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TdG - La maledizione di Sar Ubhar


Pippomaster92

Messaggio consigliato


Ivellios, elfo ranger 

Alle volte, una freccia piantata in un occhio risolve ogni problema.

Alle volte no.

Questa volta però avrei voluto piantare una freccia in un occhio di quell'incensiere.

Vediamo se l'approccio diplomatico ha dato i suoi frutti.

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  • Supermoderatore

Darhum

Ho vissuto una strana esperienza, quasi come se stessi parlando con uno spirito lontano nel tempo che mi ha fornito un vaticinio. Da vicino quella figura era un uomo giovane dalla pelle chiara appena abbronzata dal sole, con gli occhi dorati che splendono come stelle. Aveva un sorriso incantevole, denti chiari e dritti e un volto franco. Si è presentato come il na'ib, l'araldo e alfiere di Sar Ubhar.

Rimanendo sul vago mi sono essenzialmente fatto confermare che Sar Ubhar non è ancora davvero tornato a pieno in questo mondo ma che la sua venuta è vicina. Questo muro di fiamme è uno dei segni del suo ritorno, ma deve ancora tremare la terra e poi il suo antico palazzo dovrà levarsi in cielo. Se uno vuole sottomettersi a lui ora verrà ricompensato e lo può fare andando a "piegare il capo" alla grande piramide e questa lanterna dovrebbe indicarci la strada verso quel luogo.

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Shihab e'Ravaan

L'esperienza di Darhum mi preoccupa: il fatto che Sar Ubhar non sia ancora tornato è ottimo per la nostra missione, ma queste offerte non mi mettono a mio agio. Soprattutto dopo lo "spettacolo" di poco fa. Possiamo "rendere omaggio" e dare un'occhiata intorno, ma riusciremo a tornare indietro? Ha detto qualcosa su cosa accadrà in caso di rifiuto? 

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Ivellios, elfo ranger 

Sospiro sconsolato. Non sembrerebbe una buona idea seguire una lanterna magica intantibile per andare a giurare fedeltà all'essere che dovremmo fermare, ma quando la vita ti dà dei limoni, prendi una frombola e usali come proiettili.

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Funestati da presentimenti nefasti vi rimettete in marcia. Il viaggio non è certo breve, e vi dovete accampare ancora una notte. La lanterna resta vicina a voi spandendo una luce tenue ma indefessa. Forse per la sua presenza, o forse per caso, niente e nessuno vi aggredisce nella notte.

Il mattino dopo incontrate per la prima volta degli esseri viventi, nei pressi di quella che sembra una specie di piccola tendopoli. Non ha l'ordine di un accampamento nomade, ma la struttura informe di un luogo creatosi per caso, dalla somma di tanti gruppi. 

Sorge ai lati della strada che state attraversando, e ai piedi di una sorta di collinetta che pare la vostra destinazione. La collina stessa, una volta vicini, risulta essere un edificio monumentale ancora in parte sepolto da terra arida e sabbia. Le persone che si trovano qui paiono intente a completare lo scavo.
Sono wasi, per lo più, non diversi da quelli già incontrati al primo villaggio. Indossano piume di avvoltoio, anelli appuntiti e portano alla cintura lame adunche. La loro pelle, pur abbronzata dal sole, è pallida: molti wasi hanno questa caratteristica peculiare, assieme ai capelli chiari e alla dicromia. Quasi due wasi su tre hanno gli occhi diversi... dopo tutto è da qui che deriva la parola malocchio, si dice. 

Non sono solo wasi. Ci sono anche diversi samudhi vestiti da viaggiatori o mercanti. E persino degli heesl dalla pelle scurissima e le esotiche armi di legno nero. Nel gruppo vedete anche dei tean scottati dal sole. In totale ci saranno un centinaio o più di persone. 
Assieme ad esse grossi sciacalli dal pelo dorato, avvoltoi che volano in circolo sopra l'accampamento, e cammelli e cavalli dall'aria patita. 

Il vostro arrivo non passa inosservato, però nessuno sembra interessato particolarmente a voi. 

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Shihab e'Ravaan

Il cammino per la nostra meta è ancora lungo, ma non veniamo attaccati da strane creature e non assistiamo ad altri spettacoli inquietanti. Ma quello che ci attende all'arrivo è probabilmente anche peggio: davanti alla collinetta troviamo un esercito, composto da uomini e donne come noiNon ero venuto per questo... Dovevo affrontare un mostro, non un mare di uomini! Mi guardo intorno a disagio e noto gli sciacalli, che mi portano alla mente le parole di Aziyatt. Allora... Cosa dobbiamo fare per rendergli onore? Dico alla lanterna, non vedendo l'ora di andarmene da qui. Dobbiamo avvisare mia madre. È molto peggio di quanto credessero. 

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  • Supermoderatore

Darhum

Lo spirito mi ha detto che per rendere onore a Sar Ubhar dovevamo andare alla grande piramide e "piegare il capo". Intanto potremmo andare a parlare con questi wasi e capire chi ha organizzato questa escavazione e perché, come sta procedendo.

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