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L' Akharin Dastur

 

510306615_TaranehNafisi-lata1.jpg.eef28c39869c365ebe5039f1e22ce051.jpgTaraneh Nafisi

 

Detta "il Colonnello". Taraneh è una pasdar, una Guardiana. Le più dure e pure fra le seguaci della Guida. Assieme a Parisa Hedayat, la madre di Emalaith, ha fatto la guerra e poi una carriera folgorante nel Consiglio delle Matriarche. Taraneh ha quasi sessanta anni ma ne dimostra a malapena una ventina grazie ai massicci trattamenti pretech a cui si è sottoposta. La tecnologia delle latariane è la migliore del mondo. Di molti mondi.
Nonostante abbiano cementato un legame indissolubile sul campo di battaglia come sorelle in armi, Taraneh è un "falco" come la madre di Emalaith è una "colomba". Litigano spesso sul numero di maschi a cui dovrebbe essere concesso di vivere e sullo stato in cui dovrebbero essere tenuti. Taraneh non le ha mai perdonato di aver preso marito secondo il costume delle ghani, le ricche privilegiate, invece di ricorrere all'inseminazione artificiale o alla Stalla per generare una figlia, come fa la maggioranza delle latariane timorate della Guida. Forse per questo detesta sedere nel Consiglio e preferisce dedicarsi ancora alla lotta armata.

 

 

 

 

 

 

 

1756241805_SadiraZiarati-lata4.jpg.b7aeee45a4929492e0e70fcd2f122c1b.jpgSadira Ziarati (mech: Avesta)

 

 

Detta "Mashin", la Macchina. Orfana di guerra, Sadira è una psichica militare che vive per la battaglia, cresciuta fin da piccola da Taraneh per essere l'estensione della sua implacabile volontà di lotta al patriarcato. Ha subito così tanto addestramento al combattimento in vasca che persino le compagne hanno paura di lei. "Sadira ha perso sé stessa, non riesce più a distinguere la realtà dalle simulazioni", dicono. E non possono che essere turbate dalla crudeltà che "Mashin" esprime in azione, data la sua abitudine di torturare i piloti dei mech sconfitti e guardarli agonizzare una morte lenta e atroce. Ma nessuna sa pilotare uno psimech con la stessa grazia letale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Marjane Rajabian (mech: Shah-Nameh)

1096948407_MarjaneRajabian-lata5.jpg.461d9a0b41599b1b177df8eeb89ac5f0.jpg

 

Detta "la triste". Ha dovuto rinunciare alla poesia per arruolarsi nell'esercito. La timidezza di Marjane è leggendaria e la sua scarsa loquacità spesso fraintesa come superbia da parte di chi non la conosce bene. Figlia di un mito della Prima Guerra di Genere, la sua goffaggine sparisce d'incanto quando sale a bordo dello Shah-Nameh, il suo Pesante.

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Dal diario audio di Darya Parsipur

Frammento I

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La Sherazade ha intercettato il vascello presso il sistema Alabaster, mentre cercava di raggiungere lo spazio controllato dal Guanliao. C'è stata battaglia. Prima che la nave venisse distrutta si è verificato un lancio orbitale verso il vicino pianeta di Alabaster II. Un Pesante.
Il Colonnello è convinta che a bordo ci sia il commando che ha violato il Santuario della Guida Suprema, su Zadracarta.
Nessuna di noi riesce ancora a credere che i mandarini siano arrivati a tanto. Hanno profanato il cuore della nostra nazione, il luogo in cui ha preso vita la Liberazione. La Casa di Dio. La sua santa ed intoccabile Zehdan. Perché Dio è femmina per noi latariane. Ovviamente. Ce lo ha detto lei. Parla ogni giorno con le Sacerdotesse del Culto, indicandoci la via.

Taraneh dice che sono stati aiutati: è l'unica spiegazione al fatto che siano riusciti a penetrare la sicurezza del Santuario. Ci sono traditrici fra noi. Reazionarie che vogliono sabotare la Liberazione e sono pronte ad allearsi con i nostri peggiori nemici per riuscirci.

Il Colonnello è sicura che molte teste cadranno al nostro ritorno in patria e ha dato ordine di non fare prigionieri. Questo mi ha stupito. Dobbiamo sapere, dobbiamo prenderli vivi. Almeno uno di loro. Ma gli ordini di Taraneh non si discutono, mai.

Sadira ha guardato la schermatura ablativa del Pesante dei mandarini iniziare a bruciare mentre entrava nell'atmosfera del pianeta, come una stella cadende.

"Mashin" ha chiuso gli occhi ed espresso un desiderio.

Nessuna di noi vorrebbe sapere quale.

Frammento II

Spoiler

I mandarini continuano a sfuggirci, ma il loro Pesante non è come i nostri Ghul, presto non sarà più in grado di combattere per mancanza di manutenzione. L'aria di Alabaster è orribile. La polvere si infila ovunque e dobbiamo indossare le Vesti per attraversare le zone più radioattive.

