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Mondo Oscuro

Mondo Oscuro - La Resistenza


simo.bob

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"Bravo ragazzo, preciso e affidabile" Jebeddo consegna la moneta pattuita al ragazzo e mentre lo osserva allontanarsi felice saluta gli amici. Li ragguaglia brevemente sulle sue scoperte e chiede cosa hanno scoperto.

Keidros si mostra molto interessato al contenuto della nave. Se c'è una creatura degli abissi Hatreyus gli impone di fermarla, e magari i Thayan hanno lasciato qualche tesoro incustodito.

Jebeddo chiede ad Eldon cosa ne pensi della situazione (a volte la sua saggezza è la miglior guida per il gruppo) mentre tornano ai Calabroni ; magari qualcuno li ha cercati.

 

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Eldon è molto interessato alla situazione in città. "Se qualcosa di pericoloso si nasconde nella nave potremmo proporci di esplorarla. Ci conoscono, abbiamo già reso servizio alla città, potrebbe essere un buon modo per scoprire qualcosa di nuovo. Da quanto ho sentito potrebbe addirittura esserci un ferus là sotto! Ricordate, c'è un fitto mercato nero delle parti di quelle creature. Magari ne hanno imbarcato uno pensando di essere al sicuro e invece qualcosa poi è andato storto durante l'attracco. Andiamo dal Kej-hab, scopriamo cosa c'è là sotto." 

Intanto il gruppo arriva alla taverna. Una cameriera li accoglie con un messaggio. Proprio il Kej-hab li ha cercati e richiede la loro presenza al palazzo dello Sceptanar. 

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Jebeddo è molto soddisfatto, sperava di arrivare a quel punto. I Thayan sono alloggiati dallo Sceptanar e c'è una remota possibilità di incontrare Michares.

Keidros si strofina le mani: lui vuole uccidere il Ferus (si è convinto che ci sia, e come spesso capita diventa una fissa per lui) e "fare la grana" come spesso gli si sente dire quando parla di guadagnare. Jebeddo pensa che sia un modo di dire del suo villaggio, e si ripropone di chiederglielo.

Jebeddo ringrazia per l'informazione allungando una moneta e i tre si avviano speditamente verso il palazzo dello Sceptanar 

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Inviato (modificato)

Il palazzo dello sceptanar è magnifico: marmi, vetri colorati, metalli scintillanti e piante rigogliose lo rendono uno spettacolo architettonico. Attualmente è pesantemente presidiato da diversi drappelli di guardie che tengono lontani i molti curiosi che gironzolano in cerca di novità sugli ospiti thayan. 
I tre si presentano e vengono fatti passare, scortati da un piccolo drappello di guardie. Vengono introdotti un una sala laterale in cui il kej-hab sta discutendo con altri ufficiali della guardia e un personaggio familiare, già incontrato dai tre durante la loro permanenza in Thay, Edwin che subito li riconosce.

"Questa è sicuramente una sorpresa inaspettata. Bentrovati."

Il kej-hab, stupito, guarda Jebbeddo in cerca di risposte e poi si rivolge ai presenti. "Signori mi sono preso la libertà di contattare i nostri Amachaq. Hanno già dimostrato di essere più che degni della nostra fiducia. Vorrei coinvolgerli nelle operazioni che stiamo discutendo. E vedo che anche il nostro ospite li conosce. Spero possa confermare la mia buona impressione di loro."

Edwin prosegue: "Sicuramente, capitano. Ho collaborato con loro in Thay per alcune indagini. Mi sono fidato e con ragione del loro operato. Sicuramente possono essere le persone giuste per questo intervento. E sarei felice di accompagnarli, se me ne date licenza. La nave resta territorio thayan, è giusto ci sia anche un nostro rappresentante e mi offro come volontario." 

