Dmitrij Inviato 18 Ottobre 2019 Autore Segnala Inviato 18 Ottobre 2019 Il passaggio è stretto, e ti richiede una certa attenzione, ma in confronto a quanto hai superato pochi minuti prima è una passeggiata. Man mano che procedi carponi il soffio d'aria calda si fa più intenso, aumenta il calore e anche l'umidità: somiglia sempre più al respiro di qualche bestia dormiente, ti senti nel ventre caldo della terra. Passano i minuti, e sei ormai certo di aver perduto ogni orientamento, tante volte il cunicolo ti ha costretto a svolte e contorsioni. I tuoi occhi, sensibili al calore, ti mostrano chiaramente la via, colorando le pareti del cunicolo di un rossore che si fa più acceso man mano che procedi. Più volte, nel corso della tua marcia, hai udito nuovamente il lamento che ha attirato la tua attenzione: sofferenza e disperazione distorcono la voce rauca di una femmina. Ad una trentina di metri da te, il cunicolo sembra concludersi in un fumoso spazio aperto.
Pentolino Inviato 18 Ottobre 2019 Segnala Inviato 18 Ottobre 2019 Vardek'Crom Le mie estremita', gia' provate dalla risalita nel buio del fosso dove non so come sono finito, vengono nuovamente torturate dallo stretto cunicolo dove mi ritrovo a strisciare. I miei abiti, intrisi d acqua, raccolgono tutti i detriti lungo il mio strisciare trasormandosi in pochi istanti in una sorta di cilicio che gratta la mia pelle gia sensibile per la lunga permanenza in acqua. Il caldo poi, si fa presto insopportabile, mi ritrovo dolorante e con il respiro pesante ad avanzare verso l origine di quel lamento che ora riconosco come quello di una donna. L idea di trovare una femmina in difficolta' non mi esalta poiche' so gia' che salvarla non mi portera' nessuna riconoscenza ma se saro' fortunato arrivero' in tempo per vederla morire
Dmitrij Inviato 19 Ottobre 2019 Autore Segnala Inviato 19 Ottobre 2019 Con tutta la cautela di cui sei capace, percorri strisciando gli ultimi metri di tunnel. Il caldo è ora molto intenso, e ti accorgi di sudare copiosamente. L'aria è pesante, satura di umidità, ed ogni respiro ti costa il doppio della fatica, oltre a darti un leggero senso di stordimento. I lamenti della donna continuano a giungere chiari alle tue sensibili orecchie: dolore, angoscia e disperazione la deformano, insinuando queste stesse sensazioni nella tua anima. Giungi al termine del cunicolo senza che nuovi rumori ti mettano in allerta. Lo spazio che si apre sembra una nuova caverna, ma non riesci a vederne i limiti, le pareti si allargano a destra e a sinistra dell'uscita da cui potresti sbucare, ma le volute di nebbia densa e calda, vorticando placide, oscurano completamente la tua vista al di là di poche decine di centimetri e colorando ogni cosa di rosso cupo... rosso sangue. Il pavimento è a malapena visibile a meno di due metri sotto di te, sconnesso, ricoperto da una coltre biancastra di pietruzze e rametti pallidi, sotto i quali solchi e scanalature rendono la superficie irregolare.
