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Ludwig

Piu' passava il tempo piu' aumentava nel giovane la voglia di prendere l elfo a pugni in faccia, siamo tutti elfi col cuxo degli altri penso'.

"Peccato che se e' stato mal consigliato, gli stessi mal consiglieri lo informeranno di quanto buona e giusta sia quella tassa"

commento' sarcastico

"Da quando e' entratsa in vigore questa cosa?"

 

Modificato da Pentolino

Inviato

Mìa

"Non è tempo per i consigli sbagliati", aggiunse Mía. 

"Forse, da qui non ve ne accorgete. Ma il vostro Impero è più diviso che mai: mettere Sigmariti e Ulricani gli uni contro gli altri potrebbe essere facile... e tremendo. Soprattutto, perché, per quanto questa città sia inespugnabile, il Culto di Sigmar avrebbe gioco facile altrove, magari con l'ausilio dei Nani, a cui è da sempre legato. E non c'è bisogno di una guerra aperta: basta uno scontro politico, per spezzare il regno".

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Bezhaltag 26 Sommerzeit 2512 i.c. - sera [sole - inizio estate]

"Pochi giorni: pare lo abbiano voluto fare prima della festa" rispose Kristen

"Mi ripeto: non vi preoccupate. Il graf ci ripenserà" aggiunse Dieter

Inviato

Bezhaltag 26 Sommerzeit 2512 i.c. - sera [sole - inizio estate]

"Avete guardato il programma di domani? E deciso cosa vedere?" chiese Kristen

"Anche solo girare per gli stand può essere interessante" intervenne Dieter

"Nel pomeriggio c'è il Matinee con Bardi e Poeti" aggiunse Rallane

"E Dieter al mattino difenderà il titolo di campione della gara di combattimento" concluse Kristen

Inviato

Mìa

"Mi sembra tutto molto interessante", commentò Mìa, riflettendo sul fatto che tenersi care queste persone potesse essere un sincero vantaggio. 

Non erano nelle condizioni di rifiutare possibili alleati, soprattutto se abbastanza influenti. 

"Da sacerdotessa di Myrmidia, non potrei mancare né allo scontro armato del mattino, né alla esibizione del Matinee. La mia signora è patrona sia delle armi, che delle arti.

Almeno da noi, in Estalia!", concluse, con un sorriso. 

Inviato (modificato)

Ludwig

La serata procedeva tra chiacchiere e libagioni fino a quando fu il momento di decidere cosa fare il giorno dopo.

"Ovunque, lontano di qui, inebriatevi: di vino, musica e poesia. Diceva mio nonno...siccome io di musica  e poesia non e' che ci capisca molto credo che mi dedichero' alla difesa del titolo di messer Dieter"

disse

 

Modificato da Pentolino
Inviato

Bezhaltag 26 Sommerzeit 2512 i.c. - sera [sole - inizio estate]


"Allora ci vedremo domani mattina: e mi raccomando fate il tifo per me" disse Dieter

"Ora noi dobbiamo andare. Ci scuserete. A domani allora." aggiunse Kristen

Rallane intanto era stato chiamato per suonare ancora e intrattenere il pubblico

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Mìa

"Molto bene, grazie! ¡Adios!", salutò Mìa, per poi rivolgersi ai compagni: "Godiamoci ancora un poco di musica, prima di tornare alla locanda. È incredibile pensare a quale mostruoso incubo siamo sfuggiti, solo pochi giorni fa".

Modificato da Ghal Maraz
  • 2 settimane dopo...
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Jacob

Il pirata rimase in silenzio arricchendo la conversazione con frasi scontate e di circostanza senza dire nulla di importante.

"... ambiente nuovo ... profilo basso ..."

Gli sembrava strano che una nobile cercasse un mozzo, e la storia della morte del cugino non lo convinceva affatto. Appena siamo soli parlo sottovoce.

Nobili che parlano con noi e siamo appena arrivati... la situazione é molto sospetta... la faccenda del cugino non se la berrebbe nemmeno un bambino...

Sorseggio lentamente.

A voi non sembra?

