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Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento]

Un brusio si sollevò nella sala alle parole di Tanis, ma Solostran rimase impassibile.

"Ben ritrovato Tanthalas" riprese il signore degli elfi mostrando di poter parlare in modo fluido anche la lingua degli uomini per poi continuare rivolto a tutti "temevamo che una minaccia grave stesse arrivando da nord e purtroppo le nostre preoccupazione sono state confermate. Ora voi però parlate di una speranza, parlate dei Veri Dei che per la tracotanza degli uomini sono lontani da più di tre secoli. Se questo è vero una luce si accende sulla nostra situazione. Ma le tu sono parole. Ditemi di più perché capisca."

E si fermò guardando Goldmoon


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Raistlin

Le parole del Portavoce del Sole sono neutre ma potrebbero nascondere un'insidia che Goldmoon potrebbe non cogliere, quindi il giovane mago si sposta per affiancarla

Attenta a quello che dice e che fai le sussurra Raistlin talmente piano che solo lei ha modo di sentire le sue parole

Modificato da dalamar78
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Caramon

Solo allora il guerriero apprese della storia dell'elfo. Davvero incredibile. Non riuscì a fare altro che ascoltare e rimanere un tantinello inebetito. La minaccia che gravava su di loro era enorme a se ne rendeva conto ogni minuto di più.
Spostò di nuovo l'attenzione su Tanis che aveva deciso di confidare il loro piccolo segreto, d'altronde erano quelli gli accordi. Guardò il fratello saggiando le sue reazioni e istintivamente fece lo stesso, avvicinandosi a Goldmoon. Gli avvertimenti di Raistlin lo indisposero un poco, sempre diffidente. Attese lei mostrasse quanto fossero vere le parole del mezzelfo.

Modificato da Landar
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Flint

Gli sfottò iniziali di Tass non avevano raccolto che pochi mugugni, giacché il nano non voleva dare spettacolo e motivo agli elfi di deridere la sua razza più di quanto sapeva già facessero, poiché scambiavano la loro superiore altezza in superiorità di razza. Al nano era ben evidente, invece, che per stare così in alto su corpi così esili le loro teste dovevano per forza di cose esser leggere, e per tanto quasi vuote.

La vicinanza di Sturm, e le confidenze sulla sua opinione in merito agli elfi, invece, raccolsero un cenno di assenso. Per quanto non conoscesse la lingua, nonostante la lunga frequentazione con Tanis non era mai riuscito a cogliere un lessico in tutti quei suoni acuti, il linguaggio non verbale era ben leggibile ad un fabbro-guerriero quale lui era. Si tenne silente anche quando iniziarono a parlare in comune, e quindi prese a comprenderli. Non avrebbe parlato se non espressamente invitato, o fosse stato strettamente necessario.

Il momento giunse. Il capo degli elfi si rivolgeva a Goldmoon, ma lei esitava a parlare, e Flint decise di darle coraggio, intervenendo a spianare la strada.
"Gli antichi Dei, come i Draghi, erano noti anche a noi nani, sebbene relegati ormai dal mio popolo al ruolo di leggende sempre più solo mito che storia. Sono certo che avete, anche voi, un nome nelle vostre storie per la Dea che ci ha convocati a svolgere la missione che poi ci ha portati ad incontrare Gilthanas, ed infine qui, rispettosamente al vostro cospetto, a mettere il nostro segreto anche nelle vostre mani. Ignoro perché essa abbia scelto proprio noi, immagino di rispondere con questo alla domanda che vi starete ponendo, a cui noi stessi appunto non abbiamo risposta. Tale é stato il suo volere, e noi non l'abbiamo discusso. Essa é stata con noi così misericordiosa da curare magicamente le nostre ferite a più riprese, anche quando solo un tenue filo teneva legato i nostri respiri al corpo. Il nome di questa Dea presso il mio popolo é Mesalax, presso gli uomini invece é onorata con il nome di Mishakal, ed il suo simbolo è un unico nastro azzurro incrociato a formare due cerchi." 
Flint osservò per tutto il tempo il volto del capo degli elfi, in particolare quando citò il simbolo ed i nomi. Non si aspettava di vedere reazioni in quel pezzo di ghiaccio levigato che era il suo viso, ma non avrebbe calato lo sguardo per nulla al mondo.