Pentolino Inviato 19 Ottobre 2019 Segnala Inviato 19 Ottobre 2019 Vardek'Crom Finalmente il cunicolo termina aprendosi in una caverna ampia le cui reali dimensioni mi vengono occultate da una strana nebbia che vortica mossa dalle correnti di aria calda che rendono l atmosfera cupa e soffocante. Il pavimento e' poco sotto d me ma sembra piuttosto irregolare, sebbene la mia razza sia dotata di una discreta agilita, non voglio prendermi rischi, slogarmi una caviglia in queste condiziono vorrebbe dire morte certa. Ventre a terra, lascio uscire le gambe per poi lentamente calarmi tenendomi infine con le mani al bordo del cunicolo dal quale sono sbucato ed allungandomi per ridurre lo spazio tra me ed il pavimento della grotta. Una volta a terra, cerco di capire da dove provengano i lamenti della donna che si sono fatti piu' chiari e la cui cadenza inizia ad avere una sorta di peso sul mio morale gia' fortemente provato dal mio peregrinare per questi cunicoli. - Narratore Spoiler Listen +4 cerco di muovermi in direzione dei lamenti facendo attenzione a dove metto i piedi poiche' prevedo ci sia lava nei paraggi
Dmitrij Inviato 25 Ottobre 2019 Autore Segnala Inviato 25 Ottobre 2019 Con estrema attenzione ti cali nella stanza. Scricchiola sotto le tue suole la coltre bianca, e così i tuoi passi echeggiano, con tuo grande disappunto. Proseguendo lungo la parete a destra, riesci a percepirne la curvatura, intuendo la circolarità della caverna in cui ti trovi. I lamenti proseguono apparentemente indisturbati dalla tua presenza, che solo un sordo o uno sciocco potrebbe non aver notato, complice il "fracasso" del tuo calpestio. Provengono di fronte a te, dalla nebbia rossa che tutto avvolge nel suo sudario misterioso. Il tempo scorre fin troppo lento, in questi momenti. Con i tuoi sensi tesi al massimo, attendi il comparire di una qualche minaccia che però non arriva mai. Quel che odi però aumenta il tuo nervosismo: i lamenti di sofferenza ora si alternano a grida di dolore, con un senso di urgenza e di angoscia che ti martellano forte nella testa, complice anche l'aria bollente al limite dell'irrespirabile. Quando decidi di muovere il primo passo, ti accorgi di avere la testa pesante, la vista affaticata e un senso di vertigine. Ancora una volta senti scricchiolare sotto i tuoi piedi, nonostante i tuoi tentativi di restare silenzioso. Con fastidio osservi il pavimento sotto i tuoi piedi: solo ora ti accorgi che quelli che sembravano rametti e pietruzze sono in realtà frammenti di ossa sbiancati dal tempo. Dopo qualche decina di passi incerti, tra la nebbia si delinea una figura umanoide accovacciata, quasi certamente una drow, che ti volta le spalle.
Pentolino Inviato 25 Ottobre 2019 Segnala Inviato 25 Ottobre 2019 Vardek'Crom La civilta' Drow insegna fin da subito ai suoi maschi qual e' il loro ruolo e come rapportarsi con l altro sesso. Lezioni spesso rinforzate da sferzate di frusta nel migliore dei casi o dalla semplice eliminazione quando il amschio in questione diviene scomodo o semplicemente la regina ragno ha bisogno di un sacrificio, se ci aggiungi l essere nato con la colpa di aver ucciso la tua gemella il risultato che si ottiene e' una vita passata a camminare sulla lama di un rasoio, o meglio di una daga, quella che la mia famiglia pianterebbe volentieri nel mio cuore. Mi avvicino alla figura sapendo bene che qualunque tentativo di furtivita' verrebbe reso inutile dallo strato di ossa che cosparge il pavimento della grotta "Sorella...cosa ti affligge? Come puo' questo umile maschio esserti di aiuto?"
Dmitrij Inviato 27 Ottobre 2019 Autore Segnala Inviato 27 Ottobre 2019 (modificato) I secondi scorrono, e non ottieni risposta, ma il tempo prezioso ti consente però di notare nuovi dettagli. Lei continua a proferire dolorosi lamenti simili a grugniti, il corpo della donna trema vistosamente, un tremore che è ben più di quello dovuto alla febbre o ad una malattia. Sotto la figura accovacciata il terreno è bagnato, un liquido scuro e oleoso le bagna i piedi e si allarga a macchia sotto le ossa, allungandosi nelle fessure del pavimento. Gli occhi ti si spalancano nel momento in cui lo sguardo ti cade sui fianchi tondeggianti, ampi, prominenti... e immediatamente ti rendi conto che la femmina è incinta. Di più, sta partorendo. Modificato 27 Ottobre 2019 da Dmitrij
