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Inviato

Riverwind (umano barbaro/ranger) 

L'uomo non ebbe nulla in contrario oltre a trovare sensato che l elfo di nobile stirpe si mettesse in testa al gruppo a guidarli nel regno suo e del suo popolo, decise quindi di mettersi in coda s chiudere il gruppo e controllare le retrovie affinché non vi fossero pericoli a seguirli. 


Inviato

Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Alba [Vento]

Guidati da Gilthanas i compagni iniziarono una marcia attraverso la foresta foresta di Qualinesti.

Questa pareva selvaggia ed inabitata, tuttavia non trasmetteva un'aria inospitale ma pareva abbracciare gli amici che vi penetravano quasi aprendosi per farli passare attraverso colline o lungo ruscelli, tanto da non capire se fosse Gilthanas a condurli o 
la natura stessa a guidarli

Infine, mentre attraversavano una radura, improvvisamente intuirono un movimento e degli arcieri elfi comparvero sugli alberi con archi spianti

Un guerriero alto e di aspetto avvenente si sporse fra di loro e iniziò a parlare in elfico

@Chi capisce l'elfico

Spoiler

"Ben ritrovato Gilthanas. Temevamo di averti perso" poi guardò il gruppo e aggiunse "Cosa ci fai circondato da umani?" con fare stupito

"Sono amici Porthios" rispose Gilthanas "E tra loro c'è anche Thantalas. Portios devo parlare al più presto con lo Speaker of the Sun. Ho importanti notizie"

"E vuoi porterà tutti loro a Qualinost?" chiese stupito

"Sì loro devono incontrarlo" rispose Gilthanas

@Tanis

Spoiler

Tanis riconobbe subito l'elfo. Era Porthios, figlio maggiore di Solostran lo Speaker of the Sun, e fratello di Gilthanas. Tanis era cresciuto con loro e con loro sorella Laurana.  Porthios aveva sempre appoggiato l'idea isolazionista degli elfi verso le altre razze.

@all

Spoiler


Spoiler

Rieccomi: scusate ma il we è stato abbastanza complesso. Ora riprendo on regolarità

Questo post l'avevo fatto domenica... ma non mi ero accorto che DL non l'avesse pubblicato. Scusate.

 

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Inviato

Tass

Sconsolato il kender passò il resto del viaggio cercando di appuntare il percorso su di un foglio pulito e, più di una volta, il solido Flint fu costretto a prenderlo per la collottola e rimetterlo sul sentiero.

Il bosco elfico era poi quanto di più sfuggente gli fosse mai capitato di cartografare e, dopo la ricomparsa a sorpresa dell'ennesimo punto di riferimento, Tass decise di rinunciare.

Inviato

Caramon

Al mattino il guerriero si svegliò asciutto e riposato e piuttosto di buon umore al contrario del gemello. Non che fosse una novità ma la sua gola e il suo naso segnalavano senza ombra di dubbio che il suo fisico aveva mal sopportato la fredda notte in foresta.

Preparò ciò che gli venne chiesto e subito dopo si mise in marcia assieme agli altri senza fiatare. Teneva gli occhi sull'elfo che stava facendo loro da guida fino a quando non furono sorpresi dalle guardie di confine di Qualinesti.
Non si aspettava nulla di meno dagli elfi, silenti e diffidenti come sempre.

Inviato

Riverwind (umano barbaro/ranger) 

Si dispiacque per le condizioni di Goldmoon, durante la notte aveva cercato di scaldarla e ripararla con il calore del proprio corpo, ma ciò non era servito ad evitarle di prendersi un raffreddore il mattino successivo. Durante il viaggio, Riverwind controllò di tanto che la situazione non peggiorasse, ma per fortuna sembrava solo una cosa leggera e passeggera, sarebbe stata presto meglio. 

