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Capitolo Zero: Incubo


Messaggio consigliato

6 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:10

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso, lieve coltre di nebbia || Cibo per due giorni

L'esserino, se fosse coi piedi per terra, sarebbe alto più o meno come un halfling o un ragazzino umano. I tuoi attacchi rapidissimi vanno per la maggior parte a segno e sbattono a terra il mostriciattolo che si rialza rapidamente dal ponte della tua Incubo per tornare ad attaccarti dal basso; stavolta ti becchi un graffio profondo sul braccio sinistro che viene cauterizzato dall'altissima temperatura del corpo dell'esserino, che continua a ridacchiare ignorando completamente le tue parole.

Spoiler

TxC: 19 | 5 | 16; Danni: 4+3 //prono!

Subisci 4 danni.

 

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Ahi una rossa linea di sangue colora la mia candida pelle, senza versare una goccia, ma lasciando una cicatrice perfettamente guarita. Arrossisco appena mentre le lacrime mi salgono agli occhi, un gesto di stizza non proprio signorile. Come ti permetti, villano Mi tuffo contro di lui con rinnovata foga, decisa a metterlo a nanna al più presto Colpire una signora. Non ti hanno insegnato che una signora non va sfiorata, neanche con un dito?

@Bellerofonte

Spoiler

Attacco completo, quindi 2 attacchi a +4, 1D4+2.

 

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13 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:10

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso, lieve coltre di nebbia || Cibo per due giorni

Peccato nei dintorni non ci sia nessuno ad ascoltare le tue battute cariche di acume mentre combatti il male attraverso pugni e calci. Dopo l'ennesima batosta lo spiritello inizia a perdere di smalto e decide di ricorrere ai suoi poteri sovrannaturali soffiandoti in faccia un getto di vapore bollente dal quale tuttavia ti copri ricavandone solo una piccola ustione sul braccio. Siete quasi alla fine dei giochi, te ne accorgi dal fatto che il tuo avversario non è più così propenso a ridere e il vapore che lo circonda si sta raffreddando.

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TxC: 13 | 14; Danni: 5+3

TS RIF: 22, dimezzi e subisci solo 2 danni.

 

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Le lacrime appese alle ciglia cominciano a scorrermi sul volto, mescolandosi al sudore che mi imperla il viso. Il sorriso mi si accende per un istante, capendo che il mio avversario sta terminando le forze e che le opzioni a sua disposizione si assottigliano, sostituito subito dal ghigno sofferente che mi impongono graffi e bruciature. Penso ad un'arguzia sulle donne e i bollori, ma mi manca la concentrazione e l'ispirazione per riuscire nel mio affondo vocale, quindi mi limito ad attaccare il coso sbuffando tra i denti un Adesso ti metto a nanna, caro il mio pesce rondine. 

@Bellerofonte

Spoiler

Ripeto l'attacco completo, 2 txc +4, 1D4+2, ma mi tengo pronta anche ad afferrare il coso qualora svenga/cada/scappi. 

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Domandina

Il coso mi ha gridato contro quando ha cominciato ad attaccarmi e io gli ho parlato ripetutamente : ho notato segni di una qualche comprensione del mio tentativo di comunicare da parte sua? 

 

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2 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:15

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso, lieve coltre di nebbia || Cibo per due giorni

Decisamente nessuna reazione dal mostriciattolo, le cui grida invece ti sembrano più che semplici sfoghi d'ira e follia. Forse anche lui ti sta in qualche modo insultando, ma non ne comprendi il senso a causa delle evidenti barriere razziali e linguistiche. Due colpi ben piazzati e lo spiritello cade a terra sul ponte della tua goletta; per qualche secondo resta semicosciente tenendosi in ginocchio con i gomiti, ma crolla dopo poco per lo stordimento.

Cosa hai intenzione di farne?

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Intuizione: 20

TxC: 14 | 10; Danni: 6 + 4 //svenuto!

