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Inviato

Λεοντεύς

Mi avvicino alle guardie e rispondo loro guardandoli dritti negli occhi senza battere ciglio.

"Buongiorno, il mio nome è Leonteus e, come è già stato detto, vorremo parlare col conte in merito al bando emesso."


Inviato

Flavio Malaspina

Rimango in silenzio, avendo già Pinamonte e Leonteus risposto alle due guardie.

Mi concentro invece a ricordare qualcosa di questo contado, e dei dintorni che lo circondano, sperando di farmi venire in mente qualche particolare che prima mi sfuggiva.

Master

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Qualche prova di Common K. (Locali?) +4

 

Inviato

La guardia che vi ha parlato vi squadra velocemente, soffermandosi a guardare qualche attimo in più Leontus dopo averlo sentito parlare. "Leontus??" domanda incuriosito "Sei forse di origine ellenica?" aggiunge poi. "Ad ogni modo, prego! Sono sicuro che il conte Berengario sarà lieto di ricevere i servigi delle vostre lame!". Il grosso portone si apre e la guardia si fa da parte per lasciarvi entrare. Dritto davanti a voi vedete la torre campanaria di una chiesa. Passeggiando per le viuzze del borgo in direzione della casaforte, residenza del signore, scorgete le insegne di un paio di locande e della bottega di un fabbro. Notate inoltre uno stallaggio dove riposano alcuni cavalli. 

@Flavio Malaspina

Spoiler

Ti ricordi di aver sentito la storia di Castelseprio da un tuo ex commilitone. In passato era un fiorente contado; i suoi territori comprendevano l'intera zona tra Lago Maggiore e Lago di Como, spingendosi, a nord, fino al Canton Ticino. Nei decenni precedenti, durante le numerose guerre contro Milano, però, Castelseprio ha perso pian piano tutti i suoi territori, finendo con l'essere annesso dall'odiato rivale. La cosa è successa cinque anni fa, in concomitanza con l'annessione dei territori italici al Sacro Romano Impero ad opera di Federico Barbarossa. Quest'ultimo nominò Gian Galeazzo Visconti duca del neonato Ducato di Milano. Da allora Castelseprio fa parte del ducato ed è obbligata a rispondere agli odiati Visconti.

 

Inviato

Λεοντεύς

Una guardia riconosce subito la mia origine, quindi attira la mia simpatia e gli rispondo in modo affabile.

"Ναί, cioè sì sono di Candia. Se riconosci il mio accento, probabilmente hai avuto il privilegio di viaggiare molto."

Poi mi incammino con gli altri all'interno del borgo.

"Andiamo dritti dal conte o prima volete fermarvi in una bottega?"

Inviato

Flavio Malaspina

"Direi di andare direttamente dal conte. Personalmente non mi occorre nulla;magari dopo la.chiacchierata sarò ben lieto di bere qualcosa con te"

"Una raccomandazione; mi sono ricordato che il contado di Castelseprio,negli anni addietro,era molto.vasto e fiorente. Aveva ampi possedimenti,poi passati ai Visconti dopo la.calata del.Barbarossa,ed è proprio ai Visconti a cui oggi il conte deve rispondere. Per cui,evitiamo lusinghe dirette verso Gian Galeazzo in sua presenza" dico con un sorriso.

Il conte potrebbe non gradire

Inviato

Chiedete informazioni a un giovane uomo che avanza con un carretto lungo la strada dissestata. Così, seguendo le sue indicazioni, raggiungete facilmente la casaforte. Durante tutto il tragitto notate la completa assenza di qualsiasi guardia cittadina di ronda lungo le strade. L'unico soldato che vedete, oltre quelli al ponte fuori dalle mura, è di guardia davanti alla portone della residenza del conte. Quando vi presentate e comunicate il motivo della vostra presenza, vi invita a consegnare le armi ("Di questi tempi non ci si può fidare di nessuno... e il conte è molto severo a riguardo. Dopotutto ne ha viste tante durante la sua lunga vita.. Spero capirete!").

