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Inviato
23 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo del IV mese, anno 1492, ore 10:25

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso || Cibo per due giorni

"E' una lunga storia." Jevlan taglia corto, soprattutto ora che siete vicino ai detriti. Noti come sia insolito per uno come lui evitare l'acqua come la peste e muoversi in punta di piedi sulla balaustra assicurandosi di tenersi ad ogni sporgenza o cima libera per raggiungere l'albero e dare rapidamente la mezza vela alla velocità della nave. Rapido ed efficiente come al solito lascia a te il resto a lavoro finito, impegnato a sporgersi in avanti ed osservare l'acqua con cautela. Senza che te ne sia resa conto ha preso uno degli arpioni se lo è infilato comodamente a tracolla; non vuole avere sorprese. Con fare guardingo parla molto lentamente della situazione degli schiavi a Capo Ventura, quasi a non distrarsi dalla sua principale occupazione, scrutare l'orizzonte. "Nella costituzione di Capo Ventura non c'è scritto niente a proposito della schiavitù, è una zona grigia che non riconosce gli schiavi come tale ma né permette di imprigionare gli schiavisti. E' solo vista male da tutti. Chissà se la Loggia ospita ancora i maghi viandanti di Saramar e le loro carovane di elfi in catene..." la frecciatina l'avevi vista arrivare da miglia di distanza, ma la discussione termina quando di fronte a voi - cinquanta metri o poco più - notate due figure che stanno in piedi su un pezzo di legno improvvisato zattera: un ragazzino mezzelfo terrorizzato e uno strano uomo-felino vestito come una guardia cittadina delle terre meridionali.

Jevlan li indica concitato, poi sguaina l'arpione con gli occhi fissi sulle onde.

 


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