shadizar Inviato 16 Marzo Segnala Inviato 16 Marzo (modificato) Lainadan Per quanto ne sappiamo non ci sono nemici o altre persone alla ricerca di questa tomba. Essa dovrebbe trovarsi dall'altra parte di una valle stretta circondata da montagne su tutti i lati tranne a sud. Dovrebbe anche avere un lago al centro, disse il ragazzo guardandosi attentamente intorno. Il teletrasporto che abbiamo usato noi per arrivare qui, invece, secondo le cronache era alla fine della valle, ed è lui ad aver permesso al narratore di sfuggire a Khyrastryx il drago. Avete forse attraversato una valle come quella che ho descritta prima per arrivare qui? Sennò direi che è la prossima. E una conferma della direzione da parte del padre della forgia sarebbe gradita. Prevedendo dubbi e obiezioni preferì chiarire: il teletrasporto non sempre si apre e non reagisce a tutte le richieste, ma spesso lo fa con me. In questo frangente si è aperto dopo che gli ho descritto la valle proprio come ho fatto con voi, quindi non dovremmo essere troppo lontani dalla tomba né, purtroppo, dal drago rosso che la custodisce. Modificato 16 Marzo da shadizar 3
AndreaP Inviato 17 Marzo Autore Segnala Inviato 17 Marzo (modificato) Fireday 11 Mustering 420, sera [Sereno - Fine Primavera] Le parole di Lainadan accesero una luce negli occhi di tutti i compagni La valle dove si trovavano pareva stratta: a ovest vie erano delle montagne al di là della pianura, mentre a est i pini lasciavano si intravvedere nella luce della luna qualche cima montuosa). Inoltre a sud aveva un'apertura: il passaggio che i tre nuovi membri avevano valicato: poteva essere l'apertura di cui aveva letto il giovane ladro Per ora non vedevano alcun lago ma erano vicini al lato sud: forse inoltrandosi nella valle potevano trovarne uno La valle dove si trovavano poteva ben essere quella indicata @all Spoiler Per essere certi di essermi spiegato: il limite della zona di ricerca sono le montagne a sud. Modificato 17 Marzo da AndreaP
PietroD Inviato 18 Marzo Segnala Inviato 18 Marzo Gromnir «Direi che la strategia migliore sia tagliare di netto attraverso il bosco». Tracciò la linea sul disegno nella polvere con uno dei giavellotti che portava con sè. «Il verde spesso indica la presenza di una fonte d'acqua, se troviamo un fiume lo risaliamo e prima o poi beccheremo il lago. In ogni caso, le fronde ci aiuteranno a stare nascosti. Procedere allo scoperto è escluso, saremmo visibili da lontano anche a chi ha vista ben più scarsa di un drago». 1
Cronos89 Inviato 18 Marzo Segnala Inviato 18 Marzo Seldanna Ilivaris Mi sembra un ottimo punto di partenza dico a Gromnir Un drago rifletto poi sulle parole di Lainadan non una sfida semplice, ma con un po' di preparazione tutto è possibile aggiungo speranzosa io e Enarion possiamo tranquillamente coprire i turni di guardia della nottata, così potete riposare. E a proposito, caro mi volto verso l'elfo mi impresteresti il tuo libro degli incantesimi? Sicuramente avrai collezionato magie utili, posso copiarne alcune? Spoiler Con un 8 a storia il nome del drago mi dice qualcosa 1
Pretzel Jack Inviato Giovedì alle 12:13 Segnala Inviato Giovedì alle 12:13 (modificato) Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Il fuoco bruciava lento, consumando la legna secca e lasciando dietro di sé solo spire di fumo sottile che si perdevano nel velo notturno. Sotto la cupola magica, i volti attorno al bivacco erano rischiarati dalla luce tremolante, ognuno perso nei propri pensieri. Enarion ascoltò senza interrompere. Valutò. Pesò ogni parola. Lainadan aveva confermato che si trovavano nella valle giusta, o almeno in quella più probabile. Questo significava che la loro strada era già tracciata. Ma significava anche che non erano soli. Un drago rosso.Le parole gli lasciarono un sapore amaro sulla lingua. Gli esploratori elfici non affrontavano i draghi. Li evitavano. Si aggiravano nelle loro ombre, studiavano le loro abitudini, ne carpivano i movimenti senza mai osare provocare la loro furia. I draghi non erano solo bestie. Erano intelligenze antiche, predatori perfetti, entità capaci di trasformare un esercito in cenere nel tempo di un respiro. Ma se davvero quel portale si trovava nella tomba custodita da un drago, allora la sfida non era più solo trovare la via. Era arrivare vivi. Gromnir