Acconsentite alle sue richieste, quindi, dopo che avete lasciato in custodia le vostre armi, venite fatti accomodare all'interno del maniero. Vi accoglie un uomo anziano ben vestito, probabilmente serve la famiglia Castiglioni da quando era ragazzo e ora ricopre il ruolo di capo della servitù. "Benvenuti, lor Signori. Il Conte è momentaneamente nelle sue stanze. Vogliate seguirmi. Vi condurrò nella sala dove verrete ricevuti, quindi andrò ad avvisarlo della vostra visita!"

Mentre vi allontanate seguendo l'uomo sentite la guardia fuori dall'ingresso discutere animatamente con qualcuno. Non date peso alla cosa e, dopo alcune svolte nei corridoi e una rampa di scale, vi trovate in una grossa stanza ben arredata. L'uomo vi invita ad accomodarvi su alcune sedie e divanetti, quindi si congeda. Dietro a un grosso tavolo di legno pregiato c'è lo scranno vuoto del signore di Castelseprio.

Passa poco più di un minuto quando la porta si riapre ed entra nella stanza l'individuo più alto, muscoloso e mostruoso che abbiate mai visto. Ha la pelle dalla pigmentazione verdastra, coperta da peluria e tatuaggi tribali. Il volto ben rasato dai tratti freddi e duro, con mascella ben squadrata. La fronte alta termina con una cresta di capelli rossi e una profonda cicatrice la taglia di traverso in direzione dell'occhio sinistro, scomparendo nelle folte sopracciglia. Il naso è adunco e dalla bocca fuoriescono i canini appuntiti quasi come se fossero due zanne. Dietro di lui, notate l'anziano servo. Osserva il bestione dal basso verso l'alto con aria quasi intimorita. "Prego.. si accomodi" squittisce, prima di scomparire di corsa, lasciandovi soli con l'energumeno. 

@Claudyu1994

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Sei finalmente arrivato a Castelseprio e, una volta raggiunta la residenza del conte, un'insulsa guardia mingherlina ti ha chiesto di lasciargli in custodia l'arma. Hai protestato ovviamente, ma, anche se tremante, la guardia ha insistito. Così alla fine hai ceduto. Dopotutto hai bisogno di un lavoro. Un vecchio servitore ti ha scortato in una stanza, dicendoti che il conte Berengario sarebbe arrivato da qui a poco. All'interno della stanza ci sono già quattro persone. Un giovane che ha tutta l'aria di essere un ecclesiasta cattolico, due uomini d'armi (di cui uno non ti sembra del posto) e un ragazzotto dall'aria esuberante.

@Tutti

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Ho fatto che acconsentiste tutti a lasciare in custodia le vostre armi poiché la reputo un'usanza abbastanza tipica e normale al tempo in presenza di un signore locale. Così velocizzavo un po la cosa evitando di fare un altro giro di post. Spero che la cosa non vi dia problemi.. ;)

 

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Inviato (modificato)

Igor Volkov

Una volta entrato nella sala, osservo i presenti con un'espressione fredda e impassibile.
Chi sono questi umani? Che non provino a rubarmi il lavoro o sfonderò le loro piccole teste a mani nude. 
Grr.. Un lieve grugnito parte dalla mia bocca mentre passo in rassegna uno ad uno i presenti, osservandoli da testa a piedi. 
Sono Igor. Sono qui per il lavoro. Dov'è il conte?  
Ho un tono della voce piuttosto basso ma allo stesso tempo fermo e deciso. Parlo lentamente scandendo bene le parole.
Quindi osservo per qualche istante la stanza per poi tornare sui presenti, incrociando le braccia e mettendo in risalto la massiccia muscolatura delle braccia. 

Modificato da Claudyu1994
Inviato

Pinamonte da Brembate

Dopo i modi garbati della servitù, la comparsa di un energumeno forestiero è certamente qualcosa di fuori da comune. Fatico a riconoscere il forte accento delle sue parole, forse ne ho letto da qualche parte...
Comunque pare essere qui per rispondere alla chiamata del Conte, il quale non sta faticando a trovare spade al soldo. Meglio così, significa che potremo proseguire immediatamente verso Torba.
Resto dunque in paziente attesa dell'arrivo del conte Berengario.

DM

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Con. Storia +8 o Conoscenze bardiche +6, da dove potrebbe arrivare costui?