  • 2 settimane dopo...
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Bezhaltag 26 Sommerzeit 2512 i.c. - sera [sole - inizio estate]

I tre compagni stavano decidendo di lasciare il locale e tornare in locanda a riposare, quando la porta si aprì e due figuri entrarono: uno era chiaramente uno studioso e l'altro aveva un portamento militare

Subito Jacob riconobbe Dijmitri, un giovane che anni prima aveva conosciuto a Marienburg: i due si abbracciarono subito. Erano anni che non si incontravano e Dijmitri aveva sentito che il contrabbandiere fosse morto nelle paludi del Wasteland

Il gruppetto tornò a sedersi al tavolo

@all

Spoiler

Ho deciso di seguire entrambe le strade. Conoscenza con Jacob e con Dieter. Partiamo con l'incontro con Jacob. Buon inizio

 

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Jacob

La domanda del pirata era caduta nel vuoto, era tardi e la giornata impegnativa. Forse era il caso di andare. In silenzio i tre compagni si alzarono, Jacob stava dando fine al boccale di birra,  quando una figura urto per il marienburghese, facendogli quasi finire la birra per terra. Il contrabbandiere imprecò nella sua lingua natale 

"ANIMIMMIMORTI!!!" 

Ma prima che potesse voltarsi la risposta fu inaspettata

"TO POVERI VIVI!"

Solo chi conosce la lingua di Marienburg e frequenta gentaglia come Jacob poteva sapere la giusta risposta. Il Pirata si voltò di scatto e vide una figura che mai avrebbe pensato di trovarsi qui. Erano passati anni, ma se percorri le stesse vecchie strade prima o poi ti incroci.

Dijmitri! 

L'abbraccio fu caloroso e subito si girò verso l'oste.

Oste 4 ... ehm .... 5 boccali qui al tavolo! Ma siediti e pure il tuo amico. 

Si voltò verso i suoi compagni mentre faceva accomodare i due.

Questi è Dijmitri, abbiamo passato del tempo a Marienburg ... tempi interessanti... 

Modificato da OcramGandish
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DALL-E-2025-03-20-13-17-58-Un-ritratto-stilizzato-di-un-cavaliere-errante-robusto-con-un-armatura-se

Varian Darevic - Cavaliere Pantera 

 

 

Ritorno a Middenheim

Il grande portale di Middenheim appariva come una bocca spalancata nella pietra, severa e oscura, con le mura massicce che sussurravano di guerre antiche e resistenze disperate. Il cavaliere avanzava lentamente, il passo cadenzato del suo destriero grigio, Galahad, risuonava come il battito lontano di un tamburo. Accanto a lui cavalcava Dijmitri, il mago d'ombra incontrato lungo la strada quando erano stati assaliti da un branco feroce di Uomini Bestia. La lotta fianco a fianco aveva creato un'alleanza silenziosa e provvisoria, nata sul filo della morte e che solo il tempo avrebbe potuto cementare con la fiducia. 

Mentre si avvicinava al portale, sentiva un nodo formarsi alla base della gola. I ricordi tornarono vividi: la prima volta che aveva attraversato quella stessa soglia era poco più che un ragazzo, scudiero inesperto carico delle armi e dei simboli del suo mentore, Sir Dieter Krauss. Il peso di quegli oggetti era stato opprimente come colpe mai commesse, il freddo pungente dell'aria aveva accompagnato ogni suo passo fino al cuore della città. Allora tutto era sembrato immenso ed estraneo, lontano dal brutale calore familiare dell’Ostland.

Strinse leggermente le redini, sfiorando con le dita la pelle ruvida del giaguaro delle nevi sotto la sella. L'armatura, spessa ma segnata dalle battaglie, brillava debolmente alla luce della sera, avvolta nel pesante mantello blu scuro, colore del suo ordine. Sul petto portava due piccoli medaglioni, uno con il simbolo del suo casato e l'altro inciso con il nome di Sigmar. Lo scudo, decorato con l'emblema dell'Ordine Pantera, era agganciato saldamente alla sella accanto all'elmo sormontato dall'effigie minacciosa di un uomo bestia, come voleva la tradizione. Anche la sua spada, un cimelio di famiglia leggermente più lunga delle normali lame da soldato, era fissata con cura al fianco della sella. La sua impugnatura permetteva di utilizzarla ad una o due mani. Il suo peso di affondare l'arma anche nelle armature piu' coriacee. Di foggia semplice ma elegante, aveva un incisione sulla lama. Giuramento del Nord.