propose di attraversare il bosco, il che aveva senso. La foresta era copertura. Era ombra. Era anonimato. Ma era anche un rischio. Se il drago era attivo nella zona, cacciava. E se cacciava, i suoi sensi erano acuiti, la sua attenzione sveglia. Muoversi tra gli alberi avrebbe garantito protezione da occhi mortali, ma non da quelli di un antico essere che dominava i cieli. Enarion non parlò subito. Lasciò che il silenzio si allungasse un attimo oltre il necessario. Poi, con calma misurata, prese un piccolo pezzo di carbone dalla cenere e tracciò una linea accanto a quella già segnata da Gromnir. «Attraversare il bosco è la scelta più sicura… se il drago è addormentato o distante.» Spostò il carbone di qualche centimetro. «Se invece è attivo, se la sua tana è vicina, muoverci tra gli alberi potrebbe esporci più di quanto immaginiamo. Soprattutto se ha marcato il territorio. Se c’è qualcosa che vive in quelle fronde, lo sapremo presto. O lo saprà lui.» Lasciò cadere il carbone e si voltò verso Seldanna, il volto privo di espressione. «Preparazione, dici?» Fece un cenno vago con il capo. «Dimmi, quanti incantesimi conosci in grado di annullare il soffio infuocato di un drago antico?» Non c’era sarcasmo nella sua voce. Solo pragmatismo. «Possiamo prepararci quanto vogliamo, ma la conoscenza è l’unica arma reale che abbiamo. Dobbiamo sapere dove si trova, quali sono le sue abitudini, se caccia di notte o all’alba. Solo allora potremo scegliere la via migliore.» Il primo passo verso la morte è l’arroganza. Il secondo è l’ignoranza. Non commettiamo nessuno dei due. Penso. Fece un respiro profondo, come se stesse valutando la decisione che stava per prendere. «Userò la mia magia per cercarlo. Domani. Se i tuoi metodi divinatori possono aiutare fai lo stesse mastro nano.» Si voltò verso Seldanna, prendendo dal suo fianco un libro avvolto in una custodia di pelle rinforzata. Lo sfilò con un gesto fluido e lo porse all’elfa. «Visto che hai sete di conoscenza, puoi dare un’occhiata mentre io mi preparo per il primo turno di guardia.» Il tomo non era un libro qualsiasi. La copertina era di cuoio scuro, quasi nero, ma la superficie sembrava mutare sotto la luce, come se vene d’argento liquido scorressero sotto lo strato superficiale, scrivendo rune e parole elfiche. Non un semplice grimorio, ma un artefatto forgiato per la guerra. Il sigillo del casato Amar era impresso al centro: un corvo nero su uno sfondo bianco argenteo. Non più un simbolo di potere nobiliare, ma un monito. Una reliquia di un nome che non aveva più un regno da proteggere. Le pagine non erano di semplice pergamena. Sottili come seta, resistenti come ferro. Impermeabili all’acqua e al tempo. Erano state scritte in condizioni estreme: sotto la pioggia battente, alla luce di un fuoco morente, con la spada ancora insanguinata appoggiata accanto. Questo non era un libro di studio. Era un libro di battaglia. Ogni formula era annotata con strategie, con considerazioni tattiche, con possibili applicazioni in guerra. Era un grimorio da esploratore, da assassino, da veggente della notte. Una reliquia della Torre Bianca, adattata a chi aveva imparato a combattere nel fango e nella cenere. «Non è solo inchiostro e carta.» Seldanna, la prima bibliotecaria di Tor Leah, avrebbe capito. Non era un libro da esporre in una teca. Era un’arma, forgiata con parole invece che con il ferro. Modificato Giovedì alle 12:14 da Pretzel Jack 1
AndreaP Inviato Venerdì alle 16:21 Autore Segnala Inviato Venerdì alle 16:21 (modificato) Homeday 12 Mustering 420, mattina [Sereno - Fine Primavera] La notte trascorse senza eventi Una bella alba calda di fine primavera accolse il gruppo che ora doveva decidere cosa fare Modificato Domenica alle 22:13 da AndreaP