Oggi Jaleh è morta.

Si era allontanata dal campo contravvenendo agli ordini del Colonnello per trovare un posto appartato dove pregare la Guida, e i Marci l'hanno sorpresa.

Le hanno asportato l'utero e le ovaie mentre era ancora viva, dice Sadira, che di queste cose se ne intende.

I Marci ci seguono a distanza, come sciacalli, per nutrirsi dei nostri scarti. E se proviamo ad inseguirli spariscono nel nulla. Credo un tempo fossero esseri umani. Non so nulla di loro, a parte che li abbiamo creati noi, durante la guerra, con le radiazioni e le piaghe nanite. Le nostre scienziate dicevano sarebbero dovuti morire tutti entro pochi anni.

Si sbagliavano.

Abbiamo ricomposto il cadavere di Jaleh che aveva solo diciassette anni, appena uno più di me, e bruciato il corpo perché non vogliamo tornino per profanare quello che rimane di lei.

Mentre ardeva la pira Marjane ha voluto declamare i versi di Umar Khayyam: "L'albero della tristezza, non piantarlo nel tuo cuore. Rileggi ogni mattina il libro della gioia". La poesia era molto bella ma il Colonnello è andata su tutte le furie e le ha ordinato di tacere. Khayyam era un maschio e la sua disgustosa arte è maledetta. Su Zadracarta Marjane sarebbe stata giustiziata per la sua impudenza, ma ha continuato a recitare i versi proibiti anche mentre Sadira la picchiava selvaggiamente.

Taraneh non l'ha fatta uccidere, anche se avrebbe voluto. Marjane è il miglior pilota di ghul che abbiamo. Chi porterebbe lo Shah-Nameh altrimenti?

Frammento III

Spoiler

Oggi, quasi per caso, ci siamo imbattute in un villaggio dei Marci. O almeno credo. Perché trovo difficile pensare qualcosa possa vivere dentro buche scavate nel fango contaminato. Gli adulti dovevano essere a caccia, abbiamo scovato solo vecchi e bambini. Abbiamo bruciato i loro tuguri, radunato tutti i prigionieri in uno spiazzo. Il Colonnello ha dato carta bianca ed è rimasta a guardare senza battere ciglio mentre Sadira si dava da fare. Le altre erano disgustate, io mi sono offerta volontaria. Con "Mashin" abbiamo acceso un fuoco e appuntito i pali. Abbiamo preso il primo marcio, e poi un altro e un altro ancora. Non abbiamo risparmiato nessuno. Siamo state lente. Per Jaleh.

Ma dopo non mi sono sentita meglio.

Frammento IV

Spoiler

Finalmente abbiamo raggiunto i mandarini presso i resti di una antica città di cui non conosciamo il nome. Hanno deciso di affrontarci perché non avevano più un posto dove scappare. Il pilota del loro Pesante è abile ma non ha nessuna speranza contro l'Avesta di Sadira e lo Shah-Nameh di Marjane, i nostri due assi. Il pugno di commandos sopravvissuti alla battaglia orbitale sono scesi dal loro mezzo disperdendosi fra le rovine con lanciarazzi e trappole esplosive.

Mi hanno ferita. In modo grave.

Sono riuscita a strisciare fuori dalla Veste, a togliermi la maschera. Ho respirato a pieni polmoni l'aria contaminata del pianeta. Il peso dei miei peccati mi schiaccia. Ho una pistola carica e presto la userò. Non voglio che i Marci mi trovino ancora viva. Guardo il cielo color ruggine di questo sterile mondo che noi stesse abbiamo creato e la mia fede vacilla.

Madre, padre. Perdonatemi se sono stata una cattiva figlia. Se muoio prima di voi.

 

L'Ultimo Ordine

Il Tagliatore del commando preme contro la corazza in metaplast producendo una cascata di scintille, mentre cerca di aprirti come una lattina. Tu afferri l'esoscheletro del mandarino e lo spingi con le braccia idrauliche contro la parete. La attraversate come fosse carta velina e precipitate assieme per almeno venti metri, nella strada sottostante, avvinghiati come amanti.

Due secondi di volo dopo l'impatto fa saltare tutti i sistemi.
Tu e l'uomo nell'altra Veste, sotto di te, sprofondate nel buio, prigionieri delle vostre armature tecnologiche mentre il software si riavvia. Sai che il pilota guanliao sta contando i secondi con febbrile attenzione, attendendo l'attimo quando le luci nel suo abitacolo si riaccenderanno e tu sarai morta.