Il cavaliere appariva imponente, una figura dalla bellezza austera, severa e solenne. I capelli lunghi ricordavano quelli dei cavallieri delle ballate. La barba incolta quella di chi passava molto tempo nelle terre selvagge. Al suo passaggio sotto il portale, le guardie cittadine sollevarono le lance in segno di rispetto, salutando silenziosamente il suo ritorno. L’Ordine Pantera godeva di grande prestigio, e i soldati riconoscevano la forza e l'onore di coloro che combattevano instancabilmente contro le minacce dell'Impero.

La città si apriva davanti a lui, le luci già brillavano nelle prime ore della sera, promettendo riposo. Con una strana, dolce amarezza, comprese che nonostante oramai vivesse li da tempo, non riusciva ancora a sentirla casa, ma soltanto l'ennesima pausa fra una battaglia e l'altra. Il carnevale era alle porte, e questo si poteva respirare sia nel clima che nel variopinto assortimento di persone da ogni parte dell'impero.

Accogliendo la proposta del suo compagno, lo segui' all'interno di una taverna. Non fecero in tempo a superare la soglia che Dijmitri venne accolto da una voce che parlava la lingua di Marienburg. Varian riconobbe immediatamente quel dialetto familiare, avendo servito fianco a fianco con cavalieri provenienti da quelle terre. Ripensò brevemente a Marienburg, una città di opportunità e pericoli, ambizioni e tradimenti; un luogo che, come Middenheim, rappresentava un incrocio tra il destino e le scelte personali.

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Ludwig

Che giornata stupenda stava passando. L incontro con la giovane nobildonna aveva di certo portato grandi benefici al gruppo di avventurieri che, in una situazione normale, nonm avrebbe certo potuto godere di tali privilegi durante un evento come quello.

Saluto' Kristen e Dieter con un grande sorriso per poi rimettersi seduto sorseggiando la sua bevanda e godendosi ancora un po di quella bella musica.

Dun tratto, vide il pirata voltarsi con una faccia molto sorpresa per poi alzarsi e salutare una coppia appena entrata, Ludwig rimase impressionato nel vedere un guerriero forse ancora piu' austero ed imponente di Dieter.

Era armato e bardato di tutto punto come se fosse tornato dalla guerra poco prima e fosse pronto a gettarsi di nuovo nella mischia, sulle spalle, portava una pelliccia di una qualche bestia esotica di cui il giovane non riusciva a capire la provenienze.

Sorrise timido ringranziando Sigmar che, una volta tanto, una figura cosi spaventosa era dalla loro parte.

"Salute...sono Ludwig von Shtupp"

disse cercando di darsi un contegno ma sentendosi terribilmente fuori luogo

Descrizione

Spoiler

Ludwig e' ben piazzato ma non imponente, mani grandi e callose ha il fisico di chi ha dovuto lavorare tutta la vita per portare il pane sulla tavola. I lineamenti delicati e i capelli color paglia tagliati in modo grossolano non lo aiutano a nascondere la sua giovane eta. Indossa abiti semplici e pratici coperti da vari pezzi di armatura che hanno visto diverse battaglie e che palesemente non sono stati fatti su misura per lui.

Nonostante cio' sulla schiena ed al fianco porta uno scudo ed una spada lunga di fattura incredibile.

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Modificato da Pentolino
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Djmitri  Karamazov

Djmitri è cresciuto tra le mura cittadine di Altdorf un uomo dalla mente brillante dotato di una curiosità naturale. Figlio di una famiglia di piccoli intellettuali, ha ereditato da loro l'amore per la conoscenza, ma il suo animo irrequieto lo ha trascinato ben oltre le biblioteche. E' un uomo di mondo a suo agio tanto nei circoli di intellettuali quanto nelle peggiori taverne. Il gioco d'azzardo è la  sua dannazione e la sua benedizione. Lo ha portato a vincere grande fortune e anche a perderle  in una sola notte aprendogli le porte di ambienti meno decorosi. Ed è  la frequentazione di questi luoghi che lo ha portato a conoscere molti personaggi interessanti, come ad esempio Jacob.

