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Uccisori di Giganti - Gruppo Unico


Alonewolf87

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Tariam

Ci sono molte occasioni in cui avrei tanto da dire, pochissime in cui ho il coraggio di vincere la timidezza e dire qualche parola, e rari, estremamente rari momenti in cui è il silenzio il linguaggio più eloquente.
Quello insieme a una faccia triste, gli occhi bassi, il passo lento e le mani in tasca.

Modificato da PietroD
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  • Supermoderatore

La gnoma guarda Lexander, poi tutti gli altri, notando le facce contrite e sospira. Inizia a pulirsi le mani dalla pasta, ma notate chiaramente gli occhi che le si fanno lucidi Per Sivannah, la povera Pai...

Si gira poi verso uno dei giovani gnomi Tun, corri a chiamare la zia Pai, questa gente la cerca.

Nel giro di un minuto un'altra gnoma di mezza età esce da una stanza, un ricamo ancora in mano. Vi si avvicina un pò stranita e man mano che posa un piede avanti all'altro vedete che vi studia tutti, gli occhi che prima esprimono confusione, poi un atroce dubbio, confermato poco dopo da un'occhiata intensa verso l'altra gnoma. Quando arriva di fronte a Lexander vedete che il suo labbro trema, ma non apre bocca, come a non voler dare voce a quel tremendo sospetto.

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Vincent

Quando la gnoma esce di casa per qualche attimo nessuno di noi riesce a proferire parola. In questo momento parlare costa più fatica e dolore che un combattimento contro un gigante. "Ci dispiace" riesco a dire infine "Pit non è più con noi. Si è dimostrato il più grande tra noi e ha pagato troppo caro il suo sacrificio." 

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  • Supermoderatore

Alle parole di Lexander la madre di Pit annuisce. Poi afferra il braccio della gnoma con cui avete parlato all'inizio, se la tira contro stretta ed inizia a piangere in maniera incontrollabile, mentre l'altra le accarezza la testa e le dice parole consolatorie ma inevitabilmente vuote.

Nel frattempo una mezza dozzina di giovani gnomi esce dai vari accessi alla casa e si radunano intorno alla madre di Pit, bisbigliandosi la notizia. Lo sguardo di rammarico è chiaro sui loro volti, anche se con magari un maggior distacco.

Intanto altre due gnome anziane hanno tirato fuori da chissà dove dei grossi tamburi e iniziano ad intonare un ritmo lento e lugubre. Come richiamati all'azione da questo anche i giovani gnomi spariscono brevemente per poi tornare con vari strumenti in mano: chitarre, zufoli, corni incisi e trombe ricurve. Tutti assieme iniziano a intessere una strana melodia, lugubre ma a tratti allegra, a volte bassa e quasi impercettibile, a volte squillante.

Coloro che abitano nelle case vicine si affacciano a vedere cosa sta succedendo e molti degli adulti sembrano comprendere cosa sta succedendo. Nel giro di una mezz'ora la casa della famiglia Pit è piena di umani e nani, venuti a portare le loro condoglianze, a offrire aiuto e cibo.

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Braknak, nano predatore

Osservo a disagio le usanze di lutto della famiglia di gnomi.

Non so che dire, non so che fare...

Mi faccio più piccolo di quanto non sia, facendo qualche passo indietro per fare spazio a chi volesse avere la possibilità di parlare con gli altri di Pit, desiderando ardentemente di tornare sottoterra...

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Lexander

"Credo che dovremmo portare qui il corpo di Pit, se ne abbiamo modo. Meriterebbe di avere un funerale", dico ai miei compagni, sottovoce. 

È comunque ora di andarsene, la nostra presenza qui è forse, persino, di troppo. 

"Salutiamo quella povera donna e facciamole capire che, se dovesse avere bisogno di noi, siamo a sua disposizione", propongo poi.

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Tariam

Mi sento dannatamente in colpa. Non ho conosciuto Pit e quindi non ho avuto modo di salvarlo, ma tutta la cerimonia mi fa capire che avrei potuto fare di più.

Anche per i druidi, soprattutto per i druidi. Avrei dovuto cantare per loro insieme a Squewk.

Annuisco a Lexander. Qualsiasi cosa, ma ora devo andare, o i canti mi strapperanno il cuore dal petto.

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  • Supermoderatore

Dopo aver salutato la madre di Pit e il resto della famiglia ve ne andate, lasciando gli gnomi al loro cordoglio.