Anche tu dovresti contare i secondi, ma l'unica cosa a cui riesci a pensare in questo momento è Marjane che declama poesie in faccia al Colonnello, mentre viene pestata. Marjane la triste. Marjane la dolce che ti tocca piano la mano e sussurra parole di conforto alla notte della tua anima. E tu hai paura. Paura non della guerra, dal mandarino che conta i secondi di vita che ti rimangono, nel buio, dentro una macchina a pochi centimetri da te. No. L'unica cosa di cui hai un terrore folle è che Marjane ti chieda di sposarla. Perché lo sai che vuole crescere una figlia con te.
Vorresti avere la sua fiducia nel futuro che vi attende. Lo vorresti tanto. Le luci del tuo abitacolo si accendono, un istante prima di quelle del mandarino, perché tu hai la tecnologia migliore. Perciò gli appoggi la bocca del fucile a rotaia contro il petto e premi il grilletto. Fuoco automatico.

La raffica di proiettili accelerati magneticamente a velocità ulrasoniche gli trancia l'esoscheletro quasi a metà. La Veste esplode mentre il pilota viene sputato via, come una bambola di pezza in una nuvola di frammenti.

Solo che, incredibilmente, è ancora vivo. Anche se per poco.

Riverso fra i rottami contorti e roventi del suo mezzo distrutto il pilota moribondo alza debolmente una mano. Forse una richiesta di pietà.

Allora fai una cosa molto stupida. Esci a tua volta dalla Veste per raggiungerlo.

E sai che è una cosa assurda, pericolosa, senza senso. Ma è quello che farebbe Marjane.

Ti chini cautamente su di lui. Il guanliao non è molto più vecchio di te. La guerra è una cosa da giovani. Il ragazzo è ridotto uno schifo e tu puoi fare molto poco per lui. Gli indichi la pistola che hai fissata sul petto, con le cinghie. Lui annuisce. Ma poi afferra il braccio e ti attira a sé con una forza sorprendente. Sussurra qualcosa al tuo orecchio, nella sua strana lingua, prima di passare allo standard.

"Tutto quello per cui combatti è una menzogna"

Sbatti gli occhi e non capisci. Cosa vuol dire?

Ti mette qualcosa in mano. Per un istante temi sia una microcarica esplosiva. Hai sentito che a volte lo fanno, quando hanno paura che li prendiate prigionieri. Ma stavolta no, è diverso.

Nel tuo palmo c'è un cubo di pochi centimetri di lato, nero e lucente, perfettamente liscio.

Tu sai cosa è. Lo hai visto a scuola, nelle oloproiezioni sui peccati capitali del patriarcato.

Un filatterio, il frammento di un nucleo matrice, parte di una "mente" artificiale.

Ti senti mancare il fiato e il tuo cuore perde un battito.

Perché c'è un solo posto dove il commando può averlo preso.

Tegnologia maledetta. Nel luogo più sacro del tuo mondo.

-"Mi spiace. Non avresti dovuto trovarlo Emalaith"

Taraneh è alle tue spalle, in tenuta da battaglia. Non si sente più nulla, a parte i rantoli del ragazzo moribondo ai tuoi piedi. I combattimenti sono cessati. Avete vinto?

"Nessuno avrebbe dovuto"

Vorresti obiettare. C'è un motivo se le intelligenze artificiali senza freni sono considerate tecnologia proibita da 1.200 anni. La prima mai realizzata dalla razza umana si replicò su un incrociatore da guerra e distrusse due flotte del Mandato Terrestre per aprirsi una via di fuga.

-"Ci insegnate che eseguiamo il volere di Dio" protesti.

Il volto del Colonnello è una maschera imperscrutabile.

-"Quello che stringi nel pugno è la cosa più simile a Dio con cui siamo mai entrati in contatto, Emalaith. Credimi. La Guida Suprema ha eseguito miliardi di simulazioni. Vuoi conoscere la percentuale in cui le società patriarcali distruggono l'umanità? I mondi dell'uomo sono malati sorella. E noi siamo la cura"

No. Non è vero. Lo sai. Basta guardarvi intorno.

-"è una macchina. L'abbiamo costruita noi. Può sbagliare!", urli.

Ma non per Taraneh. Lei è una pasdar. Non vedrebbe anche se potesse. Non vorrebbe.

Il colonnello ha un fucile a rotaia ma lo tiene puntato verso il terreno. Non sembra aver voglia di usarlo su di te.

-"Lo sai che non posso spararti come ad un cane, Emalaith. Tu sei la figlia della mia più cara amica. Ma non posso neanche lasciarti andare dopo quello che hai scoperto"

Perciò apre un canale di comunicazione.

-"Sadira"

-"Sì Colonnello"

-"Emalaith ci ha tradite. Uccidila"

-"Ricevuto"

La voce di "Mashin" ti fa rabbrividire, come unghie su una lavagna. Nessuna esitazione. Mai.

