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Reikland Tales

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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

Mannslieb splendeva alta nel cielo estivo illuminando con la sua luce bianca l'antico ponte sul Teufel: costruito dai nani molti secoli prima, come testimoniavano i grandi volti dei figli di Grugni impressi in bassorilievo sulle colonne portanti del ponte stesso, rendeva la città punto focale delle comunicazioni via terra dell'Impero
Era infatti posta sulla strada che, seguendo il profilo delle Gray Mountains, da Bögenhafen portava a Nuln, e presidiava il Gray Lady Pass verso Bretonia e verso Karak Azgaraz.
La sua importanza era anche rimarcata dal fatto di essere la sede del Lector del Reikland.

La sala comune della der rote Mond era fumosa e scura, e odorava di una misto di pesce, fumo e birra acida. 
Il bancone era poco più di una tavola e gli arredi erano squallidi. Contro una parete vi erano una serie di piccole stanze accoglienti, molte con tende di lino stropicciato per permettere a chi vi fosse di poter trattare i propri affari in privato. Una miriade di candele e lampade a olio illuminavano la stanza, mentre le finestre piccole e sporche offrivano pochissima illuminazione dall'esterno

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@all

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Post di introduzione. Aspettate a postare il mio prossimo post

 

Modificato da AndreaP
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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

I cinque amici si erano accomodati proprio in una di queste piccole sale. Avevano raggiunto la locanda attirati da una voce che girava nel mercato: pareva che un uomo facoltoso stesse cercando persone intrepide e fidate per un ingaggio che richiedeva discrezione e coraggio; la paga promessa era buona - 6 Scellini al giorno più vitto e alloggio.

Giunti nella sala grande erano stati subito indirizzati dal padrone ad un tavolo riservato dove, a quanto diceva, sarebbero stati presto raggiunti dal Herr Hendrick, l'uomo da contattare per questa occupazione.
 

  • 2 settimane dopo...
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Kurt Pilger

Kurt si guardava intorno, un po' per curiosità, un po' per abitudine. Il suo essere seduto a quel tavolo era più un favore personale ad una famiglia importante, che una vocazione reale. 

Certo, i soldi facevano gola, ma Kurt sapeva già molto bene che la grana "facile" spesso comportava dei guai. Guai con venti centimetri di acciaio scadente in mano, la maggior parte delle volte. Non che questo lo preoccupasse più di tanto: l'abitudine a sfondare mascelle e spaccare nasi di poveri idioti dai nervi troppo tesi era ormai talmente tanto parte di lui, che ci sarebbe voluto una minaccia diversa da quella rappresentata da un qualche buono a nulla locale per impensierirlo. No, il problema era la testa del ragazzo. 

Il ragazzo era a posto, sveglio e desideroso di imparare. Bella parlantina. Se la sapeva già cavare, per la strada. Ma non necessariamente in una rissa. O in un caro, vecchio agguato all'antica. 

Kurt si scrocchiò istintivamente le falangi e soppresse un ghigno. La strada non smetteva mai di insegnare, nemmeno ad un bastardo figlio di vacca come lui. 

È solo che tende ad essere più generosa, la strada, con tipi come Kurt. Un mezzo gigante, imponente, con un torso gonfio e braccia non enormi, ma lunghe, agili e sempre pronte, Kurt non si poteva dire un brutto uomo, dietro quella faccia da pendaglio da forca: certo, lo aiutavano gli occhi chiari ed i capelli con quello strano riflesso, un po' rosso scuro... Ma, a suo modo, lo aiutava anche quell'atteggiamento da bullo a tutti i costi. Simpatico non lo era nemmeno per errore, comunque. 

La simpatia è inutile, quando insulti gli sconosciuti per denaro e pesti a sangue la gente per lavoro. 

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Bernardo Andolini

Quando gli ordini arrivavano dal padre o peggio ancora dal nonno c era poco da stare a lamentarsi o fare troppe domande.

La famiglia Andolini era arrivata dove era arrivata grazie ad una fitta rete di favori fatti , misti ad una buona dose di minacce e non avrebbe certo fatto eccezione questa volta, considerata la ghiotta occasione che gli si era presentata.

La prima cosa che gli era stata insegnata era che si otteneva di piu' con una parola buona ed una spada in pugno che soltanto con una parola buona  ed il giovane Bernardo quella lezione l aveva appresa molto bene al punto che presto furono costretti ad affibiargli un "buon amico" cosi da tenerlo sott occhio e frenarne gli eccessi di entusiasmo all abbisogna.