 

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Guardo il coso incosciente ai miei piedi. L'esultanza nel mio petto è enorme, ma lo è anche la stanchezza e il dolore delle ferite. Lo stuzzico appena col piede, per verificare che non si rialzi immediatamente, poi proseguo fino a trovare un bel pezzo di corda. Scelgo le più robuste che trovo e lego il mio prigioniero meticolosamente, gambe, braccia ali e collo, in maniera che non possa divincolarsi facilmente; quindi recupero un paio di altre corde e lo immobilizzo contro l'albero, rivolto a prua, lontano dalla vela. Solo allora mi rilasso un pochino e mi godo appieno la felicità: la felicità di essere viva, la felicità di aver vinto la battaglia, la felicità di non essere inutile o imbranata in tutto. Fischiettando, recupero il bugliolo e lo riempio d'acqua di mare, mi spoglio rapida sulla tolda accanto al mio trofeo e mi lavo via il sudore e la stanchezza di dosso con un paio di secchiate rinvigorenti, quindi mi rivesto. Solo allora do un'occhiata al mare in cerca di Jevlan, pregando che la sua battaglia sia stata più semplice della mia, masticando un pezzetto di carne secca rinvenuta in una sacca Avanti, quanto ci metti mugolo tra i denti, ad un tempo eccitata e ansiosa. 

@Bellerofonte

Spoiler

Per le prove del caso, Medicina +3 (anche se interpretativamente lo faccio in maniera approssimativa), una prova di DEX per legare come un salame il coso +2 (non so se si possa aggiungere una qualche competenza per il fatto che come marinaio sono più abile del normale con corde e nodi, né se sia possibile spendere più tempo del dovuto per essere più precisi nel lavoro, ma comunque lo faccio bonus o non bonus).

 

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22 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:25

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

Ti chini a osservare meglio il coso che ti ha attaccato e dal poco che puoi intuire si tratta di una sorta di piccolo essere formato da un corpo che emana costantemente vapore; leghi le estremità meglio che puoi e ti tocca aspettare altri dieci minuti in compagnia della creatura incosciente prima di avere novità dai fondali marini.

Un gorgoglio crescente nell'acqua a tribordo attira la tua attenzione e culmina con l'elfo che salta letteralmente dall'acqua sul ponte della tua nave. Ha con sé una cima che tira con tutta la forza che ha, portando a bordo un cadavere quasi identico a quello scuoiato la sera prima. Un Aboleth morto infilzato da vari arpioni ora perde sangue rosso scuro sulla tua nave. "Raccogli il sangue o attirerà gli squali." ti ordina mentre già guarda il pelo dell'acqua pronto a tuffarsi di nuovo. Jevlan non ha nemmeno un graffio, ma butta distrattamente a terra un arpione rotto per prenderne un altro dalla scorta che ha lasciato a bordo prima di immergersi. Frettoloso di dover tornare a cacciare, non sembra aver notato il nuovo inquilino a bordo.

Spoiler

//Medicina: 13; DES: 14;

 

Modificato da Bellerofonte
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Ciao eh replico sarcastica, risentendomi al basso livello di educazione che Jevlan sfoggia Per favore apre tutte le porte, te lo hanno mai detto? Esclamo porgendogli il bugliolo e guardandomi attorno in cerca di una pezza per ripulire il macello. Comunque, pensi davvero sia un problema il sangue in barca dopo tutto quello che avrà perso in acqua quell'affare mentre lo riportavi qui? Bah.Mi gratto distrattamente la cicatrice sul braccio, guardandomi attorno in cerca ancora di stracci e pezze. Mmm, a proposito, abbiamo ospiti a bordo. Mentre tu eri a pesca ho avuto visite. Non rispettabili. Niente affatto. Sono legate in un barile nel gavone adesso brontolo con voce monocorde mentre, trovato finalmente uno strofinaccio, mi accingo a ripulire.  

