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Inviato

Potrei essere d'accordo con te in generale, ma questo dipende molto dal contesto... in alcune ambientazioni le divinità sono assolutamente "antropomorfe", mentre in altre sono più distanti.

Dipende : sono antropomorfe in forma o in sostanza? sono onnipotenti ( vabbè, gli dei in quanto tali non possono esserlo)? sono onniscenti?

Devo dire che qui pecco di ignoranza riguardo la teologia D&Desca, ma ciò non toglie che si possano usare le nostre catogorie su di essi.


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Principali partecipanti

Inviato

tornando al caso specifico, secondo me non ha fatto bene, almeno per come lo vedo e gioco io il barbaro è un combattente eccellente che preferisce la morte alla ritirata, oltretutto a mio parere il giocatore rimasto in piedi poteva fare una semplicissima domanda: "in che condizioni è il mio nemico" il master gli avrebbe risposto: "vedi che gronda sangue, ha ferite molto profonde e si regge a malapena in piedi" se fossi stato il barbaro e avessi avuto una trentina di pf, sarei partito all'attacco, dato l'allineamento poi avrei raziato tutti i corpi e me ne sarei andato.

Sarà che il mio barbaro per come lo gioco io non scappa mai:banghead:

Inviato

anche questa possibilità sarebbe stata corretta, così come la scelta fatta di fuggire: è questo il bello di un GdR: uno può essere 10 volte un barbaro, 10 volte ritrovarsi in situazioni identiche e 10 volte fare scelte diverse.

Quando giocavo alle prime edizioni avevamo un DM e alcuni suoi seguaci che erano della scuola "i barbari e i guerrieri attaccano sempre, gli orchi sono bruti e sciocchi" eccetera: ovvero erano per una visione piuttosto stereotipata del fantasy.

Oggi come oggi, che di giocatori come noi ce ne sono di più e con maggiore esperienza (ludica e letteraria) un discorso simile va ancora bene SE NON E' l'unico modo di vedere le cose: quindi giusto un barbaro che prova fino alle estreme conseguenze il suo valore, ma giusto anche un barbaro che si ritira o fugge nel caso il nemico sia soverchiante

Inviato

Secondo me è difficile giudicare se sia giusto o sbagliato che il barbaro sia fuggito, soprattutto per noi che non conosciamo il giocatore in questione. Il PG è qualcosa di più di una classe e una razza scritta su un foglio di carta... un barbaro, non sarà mai uguale a un' altro barbaro... tra dieci personaggi barbari si potrebbero riscontrare sfaccettature differenti, ma tutte ugualmente valide. Il problema essenziale che noi non conosciamo ne il giocatore, ne la storia del PG e neppure l' abbiamo mai visto giocare indi non conosciamo nulla di lui a parte che è un barbaro. IMHO l' unico che può giudicare è il suo master basandosi sulle sue conoscenze del giocatore e del suo personaggio.

P.s. basandomi su considerazioni personali concordo sul fatto che un barbaro può tranquillamente darsi alla fuga... posso solo dire che il fatto che sia stato giusto o meno varia da giocatore a giocatore.

-Tebrin-

Inviato

Se l'avventura è rimasta al punto dela fuga del barbaro direi che per riarmonizzare il gruppo potresti far raggiungere il barbaro dal caval della morte per finirlo.

(tanto era pure affaticato il barbaro, non penso vada molto lontano a meno che abbia una cavalcatura o altri mezzi evasivi)

:bash:

Inviato

beh... per il seguito non posso scrivere nulla perche alcuni pg leggono il forum, pero' senza alcun dubbio lo rincontreranno :lol:

Inviato

Purtroppo questo è quello che succede quando si forma una compagnia di allineamenti diversi, diventa difficile gestire situazioni, non si forma il GRUPPO tutti vogliono raggiungere i propi obiettivi e usufruiscono degli altri solo per raggiungerli, nella vecchia compagnia dove si avevevano allineamenti diversi queste cose erano all'ordine del giorno.... non puoi punire il barbaro comunuque... sta interpretando come può il suo personaggio da lui ti dovrai aspettare questo ed altro forse poi succederà come a noi che al susseguirsi di questi episodi ti ritroverai ad un pub con gli amici e cercare di capire cosa cè che non va..... noi siamo dell'idea o facciamo la compagnia buona o quella cattiva si stabiliscono le regole ed eventualmente un leader... mettendo un po di ordine queste cose non succederanno più, saranno i giocatori a punire i comportamenti dei compagni e non tu ;-)

