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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Inviato

Il gruppo segue il vecchio, che durante il tragitto non si volta mai a controllare se qualcuno lo stia effettivamente seguendo.

Di tanto in tanto, si vedono diversi animali fare capolino dalle proprie tane, o gironzolare sui rami più bassi degli alberi, per osservare incuriositi la lenta processione di bipedi che si aggira per il bosco.

Ad un tratto, quando sono passati non più di quindici o venti minuti, una piccola radura ai lati di una collina si apre dinnanzi agli sguardi incantati degli avventurieri: al cento, un enorme albero con un tronco abnorme ospita quella che pare una capanna molto grezza. Intorno, fiori variopinti, del tutto inusuali per un sottobosco come questo, animali di diverse taglie e specie che si aggirano tranquilli, il rumore di un ruscello poco lontano. Un piccolo angolo celestiale...

Il vecchio entra nella propria capanna, che evidentemente è nata all'interno dell'albero, quasi in perfetta sintonia con questo, nonostante si notino un paio di finestre ed una porta, il tutto della medesima corteccia delle pareti.

Da dentro giunge la voce dell'anziano:

<Giovane elfo, vieni pure per primo. Se sei davvero disposto a rischiare, cercheremo di dare una risposta ad alcune delle tue domande. Gli altri potranno riposare tranquillamente qua fuori: parleremo tutti assieme più tardi.>

Inviato

rimango un attimo immobile, respirando profondamente, poi mi incammino con passo lento ma deciso verso la capanna, determinato a rischiare per arrivare alla verità e a ciò a cui più tengo...

Inviato

<Tanto vale aspettare e riposarsi.> dico rivolto agli altri, alzando le spalle. Prendo la coperta dallo zaino e la stendo sull'erba, mi sdraio e mi rilasso.

<Falarith, perchè non ci racconti qualcosa su questa persona anziana? Cosa ne sai? Cosa ti ha detto?>

Inviato

Appoggio lo zaino e mi stendo tra i fiori...

Chiudo gli occhi...

<< Già Falarith.... racconta... >>

Tranquilla, ad occhi chiusi, aspetto le parole del bardo... sperando (ed insieme temendo) che saranno una canzone...

Inviato

Mentre fuori il resto del gruppo si riposa, il vecchio va ad accogliere sulla porta Aldir, che ha deciso di rischiare.

Prima, però, offre ai propri amici delle coppe intagliate nel legno, con le quali consiglia di bere dal vicino ruscello, e un cesto pieno di frutti di bosco e di funghi succosi.

<Amici, al momento non ho di meglio... spero possa rifocillarvi almeno un po'.>

Poi rivolge la propria attenzione ad Aldir. Lo fa accomodare su uno scranno nella scarna casupola e richiude la porta. Non prima di aver intimato qualcosa al gruppo rimasto all'esterno.

<Vi consiglio di non entrare, qualsiasi cosa udiate o vediate.>

<Caro giovane elfo, prima di tutto voglio dirti che non sarò in grado di darti più risposte di quelle che già hai, ma che magari hai dimenticato... dimmi prima cosa ricordi del tuo villaggio e dei tuoi genitori. So che eri ancor più giovane a quei tempi, ma cerca di fare mente locale. Poi ti dirò quali sono i rischi, e se vorrai potremo procedere.>

Il vecchio si dirige verso uno scaffale, prende una bottiglietta, e riempie sia per l'elfo che per sé un boccale di liquido ambrato e piuttosto denso. Aldir nota che il boccale del druido è almeno il doppio del proprio.

Inviato

Mi siedo su una radice, cercando di stare comodo.

<Mah, non che io ne sappia molto più di voi, amici. Il suo nome è Vebagentur, ha avuto una vita avventurosa, ed ad un certo punto si è ritirato in eremitaggio. Con il passare del tempo, ha iniziato a stringere qualche rapporto con i contadini scomparsi, ed ora sta indagando su cosa sia loro successo. Un suo amico tasso, o procione, non mi ricordo, li ha trovati in fuga verso le montagne, insieme ad uno straniero. Altro, non saprei dirvi, se non che ha un liquore molto molto buono!>

Inviato

Tassadar ascolta le parole del bardo molto attentamente. Però, alla frase "altro non saprei dirvi", non può fare a meno di notare che il proprio compagno di viaggio ha distolto lo sguardo per una frazione di secondo. Forse è solo un caso.

Inviato

mi siedo a terra appoggiandomi ad un albero...finalmente mi rilasso quasi totalmente...ripongo tutte armi nel fodero..."Maledizione...alla fine sono stata costretta a seguirli...spero solo che la faccenda si risolverà velocemente..."penso...

Only for DM

Spoiler:  
non posso permettermi di tardare troppo o il "capo" mi fa la pelle...
Inviato

<< In verità ricordo molto poco... venerabile... nella mia mente ci sono soltanto alcune immagini della battaglia, mio padre che mi disse di scappare, e nient'altro... sono pronto a tutto per arrivare alla verità >>

Inviato

<Giovane elfo, bevi quello che c'è nel bicchiere e rilassati - dice il vecchio avvicinandosi con fare gentile. Vedrò cosa sarà possibile fare. Non preoccuparti, per ora: se le cose diventassero troppo rischiose, mi fermerò, e chiederò a te se vorrai continuare o meno.>

Detto questo, porge le sue mani nodose per prendere quelle di Aldir. Distoglie per un attimo le palpebre chiuse volgendo la testa verso la porta della capanna, per poi riportare l'attenzione sul proprio ospite.

Nel frattempo, all'esterno della casupola, il resto del gruppo ha ormai consumato quasi interamente le leccornie che l'anziano ha messo loro a disposizione. Il luogo è pacifico e porta a meditare, oppure a rilassarsi sull'erba morbida mentre pochi raggi di sole filtrano fra il fogliame riscaldando la pelle.

A dire la verità, il rumore del ruscello ha anche un ottimo effetto soporifero.

Ad un tratto, arriva nella radura un gruppetto di procioni. Ognuno si dirige verso un membro del gruppo, e hanno un piccolo oggetto in mano. A quanto pare, deve trattarsi di un sapone, o di qualcosa di molto simile. Sembra fatto di corteccia e di foglie, ma è piuttosto morbido, almeno all'apparenza. Un cubetto di qualche centimetro di lato. Tutto qui.

Il rumore del ruscello diventa improvvisamente più invitante di prima... la stanchezza e la tensione del viaggio hanno bisogno di essere lavate via. Oppure, si può rinviare tutto quanto a dopo un piccolo pisolino...

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