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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Inviato

Mentre Tassadar e Mystara si dirigono guardinghe verso la casa ad est del paesino, Aldir è alle prese con il povero animale. La zampa è messa male: non dovrebbe essere difficile riuscire a fasciare alla meno peggio l'arto offeso, per dare un po' di sollievo all'animale e impedirgli di muoverlo, ma ha bisogno di lunghe cure, oppure di qualcuno che sia in grado di accelerare in qualche modo il processo di guarigione. Con la magia, ad esempio.

Aldir riesce anche ad attingere acqua dalla fontana, usandola con qualche straccio per inumidire la testa del povero animale, per lavare la ferita ma soprattutto per lasciargli scivolare qualche goccia fresca nella gola riarsa. Al contatto con le prime gocce d'acqua, l'animale apre debolmente gli occhi, e osserva il proprio salvatore con gratitudine. Apre un po' la bocca per poter bere altra acqua. Poi, si adagia di nuovo sul fianco e si addormenta nuovamente.

Falarith, nel frattempo, è piuttosto indeciso su cosa fare. Si aggira fra le casupole, senza sapere se seguire le donne o l'elfo. Ad un tratto, si imbatte in un particolare strano. Vicino alla fontana, smuovendo una zolla di terra, trova quelli che sembrano i resti di almeno due corde di cetra o di liuto, spezzate a metà, e qualche pezzetto di legno ricurvo. Strano, non sembrano essere li da molto tempo.

Le due donne, nel frattempo, sono a ridosso dell'abitazione. La casa misura una decina di metri di profondità per una ventina in larghezza. C'è un'unica porta che da verso est. Vi sono due piani, di cui quello rialzato è leggermente più piccolo. Le pareti esterne sono parzialmente di pietra, con alcune parti in mattoni ricavate apparentemente in tempi più recenti, come a riempire gli spazi vuoti di una costruzione in rovina precedente. Dalle finestre al piano terra si nota un'ampia stanza verso nord, con un ampio tavolo e diversi armadi alle pareti, e una più piccola a sud, una specie di cantina o deposito, con una scala che conduce al piano superiore. Nessun rumore. Nessun movimento.


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Inviato

Nessuno risponde al richiamo di Tassadar. La porta è aperta, socchiusa, a dire la verità. Cigola un po' sui cardini, ma il legno di cui è fatta è piuttosto massiccio: nulla a che vedere con le assi tarlate delle altre casupole.

Davanti c'è un'ampia stanza che occupa due terzi del pian terreno: un enorme tavolo al centro con numerose sedie, mentre alle pareti vi sono diversi scaffali chiusi.

Una sedia è spostata rispetto al tavolo, e proprio di fronte ad essa ci sono alcuni libri, alcune pergamene, calamaio e penna. Il tutto abbandonato senza particolare cura.

Appena entrata, la donna viene superata da Mystara, che silenziosamente va ad accucciarsi in un angolo... senza apparente motivo.

Nessun rumore. Nessun movimento.

Ormai, direttamente o indirettamente, il gruppo ha potuto farsi un'idea di tutto il paesello:

vuotaar6.th.png

Inviato

Visto il comportamento "esuberante" della mia compagna le dico: << Tu guarda al piano di sotto... io dò un'occhiata di sopra... >>

Mi dirigo verso le scale (le cerco)... armi infoderate... occhi ed orecchie ben attente...

Inviato

sentendomi a disagio mi guardo intorno... se non vedo niente di strano, dopo essermi accertato che l'animale si sia addormentato, torno nella casa in cui abbiamo passato la notte

Inviato

La sensazione di Aldir era troppo concreta per essere un semplice presentimento... o forse gli eventi della nottata non sono stati completamente smaltiti dalla sua mente.

Eppure, aguzzando la vista, tra il fogliame dei boschi che cominciano ad est del villaggio, non si scorge nulla.

Si, forse meglio tornare assieme agli altri.

Mentre Aldir si dirige verso la casetta, scorge un movimento nella strada a sud del villaggio, quella che porta verso Arnack. C'è un uomo a piedi, che lentamente si fa strada verso il villaggio.

I capelli mori sciolti sulle spalle, uno zaino sulle spalle, stivali di pelle ai piedi. Non sembra molto diverso da un qualunque viandante, se non fosse per il corpo piuttosto massiccio e le due corte spade che porta appese alla cintura.

Nel frattempo, Mystara e Tassadar sono alle prese con l'abitazione in mattoni.

I documenti sul tavolo sembrano registri, note relative a merci in acquisto e in vendita (tutte di tipo agricolo), ordini per attrezzi da lavoro nei campi, conteggi di animali da cortile, e una specie di diario, piuttosto voluminoso.

Al piano di sopra, invece, si accede dopo essere passati da una specie di deposito che occupa lo spazio a sud del piano terra. Ci sono botti e bottiglie, sacchi di sementi e altro materiale agricolo, attrezzi, e cose simili. Al piano di sopra, ricavata dal sottotetto, una camera da letto piuttosto semplice, apparentemente per una sola persona.

Inviato

Dò una rapida occhiata in giro (aprendo eventuali armadi / cassetti e simili)... se nopn trovo niente di strano torno giù a frugare un po' nel magazzino ...

