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Inviata

L'altra sera parlavo con Samirah di scrittura, e del fatto che ultimamente non mi riesce di creare due righe per concludere una storia che ho lì da un po'. Così, un po' per scherzo, un po' per prova, mi ha proposto un esperimento: darmi un incipt per poi scrivere qualcosa, e passarsi il tutto avanti e indietro fino a concluderlo. È venuto fuori un piccolo racconto, e devo dire che è stato un esperimento interessante e piacevole :-D

Bene, basta preamboli, eccovelo ^^ (e non vi dirò chi ha scritto cosa, ve lo beccate così :-p)

Castelli di cristallo

Bagliori sanguigni si rincorrevano sulla spiaggia di sabbia rosata. I raggi del sole al tramonto colpivano le pareti delle torri di cristallo, per venirne riflessi in ogni direzione. Non c'era nessuno attorno al castello e dall'interno di quelle pareti non proveniva alcun suono. Il cristallo era spesso, ma di una trasparenza tale che si potevano intuire le sagome di chi si muoveva al di là di esso. Ma l'uniformità non era interrotta dal minimo movimento, fatta eccezione per una piccola figura bluastra al piano superiore di una delle torri. Si muoveva con lentezza, quasi con impaccio, nel silenzio quasi irreale che la circondava.

Agli occhi di un uccello, gli unici che a quell'altezza potessero distinguerne i particolari, quella figura quasi diafana appariva come un elfo, forse persino più gracile e minuto rispetto ai canoni della sua razza, e anche più goffo. Forse era proprio per questo che lui si trovava lì in quel momento, da solo, alla luce del crepuscolo. Non avrebbe saputo dire dove fossero andati tutti, né il perché della partenza o il quando, ammesso che quei particolari fossero importanti. Era stato un risveglio strano e solitario, non aveva visto nessuno nel castello per tutto il giorno, ma non era servito salire sulla torre: la sua speranza di vedere qualche forma di vita, almeno in lontananza, non era stata ripagata. Dopo questo, la sua inquietudine non poté che aumentare.

Il primo a sparire era stato uno degli invitati alla Festa della Prima Marea, che ricorreva ogni anno nel giorno in cui, secondo le leggende della genesi, la dea del mare Firelay aveva danzato sotto la superficie del mare alla luce della luna, dando vita alle maree, che avrebbero portato alla creazione dei castelli di cristallo. Quella sera il palazzo era traboccante di invitati, elfi azzurri ed elfi di giada, tutti assieme per onorare la grande dea. Le musiche degli archi vibravano all'interno delle pareti di fulgido minerale, amplificandosi e risuonando come se provenienti direttamente dai cori angelici dei Cieli Blu.

Nessuno, quella sera, si accorse di nulla. La mattina dopo, uno dei paggi di Lord Sherinen si svegliò di soprassalto nelle stalle coi postumi di una colossale sbornia e si rese conto di non essere stato chiamato dal suo signore. Si recò pieno di vergogna dalla servitù del palazzo per chiedere informazioni e soltanto in quel momento si scoprì che il Lord era sparito come nel nulla.

Le ricerche erano partite subito, i signori del castello, Lord e Lady Baranel, trovavano inconcepibile che qualcuno, soprattutto un loro ospite, potesse svanire dentro la loro dimora, e avevano ordinato a guardie e servitori di setacciare ogni anfratto del loro scintillante maniero. All’avvicinarsi della sera, quando le squadre erano tornate ad unirsi per un resoconto, alcuni altri mancavano all’appello, anche tra i nobili.

Non sembrava esserci criterio, gli scomparsi differivano per rango, sesso, terra di provenienza e luogo delle esplorazioni, solo la modalità sembrava sempre la medesima, per quanto insensata. Una guardia raccontò di aver semplicemente girato un angolo un secondo dopo il suo collega, ma di non averlo trovato davanti a sé dove invece avrebbe dovuto essere. Lady Anteiras, un’elfa azzurra, stava per raggiungere il marito appena entrato nelle loro stanze private assegnategli dai Baranel, e una volta all’interno non lo vide più. Quella stanza non aveva altre porte, e l’unica finestra era risultata sprangata dall’interno.

I più superstiziosi cominciarono subito a scambiarsi voci incontrollate riguardanti spettri o chissà quali altri misteri. I Lord, dal canto loro, erano categorici nel negare ogni sospetto sulla loro amata dimora: il castello era pulito, non era stregato e non era mai accaduto niente di simile, in passato.

E poi, nell'arco di due settimane, erano spariti tutti. I Lord del Castello delle Sabbie, tutti i loro servitori, anche gli animali. Era rimasto solo e non sapeva il perché. Continuava a ripetersi che l'unica cosa logica da fare sarebbe stato andarsene, eppure quelle pareti lo avevano come ipnotizzato. Si incamminava per la scalinata a chiocciola che scendeva verso la base della torre, ma come varcava la porta sentiva l'insopprimibile bisogno di rientrare. Era come se nel cristallo risuonasse un richiamo ancestrale, forte come quello di una madre per il proprio bambino. Così, ogni volta, tornava sulla sommità della torre, sempre più stanco ed indebolito. Aveva anche cominciato a perdere la cognizione del tempo e non sapeva quante ore fossero passate da quando aveva visto l'ultima persona camminare per il castello. Forse erano addirittura passati giorni, ma aveva dormito in alcuni momenti che potevano essere state intere notti.

