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Inviata

Lo straniero…cosi lo chiamavamo noi..e cosi ci permetteva di chiamarlo..una persona affascinante..cioè..ehm.. affascinante per quel suo alone di mistero che lo circondava…un enorme mistero, talmente grande come se fosse incomprensibile per noi mortali…

Non conoscevamo la sua faccia..solo vaghi tratti somatici traspiravano dal cappuccio che ne avvolgeva il volto..avrei tanto voluto vedere il suo volto..almeno una volta..

Giunse in un giornata di sole, tranquilla, si sedette in mezzo alla piazza e iniziò a cantare, per raccogliere qualche spicciolo in un fazzoletto, che si riempì subito..le sue canzoni erano magnifiche..all’inizio pensammo che fosse una specie di cantante famoso in incognito, ma scartammo subito questa ipotesi..nessuna star avrebbe mai potuto cantare canzoni con tanta passione..come se ogni canzone avesse avuto una propria anima..

Le sentivo pervadermi..avvolgermi, quasi mi sentivo beata..

Noi ragazze passavamo le ore facendo congetture sul misterioso straniero, che quasi pareva un personaggio da libro…per lo più domande frivole, adatte a giovani spensierate come noi. Come sarà sotto quel cappuccio? Alcune dicevano che poteva solo essere divinamente bello, come il più bel cantante..altre dicevano che era deforme, per questo si copriva, e la passione delle sue canzoni era dato dal dolore della sua diversità, e cantare era un modo per farsi accettare..

Non glielo dissi mai alle mie amiche…ma una volta io sono riuscita a vedere il colore dei suoi occhi..ma non lo dirò mai a nessuno, è un segreto che terrò per sempre caro nella mia anima.

Era anche un cantastorie..conosceva parecchie storie…sia tragiche, sia spaventose, sia romantiche, e le raccontava come se fosse stato li in prima persona ad assistervi. La mia storia preferita, era quella dell’angelo Kaziel, l’angelo dagli occhi verdi di un regno lontano…piangevo sempre arrivato il momento in cui muore da solo, senza nessuno accanto.

Sapeva descrivere gli avvenimenti in una maniera tale che essi prendevano forma davanti ai miei occhi..vidi il bel volto e fissai gli occhi dell’angelo, e anche questo ricordo lo terrò stretto nella mia anima, assieme alla luce degli occhi dello straniero..

Era molto credente, ne ero sicura..passava giorni interi in chiesa, inginocchiato davanti alla croce, tra le volte e le navate echeggiavano i suoi vaghi sussurri, quasi come se stesse parlando con Dio e con gli angeli stessi..

Nel mio cuore, iniziai a chiamarlo Kaziel..ne ero sicura..era un’angelo, un’angelo venuto a portare la felicità nel nostro villaggio.

Era amato..molto, tutte le sere il villaggio le trascorreva alla locanda, dove lui alloggiava, ad ascoltare i suoi racconti, le sue canzoni, a portargli regali di riconoscenza e altre cose….io ero sempre in prima fila, seduta a gambe incrociate a terra a fissare intensamente la penombra che si celava sui suoi occhi, sperando di rivederli di nuovo, ma purtroppo questo non accadde..il mio unico rimpianto.

Poi accadde la tragedia..arrivarono i demoni, creature scaturite quasi dai racconti dello straniero, iniziarono a distruggere tutto, a uccidere, ma solo poco alla volta, quasi giocassero con noi..

Avevamo tutti paura..avevo paura, e restavo vicina allo straniero, perché ero sicura che lui mi avrebbe protetta. E così fu..mi salvò una volta, non avevo fatto in tempo a mettermi in salvo, e due demoni stavano per uccidermi, quando apparve lui, alto, ergendosi tra le fiamme dell’inferno, gridando frasi ai demoni in una lingua che non conoscevo, ma dalla sua voce melodiosa, capii che erano le preghiere degli angeli. Mi strinsi forte a lui e mi riportò al sicuro..

Attaccarono sei volte..lo straniero era stanco, non avrebbe potuto difenderci per molto, quando un anziano gli chiese spiccio se conoscesse un modo per impedire del tutto che tornassero..nella stanza calò tutto il silenzio, un silenzio carico, come se tutto il mondo avesse trattenuto il respiro attendendo le parole del mio angelo..

