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Ardan riesce senza ulteriori difficoltà a decapitare il derro ridente, per poi voltarsi verso l'altro cavaliere armato di balestra. Alexander si muove per portarsi a tiro, ma purtroppo non riesce a mirare bene e manca il bersaglio. Intanto i derro appiedati stanno disperatamente cercando di resistere agli attacchi di Oric, ed in un momento di confusione riescono a tirare giù dal cavallo il giovane Eric 


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Ardan Greycastle, paladino della conquista.

La testa del mio nemico rotola ancora ridente sul manto bianco sporcato dal sangue. Sento il fluido caldo scivolare sulla lama lucente della mia spada brinata dal gelo. La brutalitá dello scontro alle mie spalle attira la mia attenzione, ma non mi volto. Un altro debole derro aspetta che ne deponga le spoglie nella neve.  Lo abbraccerá come un sudario prima che i suoi compagni abbiano il tempo di far male ai miei. Lo prometto a me stesso mentre calo la mia spada sul cavalcaragno.

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TxC +5  , spada lunga 1d8 + 3 for

 

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Invoco Deflagrazione occulta – Raggio36m – Danni 1d10 da forza.

Alexander Corvinus, Warlock

"oggi gli dei non mi arridono"

Avverto la frustrazione invadermi mentre l'ultimo dardo scagliato si perde nel nulla.  Un tonfo sordo attira la mia attenzione e vedo Il giovane Eric a terra mentre i Derro si scagliano contro di lui.  Cerco di raccogliere tutte le forze del mio vecchio corpo consunto per scagliare un dardo contro i suoi assalitori. 

 

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Alexander riesce finalmente a colpire uno dei derro, uccidendo sul colpo uno dei fanti; Ardan piomba addosso al secondo dei cavalcaragni, aprendolo dal collo alla cintola con un unico, preciso fendente. L’ultimo derro ancora in piedi, ridendo e urlando come un pazzo, si accanisce su Eric, cercando di strozzarlo, incurante di ciò che gli accade attorno, alla fine viene abbattuto dalla lancia di Oric, cadendo addosso al ragazzo. 

Mentre i ragni si allontanano, fuggendo ormai privi di cavalieri, potete vedere le condizioni del vostro seguito. Oric ha qualche taglio alle gambe, ma nulla di grave, Eric al contrario è pallido come un cencio, con grossi lividi bluastri che cominciano ad apparire sul collo ed un grosso squarcio frastagliato nel fianco. Rantola e sussulta nella neve, che inizia a diventare rossa attorno a lui, non reggerà a lungo senza aiuti 

Ardan 

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Senti di nuovo le voci nella tua testa; la prima, quella rabbiosa e roca Bravo, sfrutti bene i doni che ti offro! subito dopo muta in una pacata e melodiosa E adesso, bada ai tuoi servi. Il giovane umano non sopravvivrà a lungo ancora 

Alexander 

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Senti di nuovo le voci nella tua testa; la prima, rabbiosa e roca Il ragazzo è importante! Lo voglio! Aiutalo! subito dopo muta in una pacata e melodiosa Ignori i consigli, stolto, forse un ordine diretto ti farà capire meglio! 

 

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Alexander Corvinus, Warlock

Un pallido sole si stagliava al di sopra delle nostre teste. Un giudice tetro e austero che osserva impassibile la scena. I corpi dei Derro sono sparsi disordiantamente sul terreno, con gli arti posizionati in maniera innaturale come fossero delle bambole rotte. L’aria si riempe dell’odore acre del sangue mentre osservo la disordinata fuga dei ragni perdesi in quelle lande desolate.

Ascolto le parole nella mia testa con il profondo desiderio di compiacere la loro volontà, ma non è chiaro cosa sia meglio fare. Mi accarezzo il mento affilato valutando quale sia il corso da seguire. Incerto sul da farsi con la mente dubbiosa e il corpo stanco, traggo un profondo sospiro mentre avvolgo la mia pallida figura nel mantello per trovare riparo dal freddo e cerco di ritrovare la dignità e compostezza nei gesti. Non posso mostramri debole di fronte alla compagnia, quindi mentre mi avvicino al corpo martoriato del giovane ragazzo, con tono fermo e dignitoso, mi rivolgo ad Ardan:

<< Dobbiamo salvare il ragazzo. E’ il volere degli Dei. Non possiamo perderlo. >>

 

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Ardan Greycastle, paladino della conquista.

