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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Inviato

Ribatto con voce soave e civetuola (ovviamente in modo volutamente teso a sdrammatizzare) << Sicuro, caro Belnan, che non sia solo una scusa per spiare queste due tenere fanciulle... >> indico me e Mystara con un gesto <<... intente a fare il bagno e dunque prive di vesti? >>

Comincio a slacciarmi l'armatura ed a metetrmi più comoda... al bagno ci penserò dopo.


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Inviato

<Cara Tessadar, esistono modi più gentili, cortesi ma soprattutto fruttuosi per vedere una bella ragazza priva di vesti.>, rispondo, con un inchino e un sorriso particolarmente accentuati, come a scimmiottare signori di alta borghesia ad un ballo di corte.

<In ogni caso, stavo appunto cercando un luogo riparato per evitare che qualche signorina non sfrutti il bagno come scusa per spiare questo tenero fanciullo...>, dico indicando me stesso, con fare innocente, accentando parole quali "signorina" e "spiare".

Inviato

Abituato alla grande attività sociale della fauna di questo bosco, prendo il sapone dal procione a me davanti.

Nel mentre, ascolto la curiosa conversazione che hanno la mia compagna di viaggio ed il nuovo arrivato, interessato e divertito. <Ragazzi, non vedo perchè farsi di questi problemi... Insomma, siamo tutti adulti e navigati, e dubito che un corpo nudo, di chicchessia, possa sgomentare chiunque dei presenti, così come il farsi vedere nudi. Certo, se ci fosse una ninfa in mezzo a noi, sarebbe davvero da preoccuparsi. Comunque, Procione, mi fai strada fino al ruscello?> dico, alzatomi, ed inizio a camminare seguendo il suono della corrente.

Inviato

Dopo un po' ... prendo il sapone e vado verso il ruuscello per lavarmi e rinfrescarmi.... Mi spoglio con noncuranza... senza mostrare il minimo pudore nel togliermi i vestiti...

Inviato

Ad eccezione di Mystara, il gruppo prende la direzione del ruscello, distante qualche passo dal prato in cui i quattro stavano riposando.

Nonostante i tentativi, il procione non sembra comprendere o rispondere a Falarith, e resta ad osservarlo per qualche istante con gli occhi sgranati.

Appena i primi tre muovono qualche passo verso il ruscello, tutti i procioni si voltano e vanno in direzione della casupola, fanno capolino da una finestra e poi si allontanano fra la vegetazione.

Il ruscello ha un paio di metri di larghezza, il fondo ciottoloso e acqua limpida che vi scorre. Incredibilmente, sembra che abbia origine da alcune enormi pietre disposte a formare un arco innaturale poco più a monte. L'acqua è fresca, ed un vero toccasana in confronto alla temperatura esterna.

Non ci sono anse particolarmente grandi da celare uno del gruppo dagli altri, ma quantomeno ci sono diversi alberi che crescono sulle sponde per garantire un po' di riservatezza quantomeno a chi si vuole spogliare indisturbato.

A Belnan viene un'idea "malsana": un paio di alberi piuttosto facili da scalare protendono alcuni grossi rami proprio sopra il ruscello...

I saponi non hanno profumi particolarmente accattivanti, non quanto quelli realizzati normalmente nelle città per i più benestanti, e non produce nemmeno troppa schiuma. Però, con enorme stupore del primo che si trova ad utilizzarlo, pare non solo assolvere al proprio dovere di pulizia: Tassadar sente un lieve pizzicore quando ne passa un po' sulla cicatrice di una vecchia ferita, e nota che i lembi di questa, pur rimanendo visibili, tendono a sfumare, quasi che la carne offesa chissà quanto tempo prima diventi più liscia e meno irregolare.

Il ruscello sembra particolarmente invitante anche per rimanere qualche istante a godere della lieve corrente e della frescura.

Mystara rimane ancora per un po' lontana dagli altri, preferendo il calore del sole alla freschezza dell'acqua.

Nel frattempo, nella casupola, Aldir ha bevuto lo strano liquido, aromatico e leggermente alcoolico, e sente la propria testa farsi leggera, come agli inizi di una normale bevuta. Il vecchio prende le sue mani nelle proprie, e il giovane elfo sente per un attimo tutta l'età che quel corpo deve avere, attraverso le profonde rughe dei polpastrelli e del dorso.