Pentolino Inviato 28 Ottobre 2019 Segnala Inviato 28 Ottobre 2019 (modificato) Vardek'Crom Il contributo di un maschio drow al concepimento si limita a quei dieci minuti spesi facendo quella cosa a cui la stragrande maggioranza dei maschi passa gran parte del suo tempo a pensare dopodiche, se si e' maschi fortunati e si e' ben compiaciuta la compagna di letto, si viene lasciati andare altrimenti si rischia di finire come i maschi di alcuni tipi di insetti, uccisi e divorati subito dopo..se non a volte durante...l atto. Nessun maschio assiste alla nascita della propria prole e nessuno sano di mente metterebbe le mani su una puerpuera ma la situazione e' talmente assurda che tentare di assistere la femmina mi sembra il gesto piu naturale. Le sue grida potrebbero attirare predatori in cerca di un facile pasto, inoltre, salvare la vita di una femmina potrebbe attirare le attenzioni ed il favore della regina ragno ed aiutarmi ad uscire da questo luogo. MI avvicino cercando delicatamente di metterla in una posizione che favorisca il parto "Coraggio, lascia che ti aiuti" mi limito a dire - narratore Spoiler Curare +3 Modificato 28 Ottobre 2019 da Pentolino
Dmitrij Inviato 29 Ottobre 2019 Autore Segnala Inviato 29 Ottobre 2019 (modificato) La donna non sembra minimamente udire né le tue parole né il tuo invito. Con il capo chino e i lunghi capelli arruffati a nasconderle il viso, abbraccia il suo ventre turgido, scossa da spasmi di dolore. Ma quando provi a sfiorarla si gira violentemente verso di te. Le sue mani si aggrappano alle tue braccia, con una forza disperata che spinge le sue lunghe unghie a pungere dolorosamente le tue carni. Sconvolto dalla sorpresa, non riesci a far altro che fissare quel volto, una volta probabilmente splendido ma ora deformato dall'angoscia e dal terrore: una grossa voglia le deturpa la pelle del lato sinistro, dalla fronte alla guancia passando per il naso, La pelle raggrinzita che pare sfogliarsi. Gli occhi della donna sono sbarrati, puntati dritti nei tuoi, paiono scrutarti nell'anima, ma le iridi opache, sbiancate, sembrano suggerire la completa cecità della drow. La bocca è spalancata in un urlo strozzato che sembra non potere uscire. In quell'istante, con una convulsione che lo scuote per intero, il corpo di lei si libera del fardello che lo grava. Mentre il tuo sguardo si abbassa, realizzi che laddove ti saresti atteso un piccolo e scalciante neonato giace invece un bozzolo biancastro, sporco di sangue scuro e grumoso, simile alle sacche in cui gli aracnidi raccolgono le loro uova. Al suo interno intravedi il corpicino di un piccolo drow, inerte, forse addirittura senza vita, come la drow che ora giace immota tra le tue braccia. Modificato 29 Ottobre 2019 da Dmitrij
Pentolino Inviato 30 Ottobre 2019 Segnala Inviato 30 Ottobre 2019 (modificato) Vardek'Crom Sebbene non abbia mai assistito ad un parto sono a conoscenza delle meccaniche che portano un drow al mondo e questa non e' sicuramente una di quelle. La femmina, contrariamente ai canoni della nostra razza, e' orribile a vedersi, una voglia di pelle raggrinzia piu simile al cuoio che alla pelle di drow le deturpa il viso e, come se non bastasse, l sembra completamente cieca. La razza Drow non si e' evoluta nell arco dei secoli, fino a divenire una razza superiore, lasciando che certi elementi potessero vivere nella sua comunita' e procreare, per quanto ne so, il suo aspetto e la sua evidente disabilita' fisica potrebbero essere il motivo per cui e' stata relegata qui. Il silenzio e' sceso di nuovo nella caverna, passo una mano sul collo della femmina per accertarmi se sia ancora viva dopodiche mi concentro sul neonato Modificato 30 Ottobre 2019 da Pentolino
Dmitrij Inviato 5 Novembre 2019 Autore Segnala Inviato 5 Novembre 2019 Per quanto flebile, il polso della donna è ancora presente: è certamente in fin di vita, provata dallo sforzo e dall'abbondante emorragia che, se non curata, è probabile la conduca a morte certa. Stai valutando il da farsi quando noti che, impercettibile, anche il neonato pare aver avuto un sussulto, pur ancora intrappolato nell'involucro.