Muoversi in quella foresta invece sembrava letteralmente un incubo, più vi si inoltrava e più percepiva qualcosa di anomalo, innaturale o forse più probabilmente magico. Il suo senso dell'orientamento confuso e non riusciva proprio a ritrovarsi di fronte ai segnali che percepiva dal mondo circostante e dalla posizione del sole rispetto magari alla direzione che la loro guida elfica prendeva. Notò che questa sensazione lo accomuna anche al kender che sembrava molto in difficoltà, corruciato e confuso, mentre cercava di stendere su un foglio una mappa del territorio e del loro percorso. 

Riverwind ed il gruppo giunsero infine in un punto dove vennero circondati da Elfi che puntarono loro contro degli archi, mentre uno di loro iniziò a parlare con Gilthanas nella loro lingua. La cosa non mi piaceva affatto, ma non mi sentivo in pericolo immediato, quindi rimasi almo e lasciai che la nostra guida parlasse per noi e di permettesse il via libera grazie anche al suo rango. 

Inviato (modificato)

Goldmoon

La donna sorrise distratta a Riverwind. Non era nulla di grave, un raffreddamento da nulla. Ma era distratta dai dubbi e dalle perplessità che i suoi nuovi poteri portavano.

Quando finalmente giunsero dagli Elfi, riuscì a capire buona parte del loro discorso. Sottovoce, disse a Riverwind, vedendolo sospettoso:

"Ci stanno presentando, e a quanto pare gli elfi non sono proprio entusiasti della presenza di non elfi qui..."

Modificato da L_Oscuro
Inviato

Riverwind (umano barbaro/ranger)

"Immaginavo, avere delle frecce puntate contro è un linguaggio che capisco anche io." dico restando preoccupato, per poi aggiungere "E' come sta andando? Si mette male secondo te?"

Inviato

Raistlin

Il viaggio vero Qualinesti non fu certo facile per il giovane mago che però non si lamentò neanche una volta, cercando di tenere il passo con i compagni nonostante non respirasse molto bene a causa del raffreddore che si era preso il giorno precedente.

Quando, all'improvviso, spuntarono fuori gli elfi con gli archi spianati, Raistlin era pronto ad usare un suo incanto per svanire alla vista ma le parole del nobile elfo lo bloccarono; al che si limitò ad osservare il cerchio dei guerrieri che gli archi in pugno in silenzio

Inviato

Tanis

Il mezz'elfo avanzò di qualche passo fino ad affiancarsi a Gilthanas.

elfico

Spoiler

Salute a te Porthios. E' un piacere vederti in ottima salute e con te gli elfi di Qualinesti. Abbiamo fatto un viaggio davvero lungo, per arrivare qui, e non privo di minacce e dolori. Tutti noi ti saremo grati se potremo godere di un po' di riposo e cibo. Immagino avrai molte domande, specialmente per i compagni che viaggiano con me e Gilthanas. Risponderemo ad ogni curiosità, naturalmente. Siamo corsi sulle ali del vento per poter parlare con il Portavoce.

Avrebbe di gran lunga preferito usare la lingua comune, in segno di rispetto verso tutti, ma sentiva che la lingua degli elfi avrebbe aperto più forte e confidò in cuor suo che i suoi compari gli perdonassero la scortesia in nome del pragmatismo.

Inviato

Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Pomeriggio [Vento]

L'elfo si fermò ad osservare Gilthanas e Tanis poi rispose, sempre parlando in elfico

@Chi comprende l'elfico

Spoiler

 

"Va bene" disse "vi condurrò da mio padre. Ma loro verranno scortati e non permetterò che si aggirino per Qualinesti a piacimento"

"Estendo l'ospitalità di Qualinesti agli umani nel tempo del bisogno, ma non permetterò che i confini di Qualinesti divenga meno sicuri"


 

Scortati dagli elfi la compagnia si rimise in viaggio attraverso i boschi di pini. Presto si udì un rumore di tuono in lontananza: la fonte del suono era l'acqua che precipitava dall'alto di una gigantesca cascata. Il percorso era bloccato da una massiccia scogliera di granito scuro con i pini che si fermavano alla base du questa: la parete di pietra era alta centinaia di metri.