-"Spero tu possa perdonarmi, Emalaith. Porgerò personalmente le condoglianze a tua madre"

Modificato da Mezzanotte
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Qualunque cosa dica, o faccia, sarebbe inutile con Mashin. Fuori dalla veste, sono vulnerabile. Taraneh è equipaggiata meglio, ha decisamente più esperienza e purtroppo credo che questa non sia la prima volta che tenta un numero del genere. E' sicuramente pronta a tutto nel caso la attaccassi e fra qualche attimo comprarirà Mashin a bordo del suo mech... Per me saranno guai.

Non che sia in una situazione migliore ma il momento attuale è più tranquillo di ciò che si scatenerà a breve e questo la dice lunga su ciò che sta accadendo.

Non ho tempo di pensare ai frantumi in cui una sola frase può aver ridotto la mia vita: Emalaith Hedayat, traditrice.

Rimango composta, osservando questo campo di battaglia. Cerco una soluzione con Tattica che possa permettermi prima di nascondermi (userò eventualmente Furtività per non farmi trovare da Mashin) e poi dalla posizione vantaggiosa (che spero di trovare con Tattica), scrutare il proseguo di questa scena dall'ottica del mio Sniper Rifle, in attesa che mi cerchino chissà dove, facendo perdere le mie tracce. Taraneh non mi seguirà nell'ombra, conosce le mie capacità. Inoltre, se mi avesse voluto uccidere... Forse sarei già morta.

Tutto quello che non voglio è combattere con Mashin una battaglia già persa in partenza.

Rivedo in un attimo Marjane. Chissà se la comunicazione era su di un canale condiviso anche con lei: io non ho sentito niente.

Non mi curo del guanliao. Stringo nel mio pugno ciò che di più simile a Dio abbia mai incontrato fino ad oggi.

Arretro di qualche passo; guardo intensamente Taraneh. Mi volto velocemente e cerco di sparire fra le macerie di questa antica città, non pensando ad altro che alla mia vita.

Ho paura di morire e la mia adrenalina è a mille. Non sarei dovuta scendere dalla Veste. Ma forse è così che doveva finire...

Scappo cercando i posti migliori dove un mech avrebbe difficoltà a seguirmi. E spero nell'errore di valutazione di Taraneh, nel lasciarmi fuggire fra questi anfratti.

Se le semino e mi tengo Dio con me, il mio ex colonnello dovrà esserne timorato per l'eternità. Inoltre, non credo che parlerebbe mai con Mashin di questo cubo. Io per Taraneh sono poco o niente ma Sadira è come se fosse sua figlia. Non so fin dove si spingerebbe per le mie ricerche, a costo di dover uccidere anche lei. In quel caso, morire cercando di uscire da questa menzogna, dopo tutto ciò che ho fatto, è il minimo che merito.

 

Modificato da Maiden
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La tua Veste da Specialista funziona ancora. Non può competere con l'Avesta di Sadira, ma ha i nodi antigrav che le permettono di volare. Non molto velocemente, ma potresti raggiungere più facilmente un luogo vantaggioso. E poi è dotata del camuffamento attivo con cui puoi confonderti con l'ambiente circostante: è stata pensata per le ricognizioni, ma potrebbe aiutarti a passare inosservata.

La comunicazione è avvenuta sul canale di squadra. Questo vuol dire che tutte le Akharin Dastur ora pensano tu sia una traditrice e ti daranno la caccia. Forse anche Marjane.

Se la incontrassi da sola sei certa ti lascerebbe il tempo di spiegarle il casino in cui ti sei trovata. Ma non sei sicura sarebbe un bene per lei. Il segreto che tuo malgrado hai scoperto uccide. E Taraneh e Sadira non risparmierebbero certo Marjane se la sospettassero a conoscenza della verità. No, se le vuoi bene devi assolutamente evitare qualsiasi contatto con lei e lo Shah-Nameh.

Modificato da Mezzanotte
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Allora non ci penso due volte: se la mia Veste da Specialista è usabile, cerco di salirci e di fare il possibile per ritirarmi dal campo di battaglia in cui mi trovo.

Volando con i nod antigrav, cerco una posizione sopraelevata, nascondendomi a seconda delle necessità attraverso il sistema di camuffamento.

Ripenso a Marjane. Che cosa terribile che mi sta accadendo. Ma nonostante tutto, il mio unico interesse ora è fuggire dallo sguardo del mio ex colonnello, trovarmi una buona posizione e cercare di studiare il passo successivo da fare.

Forse il nodo è giunto al pettine. Mi sento strappare via anche quel poco che credevo un punto fermo.

Una lacrima mi solca il viso mentre cerco di fare perdere le mie tracce a bordo della mia Veste.

Modificato da Maiden
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Il Colonnello ti osserva in silenzio, mentre sali nuovamente a bordo della tua Veste.