E dopo un primo periodo passato ad annusarsi ed abbaiarsi a vicenda alla fine Kurt era diventato la cosa che piu' si avvicinava ad un buon amico.

Piu' volte quel bestione l aveva tirato fuori dai guai non risparmindogli poi sonori ceffoni quando si rendeva conto che i guai erano dovutia alla sua voglia di strafare, ma altrettante volte insieme avevano portato a termine buoni lavori riuscendo ad allargare l influenza della famiglia in citta'.

La taverna che gli era stata indicata come luogo dell incontro era la classica topaia di periferia, il primo posto dove una guardia non corrotta andrebbe a mettere il naso...se solo esistessero ancora guardie non corrotte.

Il giovane tileano vi entro' con la solita faccia da sbruffone che contraddistingue chi ha troppe poche primavere sulle spalle e troppi pollici spezzati sulla coscienza, con l andatura altezzosa tipica del padrone di casa raggiunse il tavolo che gli era stato indicato come quello riservato a quell incontro.

 

Modificato da Pentolino
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Yenlui Sarathai

 

Si era solamente affacciato a quella topaia che la suola della scarpa si era subito appiccicata al pavimento lercio. Con un gesto stizzito si guardò ancora attorno "Chiamatemi quando arriva se non lo noterò io stesso." disse a uno a caso di quel raffazzonato gruppo di buoni a nulla. Anche lui, l'altro Asur. Ancora non lo aveva bene inquadrato, forse a causa della sua amnesia. Parlava in perfetto imperiale ma il suo accento lo rendeva elegante quasi quanto la lingua parlata in Bretonnia, almeno nel suono. Rimase fuori, deciso a calpestare quella letamaio solo se necessario.

Il cappuccio era basso, l'ombra ne copriva quasi del tutto il volto. La forma delle orecchie si confondeva con la sagoma della capigliatura raccolta. Ma gli altri avevano già visto i suoi occhi gelidi, blu con venature violacee, del colore di una fiamma che solo sui tavoli degli alchimisti si può vedere. I capelli erano biondi ma così chiari da avere riflessi argentati. Non aveva mai sorriso o mai si era fatto cogliere in un accenno di debolezza o soddisfazione da quando aveva condiviso il suo tempo con loro. Eppure mai si era dimostrata una... creatura maliziosa. Alto, snello, elegante. Per quanto volesse nascondere il suo volto, era troppo evidente non fosse un umano. E se i più ottusi non potevano notarlo già così, c'era il suo bastone a sottolinearlo. Il legno era pallido, intagliato e decorato come solo ad Ulthuan poteva essere fatto.

Non aveva detto nulla di lui. Solo il nome, Yenlui Sarathai. Né perché si era unito a loro. Lo scopo però era comune, questo non poteva essere negato.

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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

@Yenlui

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Dalla finestra sporca di grasso l'asur vide muoversi la tenda della piccola sala dove sapeva che avrebbero incontrato il loro datore di lavoro. Un ometto di di bassa statura stava entrando: da quella posizione non riusciva a vedere altro ne a capire se fosse un altro dei candidati a quel lavoro o bensì proprio la persona che stavano attendendo.

@Nella taverna

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La tenda che separava la piccola stanza dalla grande sala della rote Mond si aprì ed entrò un uomo di statura bassa di circa trentacinque anni con un viso profondamente rigato da rughe  e capelli corti e brizzolati. Era vestito con abiti pratici, quasi servili. Guardò i due presenti con fare irritato dicendo "Siete solo in due?" per poi sedersi. Aveva la mano destra avvolta con una benda; nella sinistra teneva un bicchiere di vino
"Sono Vern Hendrick, servitore di sua signoria Elder Aschaffenberg. Penso che aspetteremo, sperando che arrivi qualcun altro. Aspetteremo in silenzio" aggiunse

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Bernardo Andolini

- nella taverna

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Il ragazzo era impaziente e presuntuoso di natura, quel saluto carico di aspettative mancate non gli piacque nemmeno un po', l ometto avrebbe dovuto gioire del fatto che due tipi in gamba come lui e Kurt si fossero presentati e non lamentarsi del fatto che ci fossero solo loro.

"Se stavi cercando una folla avresti dovuto andare in chiesa vecchio!"

rispose infastidito

"Il nostro tempo e' denaro, non ho intenzione di passare il giorno ad aspettare in silenzio!"  