Pretzel Jack Inviato Sabato alle 12:24 Segnala Inviato Sabato alle 12:24 Enarion Amar di Bosco Grigio - Aerlindir - Divinatore da Battaglia Alba del 12 Mustering 420 [Sereno – Foschia leggera tra i pini, l’aria profuma di resina e terra umida] L’alba strisciava attraverso la valle come un predatore in caccia, senza rumore, senza pietà. La bruma copriva ancora il terreno come un sudario trasparente, e i raggi del sole s’infiltravano tra i rami dei pini, proiettando lame di luce nell’aria sospesa. Il gruppo si risvegliava lentamente, ma Enarion non aveva dormito. Quando i primi raggi di sole tinsero di oro il bordo della cupola magica ormai dissolta, lui era in piedi su un piccolo rialzo del terreno, il mantello ancora rigido per la brina. Aveva vegliato come fanno gli esploratori e i maghi da guerra: occhi attenti, corpo immobile, mente in moto costante. Ora, era tempo di cercare risposte. Non avrebbero marciato alla cieca. Si inginocchiò su un tratto di terra battuta che discendeva fino alla vicina foresta e con gesti misurati estrasse una piccola custodia di cuoio rigido, sormontata da simboli elfici incisi con precisione. La aprì, e da essa trasse una manciata di perle nere. Sfere di potere levigati dal tempo e dalla magia, ognuna incastonata con minuscole rune che solo gli iniziati dei Divinatori da Battaglia erano autorizzati a conoscere. Le fece roteare lentamente tra le dita, come sfere celesti in un firmamento oscuro, mormorando parole nel linguaggio arcano degli elfi. “Foresta. Passaggio. Silenzio. Pericolo. Cammino.” Ogni parola era una chiave. Ogni pensiero, una porta. Le perle presero a vibrare nella sua mano, poi si disposero a raggiera nella terra davanti a lui. Una formazione imperfetta, sbilanciata. Un segno chiaro per lui da leggere. Enarion osservò le rune brillare per un istante, poi svanire. Le raccolse in silenzio, il viso scolpito nel consueto gelo. Ma la vera risposta, quella che bramava, non sarebbe venuta dalle perle di potere. Sarebbe venuta da lei. L’ombra che cammina nei suoi sogni. L’essere che lo aveva scelto. Forse per caso. Forse per crudeltà. Forse per un capriccio antico quanto le guerre degli dèi. Ancara. Enarion si tolse i guanti, posò il grimorio accanto a sé con delicatezza e tracciò un cerchio rituale nella terra umida, riempiendolo con incenso lunare, polvere d’argento e una piuma scura come l’inchiostro della notte: una reliquia recuperata nel cuore morente di Bosco Grigio, nei resti carbonizzati di una creatura mai identificata. Si sedette in ginocchio. Chiuse gli occhi. E discese. Il mondo svanì. La luce scomparve. Il tempo si arrestò. Nel buio profondo, una ragnatela di fili d’ombra si tese attorno a lui. Silenziosa. Pulsante. Ogni filo vibrava con il canto sordo delle profondità del mondo. E da quel centro… venne lei. Ancara. Alta, sottile, elfica eppure più antica della razza degli elfi. Un volto coperto da un velo nero che si sollevava appena, mostrando occhi come pozzi senza fondo ed un volto di una bellezza predatoria e divina. Una voce che non si udiva con le orecchie, ma nella carne e nelle ossa. Capelli lunghissimi, fluttuanti come fumo scuro nel vuoto. Enarion non si inchinò. Ma sentì il gelo scendere lungo la schiena. Sempre, quando lei appariva, la temperatura nel sogno si abbassava. I sensi si facevano acuti. Il cuore rallentava. Non era paura. Era consapevolezza. Era rispetto per qualcosa che non si poteva comprendere appieno. La prima volta che l’aveva vista, era ancora un allievo alla Torre Bianca. Aveva sognato Bosco Grigio. Il suolo ridotto in cenere, le foglie bruciate sospese nel vento come ceneri votive. Lei era apparsa nel cuore di quel sogno. Aveva pronunciato il suo nome: Aerlindir. E da quel giorno, ogni incantesimo di divinazione lanciato da lui sembrava toccare la sua sfera. Perché lui? Perché ora? Perché proprio lei? Nessuna risposta. Mai. Solo presagi. Solo visioni. Solo l’ombra. Oggi, però, parlò per primo. «Mostrami come raggiungere la tomba evitando il drago.» Una domanda. Diretta. Nuda. Come la verità che cercava. La figura non rispose subito. Una ragnatela si tese attorno a lui. Una scia di sangue solcava un lago immobile. Una montagna si spaccava in silenzio. Un battito d’ali in lontananza. Poi, finalmente, la voce: Le parole musicali in un elfico antico gli diedero la risposta che cercava forse. Il sorriso di lei ed il bacio che li diede sulla fronte il permesso di andare. La visione svanì. Enarion aprì gli occhi. Il fumo dell’incenso si era consumato, e la brina della notte si era oramai ritirata sotto il sole giovane. Si alzò senza dire una parola. Sistemò gli strumenti rituali, strinse il mantello calando il cappuccio sul volto immortale e tornò verso il campo. Ancora una volta, il Mostra Via aveva interrogato le ombre. E le ombre avevano parlato. Ora doveva solo guidare il gruppo. Spoiler Utilizzo presagio per sapere se e' una buona idea passare per il bosco. https://dungeonsanddragons.fandom.com/it/wiki/Presagio Utilizzo divinazione per sapere come evitare il drago https://dungeonsanddragons.fandom.com/it/wiki/Divinazione Entrambi come rituali. 1