-"Dove pensi di fuggire, Emalaith?" cerca di convincerti, "questo pianeta ci odia. Vuoi finire come la piccola Jaleh, l'orrore nei tuoi occhi mentre i Marci ti mangiano gli organi quando sei ancora viva? Oppure tornerai sulla Sherazade, dove verrai fucilata alla schiena, come una traditrice?

Non hai un posto dove scappare, ammettilo Emalaith. Lascia che Sadira ti trovi. Farò in modo sia almeno veloce, te lo prometto. Per l'amicizia che mi lega a tua madre"

Tu non le dai ascolto. Può anche avere ragione, ma se c'è qualcosa che vi insegnano al corso è lottare per sopravvivere.

Attivi il camuffamento e ti alzi in volo, fra le rovine. Anche se sai che molto probabilmente è inutile. L'Avesta monta l'apice della tecnologia psitech latariana. I suoi sensori di attività neurale permetteranno a Sadira di individuarti da una distanza di due chilometri, anche se ti confondi con l'ambiente circostante. Eppure non hai altra scelta che tentare, mentre sali sempre di più, verso il cielo contaminato. Sali anche se "Mashin" ti individuerà e tosterà in volo con una scarica di energia metadimensionale. Odi quella diavoleria da psichici. Non vedrai il colpo arrivare. Niente raggi mortali che fendono l'aria o cose del genere. Mashin aprirà, tipo per un millisecondo, un varco dimensionare su di te e lascerà che le turbinose energie che si trovano oltre facciano il lavoro sporco per lei. Scoppierai come un moscerino che si schianta su una griglia attraversata dall'alta tensione.

"Trovata" il trionfo nella voce di Sadira, riprodotta dal comunicatore, è innegabile.

L'Avesta è una trentina di metri sotto di te, fra le rovine. Enorme. La corazza cremisi e bianca con i triangoli rovesciati e l'ellisse, lo stemma della Ginocrazia. Le dita simili ad artigli laccati di rosso sono piantate nella testa strappata del Pesante dei mandarini, macabro trofeo meccanico di un orribile Perseo. Gli enormi condensatori MES sulle sue spalle si aprono come fiori, risucchiando energie da altre dimensioni. Stagliata contro il cielo color ruggine e un sole malato, puoi solo attendere che le tue ali di cera vengano sciolte.

Se solo fossi coraggiosa, e nobile, e forte come Marjane. Se fossi brava come lei a scegliere parole, a sollevare cuori. Se le avessi detto anche solo una volta che l'amavi e...

E poi gli scheletri dei palazzi sotto di te esplodono. In sequenza, uno dopo l'altro, mentre l'enorme mole scura dello Shah-Nameh ci passa attraverso a velocità folle, schiantandoli come birilli in una traiettoria di distruzione assoluta. Il Pesante investe in pieno l'Avesta, rovinano entrambi dentro un condominio fatiscente, sbriciolandolo e venendo avvolti da nubi di polvere e detriti.

"Marjane? Anche tu..." Sadira è incredula, ma la sorpresa dura un attimo.

"Sporca traditrice!"

Mentre i due titani si affrontano, hai la possibilità di metterti in salvo.

 

Modificato da Mezzanotte
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Fluttuo in volo, assistendo alla scena a metà tra l'impotenza e il desiderio di fare qualcosa.

Stupido, folle amore.

Non posso lasciare niente di intentato.

Lei ama di me cose così sporche...

Spoiler

Mi si aprono due possibilità: anche se con basse possibilità, provo la soluzione A. Altrimenti ripiego sulla soluzione B, se sono certo di non poter neanche minimamente scalfire o arrecare un minimo disturbo a Meshin.

Spoiler

Soluzione A. Cerco una buona posizione con Tattica da cui poter centrare il mio bersaglio con lo Sniper Rifle, mentre è impegnato nel combattimento contro lo Shah-Nameh, appellandomi a tutte le capacità di cui dispongo. Lo uso in modalità cecchinoIo. Devo. Provarci. IO. DEVO. RIUSCIRCI.

Speciale Tiro da Cecchino: 1 turno per prendere la mira. Se il colpo riesce il bersaglio tira TS Fisico - abilità Combattimento/Proiettile dell'attaccante per non morire.

Spoiler

Soluzione B. Con il Comunicatore tento di parlare in modo privato a Marjane - Marjane, che diavolo stai facendo!? VIENI VIA IMMEDIATAMENTE! -. Se ciò non fosse possibile, con il senno dell'esperienza, cerco di valutare questo scontro titanico, con il cuore in gola ed il velo di alcune lacrime che stentano a rimanere in bilico. Non riesco ad andarmene come dovrei, di corsa.

 

Modificato da Maiden
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Le tue armi non sono abbastanza potenti per penetrare le protezioni dello psimech e l'abitacolo del pilota è racchiuso dall'armatura della gargantuesca macchina di morte. Non c'è nulla tu possa fare.

Marjane ti esorta a scappare. Penserà lei all'Avesta.