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Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento]

"Attento a come parli di Quen Illumini, nano" disse Solostaran "il nome con cui voi chiamate la Dea non è casualmente diverso ma ne indica diversa nobiltà e vicinanza"

Poi rivolto di uova a Goldmoon aggiunse "Ma la domanda che hai fatto è giusta. Perchè mai la Dea avrebbe dovuto tornare mostrandosi a degli umani, anzi ad una Barbara delle Pianure? Questo dubbio è ragionevole. Che prove ci portate per dimostrarci che questa non sia un'illusione in un momento di difficoltà cercata da mesi deboli?"

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Sturm

"Goldmoon parlerà per sé, né ha bisogno che alcuno ne narri il valore o la nobiltà d'animo"", intervenne Sturm, inginocchiandosi.

"Ma permettete che io dica la mia. Il mio nome è Sturm, della casata Brightblade, che prende il nome da questa lama, che ancora cinge il mio fianco indegno", aggiunse il Solamnico, slacciandosi la cinta dell'arma ed impugnando l'antico cimelio di famiglia a due mani, lungo il fodero. 

"Soltanto pochi giorni fa, grazie al valore dei miei compagni, alla grazia di Mishakal ed all'atavico potere che ancora la permea, questa spada ha dato il colpo di grazia ad una creatura che io credevo ancora perduta nelle nebbie del tempo e della leggenda. 

Soltanto pochi giorni fa, nelle viscere di una perduta città crollata nelle devastazioni del Cataclisma, la Brightblade di Solamnia ha ucciso un drago.

E che tutto ciò sia accaduto veramente, unitamente a quanto riferito da colui che chiamate Tanthalas e dal mio compagno Flint, io lo posso giurare, qui ed ora, sul mio onore, sul Codice e sulla Misura.

Est Sularus oth Mithas.

Il mio Onore è la mia Vita. 

Non perdete la speranza".

DM

Spoiler

Diplomazia +8.

 

Modificato da Ghal Maraz
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Goldmoon

Una barbara delle pianure. Era una descrizione obbiettiva della donna, eppure sulle labbra dell'elfo sembrava essere il peggiore degli insulti.

Vide i suoi compagni fare capannello attorno alla sua persona, esponendosi molto, e li ringraziò mentalmente, ripromettendosi di farlo ad altri a voce, una volta finito questo assurdo incontro.

Poi fece un respiro profondo, e finalmente si decise a parlare.

"Dite bene, signore. I veri dei hanno abbandonato questo mondo per la tracotanza degli uomini.

La loro superbia.

Vero."

Fece una pausa. Diede tempo agli elfi di assimilare la cosa.

Riprese. Il tono era calmo, a dispetto delle parole dure che stava per dire

"La stessa superbia che ora riempie il vostro cuore e le parole che pronunciate!

Mishakal si è presentata ad un'umana!"

Calcò il nome con cui conosceva la Dea. Per lei era sempre stata Mishakal, e non avrebbe cambiato le sue abitudini per compiacere un Elfo tanto arrogante.

"E forse il motivo è da ricercare nella crescita e nel cambiamento che noi umani abbiamo affrontato in questi tre secoli.

Generazioni per noi, un battito di ciglia per voi.

E non credo sia un caso che a guidarci sia qualcuno nelle cui vene scorre il sangue di entrambi i popoli..."

Fece un cenno a Tanis.

Prese i dischi della dea, passandoseli per le mani, indecisa sul da farsi. Quei dischi contenevano gli insegnamenti della Dea, ma erano per lei soltanto.

Portare il verbo spettava a lei, certo non ai dischi.

Fece un cenno a Riverwind, e con un sorriso gli chiese di avvicinarsi e porgergli la lama della spada.

Con un movimento rapido, passò il palmo della mani sul filo, tagliandosi profondamente.

Il sangue sgorgava copioso, poi la donna chiuse il pugno, e mormorò una preghiera alla Dea.

"Mishakal, aiutami..."

La luce sacra curò la ferita. La donna pulì via il sangue, mostrando un palmo senza ferite.

"Miskahal ha scelto me come sua portavoce, e non sarò io, né voi, a mettere in dubbio il suo volere."

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Sturm 

A quel punto, Sturm si rialzò, per avvicinarsi a Goldmoon: "Ed io ho promesso che la proteggeró, nei limiti delle mie misere forze, finché questa rinnovata luce non risplenderà di nuovo in tutta Krynn.