Jacob lo abbraccia con forza e  lui lo ricambia con un sorriso sornione e una pacca sulle spalle. 

"Ah Jacob, vecchio bastardo. E' bello rivederti! E' passato fin troppo tempo dall'ultima volta"

Djmitri si lascia cadere sulla sedia con la consueta eleganza noncurante, il suo sguardo ancora vivace per l’incontro con Jacob. Con un gesto fluido, indica l’uomo accanto a lui: un cavaliere dall’armatura ben curata, con il simbolo della Pantera sul petto, e uno sguardo fiero che sembra scolpito nella pietra.

"Permettetemi di presentarvi Sir Darievic"

Dopo una breve pausa si rivolge nuovamente al Pirata

"Dimmi Jacob" inizia "cos'è che ti ha portato fino a Middenhein? Non è esattamente la tua solita rotta"

Mentre parla, la sua attenzione è tutta  per il pirata, ma i suoi occhi si  muovono appena, toccando  con discrezione anche gli altri presenti  al tavolo.

"o dovrei chiedere cosa  o chi  ti ha portato qui?"

L'ultima frase una  provocazione amichevole utile ad avviare la conversazione.

 

 

 

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Jacob

Il farabutto sorrise al suo amico e alla presentazione fece un cenno col capo.

Jacob...

Torno sul suo amico

cosa vuoi che mi abbiano portato qui? Soldi, commercio e soldi ... 

Mentre parlava il farabutto dagli occhi verdi prese un mazzo di carte molto colorato e cominciò a mescolarlo e di tanto in tanto osservava le carte che uscivano con un sorriso o con una smorfia

" ... la ruota ... la sorte gira ... interessante ... "

Descrizione

Spoiler

Jacob possiede corporatura media, leggermente più' alto della media, ed e' sulla trentina; carnagione non molto chiara, capelli castani sotto cui spiccano guizzanti occhi verdi che non stanno mai fermi, ma controllano e osservano ogni cosa. Porta una barba corta, poco curata, indice che viene tagliata periodicamente per poi farla ricrescere spontaneamente. Veste con abiti pratici, quasi da esploratore. Mantello con larghe falde con cappuccio marroni, stivali, da uno spunta l'elsa di un coltello, pantaloni verdi e sul torace una sorte di ispessimento, quella che sembra una corazza di cuoio. Porta saltuariamente i guanti e spesso giocherella con una mazzo di carte molto colorato...

 

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Djmitri  Karamazov

Djmitri sorride alzando leggermente un sopracciglio quando Jacob menziona i suoi "soliti motivi" ma  la sua mente  è già a lavoro perché "monete e commercio" sono proprio le parole che voleva sentire. 

Cerca di non mostrarsi troppo interessato, così prima di chiedere ulteriori dettagli, si limita ad inclinare leggermente la testa facendo distrattamente scorrere il dito lungo il bordo del bicchiere. 

"mi auguro che tu non abbia deciso di mettere radici  in questo posto. Un uomo dai tuoi talenti non può rimanere incatenato alla terra ferma."

Lascia che le parole rimangano in sospeso per un istante e poi cambiando tono si rivolge agli altri commensali.

"Parlando di viaggi e incontri curiosi. Prima di mettere piede a Middenheim ho avuto la fortuna di incontrare Sir Darevic in un bosco poco lontano da qui. Un luogo tetro reso ancora più sgradevole dalla presenza di alcune indesiderate compagnie. Una sporca banda  di Uomini Bestia pronte a farci a pezzi"

Il suo sguardo si posa su tutti  quanti cercando di catturare la loro attenzione

"Sir Darevic ha, ovviamente, affrontato la situazione con il coraggio di un vero cavaliere. Io, dal canto  mio, mi sono limitato a supportarlo con qualche trucchetto di magia. Alla fine, il bosco ha ripreso il suo silenzio e noi siamo arrivati a Middenheim in un pezzo solo. Una fortuna, direi, visto che non avevo alcuna intenzione di finire la mia carriera come cena per bestie cornute."

