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3 ore fa, Grimorio ha scritto:

Non perderò tempo a discutere con chi ricorre alle offese invece di dialogare.

e io con chi non capsice che la frase non era rivolta a lui.

 

2 ore fa, bobon123 ha scritto:

Trovo che discutere di chi sia la colpa sia abbastanza sterile. Non trovo neanche che sia una situazione specifica dei Giochi di Ruolo, è una questione sociale, da risolvere (come hanno evidenziato più o meno tutti) con miglior comunicazione.

Si possono eliminare i GdR e il problema rimane invariato. Un componente del gruppo propone di andare al cinema a vedere qualcosa, e tutto il gruppo vota per un film horror splatter con torture indicibili che a me infastidirebbero molto ma, non aspettandomi che il film sia di quel genere, non dico niente. Una volta in sala, per non disturbare gli altri non mi alzo e me ne vado ma mi guardo tutto il film standoci male.

Non credo sia interessante discutere di chi sia la colpa, né se chi ama gli horror splatter sia malato. Anche se sicuramente la maggior parte dei GdR è family friendly, e quella è giustamente l'aspettativa, ho visto giocate molto adulte e in generi anche molto fetish tra persone consenzienti, e non mi metterò sicuramente a fare shaming della fantasia altrui - come se non avessi mai passato un pomeriggio su GTA a investire pedoni. Non è neanche interessante decidere se la colpa sia del master o dei giocatori, o di chi non ha detto niente quando la situazione dava fastidio solo a lui mentre gli altri si divertivano.

C'è stata una forma di divertimento di gruppo in cui tutti pensavano di divertirsi mentre una persona invece non si stava divertendo. È un problema di comunicazione e consenso, e come tale è davvero difficile da giudicare senza essere stati al tavolo quella sera: ci sono mille discorsi che si possono fare! Ovviamente ci sono meccanismi di peer pressure all'opera che non rendono facile la comunicazione. Sicuramente il master ha tradizionalmente un ruolo di arbitro anche sociale, esterno alle scelte di gioco, ma è anche un ruolo che deriva da momenti storici diversi. Dare la responsabilità al solo master implicherebbe che non sarebbe stato possibile per un giocatore di proporre di discutere prima i temi affrontabili, che credo sia limitativo: se non viene in mente al master, può venire in mente ad un giocatore.

Di contro dare la responsabilità ai soli giocatori, a prescindere dalla effettiva meccanica al tavolo, mi sembra ancora più strano: la situazione messa sul tavolo dall'inizio sembrava richiamare in modo abbastanza naturale al genere che si è poi andato a creare. Non tutti i malvagi sono psicopatici, ma abbiamo immagini molto dure di gruppi di raziatori di monasteri indifesi nella storia in cui le scene splatter, anche su donne e bambini, non sono mancate. Sicuramente esistono, sicuramente non sono rare eccezioni. Quando uomini malvagi si sentono al di sopra della legge (razzie, guerre,...) fanno spesso cose orribili. Se mi proponessero in un libro la situazione "Cinque persone malvage entrano in un monastero indifeso per una razia, ci sono solo giovani bambini e adolescenti e le forze del bene sono troppo distanti", e mi chiedessi cosa aspettarmi dallo svolgimento della scena, quello che è successo sarebbe sicuramente tra le varie possibilità. Il trope stilistico è Anakin che ammazza i bambini, e mille altri momenti simili. Non c'è niente di male né a esserne infastidito né a divertirsi a riviverlo, siamo tutti diversi ed è il motivo per cui è importante comunicare.

Si, solo la lieve differenza fra guardare e fare. Un conto e il "vedere" (perché la cosa viene fatta intuire) Anakin o Goblin Slayer uccidere dei bambini, un altra il giocatore che dice e descriva cosa fa a quei bambini.

Estremizzando un conto è vedere o leggere "american sniper" un altro è appostarsi sul balcone di casa e sparare a chi passa.

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  • Supermoderatore
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7 minuti fa, Albedo ha scritto:

e io con chi non capsice che la frase non era rivolta a lui.

A prescindere che non fosse rivolta a lui era comunque ai limiti dell'offesa generale gratuita, quindi magari stiamo più attenti al linguaggio d'ora in poi.

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6 minuti fa, Albedo ha scritto:

Si, solo la lieve differenza fra guardare e fare. Un conto e il "vedere" (perché la cosa viene fatta intuire) Anakin o Goblin Slayer uccidere dei bambini, un altra il giocatore che dice e descriva cosa fa a quei bambini.