Inviato

mi avvicino all'uomo senza far rumore... l'arco teso davanti a me cercando di sorprenderlo da dietro

quando arrivo a tiro della figura che ho di fronte gli intimo:

<< getta le armi e girati lentamente verso di me... e non provare a fare mosse stupide o non avresti neanche il tempo per pentirtene >>

poi attendo la reazione dello sconosciuto...

Inviato

Nota:

Ricky Vee: tu sei nel mezzo del paese, lui sta arrivando da sud lungo la stradina. Non vedo come tu possa sorprenderlo alle spalle, visto che se tu hai visto lui, è probabile che lui abbia visto te, e che dovresti uscire dal paesello e rientrare alle sue spalle per poterlo fare.

Considero che tu abbia puntato le armi direttamente di fronte a lui?

Inviato

Nessun problema, Ricky Vee...!

Ignara di quel che sta accadendo all'esterno, Tassadar fruga fra le poche cose che arredano la casa di mattoni. Trova vestiti piuttosto umili ma ordinatamente riposti negli armadi, puliti e profumati, biancheria varia, lenzuola, coperte... il tutto fa supporre una o al massimo due persone. A dire la verità, i vestiti più usati appartengono ad un uomo, mentre ci sono solo alcuni indumenti, tenuti un po' in disparte, dalla foggia più femminile.

Negli altri armadi ci sono solo alcune calzature (per lo più da lavoro).

Il resto, al piano terra, sono rifornimenti e attrezzi legati alla vita di campagna.

Mystara, invece, comincia a sfogliare il diario. Dalle prime pagine sembra un resoconto piuttosto sintetico della vita del villaggio, ma della durata di diversi anni, a cura di un certo Bryn Dal Bormick. Ci sono annotati eventi più o meno felici legati agli abitanti del villaggio: matrimoni, nascite, funerali, organizzazione del lavoro nei campi, importi dovuti ai singoli fattori per la vendita delle mercanzie, eccetera. Il tutto segnato ordinatamente come si trattasse di un libro contabile, "umanizzato" dalle note sul raccolto, sulla semina, eccetera.

Nelle ultime pagine alcune note colgono l'attenzione della donna. Un paio di mesi prima nel villaggio è giunto uno straniero, "il Bardo" in base alle note di Bryn, che si è fermato qualche giorno esplorando i dintorni del paesino, soprattutto la torre diroccata a nord ovest. Lo straniero ha allietato con le proprie arti alcune sere al villaggio, cantando e suonando per i contadini al termine della giornata di lavoro in cambio di vitto ed alloggio. La nota continua sottolineando la stranezza di alcune domande che il bardo ha rivolto a Bryn stesso: se durante le arature fossero stati rinvenuti manufatti o qualsiasi altro segno di un insediamento antico, se vi fossero storie o leggende sulle origini del villaggio e della torre, e poco via. Probabilmente deluso dagli scarsi risultati, lo straniero se ne è andato poco dopo. Però, una settimana fa, lo straniero si è ripresentato al villaggio, molto più nervoso e accigliato di quanto Bryn ricordasse. Ha chiesto l'aiuto degli abitanti del villaggio per "una certa questione" di cui non ha voluto specificare altro. Purtroppo, la stagione del primo raccolto non ha consentito di privarsi di nemmeno due braccia nei campi, per cui la richiesta è andata insoddisfatta. Le note continuano con alcune preoccupazioni sul comportamento dello straniero: facile all'ira, non ha più cantato per i paesani, tenendo spesso una mano poggiata sullo sterno all'interno dei propri vestiti. "D'altra parte - conclude Bryn nel diario - gli stranieri sono strani per definizione".

Le note si interrompono quattro giorni prima, lasciando a metà una frase di un resoconto sul raccolto del fieno.

Aldir, nel frattempo, è alle prese con lo straniero: punta immediatamente la sua arma più micidiale contro l'uomo e gli intima di lasciare le armi e di avvicinarsi lentamente. L'arciere è solo, e lo sa: a vista i suoi amici non ci sono (dove diavolo sono quando serve?!?! - pensa ), e il rischio di trovarsi faccia a faccia con qualcuno di male intenzionato gli ghiaccia il sudore sulla fronte.

Inviato

Recupero una coperta ed un vestito (femminile) che mi possa ndare bene...

Quindi scendo a vedere cosa ha scoperto Mystara.

<< Di sopra non c'è granchè... se non vuoi un vestito nuovo anche tu? >> Dico in tono svogliato...

Inviato

Il vestito femminile che Tassadar ha recuperato è ricoperto di polvere... strano, visto che il resto della casa è pulito e ordinato, soprattutto il resto della biancheria.

Inviato

<Beh...un nuovo vestito non fa mai male...piuttosto leggi qui...>le dico porgendole il diario aperto sulle ultime pagine...poi salgo sopra a prendere vestito che mi stia bene....

Inviato

Alzo le mani al cielo, le armi ancora infoderate ai fianchi, ed esclamo <E' così che accogliete tutti i viandanti in questo villaggio o devo ritenermi fortunato?>, poi mi guardo attorno e chiedo, con aria preoccupata <Dimmi arciere, cosa è successo qui? Dove sono tutti? Sembra abbandonato...>

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