Ian Morgenvelt Inviata 17 Dicembre 2023 Segnala Inviata 17 Dicembre 2023 Storia del Mondo La storia della Terra Cava è persa nel passato, quando gli dei resero l'interno del mondo abitabile per i mortali. Non ci sono testimonianze dell'epoca e anche i miti sono pochi e frammentati, come se il destino della superficie del mondo fosse stato cancellato dagli annali del tempo. Gli dei crearono il nuovo sole, che donò luce e calore alle terre fluttuanti, e crearono due lune, per garantire il riposo della notte agli uomini. E da quel momento iniziò la vera e propria storia della Terra Cava. La distruzione di Panisos All'inizio dei tempi c'era solo una grande isola, Panisos. Li i Primi Dei vivevano nella loro cittadella dorata guidando (alcuni dicono dominando) gli uomini. Poi vennero gli eroi, esseri metà umani, metà divini che donarono la magia e la tecnologia agli umani. Non ci volle molto affinchè gli dei si sentissero minacciati dagli umani. Erano molti, molti di più degli dei e sebbene più fragili e deboli sembravano avere una naturale inclinazione all'uso della magia e della tecnologia. Alcuni dei dissero che era giunto il momento di distruggere gli umani, altri che invece andavano guidati e assecondanti almeno in parte. E così ci fù la scissione o la grande distruzione. La guerra che ne seguì non durò a lungo, ma le sue conseguenze hanno lasciato segni ancora oggi: Panisos venne distrutta e dalle sue rovine nacquero le attuali isole. Gli antichi dei lasciarono il posto ai Nuovi dei e agli eroi che guidarono ad una nuova era di prosperità. L’omicidio dell’oracolo di Dhelin, La Morte Rossa ed il Gran Rifiuto. Esattamente un anno prima della caduta dell’Impero di Kydonia, quindi sessantun’anni fa, venne violentata ed uccisa una prescelta di Apollo nei territori dell’Impero di Kydonia. Nonostante le ricerche e le indagini, nessuno venne trovato colpevole. Per un mese il giorno iniziò più tardi e terminò prima, finchè delle nuvole cariche di pioggia lo coprirono e diluviò su tutte le isole. Fu così la Morte Rossa giunse, la più grande pestilenza a memoria d’uomo, capace anche di infettare il bestiame. Si levarono preghiere e libagioni, sacrifici ed ecatombi al sommo Apollo ma lui rimase stoico, lasciando imperversare la pestilenza per sei lunghi mesi, portando ad un punto di rottura l’Impero di Kydonia: famosa la frase dell’Ultima Imperatrice “se non hanno il pane, dategli delle brioches!”. Alla fine a “risolvere” la situazione fu Thanatos, il dio della morte: si rifiutò di mietere coloro che fossero morti per la Morte Rossa e chiese a suo fratello Hypnos di addormentare semplicemente i malati. Furente, Apollo promise la distruzione di tutto ciò che il dio “minore” avesse e fu in quel momento che Thanatos, per la prima volta, si tolse la benda dagli occhi da quando aveva scortato gli Antichi Dei nel Tartaro e fissò Apollo per un lungo istante. Il Gran Rifiuto di Thanatos fece terminare l’ordalia della Morte Rossa ed Apollo ancora oggi si racconta non si faccia vedere quando Thanatos, in rarissime occasioni, si fa vedere durante i raduni degli olimpici… "La Conferenza di Polìsnos" o "L'incidente di Polìsnos" Sessanta anni fa, come tutti ben sanno, scoppiò la Rivoluzione Kydoniana che portò alla caduta del vecchio impero Kydoniano e alla nascita della Repubblica di Kydonia. Immediatamente dopo la caduta dell'imperatore e la salita al potere dei militari, i rappresentanti delle più grandi potenze della terra cava si radunarono, su richiesta del Figlio di Giove dell'ancora esistente Gran Impero di Issarius, nell'idilliaca isoletta di Polìsnos, allora ancora parte dell'Impero meridionale di Trabia, per discutere dell'allarmante faccenda. Alla conferenza era presente l'Anziana di Liboria, l'Imperatore