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Capitolo Zero: Fuggitivo


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Mmm mi mordo la lingua con forza, trattenendo le imprecazioni contro l'elfo e le bestemmie contro madre natura con una bella dose di autolesionismo masochista. Mi guardo attorno e capisco che, in un certo qual modo, siamo messi male, e anche parecchio. Non so bene quanto l'elfo cosa siano in grado di fare i mostri, ma sicuramente una cosa è palese: se vogliamo sopravvivere dobbiamo combattere per garantirci una via di fuga, e per farlo ci vogliono tutte le braccia necessarie. Ora salviamo qualcuno, poi pensiamo a scappare o a combattere replico secca all'elfo Tira su quello prima che ci rovesci esclamo spazientita, raccogliendo la corda con rapidi gesti e tirandola all'altro naufrago, il peggior equilibrista della storia Muoviti, nuota verso di noi gli urlo contro, cercando di spronarlo e avvertendo nella voce e nei gesti frenetici di Jevlan tutta l'ansia del cacciatore braccato. Mi rendo conto che anche io sono agitata, ma la sensazione è strana, come se mi venisse trasmessa dall'esterno e non percepita personalmente.

@Bellerofonte

Spoiler

lancio la corda col rampino contro il naufrago in acqua, lasciando a Jevlan l'incombenza di tirar su l'altro prima che col suo peso ci faccia rovesciare. Se il lancio va a buon fine, mi metto a tirare per accelerare i progressi, anche a costo di ferire col rampino il naufrago.

 

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Il 20/9/2019 alle 16:23, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:45

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Il tabaxi vede una sola, rapida, opzione: afferrare la cima che la ragazza gli ha tirato contro, a costo di ferirsi con la punta uncinata del rampino. Qualche strattone più tardi il felinide poggia finalmente le sue zampe fradice sul ponte della piccola imbarcazione, ma nel frattempo l'elfo acquatico non ha mosso un dito per aiutare il suo compagno; al contrario, ha liberato il timone azzardando una virata molto brusca, quanto basta perché la presa già poco salda del ragazzo ceda sotto la forza centrifuga delle manovre di Jevlan.

Pearl e Occhio Bianco sono entrambi in procinto di tendergli una mano quando succede l'irreparabile: il mozzo cade in acqua, si trascina in superficie e tenta qualche bracciata verso di voi alla ricerca disperata di un appiglio che si allontana progressivamente verso nord grazie al vento che soffia nelle vele triangolari. "Non andate! NON LASCIATEMI! NON VOGLIO MORIRE! NON VOGLIO MO-" il ragazzo scompare sott'acqua, trascinato da una delle bestie, forse la più grande. "Ragazzina, timone, ORA! Tu invece" Jevlan indica il Tabaxi "alle vele!" mentre lui va a poppa con un arpione in mano; la battaglia per la sopravvivenza non è finita. Avete un branco intero di esseri mostruosi alle calcagna e un campo minato pieno di rottami da evitare che vi separa dal prendere il mare aperto.

Spoiler

TxC [Pearl, cima]: 10 preso! | Occhio Bianco subisce 3 danni

 

Modificato da Bellerofonte
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Vaffanqlo elfo ringhio rabbiosa, lo sguardo fisso sulla superficie dell'acqua dove il ragazzo è appena scomparso. Un'odio ribollente mi corre nelle vene, le tempie pulsanti freneticamente, davanti agli occhi solo immagini sfocate dalla rabbia Sai dove te lo puoi infilare il tuo ragazzina e il tuo timone? replico secca a Jevlan, sarcasmo e freddezza sfumati al calore di  un sentimento più intenso e cocente. Senza nessuna grazia né cura do un calcio alla barra del timone, portando la barca a beccheggiare ferocemente mentre poggia con malagrazia, le vele che si gonfiano nel vento al traverso che la portano ad inclinarsi decisamente sulla sinistra. Il vento non è ancora così intenso da richiedere l'ausilio di un contrappeso, ma l'istinto alla navigazione prevale su qualunque sentimento Elfo, spostati a dritta. Anche tu, palla di pelo bagnato. Stai alla scotta a dritta e non muoverti. Devo vedere. Chiudo il becco mentre troppe voci mi rimbombano in testa, una ridda di parole che mi frastornano coprendo di insulti l'elfo assassino e cordoglio per quella vita sfuggitami tra le dita. L'imperativo di tenerci a galla è l'unica cosa che mi impedisce di dar voce ai pensieri, ma navigare, persino in acque tanto difficili, è per me naturale quanto respirare; tanto da non impedire al mio cervello di sommergermi con una marea di immagini di punizioni e vendetta nei confronti dell'elfo. Solo un piccolo angolo della mia mente in subbuglio registra il fatto che ho cancellato il nome "Jevlan" persino dai pensieri.

