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Custode

"G-grazie..." commenta l'uomo con riconoscenza, poi sgrana gli occhi quando vede il ritratto che gli stai mostrando "L-lo conosco! Ma n-non è uno studente, è v-venuto da me qualche te-tempo fa in o-orario di ri-ricevimento, a chiedermi i-in-informazioni su alcuni libri! No-non si chiamava Bl-blane, ne sono ce-certo!"

Edited by Stefino

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John Constantine

Il professore sgrana gli occhi alla vista del ritratto e quasi colto da folgorazione conferma di averlo visto, negando con certezza che si tratti di uno studente. "Bingo! Molto bene. Guardi, mi siedero'  li' in alto sull'ultima fila centrale, se ha qualche minuto dopo lezione riprenderemo la conversazione". Cosi' dicendo mi allontano da Wheatly, prendendo posizione dove annunciato. Approfitto cosi' per segnare qualche nota sul mio taccuino, la voce di sottofondo del docente non inciampa piu'. Povero, e' solo impacciato con le persone.

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Custode

La lezione di Wheatly, che si rivela essere un professore di lettere antiche, procede spedita; la sua voce si fa più calma e sicura man a mano, gli studenti sembrano notevolmente interessati, fatta salva qualche immancabile eccezione, e tu riesci a concentrati sui tuoi appunti. Alle 10.30 circa Wheatly congeda la classe, ritira alcuni fogli in una cartelletta e ti cerca con lo sguardo; una volta che ha ottenuto la tua attenzione, ti fa segno con la mano di seguirlo e si incammina fuori dall'aula.

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John Constantine

Riempio il taccuino di note e pensieri, collegando gli elementi importanti della giornata di ieri, senza trarre alcune conclusioni. Wheatly tiene banco con il suo interessante monologo sulla nascita dell'alfabeto greco, a cui non posso dare molto pensiero perche' raccolto a scrivere. L'intervallo lo ammazzo con un paio di sigarette. Poi a fine lezione, il professore cerca il mio sguardo e mi invita a seguirlo. Chiudo l'agendina, indosso l'impermeabile, e lo raggiungo all'uscita dall'aula. "Complimenti, interessante lezione... ma torniamo al punto, diceva a proposito di quel giovane?! "

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Custode

Wheatly ti invita ad entrare in un piccolo ufficio a poca distanza dall'aula e ti fa cenno di accomodarti; forse rassicurato dal tuo commento positivo o forse semplicemente forte della privacy offerta dalla stanza, parla ora senza incespicare quasi più: "Come le stavo dicendo p-prima, ho già visto l'uomo di quel ritratto: una decina di giorni fa si è p-presentato da me qui in università; era evidentemente a conoscenza della mia p-passione per l'occulto ed in particolare per i libri, tanto da avermi chiesto informazioni su un testo molto p-particolare, "Scripture of Shul". Ho avuto l'impressione di avere a che fare con una p-persona raccomandabile nonché con un esperto, quindi l'ho indirizzato senza esitare da Franklin Quincey, a P-providence e dintorni è considerato una vera autorità in materia, oltre ad avere una delle collezioni più ricche di tutto lo stato. Le accennavo p-però un'altra cosa: s-sono certo che B-blane non fosse il nome con cui si è p-pr-presentato... D-daish, James Daish, così ha d-detto di chiamarsi." Rendendosi conto che quest'ultimo fatto potrebbe implicare qualcosa di spiacevole, il pover'uomo torno ad agitarsi ed a balbettare in modo più marcato "E' f-forse successo qu-qualcosa?"

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John Constantine

Il professore di Lettere Antiche mi fa accomodare nel suo piccolo studio, snocciolando tutto quel che sa riguardo a quel giovane mostrato nel mio identikit. Importanti indizi vengono fuori a riguardo, come il suo nome, che pare chiamarsi: James Daish. "Potrebbe trattarsi anche questo di un nome di fantasia". Wheatly  parla a briglia sciolta, forse per via della fiducia che riversa nei miei confronti e dal canto mio non sono da meno,  aprendomi sinceramente. "E' successo che al mio cliente, precisamente il Sig.Quincey, gli e' venuto a mancare il volume da lei citato dopo aver subito un'aggressione, fortunatamente senza spiacevoli coseguenze. Parrebbe, dalla breve indagine, per mano di quel ragazzo rappresentato nello schizzo.  Tra l'altro notera' la buona maestria nell'arte del disegno del mio assistito. Lo so e' un fatto increscioso e devo porre rimedio" Poi tirando fuori il mio taccuino incalzo il docente: "Che lei sappia cosa racchiude di tanto importante Scripture of Shul da indurre un giovane alla violenza, tanto da eseguire un efferrato atto, in casa di un famoso collezionista? Pensa che l'episodio sia stato commissionato, o abbia agito di sua sponte?" 