Egli attese a parlare, come se conoscesse la risposta, ma cercasse un modo per formularla..

Si esiste, disse infine, ma la sua voce era strana, come se parlasse a fatica, come se non volesse dire quello che gli avevano chiesto di dire..

Esiste qualcuno che può distruggere i demoni definitivamente, continuò a dire..

L’angelo Kaziel, esclamai istintivamente, sicura che egli avrebbe tolto il suo cappuccio, mostrando il suo lunare crine e spalancando le sue candide ali, ma lo straniero si limitò con un cenno della mano a invitarmi al silenzio.

Si, un angelo, ma anche qualcos’altro..sto parlando del furore divino, l’essenza del fiammeggiante paradiso..Ashgatoth, il demone redento..

Quel silenzio mutò, divenne pieno di sgomento..un demone nel paradiso? Questa domanda si leggeva sul volto di ogni persona attorno allo straniero..

Come possiamo chiamarlo, chiesi titubante..e lo straniero sospirò affranto.

Gli angeli si invocano con una preghiera, con il potere della purezza..ma Ashgatoth è in parte demone, e i demoni si richiamano con la violenza e il sangue..

Quindi come lo chiamiamo, questo essere, chiese una signora, e lo straniero sospirò ancora.

Con il sacrificio di una vergine credente..la violenza, il sangue, la purezza e la preghiera…

Il silenzio divenne pesante, il mio cuore divenne pesante…io credevo…e il mio corpo era puro, avevo sempre atteso la persona alla quale dare il mio cuore..

Un’uomo gridò.

Sei pazzo, gli disse, afferrandolo per la veste, ma lo straniero lo buttò a terra con un gesto della mano, lo aveva appena sfiorato.

Voi me l’avete chiesto, io ve l’ho detto, nessun angelo saprebbe affrontare cosi tanti demoni, e impedire il loro ritorno, solo colui che un tempo lo era sa come fare. Questo disse, infervorato.

Nessuno fiatò dopo le parole dello straniero, la mia voce echeggiò nel silenzio.

Sono pronta, dissi sicura, non volevo che altre persone morissero, ero felice di perdere la vita per salvare quella degli altri, le persone che amavo..mia madre urlò, cercando di stringermi a se, ma io mi liberai dalla sua tremante stretta e avanzai a decisi passi verso lo straniero.

I preparativi per il rito erano durati fino a notte, i demoni sarebbero arrivati tra poco, ne ero sicura..

Rabbrividivo, al contatto della mia pelle, coperta appena da un leggero velo bianco, con la pietra dell’altare della chiesa, l’unica cosa rimasta intatta di quell’edificio..

I miei occhi si perdevano nel cielo stellato, fissavano la luna, la mia mente era vuota, conscia del mio imminente sacrificio. Non avevo paura, solo il piccolo dispiacere di non poter provare le esperienze della vita..tra qualche giorno sarebbe stato il mio compleanno..

Lo straniero aveva disegnato un cerchio, un largo cerchio, nella quale entrarono tutti, disse che i demoni li non potevano entrare..io mi fidavo di lui, mi fidavo del mio angelo, con tutto il mio cuore.

Infine egli si avvicinava a me, con un candido coltello in mano, vedevo che esitava, non voleva farmi del male..forse provava per me quello che provavo per lui..ma forse le mie erano solo illusioni da ragazzina.

Hai qualche rimpianto? Mi sussurrò, prendendomi una mano e stringendola nella sua. Era la prima volta che toccavo la sua pelle..era morbida, e calda, una mano giovane.

Si..sussurrai timidamente, mentre il pudore prendeva il sopravvento per qualche istante..avrei voluto vedere il tuo volto, anche per un solo istante..continuai, mentre sentivo le mie guance imporporirsi

D’accordo mi disse, mentre con una mano, sollevava appena il cappuccio, permettendomi di vedere il suo volto, e questo è il segreto che per sempre terrò più caro nel profondo della mia anima…il volto del mio angelo…

Un rombo, i demoni arrivavano..mi voltai appena per vederli..avanzavano verso di noi, famelici, assassini, guidati da un demone che brandiva una grande spada, in aria, urlando e ruggendo…deglutii, ma il mio cuore si riempì di determinazione, il mio piccolo sacrificio avrebbe salvato molte vite da quei terribili mostri.