di Trabia, il Figlio di Giove del Gran Impero di Issarius, un enigmatico oracolo del Necrarcato che avrebbe fatto le veci di Re Aster e l'Oran, la cui presenza era vista come controversa data la debolezza dell'Oranato, ma che era riuscito a guadagnarsi un posto grazie allo stretto legame con la potenza ospitante. Quelle che erano tra le persone più influenti della terra cava si erano quindi radunate per decidere il destino della neonata repubblica: il Figlio di Giove riteneva che fosse necessario, se non addirittura ovvio, occupare il paese finché era ancora debole per salvare la famiglia imperiale e rimetterla al potere, poiché temeva già che l'impero di Issarius avrebbe potuto fare una fine simile e voleva evitare che si creassero precedenti di questa portata, raccogliendo il consenso dell'imperatore di Trebia per simili ragioni. Al contrario, l'Oranato e Liboria avevano fiducia nella rivoluzione ed erano più favorevoli a una benevolente neutralità. La Necrarca sembrava solo divertita da tutte quelle chiacchiere, ma non prese mai seriamente parte alla discussione, come se sapesse già in anticipo che tutte quelle chiacchere sul destino di Kydonia, di lì a poco, avrebbero perso di importanza... Tuttavia, la Repubblica di Kydonia non era stata invitata alla stessa conferenza di cui era protagonista, con grande disappunto dei cinque Generali Supremi. Infatti, la Conferenza non era segreta in alcun modo: le grandi potenze erano troppo sicure del fatto che la Repubblica fosse troppo indebolita dalla guerra civile e dalla rivoluzione per difendere il proprio paese dall'imminente invasione, figuriamoci pretendere un seggio nella Conferenza delle più grandi potenze del mondo, le quali ora la vedevano come un paese poco più importante della Diarchia Trusus. Si sbagliavano. In una mossa determinata, irruente e dinamica, la Repubblica mostrò il suo vero volto con una rapida dimostrazione di forza. In meno di 72 ore, la Repubblica era riuscita a mettere insieme un importante corpo di spedizione per entrare a gamba tesa nello spazio aereo dell'Impero di Trebia, raggiungere l'isola di Polìsnos e sbaragliare da sola il gran numero di militari delle diverse potenze presenti, occupandola facilmente. I militari erano paralizzati da un attacco così rapido e folle, e il fatto che i vari contingenti delle diverse nazioni non seppero stabilire una tattica unitaria facilitò di molto il lavoro dei Kydoniani, i quali ne catturarono la stragrande maggioranza senza che ci fosse bisogno di eccessivi spargimenti di sangue. Tutto ciò avveniva mentre i capi di stato e le delegazioni al loro seguito erano impegnati in un'importante cena di gala, cena che venne interrotta proprio dall'entrata della Generalessa Suprema Amalthea Achillos, seguita da una misteriosa guardia del corpo, la quale comunicò felicemente che da allora la sicurezza dell'evento sarebbe stata assicurata dalla presenza dei militari Kydoniani e che tutti i presenti erano diventati loro ospiti, nella bellissima isola Kydoniana di Polìsnos. All'interno di quella sala volarono numerose minacce e promesse di guerra totale, anche se nei fatti i signori del mondo erano divenuti ostaggio della Repubblica che tanto sottovalutavano, mentre i loro grandissimi e antiquati eserciti in patria non sapevano nemmeno cosa fosse successo nel giro di così poco tempo. La conferenza continuò come previsto e senza che alcun capello fosse torto ai prigionieri o che si ripetessero ulteriori conquiste (il contingente non era comunque sufficientemente numeroso per spingersi oltre), anche se la presenza di Kydonia fu chiaramente di disturbo nonostante permise di concludere la conferenza con la firma di un trattato che prevedeva che tutte le potenze presenti avrebbero riconosciuto