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Capitolo V: Barusha


Bellerofonte

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8 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:05 || +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

Ventura accarezza la schiena di Sandrine cercando di curare con un gesto tutta la sua malinconia. La sacerdotessa le risponde: "Non ho mai sentito di questi luoghi." e poi volge lo sguardo al capitano. 

"La vostra curiosità è lecita, capitano. Siete ospiti di Tarumbar Azamatar e la sua sposa Elentari Jazira, signori incontrastati di Barusha ed emissari del dio Chronepsis. Io sono misero strumento della loro salomonica volontà.

Regole? Molte, ma ora abbiate a cuore solo la più importante: nessuno chiede udienza presso i nostri signori, la sala del trono è accessibile solo quando si viene convocati. Allora nessuno può rifiutarsi." 

Una pausa di cinque minuti è sufficiente per Tamara - ma non per Ventura, che si fa coraggio battendosi i palmi delle mani sulle ginocchia - e la scalinata ricomincia. Salite rasentando alberi che crescono su ogni terrazzata tra un livello della scalinata e l'altro, ed incontrate oramai solo guardie armate e nessun civile a parte voi. L'ingresso del palazzo non è un portone, ma una grande arcata a tutto sesto completamente aperta che dà su un giardino interno, che voi non attraversate; invece svoltate a sinistra subito dopo, prendendo una rampa di scale che vi porta al primo piano di un corridoio aperto da una balaustra su tutto il lato destro, che affaccia sul chiostro lungo tutto il suo perimetro. Da qui in poi, sempre dritto, alcune scale, uno spiazzo sotto un enorme candelabro, affreschi, piccole aree verdi al chiuso, statue mastodontiche, infinito silenzio tutto ben illuminato dalla magia che permea le pareti. 

Il palazzo è un labirinto per chi non è abituato a frequentarlo. 

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Fortunale

"Mi sembrano regole giuste, dopo tutto siamo solo ospiti. L'importante è non offendere i vostri signori...e siccome siamo stranieri ci è facile fare qualcosa di spiacevole o sconsiderato secondo i vostri costumi. Ma, lo ripeto, siamo brava gente" faccio un cenno per includere i tre nel mio seguito "Perciò se facciamo qualche sciocchezza non sarà per malizia, ma per ignoranza" sto cercando di mostrarmi più diplomatico possibile, non mi è proprio facile senza sembrare un po' troppo servile. Ma complice la bellezza dell'elfa, sto cercando di fare del mio meglio per non mostrarmi ostile. Ho sulle spalle una gran bella responsabilità, perché se commetto un errore rischio di mandare a ramengo tutte le nostre possibilità!

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Sandrine Alamaire

"Per tutto ciò che c'è di Sacro al mondo, lady Tamara, questo luogo è un incanto...", commento, estasiata da una bellezza mai contemplata prima. 

Cammino in punta di piedi, assaporando i passi come una ballerina, il mio sguardo uno saettare curioso verso ogni dove. 

Il mio cuore batte forte, finalmente colmo di ottimismo e serenità, dopo settimane di orrore, sofferenza, paura ed incertezza. 

Girando la testa intorno, io canto, la Figlia dello Zefiro e del Tulipano nella pienezza di sé stessa, di nuovo bambina. Sulla punta delle labbra, l'unico ricordo di mia madre, la sola cosa che mi ha insegnato, la dolce ninna nanna di una antica genìa di elfi. Elfi oltre l'oceano, ormai. 

DM

Spoiler

Conoscenze (Architettura ed Ingegneria) +5 per capire se riconosco qualche stile architettonico; Conoscenze (Storia) +7 per vedere se queste forme e questi colori mi possono ricordare qualcosa del passato,  oppure se i nomi dei regnanti mi fanno scattare un campanello [eventualmente, anche Conoscenze (Locali)+7 o Conoscenze (Nobiltà e Regalità) +8].

Intrattenere (Canto)+18, perché Sandrine non accetta di fare performance scadenti, nemmeno quando canta per sé stessa!