Inviato

Hanzo, seppur giusta l'analisi che hai fatto, scommetto quanto vuoi che quelli della wizzy non ci hanno nemmeno lontanamente pensato a ciò che hai detto tu. Cioè, per capirsi, non credo proprio che con gli incantesimi che tu dici loro volessero limitare l'onniscenza degli dei. Per me non gli è passato nemmeno un attimo dalla testa... Nella loro mente c'era l'idea di non rendere divinazione la scuola più potente al mondo

Inviato

Quanto agli dei di D&D, come già detto, si comportano come le divinità greche, ma hanno più limiti di quanto queste ultime non avessero.

Sappiamo, dalla descrizione di alcuni incantesimi per esempio, che possiedono meno scienza soprannaturale (onniscienza? Scordatelo, St. Cuthbert!), hanno un limitato potere (gli dei greci invece sono più o meno equivalenti, c'è solo chi è più scaltro e chi non lo è)

Gli dei greci sono nati in più generazioni, ogni generazione è per propria costituzione inferiore a quella che la precede.

Non sono ne onniscenti, anche se hanno un grado di conoscienza del kosmos di molto superiore a quella del più saggio degl uomini, ne onnipotenti. Nel "tempo presente" hanno smesso di interessarsi direttamente degli affari umani, anche se ogni tanto comunicano con essi; il massimo grado di interazione divina riguarda gli semidei che ogni tanto ricompaiono per aiutare nei momenti di vero bisogno ( esempio : Aiace che combatte a Maratona).

:bye:

Cmq a me schifa parecchio l'idea che un dio faccia qualcosa di più che concedere incantesimi o, al limite, apparire in sogno!

  • Amministratore
Inviato

Gli dei greci sono nati in più generazioni, ogni generazione è per propria costituzione inferiore a quella che la precede.

Non sono ne onniscenti, anche se hanno un grado di conoscienza del kosmos di molto superiore a quella del più saggio degl uomini, ne onnipotenti. Nel "tempo presente" hanno smesso di interessarsi direttamente degli affari umani, anche se ogni tanto comunicano con essi; il massimo grado di interazione divina riguarda gli semidei che ogni tanto ricompaiono per aiutare nei momenti di vero bisogno ( esempio : Aiace che combatte a Maratona).

Cmq a me schifa parecchio l'idea che un dio faccia qualcosa di più che concedere incantesimi o, al limite, apparire in sogno!

Senza divagare, ripeto quello che dicevo prima.... Dipende molto dalle ambientazioni, su Eberron gli dei sono venerati ma rispondono abbastanza poco, sui Forgotten Realms sono più presenti (al punto di vivere tra i mortali in alcune remote regioni)... Inoltre l'onniscienza degli dei è ben specificata, ossia sanno tutto quello che riguarda il loro portfolio con un certo limite di tempo di anticipo (mi pare dipenda dal grado divino). Credo che applicare le nostre conoscernze di mitologia o antropologia a D&D sia un po' una forzatura ;-) soprattutto quando queste cose sono già scritte.

Inviato

Hanzo, seppur giusta l'analisi che hai fatto, scommetto quanto vuoi che quelli della wizzy non ci hanno nemmeno lontanamente pensato a ciò che hai detto tu. Cioè, per capirsi, non credo proprio che con gli incantesimi che tu dici loro volessero limitare l'onniscenza degli dei. Per me non gli è passato nemmeno un attimo dalla testa... Nella loro mente c'era l'idea di non rendere divinazione la scuola più potente al mondo

Più che per gli incantesimi ai livelli alti è molto più facile entrare in contatto con demoni, semidei, divinità.

Se questi sapessero una marea di cose, tutti sanno di tutto e di più, non ci sarebbe più gusto a scoprirle.

