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Inviata (modificato)

Ciao a tutti,
     mi piacerebbe sapere se esiste un qualche studio serio, scientificamente strutturato, con tutti i crismi, ecc. sul tema in oggetto (so che nel forum ci sono "genti studiati" :-)).
Più precisamente mi piacerebbe sapere se anche a voi è capitato di misurare l'approccio dei giocatori alle situazioni di gioco secondo due attributi opposti (con tutti i gradienti possibili):
- quello che il regolamento non se lo fila neanche di striscio, ti racconta quello che vuole fare col suo PG (sia essa una situazione di interazione sociale, di azione o di combattimento) mettendo insieme azioni delle più disparate, che richiedono tempi indefiniti. E spetta al master l'onere, il divertimento, la frustrazione di eventualmente scomporre e ricondurre ogni azione alle meccaniche del manuale di gioco in questione;
- quello che sa solo spulciare riga per riga il manuale o la scheda del personaggio alla ricerca dell'abilità/incantesimo/potere/check "uscire da situazioni di questo tipo preciso" e neanche ci pensa a metterci un po' del suo.

Personalmente ne ho avuti di entrambi i tipi, ma anche del tipo di mezzo più equilibrato/completo. Dovendo scegliere tra i due estremi, il primo è sicuramente preferibile per me, purché quando gli spiego che non è possibile fare quello che vuole lui, come vuole lui, magari perché servono poteri o talenti che non ha, o banalmente perché non è un film americano dove i gonzi stanno tranquilli ad aspettare che tu finisca i tuoi comodi, non se la prenda o non si demoralizzi.

Mi chiedevo se una simile classificazione esista e cosa eventualmente dice della personalità del giocatore.

Ciao e grazie, MadLuke.


 

Modificato da MadLuke
Precedente invio involontario
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Inviato (modificato)

Studi simili non ne ho trovati. Quasi tutti gli studi si focalizzano sui videogiochi, su board game ve ne sono pochissimi e focalizzati su altro

Ma ti devo ringraziare perchè nel cercare ho trovato delle cose interessanti, in un certo senso.

 

 

Modificato da Albedo
Inviato

Ho ricercato con un po' di parole chiave su Google Scholar dei documenti accademici al riguardo, ma la maggior parte sono studi sull'effetto dei GDR nell'educazione, in relazione a patologie o in relazione all'identità di genere: niente su archetipi di giocatori. 🥲

Se vuoi ricercare anche tu (non so se conoscevi questo motore di ricerca), ti basti sapere che per alcuni articoli serve di accedere con credenziali universitarie. Se non sei uno studente ma trovi un articolo interessante a cui non puoi accedere, scrivimi pure un messaggio, ci penso io!

 

  • Mi piace 1
Inviato
14 ore fa, MadLuke ha scritto:

Mi chiedevo se una simile classificazione esista e cosa eventualmente dice della personalità del giocatore.

Non in questi termini, ma si può vedere il dualismo che tu citi come un esempio di pensiero convergente (o logico) e divergente (o laterale) per la risoluzione di problemi. Per chiarire i termini, in generale si dice pensiero convergente il caso in cui segui un algoritmo più o meno strutturato per raggiungere la soluzione (io ho x hp, lui me ne fa y a turno, se uso l'abilità z riesco a...). Tipicamente nel pensiero convergente si inizia dalla soluzione ovvia, tipicamente calcolabile e tipicamente già utilizzata, e se poi ho ulteriore tempo si cerca eventualmente nella propria memoria se vi sono piccole modifiche incrementali non ovvie per migliorare la soluzione trovata. Al contrario si dice pensiero divergente il pensiero in cui si inizia con un poderoso brainstorming per andare a cercare in tutti gli anfratti della propria mente soluzioni anche vagamente collegate. Se poi vi è tempo, si lavorerà maggiormente in sottrazione per eliminare i casi più ridicoli e meno saldamente razionalizzati. Ovviamente tutto il buon problem solving richiede entrambi i tipi di pensiero, ma persone diverse ne usano più di uno o dell'altro.

Questo tipo di modellare il pensiero nell'affrontare il problema ricalca un po' la tua descrizione, con il pensiero all'interno delle regole (convergente) e il pensiero a priori dalle regole (divergente).

Se ti va bene come parallelo, su questo si trovano esempi in letteratura scientifica, che puoi cercare con Google scholar come suggerito. Ad esempio Chung, Tsui-shan "Table-Top Role Playing Game and Creativity" Thinking Skills and Creativity, v8 p56-71 Apr 2013 https://eric.ed.gov/?id=EJ997899 trova che i giocatori di TRPG hanno maggiore capacità di pensiero divergente dei giocatori di videogiochi RPG - necessariamente forzati al pensiero convergente dal sistema. Ovviamente l'articolo non prova neanche ad affrontare la questione causale: chi è portato per il pensiero divergente gioca a TRPG, o chi gioca ai TRPG diventa abile nel pensiero divergente?

 

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  • Grazie 1
Inviato

Se posso aggiungere un parere personale, e quindi non documentato né scientifico, all'ottima analisi di chi mi ha preceduto: per quella che è la mia esperienza, in questa ipotetica dicotomia, la personalità del giocatore conta, ma in modo minoritario.

Esistono ovviamente delle tendenze individuali, ma si può tranquillamente concepire uno scenario, un'avventura, perfino un sistema di gioco in modo tale da incentivare l'uno o l'altro tipo di comportamento; e questo secondo me fa tutta la differenza, perché i giocatori imparano e si adattano.

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