Mentre parla la sua mente continua a tornare a quel mazzo di carte tra le mani di Jacob. Forse, prima della fine della serata, avrà l'occasione di mettersi alla prova.

Attende ancora qualche momento e poi si rivolge nuovamente distrattamente a Jacob.

"Ma dimmi, che tipo di affari si possono concludere qui, in mezzo ai rigidi paladini dell’ordine e ai devoti di Ulric? Middenheim non mi è mai sembrata un porto florido per chi ha il tuo talento nel muovere le monete"

Sotto il tavolo, il mago intreccia le dita, mantenendo un’apparenza rilassata. Se il pirata ha trovato un modo per riempirsi le tasche, forse c'è spazio anche per lui. Dopotutto, le tasse del Collegio non si pagano da sole

 

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DALL-E-2025-03-20-13-17-58-Un-ritratto-stilizzato-di-un-cavaliere-errante-robusto-con-un-armatura-se

Varian Darevic - Cavaliere Pantera

 

Varian fermò i suoi passi appena entrato, lasciando che lo sguardo si adattasse lentamente all’atmosfera della taverna. L'aria era pesante, calda, carica del profumo di birra, di legno consumato e di voci che si sovrapponevano una all’altra in un coro disordinato. La stanchezza gli gravava ancora sulle spalle, eredità inevitabile dello scontro recente con gli uomini-bestia, ma la sua figura rimaneva imponente, severa come le pietre della grande cattedrale di Ulric.

I suoi occhi chiari e attenti scivolarono brevemente sul giovane uomo che si era appena presentato, Ludwig von Shtupp. Varian ne percepiva chiaramente la timidezza, il lieve disagio davanti alla sua presenza, reazione frequente che ormai conosceva fin troppo bene. Con un movimento lento del capo ricambiò il saluto, un gesto misurato ma rispettoso.

«Sir Varian Darevic, Cavaliere dell'Ordine della Pantera», rispose con tono pacato e profondo. La sua voce, bassa ma chiara, sembrò attraversare senza sforzo il brusio confuso della taverna.

Avanzando lentamente verso il tavolo indicato da Djmitri, il cavaliere percepiva ogni sguardo su di sé. Aveva imparato ormai da tempo ad abituarsi a quel misto di rispetto, timore e curiosità che accompagnava sempre il suo ingresso in un luogo pubblico, soprattutto in una città come Middenheim, dove i cavalieri erano visti come custodi severi e implacabili contro le minacce che lambivano costantemente i confini.

Si liberò con gesti precisi del pesante mantello blu scuro, lasciandolo ricadere dietro lo schienale della sedia con una fluidità maturata negli anni. Il medaglione con lo stemma del suo casato e il piccolo simbolo d’argento con inciso il nome di Sigmar tintinnarono lievemente, una nota quasi impercettibile che si perse tra le voci della taverna. Sedendosi, notò gli occhi incuriositi del giovane Ludwig fermarsi brevemente sulla sua spada. "Giuramento del Nord" brillava appena nella penombra, l'incisione visibile anche al debole chiarore delle torce. Un cimelo austero e solenne, lungo quanto bastava per infrangere armature coriacee, un’eredità che da generazioni passava di padre in figlio come promessa e monito.

Osservò il pirata, Jacob, e il suo mazzo di carte colorate, intuendo vagamente il senso di quella scena; in un'altra vita avrebbe forse sorriso alla spavalderia spensierata di quell’uomo. Adesso però era soltanto un'ombra distante, qualcosa da guardare con un certo distacco.

Poi il cavaliere volse appena lo sguardo su Djmitri, il mago d'ombra che lo aveva accompagnato. Lo vedeva rilassato, capace di muoversi in quel contesto con una naturalezza e una disinvoltura quasi inquietanti. Djmitri parlava con Jacob con un tono che Varian riconobbe subito: la lingua melodica e marittima di Marienburg. Varian comprese ogni parola, ogni sfumatura, grazie ai lunghi mesi trascorsi al fianco di cavalieri provenienti da quelle terre lontane.