@Bellerofonte

Spoiler

Percezione (osservare) +5 per assicurarmi una buona visuale, sfrutto il talento Mente Acuta per formarmi una mappa mentale di ciò che vedo e sfruttarlo per navigare con certezza tra i detriti

 

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La situazione continua ad evolvere freneticamente.

Come riemergo, il rampino in fondo alla cima, ricompare a portata di mano.

Mi ci aggrappo come un disperato, incurante del fatto che una delle punte mi si sia mezza conficcata in un braccio.

Raggiunta la barca, la ragazza mi aiuta a salire a bordo, ma a quanto pare sono destinato a rimanere l'unico superstite della "Bisaccia di Bronzo".

Il mozzo viene scaraventato in mare dalla brusca manovra dell'elfo e sparisce sotto l'acqua trascinato da una di quelle orribili bestie.

Cosa ca**o sta succedendo qui?! Non faccio in tempo a finire di formulare il pensiero che gli ordini della giovane mi fanno muovere inconsciamente. Mi acquatto, cercando di scrollarmi di dosso l'acqua ed insieme ad essa il terrore che ancora mi pervade.

Resto immobile per qualche secondo, cercando di riordinare le idee. Estraggo dalla tasca gli occhiali, cercandone conforto come in un feticcio.

Quindi dopo aver realizzato che il pericolo non sia ancora alle spalle, estraggo l'arco, incoccando una freccia, ma rimanendo perfettamente immobile dove mi é stato comandato di stare.

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Il 21/9/2019 alle 18:26, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 10:50

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Jevlan brontola qualcosa in elfico, poi con un braccio toglie via malamente l'arco dalle mani di Occhio Bianco: "Non gli farai niente, hai bisogno di questi" dice, passandogli in quello che ha in mano; un'arma pesante e generalmente usata per la caccia agli squali e alle balene, ora impiegata per uno sporco lavoro ben più pericoloso.

La ragazza dai capelli di fuoco si destreggia tra le onde e i pezzi di legno, e riesce ad avvicinarsi al limitare delle acque prive di detriti urtando alcune grosse assi che fanno tremare il ponte. Le manovre fortunatamente graffiano, ammaccano la Incubo e nulla più; l'ultima cosa di cui avete bisogno adesso è una falla che vi condanni tutti a morte certa.

Spoiler

//DES (navigare) [Pearl]: 10

 

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Maledico il giorno che ho incontrato l'elfo, la sua idea che la barca gli era utile e, non per l'ultima volta, l'idea che navigare da sola fosse la scelta migliore. Lo capisco dal fatto che sono diventata più intollerante agli altri, specialmente quando sono a bordo di Incubo. Mi trituro la lingua fra i denti per non lasciar uscire ulteriori, inutili invettive. La zona più pericolosa è quasi alle spalle, superata con pochi, sinistri urti ma nulla più. Non per questo mi rilasso, comunque. L'immagine di ciò che è appena successo continua a riapparire tra i miei pensieri, lo sguardo e l'urlo disperato del ragazzo, il terrore dei suoi ultimi istanti. Rabbrividisco impercettibilmente mentre stringo con forza la barra. Il vento, mai stato forte durante la mattina ma perlomeno costante, mi permette di navigare senza troppe difficoltà, ma per una fuga del genere sento la necessità di qualcosa di più. Qual'è la costa più vicina? domando al vento, tenendo lo sguardo fisso a prua sugli ultimi ostacoli prima del braccio di mare pulito che significa poter accelerare senza più pensarci. 