 

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10 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:20|| +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

L'elfa alza un sopracciglio alla goffa gentilezza del capitano, annuendo alle sue parole. Ma come al solito il monopolio dell'attenzione è della contessa di Zefiro, che intona canti elfici nella sua lingua natìa. La performance attrae le guardie di tutto il palazzo, che lentamente abbandonano i propri posti e vi circondano; un pubblico uniforme di casacche verdi forma un cerchio perfetto attorno a voi, ed applaude alla fine dell'esecuzione. 

"...sublime." commenta Tamara, osservandola. Ventura alita sulle unghie e poi se le strofina ironicamente sulla sua spalla: "E' solo un assaggio, niente di che." 

Tondley dà una gomitata al capitano, intimandolo a battere le mani e facendogli l'occhiolino molesto. Forse ha saputo del quasi-bacio durante l'ubriachezza molesta di Sandrine di qualche giorno addietro.

 

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Sandrine Alamaire

Mi guardo attorno, stranamente sorpresa. Non mi aspettavo di attirare così tanta attenzione. Un canto della buona notte per i bambini di un popolo che riposa poche ore a notte, i cui scarsi sogni vanno cullati con amore. 

Sorrido e faccio un inchino. 

Elfi. Un'isola di Elfi. 

"Grazie...", sussurro. 

Modificato da Ghal Maraz
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13 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:25 || +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

"Importano davvero le parole, in una così squisita litania?" Tamara apostrofa il capitano con dolcezza, quindi si rivolge ai suoi ospiti: "Gradirei la vostra presenza a cena questa sera, nella speranza di porvi domande sulla vostra terra natìa e delle intenzioni che vi hanno condotto qui a Lalibela." la sua mano destra si illumina, materializzando quattro chiavi che sembrano identiche tra loro.

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"Le vostre camere. Prego, prendete, rinfrescatevi pure e raggiungetemi nella Sala Piccola. Le chiavi vi guideranno nel castello." 

Ventura e Tondley attendono che siate voi i primi a prendere le chiavi, ognuna delle quali, ad una più attenta analisi, possiede un simbolo diverso sull'impugnatura: un'elfa col capo coperto da un velo, un elmo cornuto, una croce celtica e un lingotto.  

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2 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:30 || +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

"La Vedova" commenta Tamara alla decisione di Sandrine ; "Il Gigante" quando Fortunale prende l'elmo cornuto, "Gli Antenati" a Tondley, con la croce celtica e "Mithral" a Ventura con il lingotto. "Sono i nomi delle stanze che avete scelto. Spero saranno di vostro gradimento." Tamara fa un breve cenno del capo per congedarsi, mentre le chiavi splendenti che avete preso, tutte d'argento purissimo, brillano di magia. Come attratte da un debole ma percepibile campo magnetico invisibile, ognuna punta in una direzione diversa, verso rampe di scale ai quattro lati dell'anticamera nel quale vi trovate. Tondley parla tra sé e sé: "Sono come bussole...ma Ventura lo corregge: "Ma la mia non punta a nord." per essere precisi, nessuna punta a nord. Ma forse era quello che vi diceva Tamara, che saranno le chiavi a guidarvi nel palazzo

Certo, se gli elfi fossero meno criptici o allegassero un manuale d'istruzioni agli oggetti magici il mondo sarebbe un posto migliore, ma l'aura di mistero evidentemente è congenita.

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Fortunale

"Rifrescatevi e preparatevi per la cena. Poi seguite la bussola...cioè, la chiave" detto questo faccio un mezzo inchino a Tamara e seguo le indicazioni della mia chiave. 
Non sono del tutto a mio agio, comunque. Separati, in un palazzo straniero...i rischi sono molti. E più sottili di quelli di una tempesta!

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5 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:35 || +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

Le chiavi vi portano su per le scale; vi sentite tutti un po' stolti ad andare in giro con una chiave in mano come se fosse un paio di bacchette da rabdomante, ma dopo un po' ci fate l'abitudine. Senza quegli oggetti, i corridoi infiniti che attraversate chissà dove vi porterebbero. E' tutto un susseguirsi di finestrone decorate, tende color acquamarina e affreschi mastodontici di scene mitologiche a voi ignote.