 

 

Modificato da Pentolino
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Kurt Pilger

Dentro

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Kurt guardò il ragazzo, sopprimendo un ghigno divertito e sarcastico. Poi si limitò a dire: "Suvvia, ragazzo. Chi paga bene ha sempre ragione. Almeno finché non mi fa arrabbiare. Allora dopo non ha più ragione. 

Ma per adesso, nessuno mi ha fatto arrabbiare".

 

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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

@Yenlui

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Un garzone uscì nella calda serata e si avvicinò all'Asur  "Mi manda il padrone" disse "penso che il suo ospite sia arrivato"

Poi senza aggiungere altro rientrò

 

 

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Thomas “30 Denari” Münster

Passeggio rapido verso la locanda, il ritardo non è grave e poi chi se be importa. Gli stivali affondano nelle pozzanghere che odorano di putridume, l’olezzo che accompagna ogni vicolo di questa città. Buoni stivali in ogni caso, il piede rimane asciutto. Sopra dei pantaloni di tela grossa dal colore verde slavato si intravede un laccio di cuoio che funge da cintura da cui penzola un sacchetto e ad ogni passo un sordo tintinnare metallico lo accompagna. Un pastrano marrone, sgualcito, dell’odore del cuoio e della pioggia, copre una blusa e la figura che arriva di fronte alla locanda.

Appena entro mi tolgo il cappuccio lasciando liberi dei cappelli arruffati neri ed una barba di una settimana che avvolge il viso su cui spicca un naso aquilono e occhi verde marcio.

Mi avvicino al bancone e con voce calma chiedo semplicemente

Cerco Herr Kendrick

Sulla faccia un sorriso accennato mentre una mano giocherella con una moneta bucata tenuta al collo da un laccio di pelle. La moneta è vecchia, oramai senza quasi incisioni e completamente liscia. Ci sono solo dei piccoli segni che forse un tempo erano scritte. Una lingua strana. 30 Denari passo sopra quei segni col pollice della mano sinistra mentre il sorriso divenne sardonico.

” ... omnia sunt communia ... tutto è di tutti ... arriverà il regno dei folli ... “

 

Modificato da OcramGandish
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Yenlui

Non era certo fosse l'uomo che aspettavano, rimase quindi sulle sue fino a quando non uscì il garzone a riferire quel che in realtà non sperava.
Sbuffò e ovviamente non gli lasciò nemmeno uno scellino.

Come mise piede all'interno della taverna si sistemò i capelli sotto al cappuccio scoprendo leggermente gli occhi. Non aveva alcuna difficoltà con quella luce ma ugualmente non voleva perdersi gli sguardi curiosi su di lui. Ad ogni passo gli stivali calpestavano birra appiccicosa ormai asciutta versata a terra da qualche maleducato avventore.
Fu superato da un tizio poco raccomandabile che chiese informazioni riguardo lo stesso uomo che anche loro cercavano.

Alcuni uomini iniziarono a intonare in maniera soffusa e poi sempre più rumorosamente una qualche sorta di canzoncina piena di parole sconce e ridicole metafore. Fastidiosi. Ancora di più quando con boccali e posate decisero di darsi il tempo per quelle infantili strofe.

Scostò la tenda e si ritrovò di fronte l'ometto.

Strana atmosfera, erano tutti in silenzio. Individuò una sedia vuota e ci si sedette.

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Bernardo Andolini

- interno taverna

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Sbuffo' alla risposta dell amico, come sempre Kurt aveva ragione ma la sua testa dura gli impediva di ammetterlo. Bevve un altro sorso battendo rumorosamente e di proposito il boccale sul tavolaccio in un tentativo infantile di mostrare malumore ed impazienza.

Quando la tenda si apri rivelando quella strana figura incappucciata subito noto' i tratti alieni illuminati dalla luce delle lanterne.

Mai fare affari con un elfo...diceva sempre suo padre, ma mai essere tanto stupidi da dirglielo in faccia a brutto muso, era solito fargli eco subito dopo suo nonno.

Una strana sensazione gli strinse lo stomaco, aveva gia' visto elfi in passato ma quello appena entrato aveva un portamento ed uno sguardo che erano un misto di sicurezza e determinazione.

Si sedette senza dire una parola, in un altra occasione e con un altro interlocutore, il giovane tagliagole avrebbe apostrofato quel gesto con parole adeguate ma quella volta, come un cane impaziente di abbaiare ma troppo intimidito dal farlo, decise di guardare altrove.

 

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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

L'ingresso dell'elfo fu seguito da quello di un giovane umano. Nella stanza intorno al tavolo vi erano già seduti due altri uomini oltre a quello che doveva essere l'ospite che li aveva invitati: era un uomo di statura bassa di circa trentacinque anni con un viso profondamente rigato da rughe  e capelli corti e brizzolati, ed indossava abiti pratici, quasi servili. 