O morirò provandoci".

Il significato delle sue parole era chiaro: non avrebbe permesso ad alcuno di nuocere un solo capello alla principessa Qué-Shu.

Inviato

Tanis

Il mezz'elfo avverti' gli scricchiolii nella conversazione che andava svolgendosi. Da un lato i suoi amici e compagni di viaggio: avevano visto il mondo in lungo e in largo, avevano la mente aperta da quelle esperienze e proprio percio' faticavano a rientrare nelle scarpe di chi aveva vissuto la sua intera esistenza in un fazzoletto di terra che rappresentava, praticamente, tutto. Dall'altra il Portavoce, l'insensibilita' per le gioie e i dolori altrui tipica del popolo degli elfi, senza cattiveria, ma soltanto pura incapacita' di provare empatia. Quella natura era stata parte di Tanis stesso, eppure sempre cosi aliena. Aveva trascorso l'intera vita a cercare, se non una soluzione, almeno un compromesso tra quelle due anime. Un compromesso che doveva essere trovato e mantenuto anche in quella occasione.
Portavoce Solostran, credete davvero sia cosi importante per noi mortali sondare il perche' gli dei abbiano scelto Goldmoon? Cosi e' la volonta' degli dei, lo avete visto voi stessi. Piuttosto, siamo sereni in questo momento difficile, essi sono tornati a rispondere alle nostre preghiere e ci hanno mandati qui, a Qualinost, per condividere tutto cio' tra noi: uomini, elfi, nani, kender. Il pragmatismo spingeva Tanis ad accettare quel dono senza rifletterci troppo: migliaia di vite erano in palio, non potevano permettersi di rifiutare. Eppure, dentro di se', avvertiva proprio anche il cinismo nella venuta di Mishakal, che offriva il proprio aiuto nel momento in cui questo non poteva essere rifiutato, ed esigeva in cambio devozione assoluta e venerazione.

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Riverwind (umano barbaro/ranger) 

Il tono dell'elfo non piacque a Riverwind affatto soprattutto nel modo in cui chiaramente si riferiva alla sua amata Goldmoon ed alla loro popolazione e società. Si trattenne dal rispondere per le rime solo perché sapeva che non sarebbe servito a nulla arrabbiarsi od alzare la voce o lamentarsi per le offese subite. La loro missione era troppo importante per cedere a simili provocazioni. Strinse i denti per poi sorridere alla sua amata quando gli chiese di poegergli la spada mentre lei teneva in mano i dischi della Dea; aveva intuito il suo piano. "Va bene, luna della mia vita." disse dolcemente e quasi in un sussurro mentre le era accanto con la propria spada in mano come lei voleva. 

Lei si taglio ed il prodigio si palesò, la Dea aveva mostrato il proprio potere divino, il proprio volere, la propria benedizione su Goldmoon, lei ne era l'Araldo sulla terra, la prescelta per bandire il suo bastone e tenere i dischi dei suoi comandamenti. Goldmoon quindi si espresse con parole nobili, parole forti e sicure, parole decise. Riverwind era davvero orgoglioso di lei e la amò a ancora di più. 

Modificato da Pyros88
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Tass

Tasselhoff non prestò attenzione alle chiacchiere degli altri, anzi, erano talmente noiose che non fosse stato per la dimostrazione di goldmoom forse si sarebbe addormentato. Una carovana di Nemici passerà tra pochissimo ad un soffio dei vostri confini esordì.
Nessun drago solo Goblin, hobgoblin e un pugno di draconici ... gli stessi che hanno giustiziato i vostri fratelli.
Scortano un convoglio di prigionieri umani, nani e forse altri elfi: tutti coloro che si trovavano a Solace in questi giorni. Pensano di essere al sicuro e che voi ve ne sarete qui rintanati permettendogli di fare il bello e il cattivo tempo davanti a casa vostra.
Non vi ritengono di certo un pericolo
concluse.