Estremizzando un conto è vedere o leggere "american sniper" un altro è appostarsi sul balcone di casa e sparare a chi passa.

L'estremizzazione non ha senso, perché invalida l'argomento.

Da un lato si sta parlando sempre di make believe. Vedere o leggere american sniper, o giocare a GTA e sparare ai passanti, o giocare di ruolo e sparare a qualcuno nel gioco, hanno tutti in comune un punto chiave: nessuno viene colpito da un proiettile. Prendersela con qualcuno che non sta facendo male a nessuno per quello che pensa o come si diverte è una forma di pensiero dominante che non apprezzo.

Di contro ti assicuro che se il gruppo di amici della storia fosse andato effettivamente in un monastero per uccidere giovani novizi i commenti su questo thread non sarebbero stati centrati sul problema di comunicazione e sulla necessità di chiarire prima tra tutti se a tutti diverte uccidere novizi nei monasteri, perché è importante che nessuno si senta escluso quando si va in una missione punitiva.

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Il 18/6/2022 at 14:20, buzzqw ha scritto:

"non fare sessioni tenendo personaggi evil, perche' se non posso fare quello che voglio fare.. allora tanto vale fare i buoni"

Della serie "come riconoscere uno che non legge (frammenti di) un libro dai tempi della scuola superiore".

Modificato da MadLuke
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28 minuti fa, bobon123 ha scritto:

Prendersela con qualcuno che non sta facendo male a nessuno per quello che pensa o come si diverte è una forma di pensiero dominante che non apprezzo.

converrai però che dipende anche dalla forma e dal modo di divertimento.

Faccio un esempio: mi diverto a fare il tiro a segno su cartonati che riproducono solo persone di colore.

Sto facendo del male a qualcuno? No, però non credo che la cosa sia normale ed esente da critiche.

Quello che io critico in primis è la risposta che è stata data: "seno malvagio faccio quello che voglio, se non ti piace non fare il malvagio" perché, sono convinto, se il suo pg fosse stato ucciso da un altro giocatore avrebbe avuto parecchio da obiettare e in quel caso non avrebbe detto "pazienza, siamo malvagi, ci sta"; seconda questione è la violenza gratuita su dei bambini (anche se in finzione) senza scopo vista come legittimo divertimento .

Sarò libero di considerarla "malata" nel migliore dei casi?

Anch'io penso che tutti si debbano divertire, ma appunto tutti, non la maggior parte. E per farlo si scende a compromessi. Non c'è stato alcun compromesso, non c'è stato alcuna discussione, premessa e obiezione da parte di nessuno, quindi, sì la colpa è un po' di tutti.

Si è fatto l'esempio del film horror, ma se vado a vedere un film horror so più o meno cosa aspettarmi, o mi informo. Se gioco una one-shot con personaggi malvagi so solo che non farò del bene, ma la cosa è molto generica, può essere rubare, uccidere il re, un sacerdote, favorire un culto, depredare un villaggio, ma anche violentare, massacrare e mangiare bambini vero. Ma su cosa posso basarmi per decidere se accettare o meno?  Posso chiedere informazioni al master se non lo conosco, oppure basarmi su quanto abbiamo giocato fin'ora. Se in tutta l'avventura precedente il massimo di malvagità messa in campo dal master è stata il cattivo che ruba polli al contadino, posso aspettarmi che in una campagna malvagia ci sia da torturare e violentare?

Concordo pienamente con te quando dici che possiamo dire poco, non eravamo là, non conosciamo né il master né gli altri giocatori e abbiamo sentito solo una campana per cui ogni giudizio è zoppo in partenza, ma per mia personale opinione ci devono comunque essere dei limiti non oltrepassabili senza l'autorizzazione di tutti i partecipanti, ed in ogni caso non sei autorizzato a criticare chi quei limiti non li vuole superare (vedi risposta degli altri giocatori).

 

 

 

 

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2 ore fa, Albedo ha scritto:

Estremizzando un conto è vedere o leggere "american sniper" un altro è appostarsi sul balcone di casa e sparare a chi passa.

Qui non stiamo parlando di persone che sparano ai passanti, ma di persone che giocano a interpretare un personaggio che spara ai passanti: è molto diverso. Attenzione perché il pensiero per cui "se Tizio fa qualcosa nel gioco allora è quasi come se lo facesse davvero" (moralmente parlando), è uno dei classici pensieri sbagliati che hanno portato il mondo del GdR a essere guardato strano e circondato da pregiudizi.