 

Inviato

Flavio Malaspina

Rimango in posizione di adunata, petto in fuori e mani dietro la schiena. All'ingresso del gigante, rimango per qualche istante interdetto; avevo sentito di simili....progenie? nelle zone orientali, ma non ne avevo mai visto uno.

Certo che è enorme......un tipo così sarebbe un valido elemento per spezzare formazioni compatte. Con uno zweihander in mano, potrebbe tagliare picche e spiccare teste con la medesima facilità..

Mi ritrovo a pensare con la mia parte strategica/tattica, trovando la giusta collocazione all'interno di un drappello o contingente al gigante.

Faccio un mezzo sorriso, togliendomi dalla testa i miei intricati pensieri, e torno ad aspettare l'arrivo del conte.

Inviato

Λεοντεύς

Mi siedo comodamente su un divanetto della sala, pronto però a scattare in piedi all'arrivo del conte.

Mi metto la mano davanti alla bocca e sbadiglio, mentre rifletto che ogni piccola occasione di agio va assolutamente colta in una vita che non si sa cosa riservi per il domani.

Inviato (modificato)

Il conte si fa aspettare ben più a lungo di quello che vi sareste aspettati. Dopo circa mezz'ora di attesa, finalmente, la porta si riapre e l'anziano servitore annuncia l'arrivo del conte. E' un uomo molto anziano, con lunghi e grigi capelli unticci che gli ricadono sulle spalle. La pelle è coperta qua e là da macchie, il naso adunco, gli occhi piccoli e vispi. Entra camminando abbastanza svelto per un uomo della sua età, seguito dalla sua scorta: tre soldati, di cui uno, probabilmente il capitano, meglio armato e corazzato degli altri.

Non vi degna quasi di uno sguardo. Solo dopo essersi seduto pesantemente sul suo scranno, alza lo sguardo su di voi e vi scruta per qualche istante come per studiarvi.

"Benvenuti, valorosi! Lasciate che mi presenti, sono Berengario della famiglia Castiglioni, conte del Seprio." esordisce, sfoggiando un sorriso languido. "Immagino siate qui per rispondere alla mia richiesta d'aiuto.. Dico bene? Posso sapere da chi avrò l'onore di ricevere servigi?" domanda poi, invitandovi a presentarvi.

@Dmitrij

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Conoscenze bardiche: dall'aspetto dell'energumeno capisci che deve trattarsi dell'incrocio tra un essere umano e un'altra creatura, probabilmente un orco. La chiesa cattolica, normalmente, non tollera molto questi "abomini" come vengono spesso definiti. Nelle regioni italiche sono assai rari. Hai letto che sono invece assai più comuni nei paesi nordici e dell'est. Nelle terre russe, infatti, da decenni orde di barbari fanno incursioni nei villaggi. Spesso tali creature sono frutto di stupri e violenze.

 

Modificato da Loki86
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Inviato

Pinamonte da Brembate

Muovo un passo in avanti, omaggiando il conte con una riverenza.
Padre Pinamonte da Brembate, dell'ordine domenicano. Io e i miei compari d'arme siamo in viaggio verso il monastero di Torba e c'è giunta voce della vostra richiesta. Nei limiti della compatibilità con la chiamata del venerando abate, a cui dobbiamo obbedienza, saremmo felici di renderci utili. Questo è il volere di Dio: servire in comunione la comunità di...fedeli.
E con ciò sposto lo sguardo e squadro il mostro, probabilmente figlio del peccato e lontano dalla luce di Nostro Signore.

Inviato (modificato)

Igor Volkov

Veloce il vecchietto. 
Guardo il vecchietto in un primo istante ma poi la mia attenzione viene catturata dai suoi soldati, nella fattispecie da quello che sembra essere il loro capitano.
Io sono Igor. Vengo dalle Terre Russe. So spaccare teste e frantumare ossa. Se tu paghi bene io spappolo tutti i tuoi nemici. 
Batto un pugno forte sul petto digrignando i denti e smuovendo le zanne, mentre osservo il vecchietto. 