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Custode

Wheatly sbianca improvvisamente quando apprende dell'aggressione a Quincey "E'... è... è st-stata tut-tutta colpa m-mia" balbetta, mentre lascia cadere inermi le braccia sui fianchi "N-non avrei do-dovuto mandarlo da-da lui... N-non so di-dirle molto su-su quel libro, pare tr-tratti di ma-magia nera, ne-nec-necromanzia! Da-daish sembrava in-intendersene, pr-prob-probabilmente interessava a l-lui stesso." Dopo averti detto questo, Wheatly abbassa gli occhi e si chiude nel silenzio.

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John Constantine

"Tranquillo non e' stata colpa di nessuno, questi avvenimenti sono ineluttabili. Anche se lei non avesse nominato il Sig. Quincey, sicuramente il balordo sarebbe giunto alla stessa conclusione. Come detto prima Franklin e' in forma, abbiamo avuto un lungo colloquio ieri sera, quando mi ha ricevuto per raccontarmi dell'accaduto." Chiudo il taccuino dopo aver aggiornato il secondo nome di Blane ed annotato che il libro sottratto tratta magia nera e necromanzia. "La ringrazio del suo prezioso tempo che mi ha dedicato. Non stia in pensiero mi raccomando." Stringo la mano al docente e poi lascio il suo ufficio per recarmi da Clark Rare Books.

Edited by Stefino

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Custode

Wheatly non pare molto tranquillizzato dalle tue parole e mentre vi congedate ti rendi conto di quanto l'uomo sia scosso per l'accaduto. Ti incammini quindi per strade a te familiari, immerso nella lettura dei tuoi appunti e nelle tue congetture; alle 11.30 circa ti ritrovi davanti alla ormai nota vetrina di "Clark Rare Books", vetrina che di giorno mostra tutto un altro fascino, per un appassionato di libri come te in particolare.

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John Constantine

Mi soffermo davanti alla vetrina Clark Rare Books prima di entrare. Essa e' ben arredata da piedistalli ed arazzi di velluto rosso sui quali tomi ingialliti dai secoli sono aperti casualmente nel centro. Altri volumi invece sono posizionati in verticale mostrando la costina di pelle marrone sulla quale e' inciso un motivo col titolo d'orato in cima. Calamai, penne di piuma e stilografiche giacciono al fianco della vetrata, dando un ordine e composizione simmetrica all'osservatore. Sullo sfondo si erge una stampa di architettura, che riconosco essere, la basilica palladiana in Vicenza; anche questa come il resto degli elementi non e' prezzata. Entro che un campanello, dlin-dlon, preannuncia al titolare il mio arrivo. Il negozio e' composto da scaffali ambo i lati che si ergono come muri, colmi di scritti. Quest'ultimi sono presenti anche su degli espositori o tavolini al centro, altezza ginocchio. Riproduzioni di mappamondi, costellazioni astrali ed astrolabi sono distribuiti sulle pareti. Degli scatoloni intravisti la notte precedente non vi e' piu' traccia. Un signore, che presumo essere il proprietario, mi viene incontro, ma prima che proferisca parola lo anticipo: "Buongiorno, starei cercando un volume raro di magia nera e necromanzia, dovrebbe chiamarsi: Scripture of Shul".

Edited by Blues

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Custode

Il proprietario del negozio, un ometto piccolo e magro, stempiato, con un naso pronunciato sul quale appoggiano degli occhialini tondi, ti osserva con fare sospettoso; ti ricorda in qualche modo un ratto che sta cercando di valutare il pericolo che ha di fronte, per decidere come agire. Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, ti rivolge la parola con la sua vocina stridula, decisamente intonata con il resto della figura: "Lei... Questa voce... Lei è venuto a disturbarmi la scorsa notte! Non è forse vero?"