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11 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:30

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

Jevlan al solito ignora tutti i tuoi rimproveri e si guarda attorno con fare attento per poi volgere il suo sguardo sul tuo braccio: "Sahuagin? Hanno ripreso a farsi vedere in queste acque? No, impossibile dopo l'ultima sconfitta..." si guarda a terra, verso i piedi palmati e nudi, accarezzando il pavimento della nave. "Il legno è caldo. Un Mephit del Vapore? C'è una faglia vulcanica inattiva sotto di noi." ma più che spiegarlo a te sembra come al solito dirlo a sé stesso. "Uccidilo o liberalo. Nessun essere merita le catene." 

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Gli punto  addosso gli occhi e lo fisso a lungo, cercando di capire.  Non riesco a venire a patti con la mentalità di Jevlan, quell'uccidilo o liberalo. Non ho intenzione di uccidere qualunque cosa mi minacci solo perché sono forte abbastanza da poterlo fare. E non voglio nemmeno rimetterlo in libertà e dargli la possibilità di nuocere a qualcuno. Sei proprio un bel tipo. Riprendo a pulire via il sangue, seccata dalle idee sanguinarie del mio compagno di viaggio. Non mi piace il tuo modo di ragionare. Forse, vivendo come fai tu, uccidendo qualunque cosa possa costituire un pericolo, fornisci un lodevole servizio alla comunità. Ma una vita vale molto di più della libertà. Quando la togli, non puoi più restituirla. Non puoi permetterti nessun errore. Rialzo lo sguardo su di lui quando strizzo lo straccio impregnato di sangue. Per essere uno che valuta la libertà al di sopra di ogni altra cosa, hai scelto un bel modo per privartene. Sbuffo disgustata Il coso...come l'hai chiamato? Mephit? ...Vabbè, coso va bene comunque. E' pericoloso. Potrebbe attaccare una barca di pescatori, sorprenderli nella nebbia e averne ragione. Come posso lasciarlo libero? Allo stesso modo, perché dovrei ucciderlo? Non so di alcun reato commesso, a parte tentare di baciarmi. Guardo ancora l'elfo, arrabbiata. Un pò poco per una condanna a morte non ti pare?   

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14 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:35

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

"Una vita vale più della libertà." l'elfo ripete meccanicamente le tue parole scuotendo la testa. "Da come parli, non sei mai stata in catene."

Jevlan stringe l'arpione con una mano e con l'altra si massaggia il cuoio che gli copre l'avambraccio destro; si avvicina ai barili - la Incubo non è abbastanza grande da nascondere un prigioniero, anche se grande quanto un bambino. L'elfo lo trova dopo poco più di un minuto passato a controllare il carico a bordo. Dopodiché prende dal collo il coso ancora svenuto e lo butta senza pietà ai tuoi piedi. Ora che è inerme non è più lo spiritello assassino che combattevi prima, ma uno strano quanto affascinante essere translucido che sembra venire da un altro mondo. "Noi mortali abbiamo solo due cose: la vita e la morte. La vita è vita e va vissuta. La morte è morte e non ci è dato sapere altro. Ma se catturi qualcuno e lo privi di entrambe le cose, resta solo un limbo di eterna dannazione." il tuo cinico compagno di viaggio ti mette in mano l'arpione con la forza. "Lo hai imprigionato perché credi di poterlo redimere? E' un Mephit, un elementale del vapore. E' la sua natura, e non la puoi cambiare. Pecchi di arroganza se pensi il contrario. Oppure non hai il coraggio di togliere una vita? Sei ipocrita allora, visto che non puoi impedire che altre vengano tolte." Jevlan fa un passo avanti. "Libertà o morte. Devi scegliere."