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Tonfi sordi e scontri che fanno vibrare la scocca della nave accompagnano la nostra fuga da quel luogo di morte.

Le innegabili doti di navigazione della giovane rossa, ci portano quasi fuori dalla zona dei detriti. L'elfo invece continua a confermare la sua simpatia.

Nonostante i modi, accetto i consigli, stringendo la presa sull'asta dell'arpione, ma restando saldamente al mio posto Non ho intenzioni di vedere acqua per un po'!

Resto in attesa di quello che succederà, il pelo bagnato goccia sul ponte della nave, creando una sorta di ritmo ipnotico Forse non è ancora arrivata la mia ora!

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19 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 11:00

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

Le onde vi cullano e il vento sfiora la pelle - o pelliccia, che sia - mentre finalmente prendete il largo. Vi guardate indietro dove la Bisaccia di Bronzo qualche decina di minuti fa solcava i mari con diverse decine di passeggeri a bordo; e ora il nulla, solo pochi indizi di un naufragio terribile e doloso, e un unico Tabaxi rimasto per raccontarlo. I mostri che affollano queste acque svaniscono sott'acqua così come il terrore di essere afferrati da uno dei loro assurdi tentacoli - potete tutti tirare un sospiro di sollievo. Almeno per ora.

Le questioni a bordo non sono minimamente risolte, e vi servirà almeno mezz'ora per riuscire a raggiungere il primo lembo di terra disponibile a uno sbarco. Jevlan risponde: "Nuova Minos. Ma lì non troverete niente, hai visto anche tu, ragazzina. Proseguite a nord per mezza giornata e stasera scorgerete le luci del torrione della Loggia." l'elfo si guarda attorno: inizia a sistemare le sue cose, arpioni, lenza, e quel cadavere di Aboleth decapitato lasciato su un lato della nave. "Capo Ventura non è lontana."

Qualcosa vi dice che l'elfo acquatico non vi accompagnerà ancora per molto.

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Sbuffo appena, la rabbia intatta sotto la maschera composta stampata sul volto. Il pensiero che la costa sia così vicina, appena oltre l'orizzonte pulito a nord, mi da la nausea: pirati e bracconieri così sottocosta, e nessuna nave  di pattuglia. Eppure Capo Ventura dovrebbe essere il centro di innumerevoli spedizioni, mercanti e avventurieri che accorrono da ogni dove. Comincio a pensare che le parole di Jevlan siano state amare quanto sagge. E la cosa mi disturba, come mi disturba il fatto che stia facendo i bagagli, incurante di noi. Rabbia e riconoscenza che si fronteggiano senza riuscire ad avere la meglio una sull'altra. Un pizzico di gentilezza mi spinge a chiedere Dove vuoi che ti lasci? pensando che, con una taglia sulla testa, sia meglio non avvicinarlo troppo al pericolo. La parte cinica invece mi sussurra piano un "legalo e consegnalo". Un mezzo sorriso mi stira le labbra all'idea, ma so che non lo farò. Non è il rischio che mi preoccupa, ma il dovere, quel senso del giusto che va al di là delle leggi dell'uomo. 

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Superate le ultime insidie, date da quel che resta della bisaccia, riusciamo finalmente a raggiungere il mare aperto.

Impiego diversi momenti per cominciare ad allentare la presa sull'arpione fino a lasciarlo cadere al mio fianco.
Quindi comincio a slacciarmi l'armatura, togliendola e poggiandola alla base dell'albero ad asciugare.
Faccio lo stesso con il resto dell'equipaggiamento ignorando i presenti.

Rimasto con la sola tunica in dosso, lascio che il vento mi asciughi il pelo, mentre finalmente lascio andare lo stress e la tensione accumulata in questo breve periodo.

La morte è sicuramente una parte della vita, ma non sono abituato a vederla così da vicino, in maniera così brutale.
Sono scosso da qualche tremore, che mi porta a ignorare le parole dei presenti, mentre il gocciolare dell'acqua continua ad essere l'unico suono nelle mie orecchie.

