Sheldom Inviata 30 Luglio 2007 Segnala Inviata 30 Luglio 2007 Scusate se apro questo topic. Il fattoè che volevo sapere se vi piace questo capitolino di un libro che vorrei scrivere. Sono ammesse tutti i tipi di insulti su questo capitolo io non mi offendo All’alba di un nuovo delitto I casi da risolvere all’agenzia investigativa erano tanti, forse troppi. In Sicilia la mafia ogni giorno commette crimini, non ci sono mai prove, non si può risalire al colpevole e questo è inaccettabile. Non si può pensare che i criminali girino liberi, indisturbati per la nostra splendida isola. La mafia è uno scandalo e va fermata, non deve espandersi,si deve fermare. Sempre più gente ne entra a far parte e quelli che ne vogliono uscire non lo fanno da vivi. Oltre a rovinare la vita della gente essa rovina un importante settore industriario: il turismo. Sempre più gente non viene per paura, e il nostro stato guadagna sempre meno. La mafia va fermata. Si sa che è tanta ma va fermata, qui in Sicilia come in Calabria e in Campania anche se con nomi diversi quali ndrangheta e camorra. E per questo che io ho deciso di diventare un investigatore non solo contro la mafia ma contro i crimini in generale. Oggi si cerca di risolvere uno strano caso di scomparsa nella famiglia Del Gallo. Da due giorni il signor Mario non torna a casa e sua moglie Elena è molto preoccupata. Mi dirigo alla loro casa per fare le solite domande. Svoltando la curva a destra per dirigermi sul luogo mi colpisce la villa: alta, rifinita, con balconcini ornati da merletti graziosi, colori sgargianti, minute ma molteplici e appariscenti finestre. Insomma a quanto pare era una famiglia benestante. Anche all’interno la casa era stupenda, con divani di pelle, costosi mobili, collezioni di occhiali firmai in bella vista su un bel baule, e altre cose. Si sentiva odore di te, infetti sul tavolino di vetro vicino al divano vi erano due tazze e una teglia. La signora Elena mi accolse con formalità e aveva un comportamento regale. Lei era affascinante, vestita tutta in rosso con una collana di perle di corallo dello stesso color carminio del vestito, non accennava una ruga anche se doveva avare all’incirca quaranta anni. - Da quanto signora non vede suo marito? - Iniziai chiederle dopo che mi ebbe versato del te e si fosse seduta anche lei su quel divano molto comodo, rosso pure questo, - Da circa due giorni, come d’altronde ho gia riferito. - Rispose. La sua voce era tremula e leggera molto dolce e vellutata come raccontava Ulisse della voce delle sirene. – Bene. – Dissi, poi bevvi un sorso di te e aggiunsi, imbarazzato dal suo sguardo penetrante, da quei suoi occhi azzurri che si mettevano in risalto con il vestito rosso e i capelli neri cenere tipici delle siciliane, - Dove lo ha visto invece l’ultima volta? - - Circa una decina di giorni fa mi disse che partiva per lavoro, sa lui è uno scienziato ed è partito dicendomi che sarebbe tornato fra otto giorni ma non l’ho più sentito, quando lui rimane più tempo mi chiama sempre e di solito lo fa anche tutti i giorni sa noi ci vogliamo tanto bene ma lui è sempre in viaggio e io rimango sola, sola.- Dicendo questo lei mi appoggiò una mano sulla coscia, mi andò di traverso il tè, lei continuò come se non fosse successo niente, ma non ritirò la mano, e continuò dicendo: - Da tanto io e mio marito non entriamo in intimità.- Io rimasi pietrificato con la bocca spalancata e iniziai a diventare tutto rosso dopo quella rivelazione, lei bevve un sorso di tè in modo provocatorio e aggiunse: - Lei ha una moglie? - - No… cioè… non c’entra questo con le indagini. - Dissi questo con un tono da padre e funzionò, mi tolse la mano dal pantalone, poi mi disse imbarazzata: - Già mi scusi investigatore. - Tornando a noi, dove andò suo marito dieci giorni fa glie lo ha detto? - Continuai a chiedergli. - No non me lo diceva mai ma so con che aereo tornava. - Disse tutta entusiasta. - Me lo dica! - Aggiunsi, felice di una grandissima scoperta - Alitalia alle 12,30.