 

 

57 minuti fa, Albedo ha scritto:

Non c'è stato alcun compromesso, non c'è stato alcuna discussione, premessa e obiezione da parte di nessuno

57 minuti fa, Albedo ha scritto:

Se gioco una one-shot con personaggi malvagi so solo che non farò del bene, ma la cosa è molto generica, può essere rubare, uccidere il re, un sacerdote, favorire un culto, depredare un villaggio, ma anche violentare, massacrare e mangiare bambini vero. Ma su cosa posso basarmi per decidere se accettare o meno?

 

Su questo invece siamo d'accordo. Il punto è proprio che non c'è stata comunicazione. La soluzione quindi è esortare ad avere, in futuro, una migliore comunicazione su cosa quelle persone vogliono giocare. Astenendosi da giudicarle (le une, come le altre) per quello che vogliono giocare: il problema non è quello, è solo comunicarlo in modo chiaro.

 

  • Grazie 1
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17 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

Qui non stiamo parlando di persone che sparano ai passanti, ma di persone che giocano a interpretare un personaggio che spara ai passanti: è molto diverso. Attenzione perché il pensiero per cui "se Tizio fa qualcosa nel gioco allora è quasi come se lo facesse davvero" (moralmente parlando), è uno dei classici pensieri sbagliati che hanno portato il mondo del GdR a essere guardato strano e circondato da pregiudizi.

verissimo, in effetti esempio sbagliato e ammetto di aver dato per scontato un dettaglio non indifferente: gli altri quanto sono scesi nel dettaglio.

Ma non credo, a giudicare dalle reazione di @buzzqw , che si siano limitati a dire "uccido tutti i presenti", ma questo solo lui lo può dire.

Inviato
1 ora fa, Albedo ha scritto:

Ma non credo, a giudicare dalle reazione di @buzzqw , che si siano limitati a dire "uccido tutti i presenti", ma questo solo lui lo può dire.

la scusa e' stata nessun testimone. Quello che non va bene e' la gratuita' della strage, la freddezza sadica, quasi divertita nel farlo.

Il fatto che fosse qualcosa di estemporaneo, una one-shot fuori dagli schemi, ha "liberato" degli atteggiamenti per me riprovevoli. Per me un gioco di ruolo e' immedesimazione, non un videogioco dove e' sempre tutto finto (per quanto realistico).

E' una mia sensibilita' sicuramente, come personaggio "buono" avro' ammazzato migliaia di altre creature.. ma non sono mai stato un torturatore.

Non credo (spero) che si andra' a giocare di nuovo con quei personaggi, ma se fosse, saro molto molto chiaro e piuttosto preferiro' non andare a giocare.

Andres

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1 ora fa, Albedo ha scritto:

verissimo, in effetti esempio sbagliato e ammetto di aver dato per scontato un dettaglio non indifferente: gli altri quanto sono scesi nel dettaglio.

Ma è molto personale quanto sia problematico scendere nel dettaglio, e in quali dettagli sia problematico scendere. Parlavi prima del fatto che le uccisioni dei bambini in Goblin Slayer fossero solo accennate, e ti sembrava un livello accettabile. Vi sono in compenso scene su ragazzine di 15 anni che non posso neanche descrivere sul forum, con dettagli visivi specifici di parti del corpo mutilate e riferimenti sessuali evidenti (almeno nel fumetto, non ho letto i racconti e non ho visto l'anime). Onestamente ho difficoltà a stabilire un criterio morale coerente in cui narrare tra amici una finzione in cui si ammazza un bambino sia un problema che denota malattia mentale, mentre pubblicare la finzione a cui sono soggette le avventuriere ragazzine di GS sia un normale guilty pleasure.

Se non piace parlare di qualcosa non lo si fa, ma fin quando le persone stanno immaginandosi cose, e sono tutte d'accordo sui limiti da non superare, non sarò senza dubbio io a fare il poliziotto dell'immaginario. Se la sessione ha disturbato @buzzqw c'è stato chiaramente un problema di comunicazione. Ma se fossero stati tutti d'accordo nel massacrare bambini, e si fossero divertiti a raccontare scene splatter, io personalmente non vedrei nessun problema nella serata. Piacerebbe a me? No, ma non è importante.