Libero la spada dal suo involucro di carne, pulendone la lama nella neve fresca. Le mie spalle sono curve sotto il peso dello sforzo e la ferita ricevuta pulsa dolorosa ora che l'adrenalina della battaglia fugge vie, andando a rintanarsi in qualche luogo cavernoso in attesa del prossimo scontro. Accarezzo Bellerofonte. Il cavallo si é comportato bene, dimostrando tempra e coraggio. Con gli occhi chiusi guardo al cielo gelido, che illumina il mio viso con un vento tagliente. I miei nemici sono morti. Il loro sangue nutre la terra in onore dei vecchi Dei e le loro voci ricompensano ogni sforzo.

Seguo le indicazioni, voltandomi verso il gruppetto ed avvicinandomi al trotto, per poi scendere dalla cavalcatura, incombendo su Eric che giace a terra. Oric e Philo hanno qualche graffio, mentre il mio maestro nutrito dal luogo sacro in cui si trova, mi ammonisce schietto. "Non possiamo perderlo" 

Mi chiedo quali piani abbiano gli Dei per il giovane servo, mentre allungo le mie mani aperte sul suo corpo martoriato, indugiando sia sul collo che sulla ferita sanguinante. Da quando avevo accettato il mio destino, piegando il capo al volere delle divinitá perniciose, piccoli ma manifesti doni del loro favore si erano manifestati. Come la capacitá, seppur limitata di curare le ferite. Pregai che bastasse quello ed il sangue dei Derro, a salvare il ragazzo.

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Imposizione delle mani. Curo 5 p.f.

 

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La ferita del giovane Eric si risana, anche se lui rimane molto pallido e tremante. A fatica Oric e Philo lo caricano su un cavallo, legandolo e standogli accanto per assicurarsi che non cada. Sui cadaveri dei derro non trovate nulla di interessante, hanno tutti addosso oggetti inutili, come fili di stoffa colorata, pietruzze e altri gingilli simili; Oric recupera una delle balestre, assieme ad una nutrita scorta di dardi, poi monta in sella per proseguire.

A sera, quando vi accampate, Eric ha la faccia bluastra, trema anche se è coperto da due mantelli ed è vicino al fuoco. Non sembra in grado di sopravvivere a lungo. Oric, andato in perlustrazione, torna da voi agitato, dicendo che dietro alla collina, qualche miglio più a nord, c’è un accampamento, almeno una dozzina di tende, anche se non è stato in grado di capire chi siano gli occupanti. Di sicuro non sono umano 

Ardan 

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Adesso sarà messo alla prova il tuo coraggio dice la voce rabbiosa; E la tua astuzia aggiunge quella sussurrante 

 

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Ardan Greycastle, paladino della conquista.

Il sole é calato. Ha lasciato il posto ad un cielo oscuro ma punteggiato da migliaia di stelle bianche. I mille occhi degli Dei, penso, mentre sfrego la neve fra le mani, lavando via lo sporco ed il sangue. Un vento leggero soffia oltre il nostro riparo, un tronco morente, una grande pietra aguzza e lo scheletro di quello che forse una volta era un grosso lupo artico. Philo ne ha preso un osso e lo sta levigando con il pugnale. Il veterano é taciturno, forse si chiede se non si é imbarcato nella sua ultima avventura e se la sua fame di ricchezza non lo abbia condannato a morte. La sua fede non é come la mia, e come potrebbe? Lui ha visto i doni delle divinità perniciose con gelosia ed avidità , ma non ne ha provato la magnificenza, il potere. Io si, e ne voglio di piú. Sposto i miei occhi gelidi su Eric. Non deve morire, non qui almeno. Alexander e' stato insindacabile su questo, ma come fare? Il vecchio sta chino sull'antico tomo, mangiando una delle ultime razioni di carne secca che abbiamo. Posso avvertire il potere arcano riposare sotto la sua pelle diafana e sottile. Le piccole vene blu intorno agli occhi rossi per il freddo. Mi alzo, gettando un altro pezzo di legno nel fuoco timido, che rantola affamato, quando Oric appare da oltre la collina carico di agitazione. Ascolto silenziosamente il suo resoconto per poi guardare nuovamente al vecchio sacerdote, mentre la voce degli dei si fa spazio nella mia testa. << Eric ha bisogno di cure. Cure che forse possiamo trovare in quell'accampamento. >> mi soffermo meditabondo alcuni attimi prima di continuare. << Potremmo andare a parlarci, convincerli a darci quello che ci serve, se siamo in grado di comunicare con loro, e forse scoprire qualcosa in piú di questa terra, di dove gli Dei vogliono che andiamo. >> Mentre aspetto l'opinione del mio maestro, Philo interviene smettendo per un attimo d'incidere l'osso, che intanto sta prendendo la forma di un pendente. << Mio signore, forse potremmo infiltrarci nel campo e magari essere cosí fortunati da rubare quello che ci serve, senza che voi vi esponiate.>>