-"Credi in me mio libro della Gioia. Tu devi vivere!"

è il miglior pilota di ghul che conosci, ma "Mashin" è un mostro.

E se anche vincesse, cosa le farebbero per averti aiutato?

Ma se rimani, e morite assieme, il suo sacrificio sarà stato vano.

E Taraneh avrà vinto.

 

Modificato da Mezzanotte
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Mentre i due colossi si danno battaglia, ed io ho constatato la mia condizione di inutilità, attivo il sistema di camuffamento e mi allontano, saltando tra le macerie o fluttuando dietro di esse, per farmi perdere completamente di vista.

Marjane sta combattendo per ciò in cui crede. Ed io non sono mai stata come lei.

Mi allontano così tanto dal non riuscire più a sentire niente. Mi trovo nella parte inferiore di un vecchio palazzo, al buio, rannicchiata sulla postazione della mia Veste da Specialista.

Stringo quel piccolo peluche a forma di orsetto, tenuto dentro uno scompartimento della veste, un cimelio da tenere nascosto agli occhi del mondo. Uno dei piccoli regali avuti e mai ricambiati, da Marjane: perché mi sembrava stupido, un imbarazzo.

E lo stesso stupido, imbarazzante peluche, d'improvviso... E' l'unica cosa cara che ho. Forse l'unica cosa che sia mai contata veramente nella mia vita.

Il peluche ha una piccola zip in cui Marjane mi aveva lasciato, scritto di suo pugno, con una calligrafia dolce e precisa, una frase in un comune arcaico, fuori uso da chissà quanto.

The best is yet to come.

Insieme al messaggio, dentro all'orsacchiotto, adesso si trova anche Dio (il Frammento del Nucleo Matrice). Richiudo la zip, metto il peluche al proprio posto.

Cerco di ricompormi. Lascio passare un bel po' prima di rimettere la testa fuori, anche se sono veramente distante dal punto in cui ho abbandonato Marjane al suo combattimento con Meshin. Nel frattempo organizzo le mie provviste: le Vesti da Specialista dispongono di tre giorni di acqua, cibo ed aria. Il tutto mi deve durare il più possibile, non importa se avrò i morsi della fame o avrò qualche mancamento dovuto al calo d'ossigeno impostato in cabina. La maschera l'ho usata giusto qualche minuto, anche quella avrà diverse ore di utilizzo da centellinare.

Le ultime parole di Marjane sono state: "Tu devi vivere!"

Ed io ho tutta l'intenzione di rimanere abbastanza in vita per dimostrare alle mie sorelle la verità.

Al nazìr al-samt - Nadir - di questo mondo, io devo sapere, Marjane.

E così attendendo la notte di questo morto mondo, mi reco sul luogo dello scontro tra l'Avesta e lo Shah-Nameh. 

Spoiler

Con la mia ottica montata sullo Sniper Rifle ho la possibilità di scrutare il tutto addirittura da alcuni chilometri di distanza, visto che il tiro utile arriva fino a 2000 metri. Se me lo permetti, non mi avvicino più del dovuto. Uso tutti i filtri che mi sono possibili per capire la situazione, dal termico al notturno.

 

Ho paura per cosa mi riserverà il fato, in questa notte senza stelle.

Modificato da Maiden
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All'inizio ti allontani dallo scontro, incapace di assistervi. Sai che devi scappare lontano. Il più lontano possibile. Abbandonare il pianeta, anche se non sai come.

Se tornassi all'Elevatore -il mezzo con cui siete discese su Alabaster II- prima di Taraneh, dovresti affrontare le due compagne che vi avete lasciato di guardia. E se anche riuscissi ad ucciderle l'elevatore non è una vera astronave, serve solo per trasferire mezzi e persone dall'orbita alla superficie e viceversa. Potresti solo tornare sulla Sherazade dove verresti arrestata e giustiziata.

Mentre cerchi febbrilmente una via d'uscita qualcosa attira la tua attenzione.

Ti sei allontanata in volo di diversi chilometri dalla zona dello scontro quando sotto di te, sul tetto di un palazzo in rovina, noti tre figure armate. Stanno osservando la battaglia con dei binocoli. Non sono chiaramente dell'Akahrin né mandarini né tantomeno Marci. Capisci di esserti imbattuta in un gruppo di Spazzini.

Probabilmente erano sul pianeta a caccia di qualcosa di valore quando vi hanno viste dare battaglia al guanliao. Ora stanno aspettando sgombriate il campo per recuperare qualsiasi cosa di valore i belligeranti si lasceranno dietro.

Sono completamente concentrati sullo scontro fra l'Avesta e lo Shah-Nameh. Probabilmente si stanno chiedendo perché siete impazzite ed abbiate iniziato ad ammazzarvi fra di voi. I tuoi nodi antigravità sono perfettamente silenziosi e la Veste ha il camuffamento attivo: non ti stupisce non si siano ancora accorti di te.