Pentolino Inviato 8 Novembre 2019 Segnala Inviato 8 Novembre 2019 Vardek'Crom La donna e' in fin di vita, non sprechero' i pochi incantesimi a mia disposizione per curare una femmina deforme, senza contare che, in caso estremo, potrebbe rappresentare l unica fonte di cibo capace di mantenermi in vita fin quando non trovero' un modo per andarmene di qui. Mi concentro piuttosto sullo starno feto che, nonostante il freddo ed il parto traumatico, sembra essere ancora in vita. Lentamente le mie mani iniziano a rimuovere il bozzolo di ragnatela che lo avvolge
Dmitrij Inviato 8 Novembre 2019 Autore Segnala Inviato 8 Novembre 2019 (modificato) Strappi l'umida membrana filamentosa del bozzolo e dallo squarcio compare la vista del neonato. Un piccolo maschietto dagli occhietti ancora chiusi, il corpicino sporco degli umori materni, la pelle nera e raggrinzita. Sembra scosso da piccoli spasmi che lo colgono ad intervalli irregolari. Modificato 8 Novembre 2019 da Dmitrij
Pentolino Inviato 8 Novembre 2019 Segnala Inviato 8 Novembre 2019 Vardek Una voce stridula e malvagia mi ronza nella testa dall inizio di questo incubo, la stessa voce mi dice che probabilmente non troverei nulla di magico se lo cercassi, che la mia anima stia gia lasciando il mio corpo e mi parli? Lascio da parte queste sciocchezze mentre mi concentro sul neonato. lo sollevo dal bozzolo cercando di ripulirlo e farlo iniziare a respirare
Dmitrij Inviato 12 Novembre 2019 Autore Segnala Inviato 12 Novembre 2019 Allunghi le mani verso la creatura per estrarla da ciò che rimane del bozzolo, quando questa improvvisamente apre gli occhi. Occhi enormi, completamente neri, come pozzi di un'oscurità più buia che ogni angolo del Sottosuolo tu abbia mai visitato. Sembrano poter risucchiare ogni cosa attorno, la nebbia, l'aria stessa, l'esistenza. La tua esistenza. Mentre avverti il tuo corpo scosso da tremiti, il neonato reagisce minaccioso: un urlo stridulo e raccapricciante deforma la sua bocca, scoprendo una tripla fila di denti piccolissimi, neri e appuntiti. Cerca di morderti la creatura, di addentare la tua mano destra protesa verso di lei con uno scatto e una rabbia che ti impressionano per velocità e determinazione, assolutamente impossibili per un essere appena nato. Lo scatto con cui i denti si serrano ti dice con certezza che la creatura potrebbe mozzarti un dito o spaccarti il polso senza alcuna difficoltà, se riuscisse a colpirti. E non ha nessuna intenzione di farsi prendere: con movimenti incerti e bestiali si libera dal bozzolo e mette un buon metro di distanza tra te e lei. Un piccolo infante, nudo e ancora sporco di sangue e placenta, la pelle nera raggrinzita, continua a fissarti con quello sguardo che pare da solo mettere a repentaglio la tua anima. Spoiler TS volontà: fallito. Scosso. 1 TxC fallito.