Sposto la mia attenzione sul guerriero al soldo, irrigidendo i muscoli giá tesi per il viaggio e le battaglie. << Ho forse l'aspetto di un ladro?  Vedi la disperazione di un mendicante o di un trovatello di strada nei miei occhi? >> la rabbia mal contenuta mi porta a fare un passo nella sua direzione. << Mi daranno quello che demanderò loro di darmi, pagando un prezzo se serve, o tagliando loro le teste se non saranno inclini al compromesso. >> sbuffo tornando in controllo di me. << Ma non sono irragionevole. Forse tu ed Oric potreste infiltrarvi fra le tende sfruttando il nostro diversivo, pronti a versare del sangue per gli antichi Dei, se fosse necessario. Cosa ne pensi, Maestro? >> 

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Abbiamo avuto modo di recuperare ferite ed incantesimi? @Voignar

 

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Alexander Corvinus, Warlock

Mentre cerchiamo di recuperare le forze accampandoci a ridosso di un tronco morente osservo il paesaggio che con la sua bruttura e desolazione non ci aiuta a lenire le nostre miserie.

Sento pulsare sotto la fasciatura la ferita alla coscia che ho cercato di mendare per quanto possibile con gli strumenti a disposizione.  Mi metto leggermente in disparte rispetto al gruppo e fingo di leggere il tomo per non essere disturbato mentre rifletto su quanto è successo e, soprattutto, su come salvare il ragazzo che gli Dei desiderano vivo. Mi perdo in questi pensieri, senza rendermene conto, e intanto cala la sera portando con sé i suoi silenzi mentre le forme circostanti, prima chiaramente definite, diventano un gioco di flebili luci ed ombre. Una luna fredda ed indifferente alle nostre esistenze mortali si riflette debolmente sul manto bianco che ricopre le colline quando Oric torna dalla perlustrazione per fornire il suo resoconto ad Ardan. Quando questo si rivolge a me, lascio cadere un breve silenzio mentre soppeso mentalmente le parole da pronunciare.

 

<< Gli Dei hanno già parlato! Vogliono il ragazzo vivo! Il “come” è una nostra responsabilità. In ogni caso hai parlato saggiamente Ardan. Non dobbiamo agire come dei vili ladri, ma nemmeno come degli stolti. Andremmo io e te avanti mentre Philo ed Oric si infiltreranno>>

 

 

 

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Lasciate Eric vicino al fuoco, avvolgendolo meglio che potete in tutti i mantelli e le coperte che riuscite ad usare, gli lasciate un pugnale e la balestra, in modo che possa difendersi. Vi incamminate verso la collina, mentre Oric e Philo iniziano ad aggirare  la zona; una volta in cima, scorgete l’accampamento: dodici grosse tende di pelli, ognuna grande abbastanza da contenere due persone, sono disposte in cerchio attorno ad un grande fuoco, con un gruppo di figure umanoidi strette attorno ad esso. Non fate nemmeno in tempo ad iniziare la discesa, che sentite un urlo provenire da una sentinella, mimetizzata vicino ad un cumulo di neve. Vedete chiaramente i grossi umanoidi alzarsi e girarsi verso di voi, che avanzate con circospezione verso le tende. Una volta arrivati al fondo della collina, venite raggiunti da quattro degli umanoidi, più alti di un comune umano, completamente glabri e con la pelle di un pallido grigio, solcata da strisce bianche che ricordano vagamente una pietra, gli occhi sono grosse sfere nere nel volto. Tutti loro indossano armature di pelle, sotto mantelli bianchi striati di grigio, e stringo in mano asce e mazze di pietra scura; tutti tranne uno, che porta grossi bracciali di bronzo ai polsi, numerose collane di artigli e pietre levigate, ed una grande ascia a due mani in ferro nero. L’umanoide armato dell’ascia di ferro, che deve essere il capo, vi rivolge la parola, ed anche se non comprendete nulla di quello che dice, dal tono è chiaro che non siete i benvenuti e che tutta la faccenda potrebbe finire velocemente nel sangue