Modificato da Redik
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10 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 11:10

Pressi di Nuova Minos || Brezza leggera da Est, cielo terso

"Proseguirò da solo." Jevlan prende in mano tutto ciò che è suo e dà un'ultima occhiata alla nave; "Le nostre strade si dividono. Tu, ragazzina: quando capirai di cosa è davvero capace la Loggia, torna qui. E sta' attenta. Tu, felinide" indica il tabaxi con fare deciso "Vendica i tuoi compagni." dopodiché si avvia verso la poppa e si getta in mare, nuotando appena sotto il pelo dell'acqua. Lo vedete andare verso est per qualche metro, poi scompare nel blu più profondo. Siete rimasti voi due da soli mentre le vele continuano a portarvi a nord. Come prosegue il vostro viaggio?

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Le parole dell'elfo mi raggiungono, ma sono lontane, lontanissime, come se provenissero da chissà quale distanza.

Solo quando l'elfo è oramai un'ombra indistinta nell'acqua, mi ridesto dal torpore nel quale sono, annuendo distrattamente alle sue parole.

Mi rendo conto che sono di nuovo su una barca, questa volta da solo o meglio in compagnia di una curiosa e affascinante ragazza dai capelli rossi.

Faccio qualche passo nella sua direzione porgendole la zampa " Deneb " alzo poi lo sguardo in direzione dei relitti della nave " E grazie per avermi salvato la vita... ed averci provato con gli altri "

Mi accarezzo il braccio in corrispondenza della ferita lasciata dal rampino, lasciando che sia solo il vento a parlare per qualche secondo.

" Dove siamo diretti? "

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Rispondo con un lapidario Addio troppo turbata per aggiungere altro. Quando scompare tra i flutti, il senso di perdita e rabbia è diventato già nostalgia, sorda e lontana. Guardo a nord, dove già si delineano vaghe forme fisse: la terraferma, e Capo Ventura probabilmente. Torno al presente quando il gatto mi si avvicina porgendomi la zampa. Perlomeno è educato penso per un momento, poi sopraffatta dal senso del ridicolo che la tensione dell'ultima ora ha stressato, mi viene da pensare Non dovrò portarlo fuori a fare i bisognini? Invece di ridere, le lacrime scendono, silenziose e testarde, sulle mie guance. Stringo la zampa con vigore, e in tono sommesso replico Mi spiace per i tuoi... compagni... tiro su col naso, rialzo il capo e ricaccio indietro le lacrime Io sono Elle. Molto lieta, Deneb. Mi chino ad accarezzare il capo di banda della barca ed aggiungo Lei invece è Incubo... stiracchio un sorriso ...lo so, non il migliore dei nomi in una giornata come questa... e nel gavone, dentro al barile, c'è un coso... ecco... come l'ha chiamato l'elfo?... Ah, si... un Mephit. Fai attenzione, brucia. Il pensiero che mi devo occupare anche di lui, scacciato da altre, impellenti necessità, torna a galla prepotentemente. Andiamo a nord, a Capo Ventura. Alla Loggia. Un velo d'ansia ammanta questo nome, e di colpo pronunciarlo mi pesa e spaventa almeno quanto prima mi eccitava. Strascico appena i piedi, cercando di rimettere ordine tra le idee confuse che ho in merito. Ti va un boccone? Sono affamata esclamo, legando il timone ad una galloccia; tiro fuori dal gavone un barilotto di carne secca e un ramino per l'acqua, gettando un fugace sguardo al coso legato li dentro: sembra dormire ancora, un pensiero in meno di cui occuparmi ora.

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Annuisco mestamente alle parole di cordoglio " Non li conoscevo da molto, ma ciò non toglie che non si può morire in questo modo... "

Rispondo con un sorriso abbozzato a mia volta, sentendo il nome della nave " Riflette l'andamento della giornata "

Mi avvicino al gavone in cui è rinchiuso un Mephit cosa diavolo è un mephit? " E tenere una cosa che brucia su una nave di legno è una cosa saggia? "

Seguo la ragazza mentre raggiunge lo scompartimento che utilizza evidentemente come cambusa, aiutandola a tirare fuori carne secca e acqua.