Modificato da Loki86
Inviato

Flavio Malaspina

Il conte, come quasi tutti i nobili, si fa attendere non poco, cosa che mi costringe a sedermi come Leonteus. Al suo arrivo però, mi alzo, riprendendo la classica postura. Le parole del gigante dell'est non mi meravigliano più di tanto

Mmmh...poco sale in zucca, e tanta forza bruta....c'era da aspettarselo...

Faccio quindi la mia presentazione

"Io sono Flavio Malaspina, aspirante Capitano di Ventura. Volevamo ascoltare la sua richiesta, per questo abbiamo chiesto un incontro con lei, conte. Per il resto, non aggiungo altro, avendo già esposto in modo esaustivo padre Pinamonte"

Inviato

Λεοντεύς

Arrivato finalmente il conte, partiamo con le presentazioni e, al mio turno, mi inchino in un gesto di saluto prima di prendere la parola.

"Buongiorno, il mio nome è Leonteus e anch'io sarei interessato a saperne di più sia sul tipo di aiuto richiesto, sia sul compenso prospettato per poter eventualmente prestare anche il mio aiuto."

Inviato

"Ah, dunque siete voi il chierico orobico inviato in supporto di mio cugino?" domanda, osservando Pinamonte con un sorriso. 

"Quali novelle da Brembate? So che anche lì il Barbarossa ha imposto il dominio visconteo.." il tono della sua voce si incupisce nel pronunciare l'ultima frase.

"Non so da voi, ma in queste terre Milano ha portato solo povertà e scontento... Gian Galeazzo Visconti..." - il disgusto nella sua voce è ora evidente - "Lui e la sua folle idea di creare un regno italico sotto l'egemonia di Milano... Le sue dannate guerre espansionistiche hanno un costo. E chi ha pagato maggiormente per sostenerle? IL SOTTOSCRITTO!!! Quel maledetto mi odia!" il volto del conte è diventato paonazzo per la rabbia. Abbassa lo sguardo, fissandosi le mani e resta in silenzio qualche secondo, come per ritrovare la calma. Quando risolleva il capo, di fatti, sembra essere più sereno. "In ogni caso è stata la mia gente a pagarne il prezzo maggiore... Il popolo è allo stremo!" dice ora con voce forzatamente amorevole "Non bastavano le tassazioni per sostenere le spese di guerra, non bastava neanche questo dannato morbo che sta flagellando le nostre terre... Ora, a peggiorare ulteriormente la situazione, è insorto pure il problema del brigantaggio! Ed eccoci al motivo della mia richiesta d'aiuto. Non ho abbastanza soldati per gestire quest'ultima fastidiosa incombenza... La maggioranza dei miei uomini migliori sono a sud a combattere le guerre di un duca nemico... Offro di mia tasca una ricompensa in oro a chiunque liberi la mia gente dalla minaccia di questi esseri abietti che inferiscono su chi già è in difficoltà!"

Vi fissa con sguardo accigliato, aspettando di sapere quale sarà la vostra risposta.

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Inviato

Igor Volkov 

Questo vecchietto parla troppo. 
Osservo perplesso il vecchietto, smuovendo ogni tanto le zanne mentre tengo le braccia incrociate e lo sguardo freddo fisso sul conte. 
Va bene, ci penso io a ucciderli per te. Quanto oro mi dai? 
Mi volto osservando gli altri tre mercenari, squadrandoli da capo a piedi per valutarli come si deve. 
Non conosco questi altri ma se a te va bene e vogliono seguirmi, non è un problema. Basta che non fate problemi e non mi rallentate. 
Torno quindi a guardare il vecchietto incrociando nuovamente le braccia. 
 

Inviato

Pinamonte da Brembate

Sono invero tempi bui e difficili, Vostra Signoria. Sono certo che le responsabilità di coloro che procurano questi dolori non saranno dimenticate dal Padre dei cieli.
Mi mostro contrito e comprensivo, misurando bene le parole.
Quanto alla vostra richiesta, non sono certo un uomo d'arme e come vi ho anticipato ho doveri verso l'abate vostro cugino ...nemmeno sapevo fossero imparentati.
Tuttavia neppure posso ignorare le sofferenze vostre e del vostro amato popolo e coloro che mi accompagnano sono spade abili. Raggiungerò a colloquio l'abate di Torba, ma nel frattempo sarà nostra premura risolvere quest'incombenza per voi, se si concilia con il nostro percorso.
Ditemi, dove si annidano questi uomini di poca fede che ignorano le leggi degli uomini e di Dio?