Pentolino Inviato Sabato alle 12:57 Segnala Inviato Sabato alle 12:57 Hrolf Bierbauer La notte passo’ tranquilla, il sole spuntando da dietro le montagne, illumino’ la valle di una calda luce rosso arancio. Il nano si alzò di buon umore stiracchiandosi e iniziando a preparasi per la lunga giornata che li attendeva. Il gruppo al quale si era unito era ben assortito, si fidava di Lainadan e quanto ai due elfi, sapeva quanto potenti fossero e di certo averli dalla sua parte era un vantaggio determinante. Ma tutto il potere del mondo non li avrebbe se non avessero avuto fede, e quello era un compito che spettava a lui. L aria sfrigolava di magia, segno evidente che Enarion e Seldanna si erano gia’ messi all opera. Allontanandosi di qualche passo dall accampamento trovo’ una piccola radura, si inginocchio’ e si raccolse in preghiera. ”Grande padre della forgia, confido nel tuo potere e nella tua onniscenza e chiedo che la tua grazia scenda su di me in ogni momento di questo viaggio. Il viaggio che stiamo per intraprendere è lungo e cosparso di pericoli, proteggici dalle minacce che riusciamo a vedere e preparaci per quelle che ancora non riusciamo a vedere. Moradin onnipotente , rafforzami, e guida le mie mani cosi che siano vettore della tua potenza. Ti ringrazio per il Tuo amore costante e per essere il mio rifugio nei momenti di bisogno. " finita l orazione, rimase qualche momento in silenzio - narratore Spoiler Divination: ci sono altri gruppi alla ricerca del portale? 2
PietroD Inviato ieri alle 12:05 Segnala Inviato ieri alle 12:05 Gromnir Approfittando del bosco e dei giavellotti, il barbaro con la catena tentò di procurare cibo fresco. Immaginava che gli elfi non avessero grandi esigenze, ma il suo stomaco e quello del nano sarebbero stati forse d'accordo nel preferire il mangiare carne fresca a gallette e carne essiccata. Prima della partenza occorreva attendere le divinazioni dei nuovi compagni di marcia. Sperò che i rispettivi Dei fossero affidabili. D'altra parte, i due dovevano come minimo essere fortunati, se altre volte avevano fatto ricorso alle divinazioni ed erano ancora vivi per raccontarlo, quindi forse valeva la pena attendere e ascoltarli. 1
Cronos89 Inviato ieri alle 14:48 Segnala Inviato ieri alle 14:48 Seldanna Restituisco il libro a Enarion grazie mille caro dico con un sorriso per poi lasciarlo alle sue divinazioni. Mi avvicino dunque all'umano che si è presentato come Lainadan è facile intuire i nostri talenti e quelli del tuo compagno dico scrutando il volto del ragazzo sono curiosa dei tuoi, sei bravo ad usare le parole immagino, anche tu pratichi qualche forma di magia?
AndreaP Inviato ieri alle 16:04 Autore Segnala Inviato ieri alle 16:04 Homeday 12 Mustering 420, mattina [Sereno - Fine Primavera] Mentre il sole si alzava nella fresca area frizzante della valle, i due incantatori interrogarono il fato sul loro futuro @Enarion Spoiler La voce risuonò nelle orecchie del mago e immagini comparvero nella sua mente. Davanti a lui si estendevano chilometri di pianura devastata. I resti di una vegetazione un tempo abbondante giaccevano carbonizzati in strati di cenere grigia. Pennacchi di fumo si alzavano da diverse aree e qua e là vi erano ceppi anneriti con cumuli di cenere trasportata dal vento accumulati contro di loro. L'aria sopra l'orizzonte sembrava luccicare con il calore della zona e un tepore sgradevole saliva verso il cielo. Gli occhi si alzarono sul lato della montagna adiacente alla pianura: da una grotta sbucò un immenso drago che da lì dominava la zona. "Nulla in quest'area può sfuggire alla sua vista" disse "se vuoi raggiungere la tomba dovrai avvicinarti da destra" disse Poi la visione sparì Guardò la configurazione delle perle, il presagio sull'attraversare il bosco: era chiaro, presagio fausto! @Hrolf Spoiler Il rumore del martello che colpiva l'incudine riempiva l'aria mentre Moradin batteva il ferro "Se lo sapesse ci proverebbe, ma non lo sa. Quindi no" disse laconico e duro come il metallo
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