Inviato 10 Marzo 2007 Io ho tutto il corpus letterari odi Montale, come ogni ermetista è .... duro da comprendere. A parte questo di lui apprezzo solo 3 o 4 poesie. Non mi piace come scrive, i concetti sono allusivi e bisogna ragionare troppo per capire quello che vuole esprimere (sempre che m iricordi quello che ha scritto che non è scontato, visto che sono 8 anni che non apro 1 libro su di lui).
esahettr Inviato 11 Marzo 2007 Autore Segnala Inviato 11 Marzo 2007 ...Bisogna ragionare troppo per capire quello che vuole esprimere... La poesia del Novecento è prevalentemento oscura. Pensa a Celan! E poi, il senso, il "messaggio", il significato è quello che recepisce il lettore, non ciò a cui pensava l'autore, almeno secondo me. Una volta che un'opera viene pubblicata, è prorpietà dei suoi fruitori, non più dell'artista. L'oscurità di Montale a me sembra fantastica: come ho già detto, può portarti in migliaia di direzioni diverse.
Dr. Randazzo Inviato 11 Marzo 2007 Segnala Inviato 11 Marzo 2007 Il discorso ch dici tu è giusto, la grandezza di uno scrittore (o altro artista) però è quella di mettere sotto forma di opera d'arte 1 sentimento, 1 qualcosa che dia emozioni. Se 1 poesia non provoca emozioni... allora non è una buona poesia.
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