il kej-hab pensa a come procedere e si consulta qualche istante con alcuni ufficiali, poi si rivolge ai tre. 
"Bene, sentiamo se i nostri amici sono disponibili. Abbiamo un problema con il natante appena giunto in porto con una delegazione di thayan. Un...folle... ha avuto la pessima idea di tentare di portare qui un Ferus, una delle temibili creature che escono dai cerchi di vuoto. A sua detta voleva smuoverci, voleva dimostrare la loro pericolosità in modo da convincere lo Sceptanar a mandare aiuti a nord. Tutto quello che ha ottenuto è stata la morte di due dignitari thayan, tre agenti doganali e quattro delle nostre guardie. Edwin è riuscito a bloccare il boccaporto con un glifo, ma la creatura è libera sottocoperta. L'imbarcazione è ancora carica di beni, vorremmo evitare di affondarla. E' necessario dunque che qualcuno entri ed elimini il problema. Potete occuparvene? Ovviamente sareste degnamente ricompensati."

Modificato da simo.bob
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Jebeddo ascolta in silenzio e saluta cordialmente, accompagnando con un lieve inchino "Signori ufficiali..messer Odesseiron, lieto di vederla nonostante il periodo turbolento per il Thay. Speravo facesse parte della delegazione, ma ai moli non sapevano della presenza di una persona del suo rango." Dopo aver osservato per un istante l'espressione di Keidros, incupita all'improvviso dopo l'aver scoperto che il mago li accompagnerà (e quindi implicitamente tutelerà la sicurezza del carico) , lo gnomo prosegue cercando forse inconsciamente di dimostrare il proprio acume al mago, come se tra i due ci fosse una sorta di competizione di intelligenza 

"Siamo stati al molo e intuendo le implicazioni della vicenda dalla voce del popolo siamo accorsi prima possibile per dare il nostro supporto. Tra l'altro, abbiamo avuto già occasione di affrontare un paio di queste creature, come messer Odesseiron può confermare, e perciò supponiamo di poter essere adatti alla missione. Siamo a disposizione della difesa della città "

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"Benissimo, allora organizziamo subito la spedizione." dice il kej-hab. "La nave sarà stata già allontanata dal porto ormai. Appronteremo un piccolo natante per voi, messer Edwin e due guardie scelte che vi accompagneranno in questa impresa. Possiamo partire subito o avete bisogno di prepararvi?" 
Detto questo inizia a dare ordini e consegne in modo che venga preparato il tutto. 

Edwin intanto si avvicina ai tre con un sorriso: "E così le nostre strade si incrociano nuovamente e inaspettatamente. Cosa vi porta qui?" 

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Jebeddo annuisce alle parole del Kej-hab, e poi alza lo sguardo al cielo quando sente la voce di Keidros "Io prima una pagnotta me la mangerei..."

Jebeddo non si cura della reazione all'affermazione del tiefling e si intrattiene col mago "Evidentemente Savras aveva previsto un nostro nuovo incontro, in questo periodo travagliato. Il Chessenta è stata la nostra meta da subito, stiamo seguendo una traccia dal Thay per studiare il problema delle creature e dei culti che si celano dietro i cerchi di vuoto. Necessitiamo di studiare il nemico  , e qui potremmo avere libertà di manovra.." esordisce, facendo un velato riferimento alla poca condivisione di informazioni da parte di Edwin, ma non rinuncia a mostrare la sua preoccupazione per il Thay "..ma noi siamo solo pedine nel disegno di Ao. È di sicuro più importante e preoccupante la situazione nel Thay, se le voci sono veritiere."

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Inviato (modificato)

Mentre il gruppo si dirige fuori dal palazzo con tutta una coda di guardie, curiosi e funzionari, Edwin racconta cos'è successo nel suo paese.

"Da quando siete andati via la situazione è precipitata. Eltabbar è caduta a causa di un attacco in forze del nemico. Migliaia di Ferus e Volucer, un fiume in piena scaturiva dal Cerchio di Vuoto. Il loro numero era sovverchiante, non abbiamo mai sentito di nulla di simile. Poi sono arrivati i loro alfieri, i Malleus. Alcuni parlano di decine di Malleus, un numero inimmaginabile fino a poco tempo fa. Le difese stavano reggendo, la Resistenza aveva subito pesanti perdite ma non arretrava grazie alla loro preparazione e alla strategia difensiva. Ma poi un nuovo tipo di creatura è uscito dal Cerchio, decretando la nostra sconfitta. Li hanno chiamati Eversor. Sono enormi e potentissimi, usano la forza bruta per schiacciare tutto ciò che incontrano e non sembrano accusare alcun tipo di attacco. Impotenti, i difensori sono stati messi in rotta. La città è persa." 
Edwin si ferma un attimo, sinceramente colpito dal racconto. 

