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Inviato

Ivellios, elfo ranger

Lo scontro era stato abbastanza ostico. Non tanto per i nemici ostici, ma perché non aveva avuto le armi giuste contro il capobranco.

Osservò l'arma di Majida e le proprie. Poi il falcetto del capobranco.

"Devo procurarmi uno di quelli..."

Sussurro a mezza voce. 

Ma non avanzo alcuna pretesa: non ho ucciso io quella bestia, quindi non ho diritti sul bottino.


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Darhum

Secondo me sarebbe il caso che qualcuno di noi usi quel falcetto. Non tanto per l'aiuto che offre nel muoversi furtivamente nel deserto, anche se è sicuramente una cosa degna di nota, ma principalmente perché dovrebbe essere in grado di ferire più facilmente creature sovrannaturali come questa.

Inviato

Jalrai e-Ziin

Sospiro rimettendo via il pugnale. Lo scontro è stato duro, ma ne siamo usciti vincitori. E' un dubbio che condivido. Rispondo a Uwais.

Sul falcetto non avanzo pretese. Ho già la daga e non sono quello più indicato del gruppo ad averlo in questo momento. Darhum ha assolutamente ragione: sarà di fondamentale aiuto quel falcetto.

Inviato

Dopo qualche tempo, il necessario a rimettere a posto i vostri averi e fasciare le ferite, vi rimettete a riposare. Verso l'alba vi rimettete in marcia, questa volta diretti a Bdabh.
Il resto del viaggio non è turbato da alcun incontro, anche se più volte vi pare di aver scorto nel deserto qualche creatura simile agli sciacalli che avete già ucciso. Ma sono lontane e non badano troppo a voi. 

Il villaggio di Bdabh è come lo avete lasciato: desolato, cupo, le vie ombrose come i suoi abitanti. 
Vi dirigete a casa di Aziyatt, con Majida che rabbrividisce nonostante il caldo "Non ero mai stata qui, ma mi pareva di aver capito che fosse un villaggio ricco, per il commercio. Mi sembra di rivedere Stila" 

La giovane padrona di casa vi apre timorosa. Profonde occhiaie le segnano il viso, e quando vi fa entrare vi guarda con attenzione come a cercare i segni di qualche cambiamento. "Non sapevo... non osavo sperare nel vostro ritorno"

DM

Spoiler

Se volete fare un riposo breve per recuperare HP e capacità, ditemelo e vi tiro gli HD. 

 

Inviato

Shihab e'Ravaan

Una volta lo era, probabilmente. Ma ha scelto di non piegarsi a Sar Ubhar, a quanto abbiamo capito. Dico notando la tristezza che sembra assalire Majida, andando quindi verso la casa di Aziyatt. La ragazza non sembra essere in condizioni migliori, ma effettivamente la situazione è tutto meno che risolta. Siamo un po' stanchi dal viaggio, ma nulla che non possa essere risolto da delle notti di sonno. Piuttosto, com'é la situazione a Bdabh? Ci sono state altre visite degli sciacalli? Chiedo alla ragazza, aggiungendo Oh, giusto: lei è Majida, una vecchia conoscenza di Jalrai e Ivellios. Dico, lasciando che sia la donna a parlarle per sé. 

Tutti

Spoiler

Io farei un riposo breve. Shihab spenderebbe 2d8 per curarsi. 

 

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Inviato

Darhum

Sicuramente viaggiare in queste terre non è mai facile, ma siamo riusciti a cavarcela relativamente bene, senza cadere sotto strane influenze dico alla donna guardandola con un pacato sorriso

@Pippomaster92

Spoiler

farei riposo breve, tirando 2d6

 

Inviato

Jalrai e-Ziin

Già, qui tutto bene? Domando anche io dopo aver salutato Aziyatt. Ci sono novità?

Un po' di riposo, in effetti, potrebbe farci bene. Non era stato ferito nello scontro, ma avrebbe tirato il fiato volentieri.

 

 

Inviato

La donna sembra sempre nervosa, e continua a guardare negli angoli come aspettandosi un agguato da un momento all'altro. "No, nessuna... presenza. Non ho visto nulla. Ma è come se fosse sempre qui, sempre vicino. Mi sento osservata" 

Majida fa le dovute presentazioni, poi chiede spiegazioni sulla situazione della fanciulla. Ottenutele da voi, si siede meditabonda per far riposare la gamba "Se il maestro fosse qui potrebbe capire molte cose da quello che è successo. Mi spiace, ma io non sono molto esperta. Anche per me è tutto così nuovo..." 

Comunque la padrona di casa si dimostra ospitale e vi offre sia un pasto che l'alloggio. Sta a voi valutare se restare qui la notte o ripartire subito per la città in rovina. 

DM

Spoiler

Se poi volete passare la notte da Aziyatt, potete direttamente fare un riposo esteso. 

 

Inviato

Ivellios, elfo ranger 

Sono taciturno per tutto il viaggio, e quando arriviamo mi limito a giocherellare con il coltello magico.

L'attacco mi ha preso alla sprovvista, la prossima volta che mi troverò a scontrarmi con una creatura immune al normale acciaio, attaccherò con questo...

Spoiler

Per me va bene fare un riposo lungo.

 

Inviato

Shihab e'Ravaan

La situazione di Aziyatt mi lascia un senso di tristezza: speravo che il funerale riuscisse a portarle un po' di pace. Ascolto il parere di Majida e annuisco per farle segno di non preoccuparsi, decidendo di approfondire la teoria a cui ho pensato durante il viaggio. Aziyatt, per caso sai qualcosa dei tuoi antenati o hai modo di recuperare qualche fonte su di loro? Pensiamo che quello che ti è successo possa essere legato a qualcosa accaduto molti anni fa, ben prima della nascita di tuo padre. 