Infine si decise. Avrebbe sopportato il richiamo sufficientemente a lungo per raggiungere l'edificio centrale, il grande palazzo. Se anche non c'era più nessuno, almeno forse avrebbe trovato una risposta. Una qualsiasi. Tutto, a patto di porre fine a quel silenzio.

Così scese, determinato a seguire il suo proposito, a ignorare il richiamo senza nemmeno chiedersi perché lui, unico tra tanti, fosse rimasto in quel luogo desolato. Si avvicinò alla porta e provò l’impulso di tornare indietro, come al solito, ma stavolta decise che non l’avrebbe fatto, che non poteva andare avanti così, qualunque cosa ci fosse oltre quella dannata porta. Pose la mano sulla maniglia e la girò, spinse e, pur di non camminare ed effettuare quei passi, saltò oltre la porta entrando nel castello. Non c’era nessuno, niente che non fosse inanimato, niente a parte il richiamo. Ora lo sentiva bene dentro di sé, era chiaro e lucente come le mura della torre, e pronto alla giusta interpretazione: non un richiamo a restare dov’era prima, ma un ammonimento a stare lontano da dov’era adesso. Troppo tardi, però, ormai c’era dentro.

Vagò per tutto il castello senza trovare nessuno. A volte, nelle pareti di cristallo e nei raggi di luce divisi in mille arcobaleni, gli sembrava di vedere delle ombre che si muovevano, che lo cercavano, forse, ma poi svanivano. Visioni effimere, forse sogni a occhi aperti.

Decise di tornare nella sua stanza, sempre più stanco e provato, magari poteva dormire un po’.

Si avvicinò al suo letto e lo trovò occupato, non capì perché lui fosse già sotto le coperte, quella vista lo spaventò allo stesso modo in cui lo sorprese e incuriosì. Provò a toccare il corpo disteso e le dita ne attraversarono la testa come se fosse fatta d’aria. Senza un motivo apparente che forse era dettato solo dalla disperazione, l’elfo si mise a letto occupando lo stesso spazio del suo doppio, nella stessa posizione, e si addormentò di colpo.

Sognò, molti sogni diversi. Era seduto sulla spiaggia, quella bella spiaggia rosa da cui il castello era sorto. Le onde più basse e ardite giungevano sino ai suoi piedi nudi, per accarezzarli e solleticarli. La sensazione sarebbe stata piacevole, se non fosse stato per il freddo. L'acqua era infatti gelata e non era così limpida come gli era sembrato in un primo momento. Era invece scura, come se riflettesse un cielo notturno. Guardò in alto e, invece del cielo primaverile che lo sormontava fino a pochi istanti prima, c'erano le stelle e una volta nera.

La visione lo turbò e affascinò, e si ritrovò in piedi senza rendersi conto di essersi alzato. Fece due passi e i suoi piedi calpestarono cristallo scintillante. Capì di essere di nuovo dentro al castello, ma il minerale non sembrava più così chiaro come lo ricordava. Era di un azzurro intenso, come se all'interno delle pareti fosse stata inclusa una polvere di turchese. Era un bel colore, ma inquietante per il suo modo invadente di assorbire la luce, impedendole di penetrare all'interno del palazzo.

E ora era lì, solo in quel castello perso nel tempo, ultimo spirito rimasto a piangere i fasti di tanti secoli prima, d’un tratto conscio del tempo passato e della verità in quell’incubo di solitudine. Così tornò sulla cima della torre, senza più sentire alcun richiamo, lasciando che lo sguardo corresse lontano da quell’orrore, da quelle sagome ormai invisibili all’interno delle pareti, vite che il cristallo aveva catturato come se fossero raggi solari e da allora trattenute gelosamente.

E lui, il goffo buffone di corte, era stato l’unico a “sopravvivere” per qualche tempo, cercando testardamente di allietare la folla sempre meno numerosa, quasi volesse ingannare la rovina che quella prigione di cristallo stava causando. Così ancora oggi, ogni tanto, lui si risvegliava senza memoria e senza pensieri, secoli dopo che l’ultima parola venne pronunciata, cercando invano di capire perché non gli fosse toccata la stessa sorte.

Ma forse lui stesso non era che una visione effimera, un sogno a occhi aperti.


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Inviato

Ovviamente non possa farmi i complimenti da sola, per cui li farò a Loth! :lol:

Al di là di tutto, l'obiettivo non era quello di scrivere per forza qualcosa di "buono", ma piuttosto sperimentare la scoperta della storia in maniera istintiva.

A volte ci si fossilizza sulla trama e non si riesce a scrivere, perché non facciamo altro che pensare a quello che DEVE succedere. Invece a volte, in maniera molto semplice, la storia è una sequela di immagini e sensazioni che dobbiamo solo scoprire ed assaporare, per poi metterle su carta.

Per questo, l'incipit è stata semplicemente una trasposizione di una metafora a cui stavo pensando poche ore prima, estrapolandola dal contesto e trasformando il tutto in oggetti "reali".

Di lì, tutto è andato avanti a sensazioni. E, scusate la poca modestia, non mi sembra che il risultato sia stato così brutto. :-p

Ospite Ombra
Inviato

Bravi e complimenti,molto carina e anche abbastanza complessa....;-)

ha bisogno di qualche lieve ritocchino ma per essere un esperimento direi che è più che riuscito...

Bravi:-D..

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