"Abbiamo cercato di riorganizzare le difese. I mostri di giorno non si muovono e stanno nascosti, ma la notte sciamano sulle terre del Thay. Sembra non apprezzino il mare, da cui stanno ben lontani. La Resistenza ha quindi creato un cordone di sicurezza tra Nethetir e Surthay a nord, sperando di contenere l'avanzata del nemico. Ma a nord la situazione sembra essere critica. 

Poi c'è stato il terremoto. Non sappiamo cosa possa averlo provocato ma alcuni maghi rossi temono sia stato aperto un nuovo Cerchio di Vuoto, questa volta in una zona isolata per cui non abbiamo ancora avuto notizie a riguardo. Sarà un altro punto da chiarire, in futuro. 

Tornando a noi, sarei molto interessato alle vostre ricerche. Potremmo mettere a fattor comune molte cose e aiutarci ancora una volta a vicenda. Ne parleremo una volta risolto questo contrattempo sulla nave."

Tra le chiacchiere il gruppo raggiunge il molo. La grande folla si è dispersa una volta che la nave thayan ha preso il largo. Alcune guardie presidiano una barca da pesca. Il kej-hab informa che quello sarà il mezzo con cui raggiungeranno l'imbarcazione. Scialuppe con arcieri e maghi circonderanno la nave per evitare che la creatura fugga, anche a costo di distruggere la nave. 

Modificato da simo.bob
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Jebeddo ascolta attentamente le parole di Edwin ed è molto preoccupato, spera che le città del Chessenta accordino qualche tipo di aiuto al Thay.

Al contempo è restio a condividere le sue informazioni con Edwin, che non gli ha permesso di approfondire lo studio sul Sepolto recuperato dalle montagne dell'alba e glissa l'argomento, ben lieto di essere arrivati a destinazione.

Keidros, che nel frattempo si è fermato a comprare un panino farcito tipico della città in una bancarella, è sazio e bendisposto

"Andiamo, prima che venga buio!! Hatreyus non tollera che le creature dell'abisso sopravvivano "

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La spedizione viene approntata in poco tempo. I sei volontari salgono sul natante insieme a due marinai, mentre quattro piccole lance li scortano con a bordo arcieri e incantatori. 

Dopo saluti e "in bocca al lupo" di rito, il viaggio per uscire dal porto è agevole. Edwin spiega in breve com'è costituita la nave thayan.

"Ci sono tre ponti coperti. Il primo con la sala comune, le camere degli ufficiali o degli ospiti a poppa e a prua, il secondo con mensa, letti, parte della cambusa e armeria, infine l'ultimo, la stiva. Il ferus è stato visto libero, quindi potrebbe essere ovunque. E là sotto è dannatamente buio, quindi sarà come combatterlo in piena notte. Lascerei i soldati a guardia del boccaporto principale. Se qualcosa andasse storto potrebbero rapidamente dare l'allarme, cosa ne dite?" 

L'imbarcazione intanto arriva in vista dell'elegante trialberi thayan da cui pendono diverse catene che lo ancorano al fondo. La scorta si ferma a distanza di tiro mentre il gruppetto continua ad avanzare, diretti ad una rete lasciata penzolare dal fianco della nave per le operazioni di imbarco. 

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Jebeddo non si fa problemi ad accettare il piano del mago, magari soddisfacendo il suo istinto a comandare poi si potrebbe rivelare più accomodante.

"Io e Keidros siamo predisposti per natura alla visione al buio, ma a Eldon e voi converrà creare della luce, e dato che il Ferus potrebbe patirla, se aveste incantesimi radiosi sarebbe un vantaggio non da poco" aggiunge, sapendo di dire l'ovvio ma non volendo privarsi di uno sfoggio di informazione davanti alle guardie.