@Sandrine

Spoiler

Il tuo percorso prosegue verso sud-est e si conclude di fronte ad una stanza intitolata: "Stanza della Vedova". L'interno odora di lavanda e pesca, ed è degno di una regina; pavimento di marmo nero con ombre perlate, parati di velluto rosso trapuntato d'oro, alla cui sommità delle cornici d'oro con bassorilievi floreali delimitano il soffitto incassato, a sua volta affrescato a grottesche con quattro scene differenti: un matrimonio nella foresta a nord, una cena intima a est, un ritratto di famiglia a ovest e un funerale a sud. In posizione centrale, un'elfa vestita con una tunica dello stesso rosso-bordeaux delle pareti con un velo nero che copre buona parte dei lineamenti del volto, un mazzo di ulivi in un braccio e un bastone da passeggio nell'altro. 

La stanza ha un letto a baldacchino di ciliegio con una trapunta color magenta coperta da un velo di lana nera su cui è ricamato un albero stilizzato in oro. Sei cuscini dello stesso colore della trapunta sono posti educatamente sotto il baldacchino con i pennacchi; le lenzuola sono invece bianco crema, dipinte di fiori esotici tendenti al rosso.

Accanto al letto ci sono un comodino con una lanterna perfettamente trasparente, la cui luminosità non è data da una fiamma ma da un bagliore soffuso che si regola con una piccola manopola; sul lato est della stanza vi è un armadio enorme di ciliegio munito di specchio, le cui ante si aprono per tutta la sua altezza di circa due metri e mezzo - seppur estremamente leggere - che all'interno rivela uno spazio extradimensionale per una vera e propria "stanza nell'armadio" ampia la metà della stanza stessa. L'interno è una sartoria capace di confezionare abiti magicamente, di modificarli, ripararli, soltanto grazie alla volontà dell'utilizzatrice. L'interno delle ante riporta intarsiature di tessitrici al lavoro, ed alcune parole in elfico che descrivono l'utilizzo dell'armadio.

Dall'altra parte della stanza, oltre il letto, due grandi finestre danno sul cortile interno, curatissimo nella disposizione di fiori, alberi e ciottoli. Poi una stanza-nella-stanza è il piccolo bagno, dotato di sanitari, lavabo con una tazza d'acqua che si riempie magicamente quando è vuota, e un grande specchio a tre fasi, sotto il quale si aprono enormi cassetti dotati di ciprie, trucchi, pennelli di ogni varietà e colore. A parte, una vasca d'ottone ed oro capace di riempirsi di acqua profumata con una semplice parola d'ordine. 

Nel lato sud c'è invece il camino in pietra; sopra, l'affresco di un elfo nel fiore degli anni raffigurato con una spada - perciò probabilmente un nobile soldato - e sotto, sulla cornice dorata, un'iscrizione incisa di nero su madreperla: "Devoto marito e protettore dei giusti, Lord Nazer Yedilov di Ibnat veglia su di noi. Possa il sonno degli antichi donargli pace eterna." la dedica è firmata da una certa lady Jamilya

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Sopra il camino, alcuni oggetti: una clessidra, due boccali d'argento, una bottiglia di cristallo di liquore maltoso, un vaso pieno di frutta fresca. Di fronte al camino, due poltrone gemelle tappezzate della stessa fantasia delle pareti, una delle quali con uno scialle di lana bianco sullo schienale ed un libro chiuso sul poggiabraccio destro: "Fiori delle selve", autore sconosciuto.

Lo stile lussuoso e leggero di Lalibela è qualcosa di sicuramente nuovo ai tuoi occhi, così come il suono dei nomi e della lingua parlata; una cosa però ti è familiare: l'elfico che usano per descrivere le parole d'ordine o le incisioni sotto il ritratto sai parlarlo anche senza l'intervento di Linguaggi; è il dialetto Thedas, uno dei più antichi del continente occidentale - quello che parla Tiberius, per capirci - e che qui sembra sia utilizzato ampiamente a palazzo, ma non altrove in città. Le insegne dei negozi giù in città, da che hai potuto vedere, sono scritte tutte nel Comune goblinesco di Barusha. 