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Cita

"se Tizio fa qualcosa nel gioco allora è quasi come se lo facesse davvero"

Vorrei aprire una parentesi su questo (se @buzzqw e voi altri siete interessati naturalmente) ....

.... avverto che è una divagazione dal potenziale esplosivo ..... direi quasi un attentato dinamitardo: per cui liberi di non seguirla. 

Quello riportato è sicuramente un concetto sbagliato: le azioni in un gioco di pura finzione non hanno alcun valore morale nell'universo reale.

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Mi spiego meglio: interpreto un chierico di Demogorgon pazzo omicidia, mi piace farlo, mi diverte, mi da gusto immaginare chierichetti di Helm spappolati dalla mia mazza o orribilmente torturati.

Nella mia mente, giocando tale personaggio, si rinforza un'associazione probabilmente già presente: chierichetto devoto spappolato == cosa divertente.

Mi porto questa associazione nella mente.

Sicuri che sarò in grado di sopprimerla completamente quando vedrò un chierichetto nel mondo reale?

Non sono una psicologo ma a mio avviso nel subconscio una tale associazione viene stimolata sia da esperienze narrate nell'universo fittizio che da esperienze vissute nel mondo reale: la parte più primitiva della mente non è in grado di cogliere la differenza e di inserire l'opportuna inibizione ....

Sbaglierò ma io la penso cosi.

Modificato da Hero81
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1 ora fa, Hero81 ha scritto:

Vorrei aprire una parentesi su questo (se @buzzqw e voi altri siete interessati naturalmente) ....

.... avverto che è una divagazione dal potenziale esplosivo ..... direi quasi un attentato dinamitardo: per cui liberi di non seguirla. 

Quello riportato è sicuramente un concetto sbagliato: le azioni in un gioco di pura finzione non hanno alcun valore morale nell'universo reale.

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Mi spiego meglio: interpreto un chierico di Demogorgon pazzo omicidia, mi piace farlo, mi diverte, mi da gusto immaginare chierichetti di Helm spappolati dalla mia mazza o orribilmente torturati.

Nella mia mente, giocando tale personaggio, si rinforza un'associazione probabilmente già presente: chierichetto devoto spappolato == cosa divertente.

Mi porto questa associazione nella mente.

Sicuri che sarò in grado di sopprimerla completamente quando vedrò un chierichetto nel mondo reale?

Non sono una psicologo ma a mio avviso nel subconscio una tale associazione viene stimolata sia da esperienze narrate nell'universo fittizio che da esperienze vissute nel mondo reale: la parte più primitiva della mente non è in grado di cogliere la differenza e di inserire l'opportuna inibizione ....

Sbaglierò ma io la penso cosi.

Capisco poco di psicologia ma nella mente esistono già meccanismi volti ad inibire queste pulsazioni ( es, io e super-io di Freud). Se prendiamo come esempio i serial killer gli studi hanno dimostrato che tutti hanno una costante: la totale mancanza di empatia. Questa mancanza si verifica in situazione pregresse già dall'infanzia come abusi o totale mancanza d'affetto o da gravi dipendenze da droghe, alcolici etc etc.
Per dire io in una campagna mi son divertito a giocare un goblin piromane e dinamitardo( Rakdos per giunta quindi  per lui era fare spettacolo come in un circo) ma nella realtà non mi sognerei mai ad andare in giro a bruciare qualsiasi cosa.

Comunque ci stiamo addentrando nel parlare di gravi disturbi mentali e non credo proprio che un forum dedicato ai gdr sia il posto adatto per fare genere di discussioni, credo oltre ad essere fuori regolamento e già un mod è intervenuto a bloccare un commento infelice sulla questione.

 

Modificato da ilTipo
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1 ora fa, Hero81 ha scritto:

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Direi che si va molto off topic. La mia risposta breve è no. Se ti interessa una risposta lunga, magari apri una discussione dedicata, anche se sarebbe senza dubbio molto scivolosa.

