MadLuke Inviata 15 Marzo 2020 Segnala Inviata 15 Marzo 2020 Ciao a tutti, la mia interpretazione di Caterina Sforza, secondo quanto tratto dalla lettura di "Io, Caterina". Caterina Riario Sforza De Medici, contessa di Imola e Forlì, fin da ragazzina mostrò di essere dotata di buona salute e capace di affrontare numerosi, talvolta lunghi, viaggi, da cui non si esentava neanche quando i suoi più fidati consiglieri la pregavano di rinunciare. Non si risparmiò i disagi del viaggio, e nemmeno di cavalcare, quando era all'ottavo mese di gravidanza, fosse questo per raggiungere il marito costretto a letto o per missioni diplomatiche. In questo avevano avuto anche il loro peso le storie di donne come Giovanna D'Arco, di cui ella subiva innegabilmente il fascino. A corredo di ciò si testimonia ella avesse un fisico assolutamente ben proporzionato, con un decollette che non esitava a mettere in bella mostra se l'occasione lo rendeva opportuno. A trentacinque anni aveva partorito otto figli, tutti in buona salute, a dimostrazione che buon sangue non mente, e lei stessa stentava a concedersi convalescenze post-parto più lunghe del necessario. La sua unica debolezza erano le febbri quartane che periodicamente la coglievano, costringendola a ritirarsi nella sua residenza in collina. Ciò che da subito contraddistinse maggiormente la bastarda degli Sforza, fu però la sua vivace intelligenza, tale da stabilire appena quattordicenne una sincera amicizia col maestro Leonardo, di cui ella diventò in seguito anche protettrice, e alla quale lui rivelava gli studi più complessi sulle tecniche pittoriche, sulla luce in cui era impegnato, primo tra tutti il fantomatico "imago lux". Le sue competenze in alchimia le permettevano di discorrere disinvoltamente col maestro, e lasciare esterrefatto qualunque altro uomo gli capitasse di ascoltare, anche tenuto conto della scarsa considerazione in cui era tenuta la donna in quel tempo. Caterina all'epoca già eccelleva nella preparazione di composti di erboristeria, e le sue ricette erano annoverate nell'almanacco d'Italia dei preparati. Trattamenti per favorire il recupero della sensibilità dopo il parto, per l'acne giovanile così come le macchie della pelle o le malattie propriamente dette che affliggevano il popolo in quell'epoca. Ancora di più colpivano le sue capacità diplomatiche e determinazione in politica. Come reggente della contea Caterina era sempre stata ammessa ai consigli di guerra cui partecipava in maniera attiva e pertinente. Per lei il pezzo degli scacchi che prima si chiamava "maharaja" fu rinominato in "regina". Macchiavelli, che ebbe modo di conoscerla quando era ancora in avvio della sua carriera politica, ebbe a dire che non era una donna straordinariamente bella, e tuttavia emanava un carisma tale per cui attirava inevitabilmente a sé chiunque rientrasse nelle sue grazie, e suscitasse terrore autentico a chi le era inviso. Era infatti notoriamente vendicativa, e non aveva esitato a far trucidare perfino bambini e uomini di chiesa per vendicare la congiura ai danni del suo secondo marito . Di mariti ne ebbe tre, tutte relazioni caratterizzate da intensa passione, oggetto di pettegolezzi sia tra la popolazione locale che tra i nobili della penisola italica. Fu sempre Macchiavelli a dire che se l'avessero chiusa in una teca, probabilmente avrebbe avuto una coda di adoratori non meno lunga di quella per nostra Madonna del Signore. In politica cercò sempre con successo di perseguire una politica di neutralità, avendo ella a cuore la salvaguardia delle sue terre e della popolazione in ottica di risparmiare ad essa i disagi peggiori. Non disdegnò però di compiere atti di grande audacia personale, come quando si espose personalmente per la riconquista della Rocca di Rivaldino e poi trattare personalmente cogli assedianti invece di servirsi di un'emissario. Infine: dimostrò significativo interesse nelle scienze naturali, colla costruzione del palazzo che a detta di tutti fu opportunamente nominato "Paradiso" dove erano state allestite aiuole e serre per coltivare fiori e piante, anche esotici e gabbie per diversi animali tra cui perfino tre leoni, fatti giungere dall'Africa con notevole esborso di denaro. Non dimostrò mai interesse invece nella speculazione filosofica o religiosa. Ciao, MadLuke. 1
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