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Se prima, in un modo platonico e contorto, provavo affetto per il mio salvatore, adesso quel sentimento è scomparso. L'astio fa brillare i miei occhi, e solo con una notevole dose di autocontrollo evito di urlare la risposta. Invece, con calma glaciale, scandisco lentamente le parole che costituiscono un concetto del tutto differente da quello dell'elfo Devo? Chi sei tu per dire devo? Sei diventato un Dio? Non sei tu a dirmi cosa posso o non posso fare? Sei tu che vivi in una gabbia fatta di certezze, che quindi non contesti ma subisci, perché te le sei imposte da te. Dici che abbiamo solo Vita o Morte, poi ti inventi la libertà. Arrossisco nella foga della mia arringa, ma il tono rimane piatto e distaccato. Tu, che vivrai mille volte più a lungo di me, che avrai più tempo e più occasioni di me, tu neghi a te stesso la possibilità che le cose possano cambiare. Peggio, vorresti negarmi la possibilità di percorrere la mia strada solo perché è diversa dalla tua. Mi privi della libertà di scegliere. Mi metti addosso le catene e poi mi accusi di non averle mai portate. Lascio cadere l'arpione dalle mani. E' nella natura umana respirare aria e non acqua. Perché non hai lasciato che la natura seguisse il suo corso? E' stata la mia curiosità a farmi tuffare, la mia natura umana. Perché hai tentato di cambiarla? Perché dici a me che sono arrogante se voglio tentare, o ipocrita se non uccido, quando tu sei stato tanto ipocrita da salvarmi e arrogante abbastanza da sottrarmi al destino impostomi dalla mia natura? Neghi con le azioni le tue stesse parole? Accenno col capo al Mephit I cani mordono. E' nella loro natura. Ma uomini pazienti possono insegnar loro chi mordere e quando farlo, persino se farlo o no. Anche degli elfi lo fanno. A quanto pare Jevlan invece no. Jevlan è impaziente come un umano. Jevlan chiama arroganza le strade difficili, quelle per cui non è sufficiente ammazzare o lavarsene le mani. Stringo i pugni fino a sentire le unghie scavare solchi nei palmi delle mani. Se vuoi il suo sangue, prendilo da te. Se vuoi lasciarlo libero, taglia le corde. Io ho deciso. Ho deciso che ci sono altre strade oltre a quelle che hai visto tu, come tu hai deciso che noi mortali abbiamo più che la semplice vita e l'ineluttabile morte. 

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Il 9/9/2019 alle 17:50, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:40

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

Jevlan non sembra poi così arrabbiato, al contrario di te. "Non sai di cosa parli, shem'len. Puoi istruirne uno o venti o cinquanta, ma stai certa che nel momento di maggior necessità ognuno rivela sempre la sua vera natura. Ogni compromesso è un'illusione che serve a pulire le coscienze di quelli come te. Io-" l'elfo smette improvvisamente di parlare e si volta verso sud-est. Anche tu hai sentito qualcosa, come un boato distante che per un attimo ha fatto vibrare l'aria. In fondo, una colonna di fumo inizia lentamente a levarsi verso l'alto. "Pirati." sibila Jevlan a denti stretti, poi ti guarda dritta negli occhi: "Vuoi salvare vite? I sopravvissuti diventeranno cadaveri entro la fine della giornata se non siamo più veloci degli Aboleth. Dirigi la nave verso il fumo, non posso portarli tutti a riva da solo." è la prima volta che chiama la Incubo con un nome appropriato o sbaglio...?