Lo straniero si chinò su di me, non sentirai dolore, mi disse..il suo volto era vicino..alzai un poco la testa e sfiorai le sue labbra con le mie, morbide e dolci erano, un veloce bacio, il mio addio, o il mio arrivederci..ero sicura che lo avrei rivisto in paradiso, e mi avrebbe tenuto la mano, guidandomi nel cielo..sorrisi, ero pronta.

Veloci parole uscivano dalla bocca dello straniero, con quella sua melodica voce, quasi tutta la sua vita fosse stata una canzone, della quale però questa volta non coglievo le parole.

I demoni erano vicini al cerchio, quando vidi la mano dello straniero, brandendo il bianco pugnale, sollevarsi, la sua ombra era sul mio cuore..glielo avrei donato per la seconda volta..

La mano calò…e qui finisce la mia storia…

Non un lamento uscì dalla bocca della ragazza, nessun suono, il suo corpo si mosse leggermente, mentre le sue mani si abbandonavano ai lati dell’altare..sua madre urlò, ma la maggiorparte delle persone, erano attente ai demoni, e attendevano con una triste ma irrefrenabile gioia, l’arrivo del loro salvatore..

I demoni dal canto loro, si fermarono, gridando..ma non di terrore o altro, ma piuttosto…piuttosto di disappunto.

Lo straniero sollevo il pugnale insanguinato verso il cielo, mentre il sangue colava sul suo braccio, ma non come se lo offrisse a qualcosa, ma piuttosto, per mostrarlo ai demoni..

Lo straniero si avvicinò a quello che sembrava il capo dei demoni, stringendo ancora il pugnale, e protese una mano verso di lui..

Paga..

Furono le sue uniche parole, e il demone sbuffando oltrepassò il cerchio e mise la sua grande e bella spada in mano allo straniero, sbuffando scocciato..

Lo straniero iniziò a rigirarsela davanti agli occhi con la mano, per poi sorridere al demone..

E tu che non ci credevi che sarei riuscito a convincere un paese a sacrificare una vergine, come nei tempi antichi…

Sei un bastardo quando ti ci metti, poi mi devi spiegare come fai..

Grazie mio caro, grazie, ma è un dono di natura..

L’intera scena si era consumata sotto l’attonito sguardo delle persone, che non comprendevano cosa stava succedendo…

Cosa sta succedendo..dove è Ashgatoth??

Chiese la madre della ragazzina, stringendo piangente il cadavere della figlia, mentre amare e copiose lacrime rigavano il suo volto stravolto dal dolore.

Sia lo straniero che il demone la fissarono un istante, per poi scoppiare a ridere di gusto, sorreggendosi a vicenda, come vecchi amici.

Lo straniero si avvicinò ai popolani, mentre i demoni si godevano la scena.

Conficcò la spada a terra e iniziò a parlare.

Volete vedere Ashgatoth? L’angelo demone? Eccolo!!

Esclamò, strappando con la mano la veste che lo avvolgeva, mostrando il suo aspetto…il volto androgino, nella quale erano incastonati occhi verdi come i campi, e nel vento svolazzavano capelli rossi come il più vivo fuoco.

Eccomi, sono Ashgatoth, l’angelo draconico, il potente spirito del fiammeggiante inferno!

Disse, quasi annoiato, mentre si voltava e tornava dai demoni..

E le persone?

Chiese il demone di prima, e Ashgatoth si bloccò un istante, come se si fosse gia scordato della popolazione che era impietrita dall’orrore, nessuno si era più mosso o aveva parlato..

Ah..gia, le persone….

Disse Ashgatoth pensieroso..

Che mi importa, uccidetele tutte..

Disse, facendo un vago gesto con la mano, mentre si allontanava da li, contemplando la sua nuova e magnifica spada.

Quella notte, molto sangue fu versato, mentre Ashgatoth si allontanava, tenendo per mano l’anima della ragazzina, per poi divorarla, ubriacandosi con la sua purezza…

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