<Ripensa a quello che ricordi, a ciò che hai visto, giovane elfo... ritorna con la mente a quei giorni tremendi... ritorna con il corpo a quando fuggivi dall'orrore...>

Ad un tratto, Aldir guarda il viso dell'anziano e vede che, per la prima volta da quando lo ha incontrato, apre gli occhi. Al di là, un buio freddo, con una luce in fondo che lo attira sempre più giù, sempre più distante... fino a che il tempo non ha più senso.

Sono in un bosco, sto correndo, le urla "Fuggi, scappa, mettiti in salvo", schiamazzi, figure ammantate di nero corrono fra le case della mia gente, "Aiuto! Salvatemi!", "Nooo!", grida strazianti, qualcuno è ferito, vedo la morte venirmi incontro, poi corro, corro, afferro il mio arco, mio padre mi spinge verso il bosco, mia madre inciampa, ancora urla, "Vai Aldir, corri", un dardo sibila fra le casupole, sento una fiammata lancinante ad un polpaccio, un ghigno lontano, "Ghil, natha stath d'mina ph'z'haanin tarthe!"...

Giunge una voce roca, da altri tempi e altri luoghi...

<Ora è il momento di decidere, giovane elfo... oltre a questo punto è rischioso andare, c'è la possibilità che, per farmi vedere quel che è successo, tu possa perdere tutti questi ricordi... Decidi con cautela cosa vuoi fare, ma fallo in fretta... ogni istante che passa è pericoloso sia per te che per me...>

Inviato

L'idea malsana continua a frullarmi in testa...ma non sono uno sprovveduto. <Tessadar, com'è l'acqua? Profonda?>.

Intanto mi avvicino agli alberi con i rami sporgenti, poso la mia roba vicino alle loro radici e comincio a spogliarmi, lasciandomi addosso solo i pantaloni, aspettando la risposta di Tessadar.

Inviato

Squadro il mio interlocutore da capo a piedi con sguardo malizioso e rispondo dicendo la verità [che per inciso non ho capito; quanto è profondo il ruscello?]...

Quindi divertita in attesa delle prodezze del nuovo venuto continuo ad insaponarmi per bene.... ed a trarre giovamento dal salutare bagno...

Il mio sguardo si posa per un attimo poi su Mystara... ed una strana idea mi frulal in testa... mi si dipinge sul volto un sorriso divertito.....

Inviato

<In questo caso...> dico rivolto a Tassadar, con uno sorriso malizioso. Mi spoglio completamente, escluso per l'intimo (ci tengo alle mie cose), quindi mi arrampico sull'albero fino al ramo più vicino. Una volta sul ramo, mi avvicino all'estremità, pronto per tuffarmi, magari con una bella acrobazia. Una volta in acqua, se sono ancora vivo, mi tolgo l'ultimo indumento e riprendo il sapone.

[prova di scalare, quindi di equilibrio per arrivare all'estremità del ramo e poi acrobazia, per tuffarmi]

Inviato

Il ruscello ha zone più profonde sui lati esterni delle anse (al massimo un paio di metri), mentre sale più dolcemente dai lati interni (contando comunque che è largo al massimo un paio di metri). L'albero di Belnan è su una zona in cui tuffarsi non dovrebbe creare problemi...

... e infatti, dopo essersi agilmente arrampicato, l'eroe coperto solo da un pezzo di stoffa sulle pudenda spicca un balzo, fa in tempo a fare un mezzo giro con il corpo ed entra nelle acque fresche sollevando un bel po' di spruzzi. Tutto sommato, una bella prestazione.

Inviato

il dolore che ho provato nel rivivere quei momenti prende il sopravvento...

<< no... basta >> dico disperato al vecchio

poi aspetto qualche decina di secondi cercando di riprendere il respiro

<< questi ricordi sono troppo forti, e non posso rischiare di perderli altrimenti perderei ogni speranza... ma quella voce... chi era? e che lingua era? >>

Inviato

Il vecchio ha nuovamente gli occhi chiusi, ma a giudicare dalle due lacrime che scorrono fra le rughe, deve aver partecipato esattamente tanto quanto Aldir ai momenti appena rivissuti.