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Forse lui neanche sembra arrabbiato, io sono sicuramente, manifestamente inviperita. Sorvolo sul nome che ha usato rivolgendosi a me, conservandone il ricordo in un recesso della mente per un momento più tranquillo in cui chiedergli spiegazioni. Invece mi inalbero quando accenna ai compromessi Illusione? Come...? Mi zittisco anch'io al suono ovattato proveniente dal mare. Allungo lo sguardo attorno, trovando il filo di fumo da cui presumere sia  partito il boato. Mi mordo le labbra, nervosamente, quindi mi volto attorno a valutare la situazione. Scrollo il capo, scacciando via la risposta piccata che ho incastrata tra i denti e salgo veloce lungo le sartie fino alla formaggetta. Da li, lo sguardo spazia facilmente tutt'intorno, permettendomi di pianificare attentamente le mosse raccogliendo i dati visibili: la direzione del vento dalla bandiera; la sua intensità lungo la rotta verso la colonna di fumo, dalle macchie di spuma sulla creste delle onde; la probabilità che si tenga stabile e non scemi fino a mezzogiorno, abbastanza alta. Mi calo giù lungo un paterazzo, quindi attacco subito con le necessità più impellenti. Do giusto un'occhiata al barometro per accertarmi che il vento tenga, prima di recuperare il Mephit e rimetterlo a bagno nella botte, quindi trascino via l'aboleth dalla prua fino al pozzetto, dove mi accingo ad usarlo come contrappeso. Solo allora prendo finalmente posto a poppa, la barra del timone ferma tra le gambe ed entrambe le mani sulla scotta Finiremo questo discorso più tardi, Jevlan, ora non c'è tempo. Se rimani qui, datti da fare: bagna la vela col bugliolo, guadagniamo qualcosa in più al vento. La voce pacata ha ancora un timbro vagamente gelido, ma gli occhi hanno perso il luccichio feroce dell'alterco, mentre corrono ripetutamente a compiere il triangolo vela-superficie del mare-colonna di fumo.

@Bellerofonte

Spoiler

So che il vento viene da est ma non conosco la direzione del mio avvistamento. Caso mai fosse anch'esso ad est, costringendomi a navigare sui bordi di bolina stretta, partirei con un primo bordo molto lungo verso sud, così da allontanarmi dalla costa e avere più possibilità di beccare vento più forte e meno turbolenze, tenendo la colonna di fumo sulla sinistra. In qualunque altro caso, punto dritta sulla colonna di fumo.  Inoltre farei una valutazione sul tempo atmosferico, basandomi sulla lettura del barometro e Sopravvivenza +5, e una sulla distanza da percorrere con Percezione (osservare) +5, stimando un tempo di arrivo.

 

 

Modificato da aykman
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Il 11/9/2019 alle 12:05, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 09:45

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

La colonna di fumo è a sud-sud-est e la brezza leggera sembra essere persistente. Non ci sono nuvole in cielo ma solo un l'azzurro mite che si staglia a perdita d'occhio dalla Cintura d'Onice fino alla costa capoventurese, e con questo tempo ad occhio e croce in mezz'ora dovreste essere lì nei paraggi.

Jevlan non obietta: per la prima volta si dimostra accondiscendente nei tuoi confronti e inizia a fare esattamente ciò che gli dici, in maniera anche molto efficiente; che fosse un marinaio, prima di fare il cacciatore?

Spoiler

Sopravvivenza: 10 | Percezione: 13

 

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Mi godo quella pausa di silenzio che cala tra noi, se non altro per poter far ordine nella mente: troppi pensieri che sfrecciano alla rinfusa, ognuna con la propria volontà di prevalere sugli altri, a caccia di visibilità. Metto tutto a tacere mentre faccio i calcoli sulla rotta, ma il barometro alto e quel cielo limpido, sconfinato e piatto non danno nessuno speranza ai cambiamenti. Stando così le cose, in  pochi minuti saremo in grado di capire ad occhio nudo cosa capita senza dover nemmeno salire in testa d'albero. E questo mi permette di riflettere sui notevoli talenti di Jevlan e sul modo, spesso contraddittorio, di lasciar trasparire il proprio carattere: abile cacciatore solitario, chiuso e poco incline ai compromessi; solitario, si, ma altruista, sebbene in modo tutto personale e decisamente cinico; duro, ma non testardo. Ricaccio le parole in gola prima che saltino fuori dalla mia bocca: non è il caso di ricominciare a litigare, non adesso che i problemi sono immediati e facilmente visibili. Pertanto, respingendo i pensieri più negativi, do sfogo alla curiosità, torchiando Jevlan ora che non può scappare via, assediando il suo silenzio adesso che non ho ordini da dargli Sei bravo a sgottare...bei movimenti precisi...non sprechi acqua...dove hai imparato? E, a proposito, complimenti per l'ennesima preda...sembra quasi ti piaccia dargli la caccia...mmm...no, forse piacere è sbagliato...forse più un senso di giustizia e vendetta?...li odi proprio, eh esclamo dando un calcetto alla forma gommosa che ci separa, perdendo sangue sul fondo della barchetta ...qualcosa di personale?...sicuramente sei diventato bravo a farli fuori...chiunque sia stato, ti ha insegnato proprio bene...