" Eravamo diretti anche noi a Capo Ventura, dovevamo prendere a bordo" mimo una postura un po' più rigida e ufficiale " Il capofamiglia dei Syvis, sua eccellenza Astolfus, diarca di Capo Ventura "

Comincio a sbocconcellare la carne, mentre osservo con attenzione la ragazza, ora che ne ho l'occasione " Il capitano Noah mi ha... " mi interrompo e un velo di tristezza torna ad ammantarmi il volto " Mi aveva promesso di presentarmi a un tale Kerberus. Da quanto ho capito una personalità della Loggia "

Continuo a guardare Elle prima di continuare " Posso chiederti come mai eri diretta da quelle parti? "

Modificato da Redik
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Rifletto un pò sull'idea del calore a bordo, mentre dirigo la barca agevolmente Bé...non è che proprio brucia... non come fuoco almeno...e umido com'è, un pò di caldo non può fargli male L'idea, un lampo nella mente, di un bagno caldo, termale, mi riempie di placida felicità. Ascolto il gatto parlare di tutte queste autorità di cui non so assolutamente nulla, chiedendomi quanto altro dovrò imparare a proposito della gilda in cui mi sto recando, e la paura di apparire ignorante e provinciale, esattamente come durante il mio primo imbarco. Il sorriso mi ritorna sul viso al pensiero delle difficoltà incontrate e di come ne sono venuta fuori, più sicura e più consapevole dei miei mezzi. E a ripensarci bene, quel nome, quel Cerbero, mi ricorda di un qualche pezzo grosso cui accennavano i pionieri imbarcati con me. Si, sicuramente un pezzo grosso. Fischio sommessamente Sto andando a Capo Ventura per presentarmi alla Loggia. Ho lavorato per loro durante una spedizione nei mari del sud, essendo rimasti a corto di personale. Alla fine del viaggio, il capitano mi ha proposto di seguirlo ed entrare nelle file della gilda, ma io ho preferito prendere tempo e tornare a casa. Sospiro, la mente che vaga tra i ricordi Non ero ancora pronta ad affrontare un'avventura così grande. Ora invece credo di potermi fare avanti. E a quanto pare, avrò compagnia arrivando Anche tu stai andando lì? Bé, magari non proprio nel modo previsto. E, temo, neanche con delle buone notizie. Ma tant'è. Bisogna fare di necessità virtù. Lo guardo dritto negli occhi, bevo una sorsata d'acqua dal ramino e accenno col capo Alla nostra quindi. E speriamo che la fortuna non ci tiri qualche altro scherzo. Guardo al mare placido, l'onda lunga e il cielo sgombro che annunciano una traversata tranquilla Va bene. Mettiamoci un pò in ordine ora. Non possiamo far brutta figura arrivando, nonostante le peripezie. Hai bisogno di qualcosa? Io non vedo l'ora di lavarmi, e vorrei farlo il prima possibile, qui che ancora l'acqua è pulita. E darmi una pettinata. Tu invece? 

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La ascolto con interesse, dimenticando per un momento rischi, problemi e tutto il resto, per un momento quasi a mio agio ora 

" Già, tant'è... alla fine si può cercare di ricavare un aspetto positivo da quasi ogni situazione " mimo un brindisi di risposta, ricambiando lo sguardo " Una volta ogni tanto mi piacerebbe annoiarmi un po'! "

Finisco di mangiare, bevendo un altro sorso d'acqua " Lavarci? " chiedo in risposta al riferimento circa l'acqua pulita " In mare intendi? "
Lo sguardo corre all'attrezzatura messa ad asciugare al sole, tornando poi a guardare la ragazza e le sue forme. 