Keidros dal canto suo ha evocato il potere di Hatreyus per proteggersi magicamente ed evocare il suo stocco.

"Piano approvato, mago. Sono pronto. Eldon?"

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Eldon pensa di essere utile sfruttando un trucchetto di evocazione imparato durante gli studi con una setta di chierici di Kelemvor. Edwin continua. "Alla luce ci penso io. Ho avuto la sfortuna di dover combattere quelle creature con la Resistenza e ho imparato molte cose. Come hai ben intuito, queste creature sono vulnerabili ai danni radianti e i loro attacchi diventano più deboli alla luce del sole. Sono riuscito a recuperare una Verga Solare, un oggetto studiato appositamente per contrastare questi mostri durante le spedizioni nei Cerchi di Vuoto. Per noi sarà come avere una torcia ma per il Ferus sarà come guardare direttamente il sole. Ha ancora poche cariche, ma credo che questo sia un utilizzo più che necessario."

Il gruppo si arrampica sulla nave e la loro piccola imbarcazione subito di allontana. Le due guardie sono risolute ma visibilmente preoccupate, mentre Edwin sorride sornione come al suo solito e si avvicina al boccaporto. Con un paio di gesti e parole magiche dissolve il glifo di interdizione. "Siamo pronti?"

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Il primo ponte coperto è abbastanza illuminato, complici le grandi aperture laterali per le scialuppe che vengono calate da questo livello per facilitare le operazioni di carico. I due soldati si posizionano ai lati della scala, in guardia come suggerito.
Sotto coperta i rumori del porto e lo sciabordio dell'acqua sono molto attenuati, l'odore di legno e salsedine molto forte. La sala comune è devastata, tavoli e sedie rovesciati e distrutti, graffi e colpi sulle pareti, cassapanche divelte. Le due porte a poppa e a prua sono divelte e la botola che porta al secondo ponte coperto è spalancata, ma intatta. Del ferus nessuna traccia.

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Jebeddo osserva il ponte coperto e cerca di ragionare velocemente. Chiede ad Edwin se sa quali siano le misure della bestia e se è verosimile che possa passare attraverso la botola senza rompere nulla.

Propone di chiudere la botola e mettere in sicurezza il piano, controllando a prua e poppa.

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Edwin purtroppo non ha visto la bestia personalmente e, alla domanda di Jebbeddo, si dispiace di non aver chiesto maggiori informazioni al thayan responsabile del disastro. "Una mancanza da parte di tutti noi."  ci tiene a sottolineare. 
Detto questo sembra apprezzare l'idea dello gnomo di chiudere la botola e controllare il ponte. Si premura di consigliare a Keidros una gamba di un tavolo di legno distrutto per bloccare saldamente l'apertura. 

"A prua c'è la mia stanza. Non c'era nulla di interessante quando siamo scesi, io e i miei compagni di viaggio abbiamo portato via tutti i nostri beni. A poppa forse c'è ancora qualche bagaglio, comincerei da lì."

Arrivati alla porta, la scena è abbastanza raccapricciante. Due corpi maciullati sono sparpagliati per la stanza devastata. Dai rottami di armatura sembrano essere due guardie. Armadi, letti, tavoli. Tutto è stato distrutto dalla furia del Ferus, ma di lui nessuna traccia. 

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Jebeddo si sofferma per cercare di capire dalla misura di morsi e zampe qualcosa sulla misura del Ferus mentre Keidros ,dopo aver cercato cose di valore, inizia a spazientirsi. Lo gnomo propone di esaminare la prua, prima di decidere se scendere attraverso la botola.