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Inviato

Mi accodo agli altri a dire che il problema, e la sua unica soluzione è discuterne con gli altri giocatori fuori dal gioco, preferibilmente prima della sessione vera e propria, e non mi sento nemmeno di dare la colpa specifica a qualcuno in questo caso, visto che questi consigli "di vita vissuta" come la sessione zero ed altro non vengono insegnati agli aspiranti master nei manuali ma si imparano solo con l'esperienza o dai consigli degli altri (come qui sul forum). Detto questo trovo tutta la digressione sul "se uccidi i bambini nel gdr allora sei un piscopatico" trovare un po' il senso che trova, come quando ciclicamente all'ennesima strage in una scuola si tira fuori che il ragazzo giocava a GTA o cose del genere. D&D (nelle sue origini almeno) è un'ode al colonialismo, bande di eroici avventurieri si avventurano nelle tane di primitive creature, malvage per natura, a rubare i loro tesori... Personalmente (e perso anche a tutti in questa conversazione), dopo una serata di gdr non è mai venuta voglia di andare in Congo a sterminare un villaggio e a rubare il loro oro. Si possono giocare personaggi sadici, stupratori, adoratori di demoni ecc, e se una di queste cose dovesse darvi fastidio sarebbe più che legittimo farlo presente agli altri e chiedere che non vengano inserite nella vostra partita, dopotutto siete li per divertirvi, ma questo non fa degli altri dei sadici, degli stupratori o degli adoratori di demoni (non necessariamente almeno), non più di quanto giocare un valoroso paladino vi renda altruisti o coraggiosi.

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6 ore fa, Hero81 ha scritto:

Vorrei aprire una parentesi su questo (se @buzzqw e voi altri siete interessati naturalmente) ....

.... avverto che è una divagazione dal potenziale esplosivo ..... direi quasi un attentato dinamitardo: per cui liberi di non seguirla. 

Quello riportato è sicuramente un concetto sbagliato: le azioni in un gioco di pura finzione non hanno alcun valore morale nell'universo reale.

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Mi spiego meglio: interpreto un chierico di Demogorgon pazzo omicidia, mi piace farlo, mi diverte, mi da gusto immaginare chierichetti di Helm spappolati dalla mia mazza o orribilmente torturati.

Nella mia mente, giocando tale personaggio, si rinforza un'associazione probabilmente già presente: chierichetto devoto spappolato == cosa divertente.

Mi porto questa associazione nella mente.

Sicuri che sarò in grado di sopprimerla completamente quando vedrò un chierichetto nel mondo reale?

Non sono una psicologo ma a mio avviso nel subconscio una tale associazione viene stimolata sia da esperienze narrate nell'universo fittizio che da esperienze vissute nel mondo reale: la parte più primitiva della mente non è in grado di cogliere la differenza e di inserire l'opportuna inibizione ....

Sbaglierò ma io la penso cosi.

No

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12 ore fa, Hero81 ha scritto:

Vorrei aprire una parentesi su questo (se @buzzqw e voi altri siete interessati naturalmente) ....

.... avverto che è una divagazione dal potenziale esplosivo ..... direi quasi un attentato dinamitardo: per cui liberi di non seguirla. 

Quello riportato è sicuramente un concetto sbagliato: le azioni in un gioco di pura finzione non hanno alcun valore morale nell'universo reale.

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Mi spiego meglio: interpreto un chierico di Demogorgon pazzo omicidia, mi piace farlo, mi diverte, mi da gusto immaginare chierichetti di Helm spappolati dalla mia mazza o orribilmente torturati.

Nella mia mente, giocando tale personaggio, si rinforza un'associazione probabilmente già presente: chierichetto devoto spappolato == cosa divertente.

Mi porto questa associazione nella mente.

Sicuri che sarò in grado di sopprimerla completamente quando vedrò un chierichetto nel mondo reale?

Non sono una psicologo ma a mio avviso nel subconscio una tale associazione viene stimolata sia da esperienze narrate nell'universo fittizio che da esperienze vissute nel mondo reale: la parte più primitiva della mente non è in grado di cogliere la differenza e di inserire l'opportuna inibizione ....

Sbaglierò ma io la penso cosi.

Se non succede agli attori professionisti che prima di interpretare una parte fanno tutta una preparazione psicologica molto coinvolgente per entrare dentro la psiche di un personaggio figuriamoci se succede a chi tira due dadi mentre mangia patatine

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Il 21/6/2022 at 18:45, Hero81 ha scritto:

Quello riportato è sicuramente un concetto sbagliato: le azioni in un gioco di pura finzione non hanno alcun valore morale nell'universo reale.

Tuttavia secondo voi c'è la possibilità che interpretare un omicida psicopatico nel mondo di gioco in qualche modo spinga  al comportamento violento anche nella realtà? O sia cartina al tornasole di una prospensione a tale comportamento nel mondo reale?