Modificato da Mezzanotte
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Da qualche parte avranno qualcosa con cui sparire dalla faccia di questo pianeta.

Ho due soluzioni, in base alla conoscenza e l'esperienza avute con tizi di questo tipo.

Spoiler

 

Soluzione A.

Miro con il mio Sniper Rifle, in tutta calma, alla testa di uno di loro. Mi trovo in una posizione sopraelevata, da qui mi sento in totale supremazia nei loro confronti.

Potrei ucciderli tutti prima che si accorgano della mia presenza, con un paio di sventagliate di mitragliatrice pesante. Ma...

Controllo che sia tutto pronto per rispondere al fuoco anche attraverso il mitragliatore pesante, infine parlo al megafono, tuonando: "A TERRA LE ARMI! Che il vostro leader parli per conto di tutti, forse così avrete salva la vita e potrete ancora condurre le vostre misere esistenze altrove. Un passo falso e verrete puniti dalla Ginocrazia Latariana in modi di cui non potete neanche immaginare." (Uso Persuadere)

Il tizio che tengo sotto tiro con lo Sniper Rifle è quello con l'arma più pesante fra quelle che riesco a vedere. Non vorrei rimanere ferita o addirittura rischiare qualcosa di più per averli sottovalutati. Qualsiasi tentativo di azione nei miei confronti che intraprendano e che non riguardi un dialogo diplomatico, mi farà sentire autorizzata a procedere con le maniere forti, iniziando da quello sotto tiro a cui cancello i connotati se qualcosa va storto.

 

 

Spoiler

Soluzione B.

Se altrimenti sono a conoscenza del fatto che siano solo pura feccia, con cui è impossibile avere un dialogo, potrei pensare di ucciderli tutti, tenendone l'ultimo in vita solo per le informazioni che cerco.

 

Modificato da Maiden
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Alle tue parole gli uomini si sparpagliano sul tetto, alla precipitosa ricerca di riparo. Non gettano le armi, ma sembrano disposti a parlamentare.

"Non stiamo facendo nulla di male, perciò non vedo il motivo per cui dobbiate punirci" urla uno di loro, probabilmente il capo, da un cumulo di macerie dietro cui si è rifugiato.

"Non siamo vostri prigionieri e non deporremo le armi, ma ce ne andremo subito. Non vogliamo guai con la Ginarchia. Perciò vi prego, non sparate! Ripeto, non sparate! Ci stiamo ritirando!"

Gli Spazzini si guardano nervosamente intorno: ancora non hanno capito dove ti trovi.

 

 

Modificato da Mezzanotte
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Rimanendo in volo e cercando di tenerne quanti più possibile in visuale, placo il tono mantenendo la calma.

"Non avete ancora fatto niente ma la vostra attesa su queste macerie la dice lunga sulle vostre intenzioni.

Sciacallaggio di tecnologia latariana, comma 4, sezione 2, versetto AJ73P0.

Sapete cosa prevede il nostro stato per questo tipo di criminalità? Non credo."

Mento. Non del tutto. Sono sicura che qualcosa del genere basterebbe per essere incriminato. Ma ovviamente il comma 4, sezione 2, versetto AJ73P0 è solo un modo per fargli avvertire la gravità di ciò che stavano per fare.

"Ad ogni modo siete fortunati: non ho interesse nel dover fare di voi le mie prossime scartoffie. Al contrario, ora che mi ci fate pensare potrei avere qualcosa per voi, se il vostro leader tira fuori i coglion1 e viene a parlare senza starsene nascosto come un topo di fogna."

Con tono gelido: "Se avessi voluto, saresti già morto. Sareste già morti tutti."

Momento di pausa, in attesa di una qualche reazione.

"Una mano lava l'altra. E tutto questo potrebbe finire con un guadagno per voi... E per me.

Altrimenti..." (Uso Persuadere)

Modificato da Maiden
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Passano alcuni secondi durante i quali i tre devono probabilmente consultarsi febbrilmente; è un vero peccato tu non disponga dei mezzi per craccare le loro comunicazioni.

Dopodiché giungono ad una qualche conclusione perché due scattano verso un buco nel tetto mentre il terzo esce allo scoperto tenendo il fucile alto sopra la testa, ad indicare che non sarà lui il primo a sparare.

"Io rimango, i miei uomini scendono", ti informa urlando.

"Ora perché non vi fate vedere e venite a parlare con me?"

Inviato (modificato)

"Falli scendere."

Attendo i loro movimenti, per essere sicura di rimanere sola con lui.

Dopo, scendo sul cumulo di macerie, senza troppa finezza.

"Io rimango, le mie donne sono in giro.", dico in modo da risultare un po' strafottente.

"Ti propongo qualcosa, uomo. Ma dipende molto da dove andrete, una volta abbandonato questo mondo. Potrebbe valerne la pena, sempre che raggiungiate un posto decente. Diciamo una metropoli del sistema.