Inviato

 

 

Alexander Corvinus, Warlock

 

<< Gli uomini delle terre civilizzate sono deboli. Mentono a se stessi da secoli e guardono alle loro menzogne senza più distguerle dalla verità ne dentro di sé ne intorno a sé. Costruiscono grandi città,  impongono regole, leggi e convenzioni. E sai perché lo fanno?>>

Vedo Ardan osservarmi in silenzio mentre camminiamo, ormai abituato a queste domande retoriche.

<< Perché questo gli fa credere di avere il controllo sui loro piccoli mondi meschini negando l’unica grande verità sulla condizione umana: la morte è un usanza che tutti prima o poi dobbiamo rispettare. Quando elimini tutte le sovrastrutture della società civile e comprendi questa verità tutto perde di significato, ma tutto improvvisamente diventa chiaro. Riesci a vedere come la forza di queste parole sgrettola sotto il suo piede impietoso qualsiasi covenzione sociale dei cosidetti popoli civilizzati?>>

Il mio discorso viene interrotto da un urlo provveniente da una sentinella nascosta vicino al nostro sentiero. Rimango impassibile di fronte all’umanoide coperto di pelli che ci indica di procedere verso l’accampamento. Certamente sarei rimasto più sopreso se non avessimo trovato nessuna guardia. Mentre ci avviciniamo alle tende diventa sempre più chiaro che la nostra presenza non sia ben accetta e il tono del loro capotribù non smentisce il mio pensiero.Noto che la maggior parte delle armi e degli strumenti tribali sono in pietra e solo il nostro interlocutore indossa dei bracciali di bronzo e brandisce un’ascia di ferro. Conscio che qualsiasi parola sarebbe stata inutile, avanzo di mezzo passo verso di lui mentre con un movimento leggero estraggo dalla cintura un pugnale. Lo appoggio sul palmo della mia glielo porgo in segno di dono in attesa di una sua reazione.

 

 

 

 

 

 

Inviato (modificato)

Ardan Greycastle, paladino della conquista.

I miei passi affondano nella neve mentre seguo Maestro Corvinus verso il campo. Ama il suono della sua voce e sicuramente quello della sua retorica. Il tomo che porta sempre dietro racconta quello che é stato , quello che é e quello che sará, e lui immerso nelle sue veritá é interprete e messaggero. Ma sono io il campione delle potenze perniciose. E mentre il mio maestro sembra veda nel caos originale la soluzione e la volontá degli antichi Dei, io scorgo fra le macerie della decadenza in cui i regni rovineranno per mano nostra, le fondamenta sui cui un nuovo regno edificherà. Due aspetti dello stesso inevitabile futuro. Forse per questo serviamo entrambi allo scopo degli Dei. Le nostre elucubrazioni terminano quando arriviamo al campo degli umanoidi. Sono alti, forti e dal cuore di tenebra. Mi chiedo se il precettore veda quello che vedo io. Uomini da asservire. Con le iridi seguo il gesto di Alexander aspettando la reazione del Capo. Ornamenti e simboli di potere manifesto. Sento inevitabile il desiderio di sfidarlo e senza accorgermene allargo le spalle e lo fisso con austera superiorità.

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@Voignar lascio a te png, che sono lontani dal controllo del personaggio. 

 

Modificato da Crees
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Alexander ha appena il tempo di metter la mano alla cintura, che l’ascia del capotribù si posa sulla sua gola, senza ferire in alcun modo l’incantatore, il grosso umanoide sbatte un paio di volte le palpebre, poi dice con una voce gutturale e dal fortissimo accento Via da qui 

gli altri lo spalleggiano, agitando con fare minaccioso le loro armi 

Alexander 

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La voce sussurrante torna a parlarti Non sarà un regalo a conquistarli... Potere, forza, terrore, è l’unica lingua che parlano

Ardan 

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La voce roca ti ruggisce nelle orecchie Non esitare! Attacca, sfidalo, colpisci! COLPISCI! 

 

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Ardan Greycastle, paladino della conquista.