Gli elfi si infilarono alla base della cascata nel punto dove l'acqua formava un grosso stagno che defluiva poi in un torrente. Sotto di questa vi era, nascosta dalle pietre, una caverna da dove partiva una ripida scalinata intagliata nella roccia salendo a spirale verso l'alto, illuminata dalla luce che penetrava attraverso la cascata.
Salito l'enorme dislivello, i compagni giunsero su un altipiano ricoperto da pioppi dal tronco di un lucente bianco avorio. L'aria era molto più fresca. Un sentiero di aghi di pino era tracciato fra le piante e venne imboccato dalla loro guida.

Il tramonto era vicino quando il sentiero terminò improvvisamente di fronte ad una spaccatura del terreno ampia più di trenta metri: da sotto saliva una nebbia ad indicare che acque veloci scorressero sul fondo. Era il confine di e Qualinost, la capitale di Qualinesti

Una passerella sospesa fatta di corde permetteva di attraversare il crepaccio, verso una sottile torre che spuntavano sull'altro lato.
Questa era una delle quattro torri sottili argentee che segnavano gli angoli della città, dalla piana quadrata, ed erano collegate fra di loro da una catena di archetti.

Gilthanas disse ai compagni in linguaggio comune "Qualinost è protetta da tutti i lati da tali ostacoli naturali. Eppure temo che anche questi saranno di poco aiuto contro le Dragonarmies. "


Attraversato il ponte i compagni videro che oltre gli archi la foresta era segnata da ampie strade lastricate in quarzo che tagliavano armonicamente il bosco permettendo alla luce di penetrare. La maggior parte degli edifici era alta e snelle e fatta in quarzo con incisioni in oro e argento che richiamavano nel disegno i pioppi che costituivano questa parte di foresta, mescolandosi armonicamente con essi

Una torre più alta dorata dominava la vista riflettendo il sole e creando giochi luce che parevano far muovere le strutture. Doveva essere la Torre del Sole, dove risedeva lo Speaker of the Sun. Porthios li stava conducendo lì

Intorno l'attività degli elfi era frenetica e si contrapponeva in maniera evidente alla ieraticità delle strutture.. Adulti e bambini portavano involti verso la torre centrale o tornavano verso casa. Elfi armati di archi erano ovunque.

@all

 

Inviato

Flint

Al nano l'accoglienza fredda e sospettosa degli elfi parve naturale. Non ci si poteva aspettare nient'altro da un popolo come quello, che se ne stava comodamente appollaiato sugli alberi a vedere crepare il resto del mondo. Tranne poche eccezioni, questo andava riconosciuto, altrimenti un tipo a posto come Tanis non sarebbe mai nato. Ma sicuramente non c'erano eccezioni fra quelli che gli avevano puntato gli archi contro.

Non comprese un bel niente di quel che si erano detti, ma di fatto erano infine passati. Per giunta, non parevano diretti sotto scorta verso le prigioni, quindi tutto sommato poteva essere considerata una vittoria. Flint si rilasso', ma duro' poco.

La vista dell'imponente cascata, l'idea di dovervi passare dentro, sebbene protetto dalla roccia che tuttavia quell'acqua incessantemente sgretolava, e poi quell'instabile ponte da oltrepassare su vapori che nascondevano acque vorticose. Tutto complottava a farlo sentire quantomeno irrequieto e si stava convincendo che quei 'figli-di-elfi' lo stessero facendo apposta. 

Erano comunque arrivati, e si fece forza per non dare la soddisfazione ai loro ospiti di vederlo in ambasce. Fece una smorfia solo guardando tutta l'ariosita' di quelle costruzioni. Era evidente non fosse 'roba-da-nani', e la cosa per lui era ovviamente negativa. Inconcepibili poi quelle arcate da torre a torre. Servivano forse da recinzione per tenere lontano mucche giganti? Perche' proprio altro scopo non riusciva ad intravvedervi.

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Inviato

Tass

Il kender non riusciva a stare fermo e correva di qua' e di là nel difficile tentativo di non perdersi nulla.