Rischiare nuovamente di morire in queste fottute acque? Dall'altra parte però potrebbe rivelarsi una faccenda interessante.
Sarebbe noioso e sicuramente poco interessante rimarcare il fastidio che l'acqua salata lascia sui peli, senza parlare di questo " Dannatissimo vento freddo che... "

Mi lecco di istinto il braccio intorno alla ferita, facendo una faccia ovviamente schifata visto il sale, rendendomi poi conto di aver dato voce ai miei pensieri, mentre finivo di lambiccarmi il cervello su che risposta dare.  Guardo quindi la ragazza sorridendo in maniera un po' ebete

" Una pettinata me la darei volentieri, anche se senza dubbio una vasca di acqua calda e una spazzola sarebbero sicuramente più rilassanti "

Modificato da Redik
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Sorrido sfacciatamente, un pizzico di malizia tra le labbra secche e i denti candidi Me la sogno una vasca... sono mesi che non ne vedo una... Il sorriso si allarga, anche se rimango stupita alla menzione del vento Come fai a credere che questo sia vento freddo? Comunque no, non intendevo in mare. Non con le sorprese che abbiamo avuto oggi. No no nego con enfatici scuotimenti del capo Di solito in mare ci si arrangia in modo più pratico in certe faccende, lo spazio è quello che è aggiungo spaziando sui poco più di tre metri di barca. Ho del sapone e una spazzola; quanto al lavarci, io di solito uso il bugliolo indico il secchio buttato in un angolo e acqua di mare pulita... l'acqua dolce è un bene prezioso quando navighi a lungo. Mi si gela un poco il sorrido alla menzione, ma salvo disastri, finalmente ce l'abbiamo fatta. La terra è a poche ore di distanza finalmente. Facevi parte dell'equipaggio? Sai stare al timone? Se riesci, te lo affido e comincio io, ti faccio vedere come ci arrangiamo in questi spazi stretti. Lo squadro un pò titubante, pensando a due elementi che ho avuto sotto gli occhi tutto il tempo e che di colpo cominciano a pesarmi nell'economia della faccenda. Il primo, il fatto che come equilibrio non mi è sembrato il massimo, anzi; magari dopo un naufragio è diverso, e lo spavento per la battaglia prima e con gli aboleth dopo ha influito, però la cosa mi lascia comunque a disagio. La seconda, meno importante solo dal punto di vista della sicurezza, me la rifila il mio cinico alter ego mentale  se gli presto la spazzola poi passerai il resto della settimana a togliere peli dalle setole. In un attimo questo pensiero prende il sopravvento su tutto il resto, e una risata cristallina, viva e colma di gioia, esplode a viva forza, facendomi sussultare aggrappata al timone. Scusa... scusa... non volevo... pensavo...ihih... qualcosa di veramente buffo... mi asciugo le lacrime e lascio che quell'attimo di felicità mi pervada completamente, sciogliendo la tensione accumulata. Se hai freddo comunque nel gavone puoi stare al riparo dal vento e il mephit tiene il tutto al caldo..

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" E non solo quella... " questa volta il pensiero è lasciato uscire volontariamente, anche in risposta al sorriso sfacciato e malizioso che Elle mi regala.
Mi alzo avvicinandomi alla ruota del timone, poggiando le zampe sulla bitta e su uno dei pomoli.

" Non sono esattamente quello che si può definire un 'lupo di mare' ma... " cerco di sopprimere una risata dovuta alla mia stessa stupidissima battuta anche se involontaria, ma con scarsi risultati. Recuperato un minimo di contegno cerco di continuare " Ho passato più tempo a costruire navi, che dietro ad un timone, ma Noah mi stava insegnando... diciamo che dovrei farcela a tenerlo in posizione "

La guardo tra il perplesso e il sorpreso quando scoppia genuinamente a ridere, contagiandomi con la sua felicità.
Rido a mia volta tornando a guardarla. Se tutti gli equipaggi fossero così, magari avrei passato più tempo sul ponte... o sotto di esso 

" Ci sono due compiti da svolgere, la bitta può adempiere ad uno dei due in maniera egregia, per l'altro invece mi ritengo più qualificato io... In fondo non vedo come una bitta possa insaponarti la schiena "