La voce degli Dei ha artigli. 

Graffia e perfora quando sussurra nella mia testa con i toni rochi di una fiera in una grotta. Un invito che il mio corpo accoglie con naturale accondiscendenza. Non aspettavo altro che un pretesto. La mano sinistra, l'unica ancora munita di guanto, si stringe intorno all'impugnatura di pelle dello scudo che giace dormiente sul fianco, per poi aprirsi, lasciandolo rovinare al suolo. Sulla sua superficie lignea il cervo simbolo dei Greycastle é quasi del tutto sbiadito. La destra che temporeggiava sull'elsa della spada, scivola agile a stringersi intorno ad essa. Il capotribú ha commesso un errore a pensare di poterci minacciare. Sottostima il nostro potere. Estraggo l'arma, alzandola sopra le testa e congiungendo ora entrambe le mani per farla cadere sul braccio armato dell'umanoide.

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Se volessi utilizzare la reazione mi sembra che dovrei essere in possesso di un talento. Percio' attacco normale, impugnando l'arma a due mani. L'intenzione ovviamente, sarebbe di staccare il braccio al capo. 

txc +5 danni 1d10 + 3for

 

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Alexander Corvinus, Warlock

Vedendo la spada di Ardan disegnare un arco mortale verso il braccio del capotribù, effettuo un leggero passo indietro mentre una risata isterica mi esplode dalla gola e un sorriso folle mi sfigura il volto.

<< Stolti! Rifiutate la nostra generosità e osate sfidare il potere degli Dei antichi?>>

Alzo le braccia al celo pronunciando le antiche parole per dominare e richiamare a me le energie mistiche. Quando le mie spalle vengono avvolte da fiamme oscure volgo le mani in avanti mentre da esse si protendono tentacoli ardenti di potere oscuro. 

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Casto Braccia di Hadar contro il capotribù - raggio 3m

 

Inviato

la lama di Ardan cala sul braccio del capo, ferendolo prima che possa reagire, il taglio sputa sangue in abbondanza, ma non pare troppo profondo; il capotribù ed i suoi guerrieri vengono avvolti dall'incantesimo di Alexander, ma solo uno dei grossi umanoidi non riesce a sottrarsi ai viticci di fiamme nere. 

Il capotribù ed un secondo guerriero si scagliano su Ardan, e l'ascia d'acciaio del grosso umanoide morde il fianco del paladino, macchiando per un ampio tratto la neve di rosso attorno a lui (6 danni), l'arma dell'altro guerriero, invece, non riesce a penetrare la difesa del prescelto oscuro; il terzo umanoide si slancia su Alexander, e solo i pronti riflessi dell'incantatore gli impediscono di vedere il suo cranio devastato dalla mazza di pietra del suo aggressore 

Inviato (modificato)

Alexander Corvinus, Warlock

Quando la violenza esplode in modo così improvviso non c'è tempo di pensare. Le immagini si confondono e la realtà diventa un immagine sbiadita che la mente non riesce ad elaborare chiaramente. Tutto diventa istinto e reazione. I muscoli si muovono indipendentemente dalla mia volontà mossi dal semplice istinto di autoconservazione. Io divento uno spettatore. Mi osservo da lontano mentre schivo il colpo del mio avversario e richiamò a me nuovamente le energie arcane consumato dal violento desiderio di vedere le carni dei nemici bruciare sotto le mie mani.

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Casto nuovamente Braccia di Hadar

 

 

Modificato da Kensei
Inviato

Ardan Greycastle, paladino della conquista.

L' ascia apre uno squarcio profondo nella mia armatura e disegna un espressione sofferta sul mio viso sporco del sangue del capotribú, mentre la testa turbina pericolosamente. Un altro attacco cosí e andró a terra.Devo ucciderlo ora, prima che lui uccida me o che gli altri soldati dell'accampamento decidano d'intervenire. Stringo i denti, mentre alzo la spada e la calo sulla sua testa. Gli Dei mi favoriscono, non mi lasceranno cadere qua.