<Ti capisco benissimo, ragazzo... non sempre vogliamo con noi alcuni dei ricordi più tristi di cui facciamo un fardello, ma alla prospettiva di perderli ci vogliamo tirare indietro. D'altra parte, i ricordi sono qualcosa che ti ricorda che sei vivo, così come il dolore...>

Sospira, mugugna fra se un secondo, poi ricomincia.

<Mi dispiace di non essere stato più d'aiuto... comunque è fra le tue nemesi che devi cercare, fra i tuoi nemici giurati... sono gli elfi scuri che parlano quella lingua, abominevole quanto le esistenze che conducono... Mi spiace per la tua famiglia, ma non lasciarti sopraffare dal dolore, né illuditi per un attimo che tu da solo, qualunque sia il potere che giungerai ad accumulare nella tua vita, avresti potuto fare qualcosa in più in una situazione come quella. Hai già fatto la differenza, restando vivo e portando con te questi tristi ricordi. Magari, in futuro, riuscirai anche a fare qualcosa in più...>

Si versa un'altra dose del liquido scuro.

<Perdonami, ma non vorrei che offrendotene un altro po' la sonnolenza possa sorprenderti come con il tuo amico Falarith... a volte dimentico quanto la mia esistenza mi abbia reso diverso dalle persone comuni... Puoi uscire, meditare su ciò che è successo e rilassarti: dì pure ai tuoi amici che sono pronto a riceverli.>

Detto questo si siede al tavolo e concentra la propria attenzione sul contenuto della brocca.

Gli ultimi istanti della visione che Aldir ha condiviso con il vecchio mostrano un volto scuro e lunghi capelli bianchi... un elfo scuro... indubbiamente.

Quando Aldir fa per uscire dalla stanza, sente che il pizzicore al polpaccio, memoria della visione, c'è ancora... e del sangue sta imbrattando il lato dei pantaloni. Turbato dalla scoperta, l'elfo si volta a guardare il vecchio seduto, solo per notare che anche lui è ferito, al medesimo polpaccio...

Inviato

esco dalla stanza zoppicando visibilmente per via della ferita, e mi dirigo verso i miei compagni di viaggio... quando raggiungo Mystara, dopo avere visto che è sola mi sdraio a una decina di metri di distanza da lei, appoggiandomi al primo albero che trovo, poi chiudo gli occhi ripensando al volto e a cio che ho appena rivissuto...

Inviato

Con fare pomposo, vistosamente ironico, mi alzo in piedi, mi inchino a Tassadar ed esclamo <Piaciuto il tuffo?>, quindi comincio a lavarmi con il sapone datomi.

Una volta finito, mi rendo conto che Aldir è tornato, quindi esco dall'acqua, mi rimetto i pantaloni e torno dal resto del gruppo, portando con me la mia roba.

<Aldir, tutto bene? Ti vedo un po'...distratto...>

Inviato

<< Si... lo ammetto... bel tuffo , mio giovane ed atletico amico... >> Lo seguo un po' con lo sguardo mentre si allontana... poi mi risciacquo definitivamente e torno a riva per rivestirmi... << Vedremo se sarai altrettanto atletico in futuro... >> Borbotto tra me e me sorridendo...

Quindi rivestita ma ancora senza armatura mi avvicino ad Aldir... << Hey! Sei sicuro che vada tutto bene? >> il mio sguardo è fisso sulla ferita... ma sentendo le risposte che dà agli altri non oso chiedere di più... mi limito ad un: << Vuoi che dia un'occhiata alla tua nuova ferita? >>

Inviato

La volta che il ruscello si è svuotato, mi godo per qualche minuto la sinfonia della natura, continuando a restare immerso nell'acqua fredda in movimento. Infine, sazio e rinfrancato, esco e torno alla casa-albero.

<Benuscito, mio giovane cacciatore! Spero che la conversazione con il venerabile sia stata tanto fruttuosa per te come, qualche ora fa, lo è stata per me! Piuttosto, come mai quell'espressione?>

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