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Sezione III - Capitolo 2 - Una nuova casa


Pippomaster92

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Xi Pei Lan

Inizialmente non sono interessato quanto gli altri agli umani a nord, poi però mi viene da pensare: potrebbe esserci qualche tecnologia utile.

"Sono concorde con andare a nord. Possiamo chiedere una guida, o magari anche un paio, ai savi ed andare a... prestare soccorso."

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Sumio

Certamente, allora dovremmo scoprire da noi il posto. Commento. Al Ashub ha ragione, non ci possono aiutare a nord. Sinceramente non sono ancora sicuro cosa vogliano fare gli altri, ma per ora voglio che appariamo tutti concordi davanti ad Al Ashub, quando saremo soli farò note le mie perplessità.

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Senza molto altro da dirvi (per ora), Al Ashub vi congeda. Siete lasciati al piano inferiore del palazzo, con l'implicito invito a restare a rilassarvi nell'harem, nelle terme o nella biblioteca se ciò desiderate. 
Comunque sembra che i Savi si fidino di voi fino ad un certo punto, perché non venite mai lasciati senza la supervisione di un paio di attendenti. Potrebbero essere qui solo per obbedire alle vostre richieste, oppure per spiarvi...

NOTE

Spoiler
  • Prossimo check-point: 13:00 del 19 ottobre. 
  • Se non avete nulla da fare, al prossimo check faccio fast forward all'esplorazione del nord. 

 

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Sumio

Quando usciamo, la presenza degli attendenti che ci spiano mi da un po' fastidio. I savi potrebbero rivelarsi una spina nel fianco in fin dei conti.

In ogni caso, rivelo i miei dubbi.

Dentro abbiamo parlato di tornare a nord, alla centrale. Non capisco, cosa speriamo di trovare? Non abbiamo forse abbastanza da fare qui invece che esplorare quelle lande desolate?

Poi aggiungo la mia seconda preoccupazione. Se davvero ci sono ancora altri della generazione zero che bramano la nostra tecnologia, esporci al mondo esterno potrebbe allertarli della nostra presenza.

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Ajand Fundar

<<Da fare? Qui? A parte costruirci una casa invece di usare la sezione, abbiamo ben poco da fare. La invece si tratta, forse, di salvare delle vite.>> dice Mosis, prima di continuare <<Inoltre, incontrare qualcuno delle altre sezioni non necessariamente sarebbe un male. Potremmo sempre cercare di indurli al dialogo…>> fa un cenno con la mano come a voler lasciar perdere momentaneamente la questione, dopo esser tornati in Sezione.

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Più o meno giungete ad una linea di azione concordata, tornate alla Sezione e la comunicate al resto dei sopravvissuti. Non ci sono obiezioni, salvo qualche colono che condivide la questione delle tempistiche con Sumio. 

Le strane ore di Kepler trascorrono lentamente, diventano giorni. Ora che siete fermi in un posto diventa strano e difficile adattarsi al periodo giorno-notte del mondo che ora chiamate casa. Ma lentamente ci fate l'abitudine. 
La Sezione ha bisogno di riparazioni minori, accomodamenti, abbellimenti. Molti dei sopravvissuti sono impegnati a lungo in piccoli lavoretti di saldatura o assemblaggio. Alcune zone vengono riadattate a stanze private, altri diventano centri comuni. 

Di tanto in tanto gli abitanti del posto vengono a farvi visita, ma come promesso dai Savi non accade mai senza il vostro consenso preventivo. Nessuno può avvicinarsi senza essere annunciato e accettato da voi. E anche così i più tra i visitatori sono studenti o insegnati che vi fanno qualche educata domanda sulla tecnologia della Sezione, o sulla sua struttura. Niente di pericoloso o preoccupante, ma probabilmente stanno facendo degli studi teorici sulla vostra "nave siderale". Ignorando che non è la Sezione ad avervi portato qui, ma la Visnu. 

Dopo circa 700 ore terrestri siete pronti per una spedizione a nord. Decidete di andare solo con uno degli shuttle e con una squadra ridotta. Darete meno nell'occhio e metterete a rischio un numero minore di coloni (e mezzi). 
Oltre a voi e a Kiko, il pilota, potete portare altre due persone.