Quante volte potrebbe capitarti di fare un affare con delle latariane?"

Alle mie parole, mi fermo e attendo impassibile la risposta.

Modificato da Maiden
Inviato (modificato)

I due spazzini spariscono alla tua vista e puoi solo sperare che non vogliano giocarti qualche brutto tiro.

Atterri sul cumulo di detriti spegnendo il camuffamento e in questo modo obblighi il tuo interlocutore a guardarti dal basso, sciacciandolo psicologicamente con l'imponente mole della tua Veste.

Non riesci a vedere bene il volto dell'uomo perché indossa un respiratore e un ampio cappuccio, ma certo lo spettacolo della tecnologia di Zadracarta deve colpirlo dato che lo senti emettere un fischio d'ammirazione.

Eppure il maschio che hai di fronte si dimostra subito un osso duro; puoi quasi immaginarlo strizzare gli occhi, dietro alla maschera, nel tentativo di decifrare le tue vere intenzioni.

"Perché state combattendo fra di voi?" chiede accennando all'Avesta e allo Shah-Nameh che si stanno affrontando senza esclusione di colpi nel cuore della città distrutta.

Modificato da Mezzanotte
Inviato

"Risposta sbagliata."

Non posso permettermi di essere letta, la mia Veste da Specialista è l'unica cosa che mi separa da morte certa.

In maniera repentina riattivo i miei sistemi e tento di allontanarmi, per poi attivare il sistema di camuffamento.

Quello che voglio non è discutere ma farli tornare alla loro nave. Ho bisogno di sapere dove si trova e soprattutto, cosa è.

Spoiler

Tutte le navi possono trasportare tranquillamente una Veste da Specialista, vero?

 

Inviato (modificato)

GM

Spoiler

A parte i Caccia, sì. Le vesti sono alte circa 3 metri quando sono in posizione eretta.

L'uomo rimane perplesso nel vederti sparire all'improvviso, ma non perde tempo per scendere dal palazzo ed ordinare una precipitosa ritirata.

La tua gente ha una pessima fama nel settore. Zadracarta è accusata di genericidio e sviluppo di tecnologia maltech a causa del morbo Y, anche se a voi viene insegnato che la Piaga è stata la punizione divina inflitta al patriarcato per i suoi peccati. E poi c'è il trattamento dei prigionieri di guerra, il traffico di uomini ed il loro sfruttamento sessuale. Vili insinuazioni fabbricate della propaganda del mandarinato secondo il governo latariano, ma in realtà pratiche talmente diffuse da venir accettate, a parte qualche incorreggibile colomba eretica, come necessarie per il sostentamento dello stato.

E per quanto i tuoi superiori non ti abbiano ancora ordinato di recarti in una banca del seme o, peggio, in una tavilé per procreare una nuova guerriera, non ti stupisce che molti ragazzi qui fuori preferirebbero tagliarsi le palle piuttosto che correre il rischio di finire nelle vostre mani.

Ti libri in volo silenzioso spinta dai nodi ad antigravità e, dalla tua posizione privilegiata, vedi il capo congiungersi con il resto dei suoi uomini alla base del palazzo, attorno a due groundcar coperti color sabbia. Conti quattro spazzini in tutto, perché uno era stato lasciato a guardia dei mezzi.

Sono molto agitati. Salgono tutti a bordo dei veicoli e si allontanano velocemente verso est.

Immobile nel cielo polveroso guardi in lontananza Marjane combattere come una leonessa la sua ultima battaglia nel tramonto inquinato di Alabaster.

In cuor tuo sai che non la rivedrai mai più.

 

Modificato da Mezzanotte
Inviato

Cerco di seguire dalla distanza i due groundcar, voglio che mi portino alle loro navi. Potrebbero essere un mezzo per poter fuggire via da questo maledetto pianeta.

Camuffamento e nodi antigravità attivi.

Sospiro, perché questa potrebbe essere la mia unica possibilità. E non lasciarsela sfuggire significa solo una cosa.

Ho Marjane nella mia testa, non riesco a pensare ad altro, ho molta confusione e pensieri contrastanti.

Mi sento persa, trasportata dal vento, come i granelli di questa polvere di Alabaster.

Inviato

Segui il convoglio degli spazzini per diverse ore, fin quasi al limite operativo della tua veste poi, all'imporvviso, le groundcar lasciano il tracciato che fino a quel momento hanno seguito con ostinazione per scendere nel letto asciutto di un antico fiume dove, ad attendeli al riparo delle ripide sponde, c'è una modestra fregata mercantile mimetizzata alla buona.

Gli uomini si mettono subito all'opera per caricare i mezzi sulla nave. Capisci che, dopo il vostro incontro, hanno una fretta indiavolata di lasciare il pianeta.

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