//Conoscenze (Architettura ed Ingegneria): 10 

//Conoscenze (Storia): 10

//Mi ero scordato le prove prima, scusami!

@Fortunale

Spoiler

La chiave ti porta ad una stanza nel settore di sud-ovest, la cui architrave possiede un bassorilievo contenente un nome - probabilmente quello della stanza - scritto in elfico, quindi sblocchi la serratura ed entri senza farci molto caso.

L'interno è...suggestivo. Molto tematico. Chiunque abbia abitato quella stanza prima di te, doveva essere parecchio fissato con le imprese e le battaglie. Le pareti sono di muratura bianca, sul soffitto è raffigurata una battaglia epica svoltasi in ambiente boschivo tra un lucente esercito di elfi a cavallo in alta armatura, capitanati da un guerriero che cavalca un enorme lupo nero, ed un'orda di elfi delle foreste armati di arco e frecce e comandati da un oscuro stregone. Da come è fatto il dipinto, si capisce subito che i cavalieri avranno la meglio nella battaglia.

Il letto sul fondo della stanza è grande abbastanza da ospitare quattro persone comodamente, con la struttura portante in marmo nero; sopra la spalliera, due grandi asce e uno scudo, abbastanza basse da poter essere prese anche da stesi; sopra le lenzuola bianche e le coperte verdastre, il letto è coperto da una grande pelle di leone albino. A sinistra di questo c'è un comodino di mogano con una lanterna ad olio ed un cassetto con dentro sei bottiglie ordinate di fuochi dell'alchimista e un pugnale. 

Sulla parte destra e sinistra della stanza invece, quattro armature d'acciaio di diverso tipo con scudi annessi e sopra di loro una collezione di lance e spade appese al muro. Poi una cassa contenente abiti militari da una parte e nobiliari dall'altra; il proprietario di tutta quella roba aveva più o meno la tua stessa stazza, ma forse è per un altro motivo che quella camera viene chiamata "del Gigante": nel lato sud, sopra il camino sporgente, è poggiato un'antichissimo teschio dalle inquietanti fattezze antropomorfe, con un corno spezzato e una grossa frattura sulla tempia destra, probabilmente frutto di un colpo di lancia letale per l'essere.

Non riesci a capire che razza di mostro sia, ma doveva essere alto almeno quattro metri a giudicare dalla grandezza del cranio. 

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Il resto della stanza comprende un lavabo e una poltrona davanti al camino, oltre che due finestre grandi sulla sinistra che danno sui giardini sottostanti, curatissimi a livello quasi maniacale. 

 

Modificato da Bellerofonte
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Sandrine Alamaire

Stanza della Vedova

Spoiler

'Rinfrescatevi pure significa esattamente quello che vuol dire!', penso, mentre rifletto sui tempi ed i modi. Fortunale mi ha decisamente fatto notare che bisogna sbrigarsi, ma già solo l'esplorazione della stanza mi fa annegare nel mare incontrollabile dei secondi!

Infine, decido che una meraviglia del genere non può essere offerta alla contessa Alamaire per poi impedirle di usufruirne, quindi approfitto di questo luogo delle delizie femminili, pur in un uso ragionevole. 

Il mio armadio-sartoria viene dunque incaricato di realizzarmi un abito da gran soiree, mentre faccio il mio primo, vero bagno da settimane. L'acqua odora di ibisco e gelsomino, un delicato sapone a riempire di bolle che esplodono la superficie trasparente del liquido perfettamente e misuratamente caldo. Tanto che devo lottare con ogni oncia di me per non assopirmi. Sciolgo i capelli nel tepore, cullandoli di morbido candore e delicato profumo: li pettino tra le dita, districando nodi ormai congeniti...