- Mi rispose. - Sa se aveva qualche conflitto fra qualche conoscente?- Continuai, dopo un altro sorso di tè, lei a mia sorpresa rispose: - Si, si più di uno! Aveva licenziato tre suoi assistenti perché non lavoravano seriamente e si divertivano, loro avevano detto che il prossimo viaggio in aereo se lo sarebbe ricordato, lui non ha voluto informare le autorità competenti, pensa possano entrarci qualcosa con la sua scomparsa? - Rispose ansiosa. - Non saprei, certo noi non arrestiamo la gente perché in conflitto con un’ altra, comunque per il momento loro sono i maggiori indiziati.- Aggiunsi pensoso - Sa i loro nomi per caso signora? - Sperando un “si” di risposta - Io no, ma, lui ha nella sua stanza, nel suo laboratori diciamo, una cartella dove ci sono scritti i nomi dei suoi “aiutanti”, venga gliela mostro è propri qua dietro mi segua. - Poggiai la tazza di the e seguì la signora. Dietro la porta della sala d’entrata c’era un corridoio lungo, pieno di porte alte e grandi. Il laboratorio era quasi come la stanza di ricerca dell’agenzia: stessi macchinari, tavoli e strumenti, variava solo la disposizione. Su uno dei tre tavoli d’acciaio vi era una cartella marrone di cuoio logora che racchiudeva schede relative ai suoi dipendenti, il signor Del Gallo doveva essere il capo del team di ricerca scientifica. - Ecco li erano loro i tre scienziati fannulloni! - Disse arrabbiata e contenta allo stesso momento. Notai solo ora come la donna si grattava incessante la tuta, soprattutto la gamba. - Bene ho raccolto abbastanza materiale, posso tornare in agenzia portando con me anche questa cartella? - Chiesi. - Certo. - Rispose. - Lei ci è stata molto utile per le indagini - Dissi sinceramente. - Ho fatto solo il mio dovere da cittadina! - Aggiunse orgogliosa. Prima di andarmene, mentre la signora era girata di schiena per chiudere la porta del laboratorio, estrassi un tampone “imbevuto” di borotalco dalla tasca e la passai velocemente sulla tazza dove aveva bevuto poi con lo scotch “catturai” l’impronta, senza che lei se ne accorgesse, non si potrebbe fare senza permesso, io preferisco avere l’impronta digitale di tutte le persone indiziate prima di iniziare a investigare. Così salutata la signora mi diressi felice in caserma. Tornato in caserma avevo cinque cose da fare: trovare e interrogare i tre indiziati, indagare sul signore Del Gallo e andare a controllare all’aeroporto. Non potevo farlo da solo così chiamai la mia squadra speciale composta oltre che da me anche da: Alessandro, Federica e Francesco. Alessandro è stato un membro della squadra anti droga, è ben addestrato, cerca sempre di portare a termine il suo lavoro ma da solo non potrebbe ecco perché gli abbiamo affiancato altre due persone. Francesco oltre a seguirci di luogo in luogo, come tutti, lavora al computer per risolvere delitti e latrati, si avvale della tecnologia moderna per risolvere i misteri; Alessandro e Francesco sono rivali e ognuno cerca di fare meglio dell’altro, così si crea un clima di competitività ove vi si lavora meglio per paura di sbagliare, essere in proseguo schermito e così quindi, con quella strana aria di sfida che gironzola birichina nell’aria la concentrazione stranamente c’è, ognuno si concentra a modo suo. Federica si concentra in tuta un’altra maniera, molto strana anch’essa: guardando il muro, bianco, freddo e spoglio di tutto. Francesca è il medico che seziona i corpi in cerca di indizi, ci fornisce sempre ottimo materiale per le nostre investigazioni. Dobbiamo investigare su un