@Bellerofonte

Spoiler

Aguzzo lo sguardo sulla colonna di fumo mentre dirigo la barca, rivolgendogli più attenzioni visto che non sono necessarie troppe per dirigerci sul bersaglio con un vento quasi al lasco. Percezione +5 per vedere qualcosa di più del semplice fumo.  

 

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10 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 10:05

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

L'elfo non risparmia il fiato quando c'è da lavorare, né interrompe ciò che sta facendo solo perché gli poni una domanda. Se tutti i marinai fossero come lui, la Loggia sarebbe un posto migliore. "Ho nove vite umane, abbastanza per imparare più di un mestiere. Marinaio," mugola di fatica stringendo una cima all'albero "cacciatore," indica la bestia con un dito e sguardo disgustato "Pioniere e ora contrabbandiere di occhi di Aboleth. Ne vale la pena, valgono cinquecento pezzi ciascuno. E sì, ho avuto il migliore insegnante del continente occidentale, il più grande assassino di Capo Ventura." c'è una macabra ironia nelle sue parole, come se in realtà non andasse per nulla fiero di ciò che ti sta dicendo. "E' lavoro, non meno sporco di quello che fa la Loggia. Solo che loro infiocchettano la caccia selvaggia e gli omicidi con permessi e lettere di corsa. Come se un pezzo di carta firmato potesse cambiare chi sei o cosa fai." è forse un filo di rabbia che vedi, mentre stringe con forza il nodo che ha appena intrecciato? Qualunque cosa ci sia stata nel lungo passato di Jevlan, la Loggia c'entra e ha avuto un ruolo affatto positivo se è così scarsa la sua considerazione della più grande gilda di esploratori del continente. "Tu non sei di qui, invece. Non hai per niente l'accento del Capo. Vieni da sud, ma non sei vestita pesante...una schiava fuggita da Dunwall? O una reietta di Arvàns che vuole provare a diventare Pioniere?"

La sua improvvisa loquacità si ferma quando anche lui vede ciò che vedi tu: una fregata battente una strana bandiera a scacchi blu e arancioni con una fiamma rossa stampata sopra che vira verso nord-est mentre due relitti colano a picco uno vicino all'altro.

Spoiler

Percezione: 18

 