La giusta temperatura del luogo mi protegge, quando scivolo fuori dalla vasca e mi avvolgo in un corpetto di morbida spugna lavorata. Intreccio la chioma, picchiettandola di aguzzi puntelli, piloni invisibili di attracco per una cascata solo apparentemente disordinata. 

Vado a recuperare i miei nuovi indumenti: un vaporoso abito in giallo e bianco, stretto in vita e con la gonna ampia, coronante il mio décolleté in una scollatura quadrata che sfiora le spalle; calze bianche al ginocchio, sorrette da una giarrettiera in pizzo candido stretto a fiocco; guanti lunghi a metà avambraccio. Un florilegio cromatico di sete e cotoni, intarsiato di bordure merlettate con filigrane dorate. 

Le scarpe spuntano dispettose da sotto i sobbalzi delle sottogonne innocenti, piccole ali di tacco e punta. 

Cerco poi,  tra i cassetti, qualche gioiello: fossero girocollo e pendenti adamantini in parure, sarebbe perfetto!

Un ultimo ritocco alla acconciatura: una coppia contrapposta di trecce sui lati del capo, a scoprire il viso, che posso finalmente abbellire di colori cosmetici, imprigionati tra il rosso rubino delle labbra, il blu-violetto degli occhi, il castano marcato a nero delle sopracciglia ed il rosa eburneo delle guance. 

La perfezione non si ottiene nella rapidità, ma ancora non ho perduto la mia mano. 

 

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Fortunale

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Osservo la stanza lasciandomi sfuggire un fischio sommesso. Se volevano impressionarci dandoci le stanze più belle, ci sono riusciti. Mi guardo attorno, le armature mi interessano punto e poco (chi fa vita di mare sa che sono una trappola), ma le armi sono interessanti. Per non parlare del teschio!
E la pelliccia del leone!
Dopo qualche tempo però decido che fare attendere i nostri ospiti è poco educato, e mi avvicino al lavabo per darmi una rinfrescata. Conto più che altro su Sandrine, per fare buona figura con questi elfi. Lei li ha già incantati con la canzone, e se le danno il tempo di prepararsi a modo a cena farà un gran effetto. 
D'altro canto non voglio certo presentarmi sporco e impolverato: come Capitano della Speranza devo a mia volta fare un po' buona impressione. Peccato non avere degli abiti eleganti come quelli di certi damerini di Capo Ventura, ma tant'è.

Mi lavo per bene, non solo il volto ma anche corpo, braccia, collo...mi ravvivo anche la barba e i baffi, giusto per sicurezza. Una volta fatto riprendo la chiave, per vedere che mi dice. Non ho idea di dove sia la sala da pranzo (o ne hanno una solo per la cena?).

DM

Spoiler

Durante il mio vagare per i corridoi, prima e ora, uso Know Direction e Sopravvivenza +8 per orientarmi e farmi un'idea abbastanza precisa dei corridoi percorsi e di come tornare fuori dal palazzo senza utilizzare la chiave-bussola. 

 

 

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Sandrine Alamaire

Stanza della Vedova

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Abbastanza soddisfatta, mi controllo un'ultima volta alla specchiera, prima di ravvivare il collo con due gocce di una curiosa e delicata essenza floreale. 

Mi sciacquo poi bocca e denti, pulendoli con delicata accuratezza e rinfrescando il mio respiro grazie ad una soluzione di acqua e menta. Ritocco il rossetto, pennellando e punteggiando le sbavature. Che colori e che unguenti incredibili!

Getto una occhiata di sicurezza ai miei cimeli aviti, ripiegati in un cassetto, e faccio per uscire; esito, però, e chiedo un favore conclusivo al mio prezioso guardaroba: una borsetta, in seta, minuscola, da tenere in mano, dove poter riporre i due amuleti. 

Una piccola e forse inutile prudenza nella sfrenata follia del mio entusiasmo odierno, ma ancora non sappiamo dove siamo, né con chi: e se fosse tutto una velata illusione? O se costoro, abitanti del Mondo Sconosciuto e più avvezzi agli Spiriti, temessero ed odiassero gli Arconti? Meglio non lasciare simili tracce sguarnite.