altro caso. - Dissi in maniera tale da catturare l’attenzione dei miei lavoratori indefessi - Su che tipo di caso? - Si immise così al discorso Alessandro, il quale voleva essere sempre al cento degli sguardi soprattutto, credo, lo sguardo di Francesca, la giovane trentenne dal camice bianco, - Scomparsa. - Dissi, e così facendo risposi anche alla domanda di Alessandro, - Indizi? - Mi chiese Federica, col tono di chi non dorme da un giorno intero, - Ancora nessuno ma abbiamo tre licenziati che lo hanno minacciato. - Risposi porgendole la cartella, dove al suo interno erano i tre primi piani di signori rasati senza un filo di peluria, calvi, con il capo lucente pieni di orgoglio, con la testa alta, fieri di essere stati ammessi a un team di uno scienziato. Raccontai l’interrogatotorio ai miei “aiutanti”, sorvolando la parte imbarazzante e decidemmo di iniziare immediatamente l’indagine partendo dall’andare all’aeroporto per controllare. Guidai io in quel bel giorno di primavera, dove i primi bei fiori sbocciavano timidamente, sotto la lieve carezza del sole primaverile, dopo il freddo e difficile inverno alla quale pochi fiori sopravvivevano. Solo quelli dotati di particolari caratteristiche che li distinguono da quelli comuni. Io guido sempre piano, e per questo i miei colleghi non vogliono che io mi metta alla guida. Io mi ritengo un tipo calmo e piuttosto introverso. Secondo voi dovrei andare avanti a scrivere o mi dovrei dare a un altro tipo di racconto? P.S. Ho 13 anni e non ho mai letto un giallo;-)
111DarkLight000 Inviato 30 Luglio 2007 Segnala Inviato 30 Luglio 2007 hai 13 anni???:stupefatt:stupefatt:stupefatt:stupefatt:stupefatt mamma mia complimenti! è veramente scritto bene!!
Aerys II Inviato 30 Luglio 2007 Segnala Inviato 30 Luglio 2007 Così a occhio, prima di iniziare, cura un po' il layout: è un "mattone" che a prima vista scoraggia un po'.
Landor Allevassi Inviato 30 Luglio 2007 Segnala Inviato 30 Luglio 2007 ehm... allora.... per prima cosa magari prova a dare una lettura a un poliziesco più che a un giallo, in modo da capire come funzinano le cose in una caserma e come sono composte le squadre investigative. (E' difficile che un medico legale partecipi attivamente alle indagini su campo, non impossibilie ma difficile) Occhio ai verbi. 1. Per quanto io non mai la Prima persona, nei racconti, se usata bene è scorrevole ma molto complessa. Se è la prima volta che scrivi prova a usare la terza persona dando un nome al protagonista. 2. Se parli al presente devi tenere tutto al presente, nel pezzo che hai messo dai giustamente un abbozzo di storia al passato e poi passi a usare il presente, poi però lo devi mantenere, non puoi nel paragrafo dopo passare al tempo passato, crea confusione nel lettore ed è comunque una delle regole della nostra ligua italiana. Il racconto in se non è male, riprendendo gli "errori" di stile ne viene fuori una bella cosa, non cambiare, anzi continua. Prendi le critiche che ti vengono fatte (non perchè le sto facendo io) con spunto per miogliorarti e continua a scrivere. spero di non essere stato troppo duro. Se vuoi posso rigirarti i consigli che hanno dato a me per iniziare a scrivere. E , ancora se hai voglia di buttarti in questa cosa leggerò volentieri tutto quello che scriverai. a presto e non mollare.
111DarkLight000 Inviato 31 Luglio 2007 Segnala Inviato 31 Luglio 2007 il problema dei verbi l'ho notato anche io, però è fuor di dubbio che per un ragazzo di 13 anni che non ha mai letto n giallo gli errori sono veramente pochi!
Landor Allevassi Inviato 31 Luglio 2007 Segnala Inviato 31 Luglio 2007 Infatti, i miei "appunti" era volti al miglioramento. E' un bel pezzo dati i presupposti che ha... :bye:
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