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Rimango con 6 pf

 

txc +5 danni 1d10 + 3for

 

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il dardo di energia mistica prende in pieno il nemico di Alexander, lasciandolo morto stecchito sul suolo innevato; Ardan riesce a ferire al fianco il suo avversario, ma il grosso umanoide quasi non pare sentire il dolore, e solo i riflessi del paladino lo salvano dalla spazzata dell'ascia. State preparandovi per un nuovo scambio di colpi, quando di botto vi paralizzate, all'improvviso sia Alexander che Ardan non possono più muovere un singolo muscolo. Sul volto dell'umanoide che pare il capo si apre un largo sorriso, e già si prepara ad ammazzarvi con poco sforzo, quando una voce possente, che parla nella stessa lingua che non comprendete. 

Un umanoide vestito con lunghi mantelli e grosse pellicce, con le braccia piene di braccialetti fatti in zanne e artigli ed un gonnellino composto da una pelle squamosa sopra le braghe, avanza verso di voi, seguito da altri due umanoidi che trasportano di peso Erdan e Philo Chi siete? dice il nuovo arrivato, con un pesantissimo accento ed un'intonazione della voce che vi fa sospettare non sia proprio padrone della lingua 

Inviato (modificato)

Ardan Greycastle, paladino della conquista.

 

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Riposto i seguaci per comoditá di tutti. 

 

 

Oric Bertel (Spada e Scudo)

Figlio di un Nobile minore del regno di Arelior, Oric era stato mandato per servire come scudiero presso la famiglia Greycastle. La sua ammirazione per la forza e le capacità di Ardan, il desiderio di emulazione e di competizione con lo stesso, furono i cardini attraverso cui le forze perniciose lo convertirono agli antichi culti.   

Aspetto e Carattere.

Un giovane uomo di sedici anni, poco piu' basso di Ardan, ma dal fisico ben proporzionato. I capelli biondi sono corti, il volto glabro e gli occhi verdi. Ambisce ad ergersi al pari del Cavaliere, come campione delle divinitá oscure. Egocentrico, coraggioso, raggirabile.

Philo Dane ( Lancia )

Uno dei sergenti della piccola milizia del casato dei Greycastle. Un soldato abile e ben addestrato, le cui brame di ricchezza e lussuria lo hanno corrotto convincendolo a seguire l'oscuro profeta ed il suo aspirante Campione, in cambio della promessa di grandi ricompense. 

Aspetto e Carattere

Un uomo sulla trentina, con grandi spalle curve, numerose cicatrici ed i modi rozzi, nonostante la disciplina marziale che lo contraddistingue. I capelli sono rasati corti, mentre la barba é lunga ma curata.  Il desiderio di ricchezza e lusso é cio' che lo spinge a servire Ardan e la sua nera crociata. Efficiente, disciplinato, corruttibile.

Eric Bright ( Balestra )

Il giovane figlio di un pastore, preso a servizio della nobile famiglia di Ardan. Il segreto desiderio di una vita oltre le possibilità della sua casta sociale, lo hanno reso facile preda delle lusinghe delle divinità perniciose.

Aspetto e Carattere

Appena quattordicenne, magro e pallido. Con capelli castani e grandi occhi dello stesso colore. Ha una mente brillante per essere di umili origini ed un educazione appena accennata, data dal suo servizio presso i Greycastle. Ambizioso, curioso, impressionabile.

 

La mia lama lascia una linea vermiglia sul corpo del capo che lui non sembra sentire. Porto indietro la spada pronto per attaccarlo nuovamente quando il mio corpo smette di rispondermi. I muscoli rimangono contratti nella plastica posa di guardia. Un sudore freddo scende dalle tempie sulle guance quando incrocio lo sguardo del mio nemico. Sta per giustiziarmi. La mia voce interiore grida di rabbia, incatenata ma incapace di accettare una fine cosí prematura, quando il nuovo figuro si palesa portando con se Oric e Philo.

Nel momento in cui parla, anche se con difficoltá, la nostra lingua, le miei membra si rilassano, benché avverta che non sono ancora tornate completamente sotto il mio controllo. Abbasso lentamente la spada, mentre cerco di ritrovare l'austero controllo che cela, seppur malamente, il mio animo iracondo. << Io sono Lord Ardan Greycastle e lui é il mio precettore Alexander Corvinus. Gli uomini che stai trattenendo sono sotto la mia autorità e la mia protezione.>> non sono sicuro che fosse la risposta che volesse sentire, almeno non qui, fra le terre inospitali ancora sotto il giogo degli antichi Dei, ma sono sicuro che il mio maestro avrebbe aggiunto quello che serviva. In fondo, era lui, a parlare per loro.

 

Modificato da Crees
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