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John Constantine

Con fare dubbioso, quasi strisciando, il negoziante si avvicina sfregandosi nervosamente le mani sudaticce per il nervoso;  essendo stata la mia richiesta perentoria e diretta . La sua voce fastidiosa e biascicata chiede conferma riguardo all'accadimento della notte passata, quando lo importunai, implorandolo di aprire l'esercizio, mentre riordinava le scaffalature in piena notte. "Certo, ero io. Volevo proprio avere conferma riguardo a questo volume e farle un altro paio di domande. Non si spaventi, sono un investigatore privato al soldo del Sig. Quincey, forse lo conoscera', ma non e' questo il punto. Prego controlli il mio distintivo" mentre glielo porgo, e poi rimettendolo a posto "come dicevo dunque, ha qui in casa quel titolo? Oltre a me e' venuto qualcun altro a richiederlo? per caso somigliava a costui?" mostrando l'identikit di Franklin. "Non si spaventi non e' un interrogatorio, dica quello che sa ed andra' tutto bene." Facendo un cenno alle mie Parisienne "Posso?".

Edited by Blues

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Custode

"No!" dice l'uomo in modo perentorio, tanto da lasciarti interdetto per la sorpresa "Non si può assolutamente fumare qui dentro, danneggerebbe il mio tesoro!" il tono non ammette repliche. "Faccia un po' vedere..." continua, prendendoti il tesserino di mano e poi restituendotelo dopo averlo osservato attentamente; solo dopo essersi sincerato della tua identità inizia a rispodere alle tue domande "Sì, ho già visto questa persona, è venuta da me un paio di settimane fa a cercare proprio il titolo che lei ha citato... e no, non lo ho in casa, non è esattamente un libro comune da trovare. Ad ogni modo ho anche io i miei agganci e mi sono messo alla ricerca del volume in questione; quell'uomo, Daish o qualcosa del genere, mi ha chiesto di contattarlo nel caso lo avessi trovato, purtroppo finora è stata una ricerca vana".

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John Constantine

Al suo "No" prontamente infilo le sigarette in tasca evitando d'innervosirlo per faccende banali come il fumare. Ascolto con molta attenzione le sue risposte, ed una volta terminato, chiedo: "Sarebbe cosi' gentile da fornirmi il suo indirizzo, o come trovarlo?"  Non vorrei che, questo acuto signore, ora conoscendomi come detective, non abbia una reazione inibitoria nei miei confronti coprendo e difendendo il giovane James Daish.

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Custode

"Posso sapere perchè le interessa rintracciare un mio cliente? E' forse successo qualcosa? Forse è il caso che lo sappia anche io se è successo qualcosa..." dice l'ometto, socchiudendo gli occhi e assomigliando ancora di più ad un topo.

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John Constantine

@Custode

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Non comprendo perche' debba dare tutte queste informazioni al negoziante, ovviamente forse e' solo una sua curiosita', ma e' meglio andare cauti. "Ascolti, saro' franco con lei, qualcosa e' accaduto al suo cliente, e forse e' in pericolo". 

@Custode

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Edited by Blues

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Custode

@Blues / John Constantine

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Edited by Stefino

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Custode

Il venditore soppesa attentamente le tue parole, valutando pro e contro delle diverse risposte che potrebbe darti; alla fine pare decidersi a collaborare. "Va bene, va bene, mi lasci consultare la mia rubrica" squittisce, mentre si dirige dietro il suo bancone; prende da un cassetto uno sgualcito quaderno, scorre nervosamente con un dito alcune pagine e poi all'improvviso esulta "Ecco qui! Daish, James Daish...  188 di Sisson Street, Mount Pleasant. Soddisfatto?" 

 

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John Constantine

"Eh bravo il nostro amico... "dico con fare canzonatorio, dando una pacca sulla spalla del negoziante, essendo soddisfatto dell'informazione ricevuta. "Mi ha dato un prezioso aiuto, spero sul serio che non sia accaduto nulla di irreparabile al suo cliente. Andro' proprio ora ad accertarmi delle sue condizioni". Inizio a camminare verso l'uscita mentre tiro fuori il taccuino, con annessa matita scrivendoci su...  James Daish, 188 di Sisson Street,(scritto mentre lo ripasso in mente) "... Mount Pleasant (scritto mentre lo pronuncio ad alta voce).. giusto?"  Infilo l'annotazione nella tasca interna dell'impermeabile, dichiarando: "Certo che sono soddisfatto, ieri sera ero qui a posta, solo che non era il caso, l'ho vista affaccendata e coll'esercizio chiuso, avra' pensato che fossi qualche balordo. Comunque, don't mind, quel che e' stato e' stato..." Riapro la porta, dlin-dlon. Mi volto dando un'ultima occhiata agli scaffali colmi di volumi cui passerei delle ore in loro compagnia: "Devo farle i miei complimenti, ha un catalogo davvero assortito, sicuramente tornero' a farle visita appena avro' disponibilita' di un po' di tempo libero. La saluto, una buona giornata". dlin-dlon, click.

 

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