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Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento]

L'attenzione dei presenti era massima: tutti si zittirono quando Goldmoon invocò il potere della Dea e risanò la propria mano, mentre le parole di Tanis riempivano l'aria commentando l'accaduto

"Erano secoli che una tale magia non si vedeva su questo mondo" intervenne Solostaran "Quello che voi chiamate cataclisma, il momento più cupo, noi lo chiamiamo "La Grande Separazione". Allora la grande oscurità cadde ma ora, come il nostro poeta vi dirà recitando il Cantico del Drago, pare che  questa cortina si stia finalmente alzando"

Quindi mosse la mano e un elfo, giovane e dai lineamenti delicati e i capelli rossi, entrò  nella sala con un liuto iniziando a cantare.

https://drive.google.com/open?id=1Myrb9VQ0NWgbcS7Be20s3ObXyn-0E0Mz


Terminato il canto, l'elfo si ritrasse e lo Speaker of the Sun riprese a parlare "Non voglio essere considerato superbo: la tracotanza non fa parte della nostra anima. Spero davvero che i Veri Dei siano tornati".

Si voltò verso Tass "Capisco la situazione che riporti. L'alto consiglio esaminerà la situazione, se davvero una carovana del nemico vuole attraversare il nostro territorio."

Quindi riprese rivolto a tutti "Ma ora ho dimenticato la nostra ospitalità. Ho fatto preparare un posto per voi, per permettervi di riposare. Seguite mia figlie e vi mostrerà dove andare. Dopo che vi sarete lavati, avrete mangiato e dormito, vi farò chiamare per annunciarvi la nostra decisione."

Una fanciulla elfa bellissima avanzò nella sala. Si inchinò rispettosamente verso lo Speaker per poi donare ai compagni un sorriso lucente come l'alba di primavera. La sua bellezza pareva anche maggiore quando si avvicinò. E un'aria infantile  pareva contrastare con la saggezza dei suoi occhi.

Facendo un cenno di seguirla co on grazie si mosse verso le porte dorate che si aprirono davanti a lei come se un soffio gentile di vento le avesse persuase a muoversi, e uscì nelle strade illuminate di rosso dal sole del tramonto e dalle foglie autunnali cadute.

@all

 

Modificato da AndreaP
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Flint 

Tass era stato pragmatico, e provvidenziale. Il nano fu grato al kender di essere stato tanto spudorato da tirare in ballo la questione dei prigionieri e della carovana di dragonici che li accompagnava verso la reclusione e chissa' quali altri sofferenze. Mentre si accingevano a seguire una delle elfe, si avvicino' al kender e gli poso' delicatamente una mano sulla spalla per sussurrare poche parole "Ben detto, Tass. Ben fatto." tolse la mano e prosegui', nella direzione indicata dalla loro guida.

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Raistlin

Sentendo le parole di Goldmoon, il mago imprecò a denti stretti Ti avevo detto di stare attenta a quello che avresti detto, idiota...

Dopo un attimo di gelo però, il Portavoce del Sole pare prendere la cosa nel verso giusto, al che Raistlin si rilassò; all'ingresso di Laurana nella stanza, gli occhi del mago si appuntarono sulla giovane elfa, l'unica vera bellezza che non sfioriva davanti al suo sguardo maledetto

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Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento moderato]

Mentre Gilthanas e Porthios rimanevano con il padre, lo Speaker of the Sun, a parlare, la fanciulla ella, che lo steso Solostaran aveva dichiarato essere sua figlia, condusse i compagni fuori dalla sala lungo le strade di Qualinesti ricoperte da un tappeto di foglie autunnali multicolori; la ragazza rimase in silenzio per tutto il tragitto salvo un momento quando, avvicinatasi a Tanis, gli disse sorridendogli malinconicamente qualcosa in elfico

@chi capisce l'elfico

Spoiler

 

"Ciao Tanthalas, non credevo che saresti tornato! Sono felice di vederti

 

per poi proseguire lungo la strada.

Finalmente gli amici giunsero ad un boschetto appartato circondato da pioppi ed alberi da frutto su cui si vedevano pere e mele in abbondanza. Una sorgente fresca riversava acqua fresca in una fontana affianco alla quale vi erano tazze e una brocca di vino dolce. Alcuni servi stavano appoggiando su un tavolo di legno intarsiato vassoi con pane fresco e formaggi deliziosi. Tra i pioppi si aprivano delle radure circondate da alte fronde che donavano riservatezza. In alcune vi erano delle pozze di acqua calda per lavarsi, in altre soffici pagliericci ricoperti di lino su cui dormire, lontani da occhi indiscreti.