"Bene eccovi, chiudete la tenda" disse l'uomo "Sono Vern Hendrick, servitore di sua signoria Elder Aschaffenberg, e sono qui per assumervi per questo compito, se riterrò che siate adatti. Per prima cosa vorrei sapere chi siete e cosa fate" aggiunse secco.

Modificato da AndreaP
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Bernando Andolini

Quando la tenda si apri di nuovo rivelando la figura di Don Tomas il ragazzo sorrise. Non sapeva per quale motivo si trovasse li e non sapeva in quale tipo di incarico stava per invischiarsi ma sapere che lo avrebbe fatto con due figli di buona donna come Kurt e Tomas accanto lo mise di buon umore.

Il prete era uno che sapeva stare al mondo, piu' di una volta si era dimostrato un ottimo indicatore dell umore della gente e piu' di una volta aveva agito in modo da proteggere la famiglia quando la guardia cittadina era arrivata a fare domande scomode.

Da parte loro, la famiglia Andolini non si scordava mai di ringraziare gli amici, specie se questi amici portavano con loro la benevolenza del dio dei dritti, e versava regolarmente generose donazioni.  

"Sono Bernardo Andolini, aiuto la mia famiglia a mandare avanti la nostra bottega"

disse senza stare ad aggiungere troppi dettagli

Modificato da Pentolino
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Kurt Pilger

"Il mio nome è Kurt Pilger, signore. E per lavoro tengo pulite le strade dagli stolti con la lingua troppo lunga e la mano della spada troppo scarsa"", disse il provocatore, giocherellando col suo pugnale, non un accenno di emozione nella voce stranamente monocorde. 

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30 Denari

Mi accomodo all’interno e vedereBernardo mi rassicura. La famiglia Andolini meritava rispetto per le sue donazioni. Dopo le presentazioni mi rivolgo a Her Kendrick

Sono Tomas Münster e sono un seguace del Dio delle truffe, dei raggiri e del gioco d’azzardo e direi che mi manda Lui qui, a costo di essere blasfemo...

Ridacchio mentre agito il sacchetto che tintinna metallico

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Aubentag 26 Sigmarzeit 2511 - Sera [Qualche nube]

Herr Hendrick si fermò un momento a guardare l'elfo alto che non si era ancora presentato. "Beh una strana compagnia. Abbiamo anche un elfo muto qui." disse "in ogni caso, sto cercando un gruppo di persone  per conto del mio Signore per un incarico che richiede discrezione e capacità. Il mio Signore ha da poco acquisito una nuova residenza e pensa che possa esserci una qualche forma di indolenza o peggio ribellione fra i lavoratori che vi ha trovato. Per ciò vorrebbe assoldare qualcuno che indaghi e scopra se è vero: all'apparenza vi recherete lì per trasportare alcuni beni che deve trasferirvi, ma in realtà dovrete spiare le persone che vi si trovano, capire se vi sia qualche insubordinazione e riportare tutto a Lord Aschaffenberg." Si fermò quindi attendendo la reazione degli amici 

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Kurt Pilger

"Quindi, mi pare di capire che non dovremo anche ricondurli a più miti consigli?", chiese Kurt, il volto che lasciava trasparire una certa delusione. 

"Ma una volta arrivati lì col carico, quale sarà la scusa per il fatto che ci fermiamo? Se è gente organizzata, tanto per dire, difficilmente si fideranno di quattro sconosciuti alle dipendenze del padrone. Se poi c'è pure in mezzo un... Elfo... senza lingua...", aggiunse il provocatore, squadrando ľAsur.

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Inviato

Bernardo Andolini

Maledetti elfi, penso' tra se e se, lo conosceva da pochi minuti ma gia' sapeva che quel damerino si sarebbe trasformato presto in un grosso rompipaxxe.

La descrizione dell incarico gli piacque ancora meno, fare la spia era una delle colpe peggiori di cui ci si potesse macchiare nel mondo del crimine, persino tra gente come lui c era onore, un onore diverso da quello degli orcchie a punta o dei cavalieri bardati ma pur sempre onore.

Daltrocanto pero', se la famiglia aveva interessi a mettere il naso in quella storia ci doveva essere un motivo preciso.

"Di che genere di lavoratori parliamo? che tipo di residenza ha acquistato il tuo signore?"

Un conto era trattare con dei contadini analfabeti un altro con mercenari organizzati

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