Pentolino Inviato 14 Novembre 2019 Segnala Inviato 14 Novembre 2019 Vardek scatto all indietro quando la strana creatura cerca di azzannarmi. L urlo raccapricciante uniti ai lineamenti deformi mi scuotono lasciandomi per un attimo pietrificato ed indeciso su come reagire. Faccio alcuni passi indietro senza distogliere lo sguardo dalla creatura e provo a cercare eventuali passaggi nascosti dalla nebbia
Dmitrij Inviato 15 Novembre 2019 Autore Segnala Inviato 15 Novembre 2019 (modificato) Quantomeno riesci ad allontanarti dalla creatura, che con un piccolo passo a carponi tenta di seguirti: ti rendi conto che i suoi movimenti sono assai limitati, e ti sarà sufficiente tenerti bene alla larga per assicurarti che quei piccoli canini non trovino le tue dita. ... o no? Con uno stridulo urlo di insoddisfazione, l'abominio manifesta tutto il suo disappunto per non riuscire a raggiungerti, e improvvisamente nelle sue fauci si coagula un grumo di energia nero-blu, che esplode verso di te. Riesci con una torsione del busto a ripararti in parte dal getto, ma non è sufficiente: avverti la forza abbandonare il tuo corpo, e un gelo mortale infilarsi nelle tue carni irrigidite: con orrore, perdi ogni controllo del tuo fisico, letteralmente congelato sul posto. Il neonato sembra realizzare l'accaduto, e ti osserva con un sorrisetto malefico; bava bluastra e schiumosa colora i canini affilati, e cola lungo gli angoli della bocca. Ti senti perduto, con la certezza che lentamente ma inesorabilmente egli farà di te il suo primo pasto, e invece la creatura sembra per il momento disinteressarsi; a piccoli passi raggiunge la madre, ancora accasciata al suolo in stato di incoscienza. Con le manine dalle unghie nere si arrampica sul corpo della donna, portandosi fin sul petto, tra i seni prosperosi e turgidi di latte. Ma invece di abbeverarsi del liquido materno, dopo un istante di indugio, la creatura comincia a mordere, lacera e scava le carni, strappa piccoli brandelli, mastica e ingoia. Vorresti distogliere lo sguardo da quella scena raccapricciante, vorresti urlare per lo sgomento, vorresti fuggire il più lontano possibile da questa follia, ma non puoi. Puoi soltanto assistere al macabro pasto. Spoiler TS tempra fallito: paralisi. Modificato 15 Novembre 2019 da Dmitrij 1
Pentolino Inviato 16 Novembre 2019 Segnala Inviato 16 Novembre 2019 Vardek'Crom Speravo che, vedendo la minaccia allontanarsi, la strana creatura perdesse interesse in me ma mi rendo conto troppo tardi che non sono io la minaccia. Un grido agghiacciante precende un esplosione di magia che, sebbene solo in parte, mi colpisce lasciandomi pietrificato sul posto, i mie muscoli come intrappolati in una gelida morsa, i miei occhi e la mia coscienza bene aperti ed attenti nel mostrarmi ogni secondo dell orrore davanti a me. La creatura capisce di avermi in pugno. Quasi sentendo il mio sgomento, decide di estenderlo nel tempo dandomi tutto il tempo di gustre cosa mi accadra' a breve. La creatura si arrambpica sul corpo della madre ed inizia a divorarne le carni. La cosa che piu' mi terrrorizza non e' una morte lenta e violenta ma morire inerme come un rothe al macello 1
Dmitrij Inviato 20 Novembre 2019 Autore Segnala Inviato 20 Novembre 2019 Con uno scatto di reni, il cuore in gola e il respiro violento, apri le palpebre e ti sollevi a sedere. Le lenzuola sono intrise del tuo sudore e ti accorgi di avere il respiro affannato. Davanti ai suoi occhi aleggiano scene vissute con una tale intensità da esserti parse assolutamente reali, ma dopo pochi secondi ti accorgi di vedere soltanto le familiari pareti della tua stanza al tempio di Selvetarm, non lontano da Ille'isgar. Un sogno? O realtà? O forse una tremenda allucinazione? Il tuo corpo non porta su di sé le ferite che ricordi, salvo qualche ematoma e graffio che ti potresti essere procurato semplicemente agitandoti nel sonno... almeno questa ti sembra la risposta più plausibile. E' in questo momento che ti accorgi di Archaon che ti scruta impassibile da pochi metri, avvolto nella penombra.
Pentolino Inviato 21 Novembre 2019 Segnala Inviato 21 Novembre 2019 Vardek'Crom Un grido strozzato e mi ritrovo seduto sul letto della mia cella nel tempio di Selvetarm. Le mie vesti sono madide di sudore, il cuore mi batte nel petto al punto che riesco quasi a sentirne il rumore, le mie estremita' doloranti, come se avessero portato con se dal mondo dei sogni i graffi e le escoriazioni procuratemi durante il mio strisciare in quella caverna maledetta. Il mio istinto mi avvisa di una presenza nella stanza, mi volto ancora in prenda ad una sensazione di inquietudine nonostante mi trovi tra mura conosciute e noto in penombra un volto conosciuto, quello del mio mentore. "Perdonate, ho dormito piu' del dovuto" la mia voce e' un misto di forzato rispetto ed imbarazzo per essermi lasciato sorprendere nel sonno come una vecchia Mi alzo cercando con gli occhi le mie cose ed allo stesso tempo di assumere una posizione meno vulnerabile
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