Penso che porre la domanda in questi termini tagli fuori tutta una serie di sfumature importanti.

1) Penso che sia innegabile che esiste una correlazione tra il tipo di contenuti che si consuma e l'idea del mondo che ci facciamo ed il linguaggio che usiamo.

2) Analogamente il linguaggio che usiamo tende ad influenzare la tipologia di contenuti che possiamo comunicare. Questa cosa è assolutamente evidente in campo accademico (dove la mancanza di padronanza del lessico specifico semplicemente impedisce di esprimere un concetto) ma questo è un fenomeno che a diversi livelli affligge qualsiasi forma di comunicazione. La cosa è dolorosamente vidente quando si impara una nuova lingua e non si riesce a riproporre l'intera complessità del nostro pensiero perchè non si conosce abbastanza bene la propria lingua.

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Inviato

ho letto già abbastanza commenti e sono d'accordo su certi punti

- fare una sessione Zero 

- dividere fatti di finzione da quelli reali 

- se in caso di mancata sessione zero, parlarne subito in off

Allora come dico in svariate risposte a questo genere di domande, essendo appunto sia Master che giocatore, e mio compito sapere se è tutti al tavolo si stanno più o meno divertendo e se gli argomenti (magari alcuni pesanti) messi in gioco sono passibili da tutti. Come giocatore sto attento a portare pg che diciamo non creino problemi troppo gravi in gioco o in off. 

Capisco che esistono certi tipi di cattivo , come esiste un non so, un Jason Voorhees o un Michael Mayers ,Predator  che per quanto vanno ad uccidere gente nei peggiori modi possibili,, non si azzarderebbero nemmeno di alzare un dito su un bambino (nel caso del Predator nemmeno vecchi o indifesi), dall'altra parte personaggi come It o Freddy Kruger , che non si fanno nessun problema nel farli soffrire o anche nel mangiarseli (it ad esempio), esistono cattivi e cattivi. Ricordiamoci però che in D&D e nella stragrande maggioranza di Gdr , sono fatti per giocare in gruppo, con pg coesi su un fronte comune, cercate di fare pg malvagi che per quanto lo siano cercano di incastrarsi a vicenda (o finite per iniziare a giocare ed ogni occasione e buona per ammazzare il pg dell'altro) , o almeno che abbiano anche strane manie che non intralcino gli altri pg e comunque che non diano nessun fastidio al giocatore in Off.

Che alla fine magari, se certe cose non si sopportano proprio , c'è la tecnica del velo, non c'è bisogno di una descrizione nei minimi dettagli di quello che fate, alla fine la fate lo stesso no? credo che sia un buon intermezzo. 

poi sul fatto di mandare via un giocatore perché il resto degli altri è d'accordo mi pare un poco una cavolata, può funzionare tra un gruppetto di conoscenti/sconosciuti, ma tra amici? mia pura esperienza personale

una mia amica parla di una sessione che ha fatto da Master , (di cui ero partecipe ma ancora ignaro), in cui un png stupra un altro png, quest'ultimo la sorella di altro pg, la cosa mi ha fatto ribrezzo e non poco, grazie a dio non avevo sentito nulla della descrizione e niente al riguardo (Solo alla fine) , gli avevo fatto notare la cosa , se poteva diciamo evitare o almeno censurare la cosa, questa qui ha preso è si è subito arrabbiata rinfacciandomi la stessa cosa su altra azione forte (non stupro) fatta da un mio png in altra campagna, peccato che io avevo la trattato la cosa con la tecnica del velo, appena me l'aveva fatta notare ai tempi avevo smesso subito (capiamoci che questa mia amica è difficile ragionare) comunque ho capito che da quel momento serviva una sessione Zero, e se dovessi sacrificare  un certo argomento al posto che giocarmi un'amico, preferirei togliere il primo. 

 

Riguardo al discorso "se il pg fa cose malvagie e brutte, lo sono anche io" per carità no e no.  una volta ho portato il mio caro Aldemar che è una specie di paladino-evocatore lo giocavo come lo stereotipo del prete cattolico bigotto, non molto fan degli omosessuali e adoratori di altre divinità/atei , lo sono anche io? non credo. Ho giocato in questo stesso server su una gilda di Vampiri il mio pg Notach , un Nosferatu grosso quanto un T-rex che non avrebbe esitato a mangiarsi i suoi stessi simili se questi lo intralciavano (sono cannibale anche io? mi metto a seguire la gente armato di motosega e magari con una maschera di pelle umana sulla faccia? no non credo proprio, mai sfiorata l'idea) , poi mi viene in mente NZero un mio pg orco , che era piuttosto misogino e sessista e anche violento e prossimo sempre all'ira, questo significa che picchio le donne in giro ? o che mi piacerebbe farlo? neanche per sogno, dividiamo sempre il pg dal giocatore ragazzi, facciamo molta attenzione. 

