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Oggi parliamo del secondo volume de La Guerra della Rosa Nera, una coppia di romanzi che accompagnano l'omonimo gioco da tavolo.

Come vi avevamo già spiegato nella recensione del primo volume, i romanzi de La Guerra della Rosa Nera scritti da Marco Olivieri si svolgono nello sfondo di una Torino medievale intrisa di magia arcana e complotti. Rebecca, Nero, Jafar e Tessa, ovvero i protagonisti dei romanzi, sono anche i personaggi che possono essere usati giocando a Black Rose Wars, il gioco da tavolo del Ludus Magnus Studio da cui sono scaturiti i romanzi.

In questo secondo volume a spiccare sono in particolare i personaggi femminili, Rebecca e Tessa. Nonostante sia dedicato essenzialmente lo stesso spazio a livello di capitoli e testo a tutti e quattro sono le due fanciulle a risaltare maggiormente dalle pagine, ad apparire meglio caratterizzate e a tutto tondo (anche se questo non vuole dire che Nero e Jafar siano solo abbozzati). In generale comunque, dopo aver avuto modo di conoscere i personaggi nel primo libro, di scoprire parte del loro passato e le motivazioni che li spingono, questo secondo volume ci permette di vederli tutti crescere e maturare, approfondire il proprio legame con i loro poteri, confrontarsi con i propri demoni personali e con le difficoltà esterne.

Anche la scrittura di Marco mi è parsa maturata assieme ai personaggi. Forse è solo un'impressione legata al fatto che in questo volume ha potuto spaziare maggiormente con le vicende narrate, portando così alla luce delle sue doti già presenti anche in precedenza o forse ha preso maggior confidenza nelle sue capacità d'autore dopo il successo del primo volume. Fatto sta che ho sicuramente apprezzato di più a livello di stile e scorrevolezza questo secondo volume rispetto al primo, che mi aveva già comunque lasciato una buona impressione.

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La trama è intrigante e riprende le fila lasciate in sospeso dal primo romanzo per dare vita ad un intreccio ben strutturato, che cattura l'attenzione e mescola fluidamente le quattro vite e cammini dei protagonisti. Il ritmo della narrazione è sostenuto, ma mai strappato via.

Non farò spoiler sul finale per non rovinarvi la lettura, ma da parte mia questi due libri sono altamente consigliati per chi voglia darsi alla lettura di un fantasy con radici nostrane, fuori da molti schemi tradizionali e non esageratamente impegnativo a livello di volume di testo.



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