Tutti

Spoiler

Anch'io ne approfitterei per fare il riposo lungo

 

Inviato

"I... i miei antenati? Io... si, ci sono delle carte nelle stanze di mio padre. E qualcosa so anche io" si umetta nervosamente le labbra "Dopo tutto la mia famiglia è antica e vive in queste terre dalla fondazione del villaggio. Ma perché è importante? Non... non sarà qualche maledizione sul nostro sangue, vero?" 

Comunque pur tremando vi conduce nelle stanze del defunto afandi. Qui c'è molta confusione, ma non segno di un'intrusione quanto piuttosto di una ricerca frenetica, di un affannoso tentativo di trovare qualcosa tra diari, rotoli e persino alcuni vecchi tappeti istoriati. Aziyatt guarda tutto ciò con preoccupazione "Non entravo qui da tempo... non sapevo che mio padre avesse messo tutto all'aria" 

C'è molto materiale da leggere e considerare. Ma a voi il tempo non manca, né l'acume. 
 

La famiglia e-Waun ha fondado Bdadh ormai otto secoli or sono, decennio più decennio meno. A mettere in moto gli eventi fu un mercante della costa di nome Jasand, fratello minore di due mercanti assai ricchi e potenti. Era stato estromesso dagli affari e dall'eredità paterna e così si era dato ad una vita più povera ma più avventurosa. Era giunto fin qui in cerca di una pista che tagliasse il deserto a questa latitudine senza inutili giri e deviazioni, ipotizzando un risparmio di tempo di un mese nei viaggi delle carovane. Qui però incontrò la fiera opposizione di diverse tribù wasi e per qualche tempo ci furono violenza e persino qualche morto. Ma Jasand cercò di trovare un modo per coinvolgere i wasi e non tentò di estrometterli o cacciarli, e alla fine la sua buona fede venne capita e premiata. Una capoclan locale finì poi per diventare sua moglie, e il villaggio di Bdadh nacque attorno al loro accampamento: già dai primi tempi gli abitanti erano tanto samudhi quanto wasi. 

Qualche decennio dopo alcuni abitanti trovarono le rovine di una strana città, nel nord. Ci sono poche informazioni su quello che videro, ma tornarono in pochi parlando di una visione spettrale e ammaliante. Zarezz è descritta come una città "appena abbandonata, eternamente vuota, forse irreale". 

Cira cinquecento anni fa giunsero qui degli stranieri dalla pelle chiara, settentrionali coperti da pesanti armature e a cavallo di destrieri inadatti al clima. Erano arroganti ma non fecero del male agli abitanti di Bdadh; anzi li pagarono perché li aiutassero a costruire una specie di monastero. Non si sa di preciso cosa cercassero qui, ma una volta costruito l'edificio vi si rinchiusero uscendo solo di rado. Un numero indefinito di decenni dopo questo eventi gli stranieri si volatilizzarono. 

Non molto dopo cominciarono strani eventi: tribù wasi mai sentite prima cominciarono a predare le strade e persino il villaggio. Altri due villaggi (Gasshi e Alwhad, la cui fondazione non è chiara in questi appunti) ebbero problemi di sparizioni, luci notturne, incendi improvvisi. Bdadh subì forse la parte peggiore di questa ondata di follia, ma poi tutto si acquietò con l'arrivo di alcuni monaci fedeli a Kassia, che con preghiere ed esorcismi scacciarono il male. 

Da allora ci sono stati solo pochissimi eventi degni di nota e il padre di Aziyatt ne ha trascritto solo alcuni, quelli degli ultimi cinque o sei anni: stranieri che sono arrivati qui e si sono persi nel deserto, una stella nuova apparsa e poi scomparsa nel cielo, una tribù wasi che venera gli avvoltoi giunta qui da chissà dove...

Ci sono pochi altri indizi sparsi ma Ivellios trova uno scomparto nascosto dietro una scaffalatura, e Darhum ne traduce rapidamente il contenuto. I documenti sono vecchissimi e scritti in un samudhi antico. Chiaramente lo stesso padrone di casa non sapeva di questi fogli.

Sono tutti opera di un suo antenato e risalgono al periodo dei disordini di mezzo millennio fa. Parlano di una spedizione a Zarezz, di alcune "prove" della "viltà del suo sangue" e del fatto che "la luce non distinguerà però i giusti dai colpevoli" e che "quella che un tempo era giusta vendetta, diventa ora mera follia". 
Racconta di un uomo degli dei che ha "sigillato il male sotto il terreno" e di una necessità di "spezzare la linea di sangue". Gli ultimi fogli però sono scritti dalla stessa mano e sono gonfi di disperazione: l'uomo si denuncia come traditore, pavido e ignavo per non aver avuto il coraggio di alzare la mano sul proprio figlio. Chiede agli dei di dare questa responsabilità a qualcun altro dei suoi discendenti, o ancora meglio di estinguere la sua eredità per caso e incidente, senza sofferenza o crudeltà.

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Ivellios, elfo ranger 

Trovare quell'ultima pergamena è facile.

Capire cosa intenda dire, un po' meno...

"Sigillare il male sotto il terreno... che sia sotto all'insediamento che abbiamo trovato? Stanno scavando per riportare alla luce quel male?"

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Uwais

Probabile dico  a Ivelios anche le cronache iniziali sembrano rimandare a quello. Le luci e il fuoco lascio però a chi è più delicato di me parlare dell'ultima nota

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