Il suo allegro schiamazzare e scherzare mentre passavano attraverso la cascata aveva  infradiciato profondamente più di un compagno mentre le sue continue chiacchiere non davano tregua; ma chi stava subendo il trattamento peggiore era Flint. Tasselhoff non si capacitava del suo atteggiamento così serioso e cercava di scuoterlo rendendolo partecipe di tutte le cose meravigliose che stavano facendo: ehi Flint, guarda come siamo in alto... ehi Flint, questo ponte si muove, senti! Ehi Flint, alza le mani che è più divertente!

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Inviato

Sturm

Sturm accostò Flint, poggiandogli una mano sulla spalla, e parlando a bassa voce: "Mi sembra di avere inteso che questo Porthios, la nostra guida, sia il figlio dello stesso Portavoce del Sole. Ci hanno accolti come ospiti, ma ancora non si fidano. Nonostante la presenza di Tanis e la parola di Gilthanas".

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Inviato

Riverwind (umano barbaro/ranger) 

Il barbaro si ammutolì di fronte alla magnificenza di quei luoghi. La cascata era spettacolare, per non parlare poi della sorprendente scalinata dietro di essa e che dire poi dei boschi della capitale con quelle strade pavimentate in mezzo ad esse a suddividerlo in quartieri, un vero e proprio giardino che riusciva a sembrare selvaggio e civilizzato al tempo stesso. E che dire poi della immensa torre dorata al centro di tutto? Come faceva a rimanere nascosta senza essere visibile a chilometri distanza. Quel posto era stupefacente in tutto ad un livello ammirevole ed alieno allo stesso tempo, era tutto ben oltre il con etto di umano. Era davvero il frutto degli elfi in tutto e per tutto. 

Inviato

Tanis

Qualinost... Tanis faticava a ricordare da quanto tempo non metteva piede nella capitale degli elfi. Sembrava lì, in superficie dei ricordi, quasi fosse stato soltanto la settimana precedente. E allo stesso tempo affiorava dalle nebbie di un passato che pareva appartenuto più ad un'altra vita, che non alla sua giovinezza. Il tuono della cascata era stato solo il preludio di ben altri tumulti che scuotevano il suo cuore.
Non aveva risposto alle parole dure di Porthios, sapendo che quella non era una conversaizone da avviare in quel momento, ma soltanto davanti al Portavoce. Aveva appena annuito di fronte al commento di Gilthanas: cosa potevano le formidabili città della difesa di fronte a creature dell'aria e del fuoco come i draghi di Takhisis? Ai margini della sua coscienza, osservava e registrava le reazioni dei compagni, il moto degli abitanti, l'avanzare del gruppo verso la meta.
Dentro di sè, si preparava ad un incontro che reputava fondamentale. Non sarebbe stato per nulla facile.

Inviato

Goldmoon

Finalmente, erano passati. L'elfo che stava parlando si era rivelato essere il figlio dello Speaker of the Sun, ed alla fine aveva ceduto alle loro richieste.

Non si espresse sulla grande città eflica, ma non poté fare a meno di notare la rigidità del nano e l'entusiasmo del kender.

Trattenne un sorriso, poi continuò muta a volgere verso la Torre del Sole.

Inviato

Raistlin

Seppur contro voglia, il capo del contingente elfico accetta di portare i compagni al cospetto del padre, il Portavoce del Sole; il mago non era interessato all'archietettura elfica, le cui costruzioni marcivano e si disfacevano sotto lo sguardo dei suoi occhi maledetti, osservava invece gli elfi stessi, sopratutto le elfe femmina, unici esseri in tutto Krynn la cui bellezza non sfioriva davanti agli occhi a forma di clessidra del mago

Serrando le labbra in una riga sottile, Raistlin si costrinse a proseguire, richiamando alla mente il suo mantra abituale "L'Arte mi renderà temuto e potente"

Inviato (modificato)

Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento]

Velocemente Porthios condusse i compagni alla Torre più alta: alla base erano presenti porte dorate, presidiate da guerrieri elfi

Le ante si aprono silenziosamente dando accesso ad una stanza con pavimenti e pareti in marmo bianco, che sembrava molto più grande rispetto all'esterno della torre. Alcune finestre facevano entrare la luce del sole e l'aria fresca del bosco. 
Molti elfi erano lì in attesa.

