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Inviata

UN GENOCIDIO dimenticato e taciuto è quello del popolo armeno ad opera dei nazionalisti turchi nel 1915, con l'Italia che entrava in guerra e l'attenzione mondiale distolta su tutt' altre questioni. A lungo non se ne è parlato affatto (il Trattato di Losanna del 1923 non arriva neppure a nominare gli armeni) e se ne comincia a parlare ora, sempre più insistentemente, anche per l'ormai imminente ingresso della Turchia in Europa. Anche al cinema, prima con Ararat di Atom Egoyan e quindi con Viaggio in Armenia di Robert Guédiguian. Tra i documenti di questa strage che costò forse due milioni di vittime, c'è l'epos familiare la masseria delle allodole, scritto dalla studiosa di letteratura italiana d'ascendenza armena Antonia Arslan come un doveroso tributo alle sue origini cancellate dalla storia. A questo romanzo di successo e molto commovente si sono ispirati Paolo e Vittorio Taviani per un film che mette in primo piano il compito di non dimenticare e dunque con una forte spinta morale e ideale. In questo c'è una continuità innegabile rispetto alloro cinema di sempre, cinema d'impegno e di idee che cerca di tradurre in immagini la lotta dell'uomo per la dignità, la libertà, l'uguaglianza, il diritto. Tutto questo basterebbe a rendere la masseria delle allodole, che a Berlino ha trovato spazio tra i fuori concorso e ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro, un film degno di attenzione e anche per certi versi indispensabile.

Siamo in Anatolia, come si diceva nel 1915, nell'atmosfera idilliaca di una nobile e grande famiglia, gli Avakian, che ha appena perduto il suo patriarca. AI funerale partecipa tutto il villaggio, armeni e turchi, e tra questi alcuni ufficiali dell'esercito che sono amici di famiglia, anzi uno di loro (Alessandro Preziosi) è innamorato della graziosa Nunik (Paz Vega). Ma il partito dei Giovani Turchi sta già complottando l' eccidio. Tutti i maschi, adulti, bambini e persino lattanti saranno massacrati, i beni e le proprietà confiscate, le donne deportate, condotte a piedi verso il deserto, destinate a morire d'inedia e sfinimento. Come in una tragedia elisabettiana vediamo dunque la testa mozzata di un uomo che cade in grembo all'adorata moglie, mentre fuori campo un medico viene evirato e i cadaveri si accumulano nel cortile della fattoria delle allodole, dove i soldati sono stati condotti da un mendicante (Mohammed Bakri) che ha tradito i suoi benefattori di sempre. Figura di traditore pentito che ai Taviani è molto piaciuta, evocando spunti simili del loro cinema passato e su cui forse avrebbero potuto soffermarsi maggiormente, perché nella ridda di personaggi affidati ad attori di primo piano (internazionale come nelle grandi coproduzioni) il film perde in parte la forza che il tema avrebbe consentito e può risultare, come è stato abbondantemente scritto, televisivo. Non mancano tuttavia le grandi emozioni, come la duplice storia d'amore di Nunik che si presta a una lettura di classe: mentre l'ufficiale turco finisce per abbandonarla al suo destino, il proletario zaptier (Moritz Bleibtreu) mantiene la promessa che le ha fatto e sfida il suo popolo, testimoniando in un tribunale militare contro il crimine che lui stesso ha commesso.

CRISTIANA PATERNÒ

Un film assolutamente da vedere. Un film che andrebbe fatto vedere nelle scuole.

Come brevemente citato nell'articolo, il film che prende spunto dall'omonimo libro assume il ruolo di una piccola finestra su una tragedia vergognosamente oscurata, dimenticata e infangata dalla storia insegnata nelle scuole.

Il Genocidio Armeno, o Medz Yeghern (Grande Male in armeno), attuato metodicamente dai turchi a partire dal 1915, è infatti poco più che una pagina sbiadita nell'opinione pubblica. Ricordo perfettamente che nel mio libro delle superiori, se ne parlava in un breve stralcio e per di più in una pagina di approfondimenti.

La maggior parte dei ragazzi con cui ho avuto modo di parlarne, ignorano del tutto questa tragedia.

La cosa strana è che è citata in un manuale di gdr (Vampiri, clan book Tzimische), mentre spesso è dimenticata dai libri di storia.

Il film parla delle vicende di una delle tante famiglie armene che viveva in Turchia. E in trasparenza quindi delle vicende di quella piccola comunità, poche decine degli oltre 2 milioni di morti nell'eccidio.

In qualche scena si mostrano scene di torture e uccisioni cruente, decapitazioni, roghi, crocifissioni.

Ho avuto modo di raccogliere testimonianze dirette di alcuni dei pochi superstiti, e posso confermare che veramente tutto ciò è accaduto.

Anzi, mio nonno mi parlava di rudimentali camere a gas. E tutto questo una trentina d'anni prima del nazismo.

Il film si conclude con una frase:

"alla fine i processi furono sospesi e il popolo armeno aspetta ancora giustizia"

E' una cosa che dovrebbe far riflettere. I processi a cui si riferisce sono processi per crimini di guerra, caduti nel nulla e con quasi nessuna condanna.

2 milioni e più di armeni sono stati trucidati senza alcuna pietà. I superstiti hanno vissuto una diaspora, disperdendosi nel mondo e perdendo beni, propietà e dignità.

In questi giorni si parla della turchia in Europa. E la turchia (la lettera minuscola non è una svista) non ha mai riconosciuto lo sterminio. Non ci sono mai state scuse, mea culpa, processi, giustizia.

Il 27 gennaio di ogni anno, tutti noi, armeni compresi, piangiamo la Shoah e la tragedia dei campi di concentramento, ma non c'è una giornata per la memoria dell'eccidio del popolo armeno.

Tutto questo mi fa pensare come al giorno d'oggi anche la memoria, la compassione, il rispetto dei basilari diritti umani e la dignità, fuori da meccanismi politici, non hanno alcun valore.

C'è solo da agurarsi che film come questo (che non giudico da un punto di vista tecnico, perchè onestamente ci ho fatto poco caso, ero troppo coinvolto emotivamente) riesca a smuovere un pò le coscienze.

La speranza è che si apra un dibattito a livello internazionale che riconosca pari rispetto a tutte le tragedie, che restituisca la dignità ad un popolo che ha sofferto in modo indicibile.

http://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno (ma vi consiglio di approfondire quello scritto su Wiki)


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Principali partecipanti

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Inviato

Sapendo che da tempo ormai questo film è "finito", quando deve uscire? Perchè se ricordo bene 1 mese fa già se ne parlava...

p..: non vorrei essere bananto x aver parlato di politica qua dentro, ma ricordiamoci che l'intenzione odierna è quella di "traghettare" i figli degli assassini che hanno fatto il genocidio in Europa, tacendo quindi quello che i loro padri hanno fatto... E poi dicono che c'è qualcuno che non li vuole!!!

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Io devo ancora andare a vedere il film, ma ho letto il libro di Antonia Arlan e sono rimasto veramente colpito da come viene descritto il genocidio. Pare impossibile che un simile crimine si sia potuto svolgere all'oscuro di molte persone... Consiglio vivamente di leggere il libro, si dice che i testi scritti rendano molto più rispetto ai film.

Inviato

non si è affatto svolto all'oscuro, ma è stato conveniente celarlo.

Oggi ancora di più, dal dopo guerra in poi è sempre stato più comodo e politicamente conveniente far finta di niente

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