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Le emozioni si susseguono in me, alternandosi tra gli alti e bassi della carriera di Jevlan... e un pensiero meschino si fa strada fra gli altri, ribadendo la fortuna di un tempo così lungo da poter imparare molto più che un'unica cosa nella propria vita... una prerogativa di pochi, che mette addosso a tutti gli umani la fretta di fare di più. Sospiro, visto che il pensiero getta un'ombra cupa sulla mia anima, persino sul fatto di avere a bordo un Pioniere. Marinaio... cacciatore... Pioniere... ed ora contrabbandiere... una bella vita avventurosa, non c'è che dire. E un bel guadagno facile facile. Uomo fortunato... ops, scusa, elfo. Un lampo di allegria rischiara un momento la cupa cappa che mi è scesa addosso all'involontaria battuta. La Gilda... da come ne parli tu, non sembra esattamente il posto che mi è sono immaginata... Allungo lo sguardo sulla massa nebulosa e tremolante che sta prendendo forma sotto la colonna di fumo ... anzi, sembra proprio il tipo di posto in cui non starei a mio agio... detto da te, non sembra nulla più che una gilda di ladri e assassini, una di quelle di cui si racconta nelle favole per spaventare i bambini, anche se si nascondono dietro un pò di burocrazia per giustificarsi. Sospiro ancora, gli occhi al cielo, una nota sorda a dar voce alla paura che, forse, quell'allegra e chiassosa brigata di ricercatori e avventurieri passati da casa mia altro non fosse che l'apice, in bene, di una realtà molto più complessa, una dove i compromessi portano a strane, sordide alleanze, magari nemmeno infrequenti. Il più grande assassino di Capo Ventura penso, e il pensiero non mi conforta, anzi mi mette a disagio: sebbene sia perfettamente consapevole del fatto che sia solo un modo di mettere  fine ad una vita, l'idea in qualche modo mi mette i brividi. Storco il naso, riprendendo ad ascoltare Jevlan seguendo il corso delle sue parole, volate lontano. Angoscia e paura scompaiono, messe in secondo piano dalla nostalgia, al pensiero di casa Sono del sud... sud ovest per la precisione. Un'isoletta lontana dalle rotte principali. E fa freddo, molto più di qua. Abbastanza da costringermi ad indossare qualcosa di più leggero aggiungo civettuola, facendo correre la mano sulla gonna striminzita, che non ripara certo dal freddo e non lascia all'immaginazione molto spazio: il lembo di tessuto copre appena l'inguine, correndo poi fino a metà gamba, ma così stretto che le cosce e le gambe ben tornite sono perfettamente visibili; e la parte posteriore è fatta allo stesso modo, anche se un pò più larga in alto, così da coprire qualche centimetro di natica in più, ma mai abbastanza da nascondere tutto. Ho qualcosa di più pesante, da qualche parte nel gavone, per il maltempo, ma abiti proprio per le temperature di casa... bé... quelli mi sa che son finiti in mare da tempo, vittime delle prime tempeste che ho incontrato. Sorrido, credendo di averlo zittito, ma dopo un momento anche il mio sguardo mette a fuoco le forme maestose della fregata. Mi guardo attorno velocemente, ansiosa, pronta virare di bordo al minimo accenno di inversione di rotta del grosso natante, ma questo non sembra interessato al momento. Porta invece il vento al mascone e si lancia di bolina verso nord est, lontano da noi, lasciandosi dietro una scena di distruzione immane. Una bestemmia muta muove appena le mie labbra. Guardo in acqua, vicino a me, cercando di valutare l'intensità della corrente e con una mano valuto la sua temperatura. Correggo appena la rotta, portandomi appena fuori bersaglio, così da intercettare possibili naufraghi alla deriva: non un grande cambio in effetti, non siamo più così lontani, è solo una questione di minuti, ma sufficiente a mettere più acqua tra noi e la fregata. Conosci quella bandiera Jevlan? sussurro piano, neanche potessero sentirci, una traccia di paura e tristezza nella voce.

@Bellerofonte

Spoiler

valuto l'intensità della corrente guardando il movimento della barca lungo la cresta dell'onda (Percezione +5) e la direzione in funzione della temperatura (se è calda, la corrente arriva dall'equatore, quindi da nord; altrimenti da sud. Percezione ancora o sopravvivenza +5?) farei anche una prova di conoscenze per la bandiera 

 

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11 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 10:15

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

Metti una mano in acqua ma non senti nessun moto di corrente dominante; l'acqua è relativamente calda, ma sospetti che l'equatore c'entri poco; basta voltarti ad est, dove l'orizzonte è coperto dalla Cintura d'Onice, che oltre a fare da spartiacque tra il mondo conosciuto e l'ignoto Oceano d'Oriente, è anche la catena montuosa vulcanica più grande del continente. La quantità di calore sprigionata sia sopra che sotto l'acqua contribuisce ad alzare perennemente la temperatura e rendere così miti i giorni in questi luoghi.