Mi chiudo la porta alle spalle e permetto alla chiave di condurmi alla successiva destinazione, ripassando mentalmente le forme benaugurali degli Elfi del Thedas ed il loro musicale accento. 

DM

Spoiler

Conoscenze (Locali) +7, Conoscenze (Nobiltà e Regalità) +8, Diplomazia +25 per pensare alle migliori forme di saluto. 

 

 

Modificato da Ghal Maraz
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21 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del VI mese, anno 1491, ore 20:55 || +59 giorni dalla partenza

Lalibela, Barusha || Brezza da sud, freddo e sereno || Cibo per 7 giorni

@Sandrine

Spoiler

Anche se familiarizzi molto più con Sindarin e Quenya, sai perfettamente che gli elfi che parlano Thedas si salutano tra di loro con "Aneth'ara", un'espressione che indica familiarità e cordialità; non devi preoccuparti delle etichette: questa lingua impronta le differenze non sull'estrazione sociale ma sulla razza, e per loro voi sareste shemlen ("Rapidi fanciulli", o Umani); ma dubiti che conoscano questo termine a Barusha - anzi: è ancora più strano il fatto che tu abbia trovato una lingua occidentale lì visto che, almeno in teoria, le vostre due civiltà non si sono mai incontrate. Dopotutto siete i primi umani che mettono piede sull'isola...o no?  

//Conoscenze (Nobiltà): 16

@Fortunale

Spoiler

Hai memorizzato perfettamente alcuni dipinti che ti fanno da punti di riferimento per tracciare una mappa mentale del percorso che hai fatto; sai tornare in tutti i luoghi in cui sei stato senza aver bisogno della chiave.

Ed ora che sei pulito e lavato, puoi finalmente tornare dai tuoi compagni.

//Sopravvivenza: 20

Dopo esservi fatti belli vi affidate nuovamente al magnetismo magico delle vostre chiavi che vi guidano tra i corridoi facendovi sbucare in una nuova anticamera antistante una grande porta bianca di legno. I primi ad arrivare sono Fortunale e Tondley, seguiti qualche minuto dopo da Ventura ed infine dalla contessa, che arriva all'ultimo minuto. A parte il capitano, tutti hanno abiti diversi: la cartografa porta un lungo abito blu con le spalle scoperte ed un paio di bracciali d'oro ad entrambi i polsi; Tondley sembra un damerino, con giacca, camicia e calzoni e da alto borghese. La contessa...beh, che ve lo dico a fare?

"La mia stanza è...assurda!" commenta Ventura, super-eccitata. "E' fatta quasi tutta in Mithral, pare che fosse di un fabbro fissatissimo con le sue cose." Tondley controbatte: "La mia è inquietante invece: ci sono dipinti di elfi che mi fissano ovunque! Per non parlare del fatto che ho un dannato altare votivo proprio di fronte al letto! Sembra la cattedrale di Pelor ad Handoria...! Vi ricordate, capitano? Jimbo fece cadere tutti quei cerini con la sua mania di toccare tutto. Ah!" 

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Sandrine Alamaire

"La mia stanza - sempre che stanza non sia un termine troppo riduttivo - è magnifica, seppure parzialmente triste, allo stesso tempo...", intervengo poi. 

"Parrebbe davvero essere appartenuta ad una vedova, un'Elfa che l'ha dedicata al ricordo del marito. È un luogo meraviglioso, ma sfumato di malinconia. Lo trovo assolutamente perfetto.

Ah, e... ho scoperto una cosa. L'alfabeto elfico che usano mi è conosciuto. Forse c'è già stato in passato un contatto tra i continenti!!!", concludo, emozionata. 

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Sandrine Alamaire

"Lo spero proprio, capitano!", entusiasta come non mi capitava da mesi. 

"Se Tiberius fosse... più presente, sarebbe meglio, di certo. È il linguaggio della sua stirpe, la variante di elfico con cui ho meno familiarità. Ma dovrei potercela fare. E sulla Speranza ci sono anche dei testi, che potrebbero esserci d'aiuto".

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