 

Scusate il papiro spero di avere dato un idea di quello che penso, vedo molta gente che pende più sulla destra, e altri verso sinistra, ed io credo di trovarmi in una zona grigia al centro.

 Ps: Avrei anche un'altra esperienza successa qui nel server, tramite messaggi privati , (da li il mio disgusto assoluto per lo stupro, cosa che poi mi ha fatto ragionare e maturare , sia come player che come Master). magari ve la racconto in un secondo momento. 

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Inviato

Scrivo probabilmente molto tardi, rispetto a quando è stato sollevato l'argomento, ma voglio dire la mia, da Master che dal 1989 ha sempre e solo fatto il MASTER.

In estrema sintesi: la sessione è stata un massacro.

Esattamente come il vostro amico (non lo definisco Master) voleva.

Quindi ha pensato il tutto per il suo solo diletto: vedere un grottesco splatter di creature innocenti e buone.

Tutto bene, se fosse stato concordato, ma non è andata così (altrimenti non avresti aperto la discussione).

Come tutti hanno detto, serve SEMPRE una Sessione Zero.

Oltre a quotare tutto quanto detto da @Pippomaster92 e a molto di quanto scritto da chi mi ha preceduto, aggiungo questa lista di consigli utili e questo PDF per gestire al meglio la sessione zero senza fraintendimenti.

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  • 2 settimane dopo...
Inviato
On 6/21/2022 at 5:06 PM, buzzqw said:

la scusa e' stata nessun testimone. Quello che non va bene e' la gratuita' della strage, la freddezza sadica, quasi divertita nel farlo.

Il fatto che fosse qualcosa di estemporaneo, una one-shot fuori dagli schemi, ha "liberato" degli atteggiamenti per me riprovevoli. Per me un gioco di ruolo e' immedesimazione, non un videogioco dove e' sempre tutto finto (per quanto realistico).

E' una mia sensibilita' sicuramente, come personaggio "buono" avro' ammazzato migliaia di altre creature.. ma non sono mai stato un torturatore.

Non credo (spero) che si andra' a giocare di nuovo con quei personaggi, ma se fosse, saro molto molto chiaro e piuttosto preferiro' non andare a giocare.

Andres

Sono d'accordo con chi ha scritto che l'errore l'ha fatto innanzitutto il master. Probabilmente ha dato per scontato che più o meno la one-shot sarebbe stata presa con leggerezza da tutti, e invece ha sbagliato.

Secondo me non si tratta semplicemente di gusti diversi, la questione è un po' più complessa quando ci si mette di mezzo la descrizione violenza esplicita contro innocenti/indifesi (mi pare di capire che la battaglia non sia stata neanche tale ma semmai a senso unico). Voglio dire, non è stato semplicemente un caso di gioco in cui il gruppo si è divertito ad esempio a fare tante battaglie tattiche, tranne un giocatore a cui le battaglie tattiche non piacciono e quindi si è annoiato. La tua reazione che hai descritto non era certo noia...

Devo ammettere che se mi fossi ritrovato in una situazione del genere quando avevo 15-20 anni probabilmente non mi avrebbe dato così fastidio e avrei seguito il resto del gruppo. A quell'età la violenza era (per fortuna) una cosa lontana, che sentivi al telegiornale o vedevi nei film. Poi però col tempo finisce che incontri e conosci persone che violenze davvero infami le hanno subite, e la prospettiva cambia. Da tempo mi sono ripromesso di non includere più (ma neanche menzionarle) violenze sessuali, violenze di genere o violenze sui minori in nessun gioco di ruolo che masterizzo. Non escludo completamente di menzionare la tortura, ma evito di descriverla e salto alle conseguenze. Chiedo ai miei giocatori di fare lo stesso. Questo perchè non si può mai essere sicuri che al tavolo non ci sia seduta una persona che abbia subito, o i cui familiari stretti abbiano subito, proprio quella forma di violenza, e renderla parte del "divertimento" può davvero far del male. 

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