Il viaggio non è brevissimo, ma non incontrate ostacoli di sorta. L'unica cosa che vi impensierisce e non poter comunicare agevolmente con la Sezione, per non rischiare di farla scoprire da eventuali persone in ascolto. 
Comunque raggiungere l'innevato nord e fate scendere lo shuttle in una zona tra due collinette. Coprendolo con un poco di neve riuscite a camuffarlo moderatamente bene senza rendere difficile una partenza improvvisa. Mentre Kiko resta a bordo in attesa, voi scendete e cominciate ad avvicinarvi al villaggio. Come vi approccerete a questi umani "selvaggi"?

NOTE

Spoiler
  • Prossimo check-point: 13:00 del 26 ottobre

 

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Sumio

Inizio ad abituarmi alla vita qui, quando ci ritroviamo a partire di nuovo verso nord per la missione.

Portiamo solo uno shuttle, così da essere meno visibile.

Prendo con me il mio equipaggiamento di pronto soccorso sul campo, io sono qui principalmente in funzione di medico di campo.

Restiamo sempre in vista e non corriamo incontro ai rischi. I miei strumenti sono limitati qui, prevenzione del pericolo è fondamentale.

Per come approcciare, lascio la parola a qualcun altro.

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Ajand Fundar

<<Cerchiamo di ricordarci che siamo qui per incontrarli e non per farci menare eh: se succede casino, si spara. Magari non per ammazzare, ma di certo non tirate carezzine.>> dico facendo spallucce. Le divise della Sezione III, personalizzata con l’armatura del “morto” mi piace veramente molto: non vedo l’ora di avere degli ashigaru a cui darla.

Intanto, alla sezione III

Spoiler

Mosis si guardò un attimo intorno, prima di mettersi a sedere di nuovo sulla poltrona del capo sezione, chiamando gli antropologi e gli “studiosi” del settore, quello che era rimasto.

<<Un nuovo primo contatto, questa volta con individui che avranno subito un imbarbarimento. Cosa consigliate dovremmo usare per effettuare un primo contatto? Avevo pensato ad effetti di luce coadiuvati a suoni. Magari numeri primi, per iniziare. Altrimenti, qualche linguaggio dei segni? Anche se non credo ne sia rimasta memoria…>>

 

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Usando i droni per esplorare davanti a voi vi avvicinate al villaggio.
In effetti è proprio questo, un piccolo villaggio, una comunità di ridotte dimensioni. Le case sono in legno, pietra e soprattutto neve compattata, e ci sono due ordini di recinti di legno, bassi ma fitti, che circondano l'abitato. 
Una persona li potrebbe scavalcare con facilità, ma forse impediscono a certi animali di entrare o di uscire. O forse hanno un altro significato. 

Arrivate in un momento di lavoro: molti degli abitanti sono assiepati attorno ad un grande animale simile ad una lumaca verdastra, lunga circa quattro metri. Il corpo ha il diametro di un uomo e gronda acqua semi-congelata. Appesa tra due pali di legno la lumaca sta venendo sventrata da due uomini armati di lunghi coltelli d'osso, mentre altri ne raccolgono i visceri con delle conche di legno e pelle.

Ma il vostro arrivo interrompe ogni cosa, e con grida di rabbia e paura gli uomini si mettono a formare un muro tra voi e il villaggio. Sono una ventina (almeno, gli adulti qui presenti) tutti vestiti di pellicce e ciò che resta di antichi abiti in plastica per la protezione termica. Tutti hanno maschere antigas sul volto, ma nessuna è collegata o intera. Sono state riparate con legno e pelle, dipinte e incise con simboli o forse lettere. Sono maschere, ormai. 

Alcuni hanno grossi pugnali d'osso, ma altri hanno impugnato dei peculiare lancia-arpioni. Le armi in sé sembrano antiche ma tecnologicamente avanzate, ma le punte degli arpioni sono di corno. 

NOTE

Spoiler
  • Prossimo check-point: 13:00 del 3 novembre

 

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Sumio

Un passo falso e diventa un disastro. Sembrano difensivi, non sanno le nostre intenzioni. Dobbiamo apparire amichevoli. Non aiuta quanto chiaramente siamo diversi da loro, ma almeno non abbiamo armi in mano. Avanzare adesso sarebbe un errore, vediamo se restare fermi per un po' calma le tensioni.

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Ajand Fundar
 

«Eh, non sarebbe male se ci dessero l'aiuto da casa...» dico mentre controllo un attimo i comunicatori. «Proviamo con quella lingua e poi con le lucine di Natale. E poi...boh, non saprei. In caso, non letale eh. Ci mancherebbe altro.»

@master

Spoiler

Possiamo usarlo il traduttore della morte?

 

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