"Eccoci arrivati" disse con un atteggiamento sorprendentemente sicuro la fanciulla "qui starete in pace e potrete riposare e riprendervi senza che nessuno vi disturbi. Per qualsiasi cosa qui fuori ci sono i nostri servitori: non esitate a chiedere. Lo Speaker vorrà incontrarvi di nuovo domani all'alba."
Poi dopo una pausa aggiunse "E se avete bisogno di me fatemi pure chiamare. Io sono Lauralanthalasa ma potete chiamarmi Laurana" per poi fermarsi a guardare i compagni per sapere se avessero qualcosa da chiedere.

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Riverwind (umano barbaro/ranger) 

"Ti ringraziamo." disse il barbaro in tono asciutto e sereno per l'ospitalità offerta per poi addentare una mela che aveva appena prima raccolto da uno degli alberi della radura. "Questo posto e questa natura sono qualcosa di straordinario. Non avevo mai visto nulla di tanto bello e pieno di vita. Vero, cara?" eaggiunse  per poi rivolgersi alla sua amata Goldmoon. 

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Caramon

Era stato silenzioso tutto il tempo, la sua espressione però era completamente diversa da quella del fratello. Mostrava curiosità, apprensione, attesa con speranza. Solo quando lo speaker si rivolse a Flint con quel tono il guerriero ebbe un sussulto. Nobiltà o vicinanza che fosse era gli Umani che la Dea aveva scelto. O meglio un'umana.

Tutto però prese una buona piega e addirittura il gemello sembrò rilassarsi abbandonando quell'espressione corrucciata e sospettosa.

Tass al solito era stato il più sveglio di tutti a ricordare quali fossero i loro doveri, quelli veri. Pensare che avrebbero dovuto attendere la decisione del consiglio degli elfi amareggiò non poco Caramon.

Dopo quella splendida melodia, la voce di quell'elfo era sublime ma il suo modo di cantare lasciò una strana sensazione a Caramon, lo speaker chiamò sua figlia. Una dea in terra, la seconda che il Majere ebbe onore e piacere di vedere. Per qualche attimo fu attratto dai suoi modi e dalla sua bellezza, anche la sua voce era soave seppur nulla comprese di quel che disse. Solo il modo in cui sorrise a Tanis lo scosse. Il mezzelfo era mezzo coinvolto con la sorella ma sembrava lo stesso con Laurana.

"Grazie." balbettò.

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Tass

Io sì signorina disse il Kender avvicinandosi sfacciatamente alla giovane elfa e prodigandosi con un inchino e un baciamano. Io avrei una richiesta.

Nel venire fin qui un brutto incidente con quello che "credevo" un amico fidato,  ha causato la distruzione di molte delle mie mappe su Qualinost e i territori lungo i suoi confini. Pensi sia possibile averne alcune nuove? 

Dopo di che, una volta che Laurana se ne fu' andata, prese a spiluccare il cibo proposto, e per ogni boccone gustato un' altro finiva nelle sue sacocce, fin quando persino un vassoio di legno non fece la stessa fine.

Sazio e soddisfatto si concesse poi un bagno. 

Inviato

Sturm

Sturm rimase di nuovo in silenzio, strattonato tra la frustrazione dovuta all'impotenza connessa all'attuale situazione ed il meravigliato stupore per la magnificenza di Qualinesti.

Le leggende non le rendevano giustizia. 

Al solamnico non sfuggì il moto di sincera sorpresa che colse la splendida Elfa nei riguardi di Tanis, ma non si lasciò andare in nessun commento fuori luogo, limitandosi a fare un inchino verso Laurana, quando lei fece per congedarsi:

(In Qualinost)

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"Vi ringrazio, dama Lauralanthalasa. Non necessitiamo di altro, io credo, mia signora".

 

Inviato

Worship Day 26 Harvest Home 351 A.C. - Tardo Pomeriggio [Vento moderato]

"Sono io che ringrazio voi per la speranza che ci state portando" rispose in lingua umana con un sorriso Laurana "io non ero nata all'epoca del cataclisma, ma chi si ricorda fra di noi l'età oscura che seguì gli eventi di tre secoli fa, ora, proprio nel momento buio in cui per l'ennesima volta una guerra travaglia questo mondo, trova in voi una luce"

Poi rivolto a Tass aggiunse "Vedrò cosa posso fare mio giovane e bel adulatore"

Poi salutati tutti si allontanò

@all

Spoiler

Se siete d'accordo passo all'evento successivo. Se avete intenzione di fare qualcosa di sera o di notte postatelo.

 

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