Tornando alla discussione sul barbaro, oltre al fatto che tutto dipende dalle circostanze e dal background, io non ce lo vedo un barbaro che viene menato e scappa in altri luoghi come un pulcino bagnato.

La mia visione è molto più vicina allo stile del primo film di Predator (tu, essere potente, mi ammazzi tutti i compagni, allora io mi rifugio da qualche parte, mi curo e ti do la caccia finché non ti vedo stecchito).

p.s.

comunque puntualizzo, per Longino, che le divinità greche non sono onniscienti, certo, ma nella loro scienza soprannaturale vedono molto più lontano di quanto possano fare le divinità di D&D.

Inviato

Ma quindi si può sapere cosa vuol dire che loro conoscono esattamente ciò che riguarda il proprio portfolio ( che credo sia una pessima traduzione di dominio?)?

  • Amministratore
Inviato

Riporto la parte sulle divinità dall'SRD:

Remote Sensing: As a standard action, a deity of rank 1 or higher can perceive everything within a radius of one mile per rank around any of its worshipers, holy sites, or other objects or locales sacred to the deity. This supernatural effect can also be centered on any place where someone speaks the deity’s name or title for up to 1 hour after the name is spoken, and at any location when an event related to the deity’s portfolio occurs.The remote sensing power can cross planes and penetrate any barrier except a divine shield (described in Salient Divine Abilities) or an area otherwise blocked by a deity of equal or higher rank. Remote sensing is not fooled by misdirection or nondetection or similar spells, and it does not create a magical sensor that other creatures can detect. A deity can extend its senses to two or more remote locations at once (depending on divine rank) and still sense what’s going on nearby.

[...]

Portfolio: Every deity of rank 1 or higher has at least limited knowledge and control over some aspect of mortal existence. A deity’s connection to its portfolio gives it a number of powers.

Portfolio Sense: Demigods have a limited ability to sense events involving their portfolios. They automatically sense any event that involves one thousand or more people. The ability is limited to the present. Lesser deities automatically sense any event that involves their portfolios and affects five hundred or more people. Intermediate deities automatically sense any event that involves their portfolios, regardless of the number of people involved. In addition, their senses extend one week into the past for every divine rank they have. Greater deities automatically sense any event that involves their portfolios, regardless of the number of people involved. In addition, their senses extend one week into the past and one week into the future for every divine rank they have. When a deity senses an event, it merely knows that the event is occurring and where it is. The deity receives no sensory information about the event. Once a deity notices an event, it can use its remote sensing power to perceive the event.

Il portfolio (credo tradotto in italiano con "sfera di influenza") è semplicemente la descrizione degli "ambiti" in cui ciascuna divinità estende il suo potere. Da quello che ho riportato si vede che in effetti le divinità non sono onniscienti, ma più sono potenti più gli è facile venire a conoscenza delle cose che riguardano i loro interessi, al punto di sapere le cose prima che avvengano. NAturalmente le divinità della conoscenza hanno poteri addizionali a riguardo.

Inviato

Ma il problema di cosa sia il portfolio rimane. Il portfolio è l'ambito in cui il remote sensing opera?

( ovvero il portfolio è l'aria attorno ad ogni fedele, luogo sacro o punto in cui il nome della divinità è pronunciato?)

  • Amministratore
Inviato

Ma il problema di cosa sia il portfolio rimane. Il portfolio è l'ambito in cui il remote sensing opera?

( ovvero il portfolio è l'aria attorno ad ogni fedele, luogo sacro o punto in cui il nome della divinità è pronunciato?)

Ti faccio un esempio così è più chiaro. Prendiamo Zeus, com'è presentato in Dei e Semidei: il suo portfolio è "cielo, aria tempeste, fato, nobiltà". E' una divinità maggiore, con grado divino 19, per cui può percepire tutto nel raggio di 19 miglia da un suo fedele/tempio ecc, inoltre è automaticamente a conoscenza di tutto quello che succede entro 19 settimane passate o future che riguardi il tempo (pioverà) la nobiltà (tra due mesi morirà il re di tebe) ecc.

EDIT poco oltre la descrizione che Zeus è a conoscenza di "tutto quello che succede sotto il cielo aperto" con 19 settimane di anticipo.

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