DM

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Con. nobiltà, religioni e storia +7
Come si colloca la Chiesa nelle dispute tra il Barbarossa e i regni italici? E nei confronti dei Visconti?

 

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Flavio Malaspina

La risposta di Pinamonte è come sempre molto esaustiva,per cui evitò di aggiungere altro

Mi rivolgo invece all'energumeno

"Emh....chiedo venia,Igor....ma non vedo come gente esperta di tattica e logistica come.noi..."  indicando Leonteus  "...possa in qualche modo intralciarla. Il combattimento non è sola forza bruta; certo,aiuta,ma un quadrello di balestra scagliato da una collina,ben piazzato,supera ogni resistenza fisica,mi creda" alludendo alla tattica e alla.strategia

"Non per essere venale,conte,ma a quanto ammonterebbe questa ricompensa?"

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Inviato

Berengario aggrotta le sopracciglia e borbotta qualcosa tra se e se, valutando quale cifra offrirvi come ricompensa. "Immagino che 75 monete d'oro a testa possano bastare!" dice poi, allargando le braccia "Come già detto sono tempi bui e il contado, con la sua popolazione, stanno affrontando una situazione difficile.." aggiunge poi, fissandovi uno a uno con l'accenno di un sorriso sardonico stampato sul volto.

"Ad ogni modo. Tali criminali sono esseri abietti, che si approfittano di persone già in difficoltà, aggiungendo sofferenza a sofferenza. Se i Visconti non sono in grado di gestire la situazione, è necessario che qualcuno faccia qualcosa. E' pertanto mia premura, a tutela delle bravi genti del contado, che simili comportamenti vengano scoraggiati. I colpevoli devono pagare in modo esemplare. Voglio che me li riportiate morti e che diate fuoco al loro covo in modo da mandare un messaggio ben preciso: Berengario Castiglioni non lascia sole le sue genti! Fa quel che deve per proteggerle e tutelarle." mentre parla guarda principalmente l'enorme guerriero nordico, confidando nella sua brutalità.

Dopo un attimo di pausa aggiunge: "Ora, se vorrete scusare un vecchio, vorrei ritirarmi per riposare.. Il capitano Umberto Galli sarà ben lieto di dirvi tutto quello che c'è da sapere."

Detto questo il conte si congeda ed esce dalla stanza, accompagnato da un paio di guardie. L'uomo meglio corazzato invece resta e si fa avanti. E' molto alto, fisico robusto, capelli corti rasati e una cicatrice sul mento.

"Vi ringrazio per essere accorsi alla richiesta d'aiuto del nostro signore" esordisce con voce dura "Come già accennato dal conte, sono stato obbligato a inviare molti dei miei uomini a combattere le guerre dei Visconti contro Firenze, pertanto non riesco a gestire personalmente il problema brigantaggio. Non sappiamo molto di dove si siano accampati. Quello che posso dirvi è che nei giorni scorsi ci sono stati tre attacchi più efferati: uno nei dintorni del villaggio di Carnago e due vicini a Castronno. Pare non ci siano state vittime, ma la gente è spaventata. Se vorrete recarvi in loco, sono sicuro potrete recuperare maggiori informazioni dalle persone realmente coinvolte."

A TUTTI

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Ripropongo la mappa locale del contado.

@Dmitrij

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Sai bene che è in atto uno scontro politico e di influenza tra il Sacro Romano Impero (e quindi il Barbarossa) ed il Vaticano per decidere quale dei due poteri sia la guida morale, spirituale e temporale dell'intera cristianità. Tale scontro di poteri sta dietro a molte delle guerre avvenute nella penisola italica nell'ultimo secolo. I vari signori si schierano infatti o a favore dell'imperatore (ghibellini) o a favore del papato (guelfi). Da quello che sei la famiglia Visconti fa parte dei Ghibellini.

 

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