Jevlan ha lo sguardo fisso verso la colonna di fumo e continua a parlarti: "Quando Morris Burglar fondò la Loggia, aveva in mente grandi cose. Ma il denaro, gli intrighi e la vanità col tempo hanno preso il sopravvento e la fratellanza si è trasformata in un lavoro come gli altri. Una gilda che fa concorrenza ad altre gilde...come quella lì." indica la bandiera della quale hai chiesto spiegazioni. "Sono i Mastini d'Avorio. Schiavisti e mercenari. Avranno abbordato una nave carica di goliath e tiefling per rubarne le scaglie e le corna, vanno forte al mercato nero." 

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Osservi bene la bandiera memorizzandone i colori e le forme; l'elfo li osserva da lontano mentre la nave diventa via via più piccola verso l'orizzonte. "Non ci hanno notato. O forse hanno già stiva piena e non badano a catturare un solo elfo delle acque. Andiamo avanti, vediamo ciò che riusciamo a recuperare."

Spoiler

//Percezione: 22; //Conosci solo i vessilli più famosi in assoluto: quello imperiale, quello della Loggia e sai riconoscere quelli pirata. Ora, grazie a Jevlan, conosci anche quella dei Mastini d'Avorio.

Non avendo un background Sapiente, Nobile o Viandante, non hai accesso alle conoscenze "Nobiltà". Puoi sopperire alle mancanze del BG acquistando libri o ingaggiando mentori che ti insegnino privilegi, o semplicemente avendo dei contatti capaci di darti le informazioni che ti servono. Potrai fare tutto questo nel tuo tempo libero una volta terminato il capitolo zero.

 

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Mando giù con difficoltà il groppo che mi si è formato in gola: il cinismo di Jevlan sconfina in un pessimismo così cupo e denso da pesare più di un macigno. Incapace di dar voce ai miei pensieri, rifletto su quanto grandi dovevano essere le aspettative di uno come l'elfo, se ora, una volta tradite, l'hanno reso ciò che è: probabilmente enormi. Tento con forza di scacciare l'idea che io possa condividerne il fato, perdere l'entusiasmo e la voglia di lottare per ciò che ritengo giusto, abbracciando una vita di comodi compromessi. Mai sussurro piano a denti stretti, la rabbia usata per tener testa al sordo sconforto dell'idea. Da come né parli, sembra che tu abbia creduto in quegli ideali...non alzo la voce, tanto ho capito che l'elfo, anche se non lo da a vedere, non mi ignora affatto... anche se ora magari non più. Mando a memoria le informazioni sulla fregata e la sua appartenenza, vagamente schifata all'idea di un confronto tra gilde: a quanto mi consta, tutti sanno chi sono i Pionieri e né parlano con rispetto; nessuno invece porta rispetto agli schiavisti, al massimo sono temuti. Schiavisti... non è un reato la schiavitù a Capo Ventura? La mia ignoranza pesa, ma non mi faccio molti scrupoli a porgli un freno facendo domande a Jevlan: in fondo, penso con un sorrisetto sardonico stampato in volto a mò di ghigno, chi meglio può farmi la lezione se non uno che cammina su questa terra da prima dei miei bisnonni? Nel frattempo la distanza si è ridotta talmente tanto che cominciamo a distinguere facilmente lo sconquasso lasciato dal passaggio della fregata, un caos decisamente agghiacciante e di notevole dimensione. Svento appena la vela, rivolgendomi ancora a Jevlan Penso sia il caso di rallentare un pò, prendiamo un paio di mani di terzaroli alla vela. Se andiamo troppo forte in mezzo a questa roba, rischiamo di sfondare lo scafo su asta o un albero. Preferirei non aggiungermi al numero di naufraghi della giornata.

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