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Lo sguardo corre al volto del gatto, malizioso e felice Credo tu abbia frainteso qualcosa, Deneb. rido di gusto, mentre sguscio via dalla poppa e mi infilo nel gavone a recuperare sapone e stracci. Nessuna bitta può svolgere il lavoro di un uomo dico sbucando fuori, il sorriso anche più ampio quindi stai al timone e non fare scherzi. Vado a prua, nei pressi dell'albero, sulla minuscola coperta. Vedi questi laccetti? Gli chiedo, indicando i terzaroli sulla vela Vedi in trasparenza quelli sull'altro lato? Finché stanno parallele le une con le altre, stai andando bene. Prendo il bugliolo e lo riempio d'acqua, lo metto vicino al sapone e agli stracci alla base dell'albero. Quindi corro di nuovo nel gavone a recuperare un vestito pulito, una maglia di lana a metà coscia, di un blu profondo, a maniche lunghe, che di solito indosso quando ho freddo sopra gli altri abiti. Lo lego con un pezzo di sagola alla drizza, quindi  guardo il gatto in faccia Ora, ricordati due cose: primo, non perdere di vista i lacci; secondo, guardare e non toccare è la prima regola da imparare. Mi piaci, ma se fai qualcosa di... agito vagamente la mano destra in aria, con fare leggero ...azzardato, ti accorcio qualcosa che è più carino lungo! Con la mano sinistra, rapida, pianto il taglio del coltello contro l'albero, in un'ottima imitazione del boia. Sorrido felice e mi sposto con un movimento languido oltre l'albero, così da essere in parte nascosta dallo stesso e dalla vela: lo spazio non è molto, nemmeno mezzo metro, ma mi arrangio lo stesso. Mentre mi spoglio rapida, la parte cinica attacca un bel discorsetto nel tono ferocemente protettivo di mio padre Ti pare il caso? Non mi importa se puzzi, l'hai appena conosciuto, non fa parte dell'equipaggio della nave, non navigate insieme da anni, non è come gli altri... tutto quel pelo, bleah. "Piantala, non ho intenzione di arrivare alla Loggia che puzzo come merluzzo vecchio di una settimana". Ti si vedono le chiappe. "Piantala di distrarmi". Spreco un secondo a guardarmi attorno, poi riprendo ad insaponarmi. Non mi importa che il gatto veda qualcosa, non sarebbe né la prima né l'ultima volta che succede, anzi; solo che non è il momento di concedersi distrazioni, non ancora Senti, dopo che ci passi del tempo assieme posso capire una cosa del genere, in fondo è sempre stato così a bordo, ma questo mozzo l'hai appena raccolto: potrebbe essere un maniaco. Mi rovescio il bugliolo intero addosso, lo riempio e lo svuoto di nuovo, ignorando a bella posta le proteste della mia mente. Quindi recupero uno straccio e me lo avvolgo addosso come asciugamano Fatto. Come vedi non è difficile. Basta non cadere annuncio riapparendo oltre il mezzo riparo e staccando il vestito dalla drizza.

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Seguo la ragazza con lo sguardo, mentre va avanti e indietro sul piccolo ponte, studiandone i movimenti. Si vede che la nave se l'è costruita addosso come un vestito.
" Però siete un gradino sopra una bitta "  faccio in risposta quando riemerge dal gavone dove sta armeggiando " Ma questa volta sei fortunata ed avrai addirittura un Tabaxi a svolgere questo difficile compito "

Quando comincia ad illustrarmi però qualche cosa di più tecnico circa la navigazione mi faccio serio, cercando di comprendere in pieno quanto detto. 
Sposto leggermente la testa, cercando di variare il mio punto di vista e mettere in linea questi famosi terzaroli.

" Ehi lascia perdere la mia povera coda! Mi piace lunga così com'è! " mi ci avvolgo la vita come a volerla preservare dalle grinfie della rossa, annuendo con una faccia fintamente offesa. Devo tenere d'occhio i terzaroli sulla vela, che guarda caso è la stessa che copre la ragazza.

E' inutile negare che cerco di sfruttare a mio favore le 'regole' che ha imposto, dato che gli spazi sono quelli che sono e mi sembra che lei non faccia esattamente di tutto per non farsi almeno intravedere.

Finito di darsi una sistemata, Elle esce dalla "doccia" avvolta in un asciugamano " Se non hai nascosto niente di strano li dietro, non dovrei avere grossi problemi con l'equilibrio " mi avvio verso la prua mimando le sue parole con la zampa a mo di gne gne gne.

Modificato da Redik
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