Decidete di andare a prendere un po' di aria fresca fuori Trunau, improvvisando un picnic estemporaneo. Seduti a mangiare e bere su una collinetta poco fuori dal villaggio potete ammirarne il profilo alto e fiero, che si erge in mezzo ad una landa ostile con coraggio e determinazione. La caoticità dell'accampamento degli uomini di Ultimuro non sottrae importanza alla vita delle genti del posto, che si difendevano prima dell'arrivo degli stranieri e continueranno a farlo anche dopo.

Ma il lontano profilo dei monti di Belkzen vi ricorda che c'è una minaccia che incombe su Trunau, una che non sparirà facilmente e che racchiude ancora molti segreti e misteri.

Avete poco tempo per riposare e fare ciò di cui avete voglia o bisogno prima che le necessità della guerra prendano di nuovo il controllo delle vostre vite.

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Tariam

Vinco la mia naturale timidezza, per lasciare che arrivi il tempo dei festeggiamenti e del riposo, bandendo quello dei ricordi e della tristezza.

"Bene, siamo tutti qui. Sarà il caso di conoscerci meglio, che ne dite? Io sono un grande ascoltatore, un confidente discreto, cioè, discreto nel senso che mi tengo i segreti non di poco buono, forse si era capito ma meglio chiarire. Sono anche un buon 'compagno di stanza', cortese e rispettoso, se qualcuna necessitasse di ospitalità. Abbiamo un amico in città che ha sempre un posto per consentirci il riposo, e forse sarà anche il caso di vedere se ha ancora addosso la sua pellaccia o se l'è fatta saltare in aria. Sapete, è una specie di alchimista."

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Braknak, nano predatore

Giustamente, da quando i due gruppi si sono uniti, non abbiamo avuto modo di presentarci come si deve.

Mi alzo, faccio un inchino 

"Braknak Emberhorn, al vostro servizio.

Sono un cacciatore, specializzato perlopiù nella caccia ai giganti!

Cercarli, trovarli, e nell'oscurità trucidarli!"

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Vincent

"Io invece tra le armi ci sono nato e le ho sempre usate. Sono figlio di un fabbro ma cresciuto come un soldato. Addestrato da un paladino ma non un paladino. Sono... qualcosa di simile ma diverso. Combatto, curo e riesco a fare qualche altra magia." Mi volto poi verso Balrog. "Visto che vi siamo debitori per la nostra di pellaccia sono contento che tu sia riuscito a tenerti la tua."

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Lexander Artoris

"Lexander Artoris. Lex, se volete. Studioso, archivista, spadaccino da quattro soldi, misero incantatore, raccontastorie. E gran chiacchierone impenitente, temo", mi presento, a mia volta. 

"Finito qui quasi per caso, ma costretto, nel bene o nel male, a rimanere.

Al vostro servizio, ovviamente!".

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  • Supermoderatore

Passate un paio di giorni a riprendervi completamente dalle fatiche delle settimane passate, ad allenarvi, a studiare, a mangiare e bere e fare tutto ciò che più vi aggrada. Ma poi le necessità della guerra si fanno di nuovo sentire e venite convocati da Halgra per una riunione alla sala comune.

Quando arrivate vedete un tavolo invaso da mappe, fogli pieni di appunti e schemi tattici. Oltre ad Halgra vedete anche tre soldati di Ultimuro, guidati da un mezz'elfo dal volto coperto di cicatrici. Oltre a loro è presente anche un nano sciamano della zona che ben conoscete, Thord, e uno gnomo di nome Boddyknock che funge da esploratore e sorvegliante per Trunau a cavallo del suo cucciolo di Roc.

Bentrovati vi dice Halgra vi abbiamo chiamato qui per chiedervi la vostra opinione riguardo una certa faccenda. Come ben sapete nei Monti Belkzen si trovano le roccaforti e il grosso delle forze dei nostri nemici, che stanno preparando probabilmente un'altra invasione su larga scala. Ma a quanto pare gli abitanti di quelle zone non sono tutti unanimamente sotto il controllo dell'Orda dei Giganti. Pare che un gruppo di giganti delle pietre non voglia sottomersi al nuovo potere che sta sorgendo e al momento si tengono in disparte, con qualche occasionale scaramuccia.

Stavamo quindi pensando di mandare un'ambasciata, guidata dal saggio Thord, presso questi giganti per chiedere loro sostegno nella nostra causa, magari persino forgiare una vera alleanza.

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