"Una volta esaminato questo livello, potremmo valutare se c'è un modo per attirarlo ai piani superiori, senza dovergli finire noi in bocca. Messer Odesseiron, sa mica se esiste un metodo per stanarlo?" chiede mentre si avvicinano alla stanza a prua

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Il gruppetto lascia in fretta la stanza senza trovare nulla di più. Jebbeddo capisce che il mostro non può essere di taglia più grande di quella di un umanoide e trova, in un colpo di fortuna durante le sue speculazioni, un frammento chitinoso bluastro incastrato nel legno. Sembra essere la punta di una chela o la scheggia di un esoscheletro, forse indizio della forma insettoide del ferus. Si sa che possono assumere infinite forme, dai pelosi mostri simili ad orsi degeneri a molli artropodi tentacolari e chitinosi insetti aberranti. 

Edwin sembra apprezzare l'idea di Jebbeddo: "Non abbiamo mai avuto bisogno di attirarli, a dire la verità. A Eltabbar semplicemente aspettavano il calar della notte per poi sciamare fuori dal Cerchio di Vuoto. Potremmo fare qualcosa per ingannarlo, forse, e fargli credere che è calata l'oscurità." 

Intanto esplorano la stanza di prua. Qui la situazione è meno grave: mobili e sedie sono spostati o ribaltati, come se qualcosa fosse passato senza troppo garbo, ma la furia che ha devastato le altre stanze non ha colpito questo luogo. Edwin chiede di recuperare i beni sparpagliati e di metterli in un sacco da lasciare alle guardie. Insieme recuperano borse, zaini e bauletti, i beni dei dignitari ospiti della nave, e li raccolgono all'ingresso. Keidros, frugando in disparte in un momento in cui Edwin discute con Eldon su cosa usare come sacco, trova sollevando un tappeto un anello in un metallo azzurrognolo con incastonata una pietra rossa a foggia di goccia. 

Per il resto il ponte è sicuro e non c'è altro di interessante. 

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Keidros cerca di approfittare del momento per nascondere l'anello, mentre Jebeddo prosegue la discussione con Edwin "purtroppo non siamo attrezzati per creare un' oscurità magica, e siamo ancora distanti dal tramonto..oscurare i boccaporti della murata ci porterebbe via troppo tempo. Temo che dovremo scendere, se non possiamo aspettare tramonto..credo che il Ferus abbia una forma insettoide, potrebbe anche essere in attesa sul soffitto, teniamo gli occhi aperti."

Non aspettandosi proposte che impediscano al gruppo di scendere, si avvicina alla botola per aprirla

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Il gruppo di avvicina alla botola, mentre le guardie si occupano di radunare li vicino i beni dei dignitari da riportare subito a terra. 

Il secondo ponte è immerso nell'oscurità e nel silenzio. Il gruppo inizia a scendere le scale, mentre Edwin estrae una verga in metallo chiaro, liscia e rastremata verso la punta, che con un crepitio si accende, illuminando a giorno tutto intorno a loro con una luce chiara e limpida proprio come quella solare, anche se meno intensa.

Una volta giù Edwin si rivolge verso le guardie. "Chiudete e sbarrate il passaggio, aprite solo quando noi quattro saremo di ritorno. Non aprite a nessuno in fuga." Detto ciò si volta a guardare la reazione degli altri tre, per verificare che non ci siano obiezioni. Come al suo solito Edwin non è a capo della spedizione ma gli risulta facile comportarsi da tale. 

La botola si chiude, escludendo la fioca luce dal ponte superiore. Un rumore di merce smossa e scricchiolio metallico arriva dalla nave, ma nessuno riesce a capirne la provenienza esatta. La stanza in cui si trovano è il dormitorio dei marinai. Qui ci sono le cuccette e i letti, le amache e qualche mobile ribaltati, come se qualcuno avesse furiosamente cercato qualcosa nella stanza. Due corpi senza vita giacciono a terra, parzialmente smembrati. Dai vestiti sembrano essere agenti doganali. 

"A poppa un piccolo magazzino e quella che potremmo definire una cella, per eventuali problemi durante la navigazione. A prua altre sale comuni e la cambusa." dice Edwin. E proprio quando termina il suo discorso uno scricchiolio di legna e un debole rumore simile ad un lamento giungono da poppa, la cui porta è accostata e con i soliti evidenti segni di artigli.  

 

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