Marienburg. Era una città strana, diversa in tutto e per tutto da Middenheim o dalle terre fredde del Nord da cui proveniva. Un luogo in cui le regole erano più labili, gli scambi più veloci, il denaro più importante dell'onore. Eppure, per qualche motivo che non avrebbe saputo spiegare, Varian aveva sempre provato un'inspiegabile curiosità verso quella città portuale, i suoi mercanti, le sue navi che promettevano libertà e avventura.

Mentre la conversazione al tavolo riprendeva a fluire, Varian incrociò brevemente gli occhi del giovane Ludwig, che ancora lo osservava con rispetto. Gli rivolse un cenno di rassicurazione, prima di ordinare qualcosa da bere con un tono asciutto e breve, lasciando che i pensieri su Marienburg tornassero lentamente a dissolversi nella sua mente. Ora era a Middenheim, e Middenheim era un luogo fatto di guerra e responsabilità. Le strade della libertà e dell'avventura avrebbero dovuto attendere, almeno per il momento. Concluse quell'elucubrare finendo a guardare l'unica donna seduta al tavolo, che ancora non si era presentata.

Inviato

Bezhaltag 26 Sommerzeit 2512 i.c. - sera [sole - inizio estate]

La locanda era abbastanza affollata e l'imminente inizio del carnevale, previsto per il giorno successivo, rendeva l'aria frizzante

Un menestrello in fondo alla stanza cantava le sue storie; Varian lo riconobbe, in quanto l'aveva visto in passato: era Rallane, il cantastorie del Graf

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Il padrone portò al tavolo le birre, recuperando lo scellino e 5 penny da Jacob, e appoggiò sul tavolo un foglio "Dal vostro parlare sento che siete stranieri. Penso vi interessi!" disse riferendosi alle parole di Wastelandiano pronunciate dai due Marienburghesi "Dopo riportatemelo al bancone"

@all

Spoiler

Foglio
https://1drv.ms/i/s!AlRSc6RBx9u9kMwNv04kw58i49oq-w?e=eT9hlC

Ricordo che per leggere ci vuole la skill Read/write

 

Inviato (modificato)

Mìa

"¡Es increíble! Bravissimo", commentò Mìa, distogliendo infine l'attenzione dalla esibizione di Rallane.

"Perdonatemi", disse poi, alzandosi in piedi e facendo un leggerissimo inchino verso i nuovi arrivati, "non sono più avvezza alla buona arte e mi sono lasciata distrarre.

Il mio nome è Mìa - Mìa Aguilar, per la precisione - e sono una sacerdotessa di Myrmidia, la patrona del mio paese. È un onore conoscervi, signori".

Guardò poi meglio gli sconosciuti, notando come fossero una curiosa coppia di opposti: un cavaliere della Pantera e un praticante di magia. La giovane religiosa sorrise, come spesso le accadeva a fronte delle novità. 

Aspetto 

Spoiler

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Mìa è una giovane estaliana, caratterizzata dagli aspetti più esotici della sua gente, almeno a confronto con i tratti nordici dell'Impero: non molto alta, incarnato scuro, lunghi capelli neri, profondi occhi castani.

Sebbene di una gradevole bellezza naturale, tende a nascondere il suo aspetto con abiti semplici, pratici e poco appariscenti: gli unici elementi che caratterizzano il suo vestiario sono un simbolo sacro della dea, portato al collo con orgoglio, e i paramenti sacri di Myrmidia - la lancia e lo scudo -, declinati però in forme modeste.

Curiosamente, il suo accento estaliano traspare pochissimo, quando parla; anzi, il suo Reikspiel tende a essere persino più corretto e forbito della norma. Ogni tanto, tuttavia, la sacerdotessa tradisce la sua origine, soprattutto se colta da sorpresa o altri sensazioni più forti, che la fanno tornare momentaneamente alla sua lingua madre. 

 

Modificato da Ghal Maraz
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