L'elfo più alto presente era vestito con una splendente veste gialla, e i suoi capelli parevano tinti d'argento. Era Solostaran, lo Speaker of the Sun.
Questi avanzò verso i compagni, aprendo le braccia per abbracciare Gilthanas, per poi parlare in elfico

@chi capisce l'elfico

Spoiler

"Figlio mio! Pensavo che non ti avrei mai più incontrato in questo mondo" esclamò facendo trasparire per un momento la gioia nella sua voce; poi i suoi modi divennero seri. "Gilthanas, Raccontami della tua missione"

"Lord Speaker, padre mio", dice Gilthanas solennemente parlando tuttavia in lingua umana, "Ho fallito. Abbiamo viaggiato in incognito come era previsto; ma il fato ci ha fatto incontrare un esercito del nord al soldo die Signori dei Draghi. Sono stato colpito alla testa e sono caduto in un burrone: pensavo che fosse la fine dei miei giorni sulla faccia di Krynn."
Fece una pausa
"Qualche tempo dopo mi sono svegliato sorpreso che gli uomini drago non mi avessero ucciso e mi sono diretto verso Solace, solo per scoprire che questa era stata presa e la sua foresta di vallenwood era stata rasa al suolo".

Un mormorio si diffuse attraverso la camera del consiglio al pensiero che la possente foresta fosse stata distrutta.

Gilthanas abbassò gli occhi e continuò con difficoltà. "Ho trovato i miei compagni nella piazza, legati ai pali fatti con i rami degli alberi caduti. Un grande drago rosso si librava sopra di loro. Ho visto la gente di Solace costretta in un grande cerchio attorno ai prigionieri."

"Un capo degli uomini Drago, grande e malvagio, nascosto dietro ad una maschera bestiale, a cavallo di un grande drago rosso disse "Io sono Verminaard, Signore dei Draghi di questo regno. Ho bisogno che tutti gli esseri mortali partecipino alla grande opera dei Signori dei Draghi. Quelli che obbediranno, vivranno e mi serviranno. Chi non lo farà sentirà la mia ira! '"

"Allora il drago ha soffiato la fiamma sui miei compagni ... " La voce di Gilthanas si interruppe. Tutta la sala si zittì al racconto

"Poi ho incontrato questi amici che viaggiavano con Tanthalas" aggiunse indicando i compagni "Loro mi hanno aiutato e hanno deciso di venire con me. Padre io li ho portati qui perchè loro portano una speranza!"

Lo sguardo di tutti cadde sui compagni

Modificato da AndreaP
aggiunto spoiler per l'elfico
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Inviato

Tanis

Portavoce Solostaran esordì quindi il mezz'elfo è un piacere vedere voi e la città tutta in buona salute e mi duole portare, insieme a Gilthanas, queste notizie terribili. Anche considerate le formidabili difese di Qualinost, il pericolo che incombe è grave. Le armate dei draconici marciano verso sud e i draghi che le accompagnano minacciano dal cielo con pioggia di fuoco da cui è impossibile proteggersi. Fece una pausa per far intendere la gravità della situazione.
Ma come dice Gilthanas, non portiamo soltanto notizie di sventura, ma anche un segno di favore... il favore dei Veri Dei.
Sapendo che ciò avrebbe generato sgomento, incredulità e forse anche derisione, Tanis si girò verso Goldmoon e con un cenno la invitò ad avvicinarsi.
Dopo una lunga cerca, abbiamo finalmente una risposta: gli dei hanno benedetto Goldmoon delle steppe, mia amica e compagna di viaggio, con il dono della magia divina. C'è speranza, in questa guerra che ci attende.

Ospite
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