l'indipendenza della nuova Repubblica di Kydonia e la vergognosa inadeguatezza che rappresentava l'impero Kydoniano. Probabilmente quel trattato sarebbe diventato carta straccia una volta che la conferenza sarebbe finita, se non fosse che la guardia del corpo di Amalthea rivelò di essere il dio Marte, il quale aveva deciso di premiare l'intraprendenza Kydoniana con la sua benedizione e presenza. L'olimpico suggerì ai presenti di rispettare il trattato, suggerimento che fu accolto svogliatamente dai Capi di Stato. L'evento dimostrò non solo che le tattiche di guerra e gli eserciti dei vecchi imperi erano poco adeguati e bisognosi di grande modernizzazione, ma gettò anche le basi per la rivoluzione che portò alla caduta del Gran Impero di Issar e per le guerre di conquista che avrebbero colpito le isole a sud di Trabia, di un antagonismo tra nazioni che si sarebbe trascinato fino ad oggi e, soprattutto, confermò che gli Dei non erano al di sopra delle guerre degli uomini e che non esitavano a fare preferenze e ad intervenire personalmente quando meglio credevano. La Spedizione negli Inferi Cinque anni orsono, venne approntata una spedizione scientifica ed esplorativa da parte della Gloriosa Università di Trebia, con l'intento, da molti ritenuto sacrilego, di tentare una impresa mai nemmeno considerata: scendere al di sotto delle masse terrene, verso quello che veniva considerato il Regno di Ade. L'iniziativa, finanziata con denaro privato, riuscì a raccogliere l'adesione di duecento uomini e donne, tra studiosi, scienziati, esploratori e guide. Oltre ad un ampio impiego di magitecnologia mai vista prima, che consentì di tentare il viaggio in uno speciale aeromobile riconvertito per la discesa e corazzato contro possibili danni strutturali, tenendo anche conto di eventuali cambi di pressione. La spedizione partì il primo giorno dell'anno nuovo e, dopo 36 ore, di essa si perse ogni traccia. Trascorse tre settimane, fu ritenuta perduta. Tuttavia, un anno e mezzo dopo, i resti malconci delľaeronave furono recuperati su un isolotto sperduto al largo di Liboria. A bordo, solo tre uomini e due donne, i loro corpi ormai privi di vita completamente deturpati da quelli che sembrarono morbi devastanti. Nella zona cargo, ormai spoglia di tutto l'equipaggiamento iniziale, venne rinvenuta una scatola sigillata, fatta di un materiale sconosciuto, che però sembrava vibrare di energia incontenibile. Nessuno è ancora riuscito ad aprire la scatola, però c'è chi sussurra che essa possa contenere un tesoro divino: forse ľambrosia; oppure, un raggio del Sole; magari una saetta del Padre degli Dèi; o una brocca contenente acqua del fiume Lete. Una teoria sostiene addirittura che la scatola non contenga altro che la Speranza. L'unica cosa certa è che nessuno riesce a sostenere la vicinanza della scatola per più di un'ora alla volta. Eppure, i tentativi di aprirla continuano senza sosta, in un laboratorio sotterraneo isolato, nascosto da qualche parte in Trebia.
Ian Morgenvelt Inviato 20 Dicembre 2023 Autore Segnala Inviato 20 Dicembre 2023 (modificato) Enigmi e Misteri La Terra Cava è stata ormai completamente civilizzata, ma non per questo resta meno misteriosa: il mondo è pieno di conoscenze perdute, leggende e domande a cui scienziati e filosofi non hanno ancora trovato risposta. Le baccanti Almeno una volta all’anno, in tutto il mondo, il divino Dioniso benedice con la Verità ( dopotutto in Vino Veritas) alcune persone. Se in passato ciò portava orde di fanatiche ad uccidere, oggi invece porta politici a confessare le loro magagne, criminali a denunciare i loro crimini, mariti fedifraghi a confessare le loro turpitudini. Sembra che nessuno sia al sicuro da questo fenomeno, anche se si dice un ordine di sacerdoti del Dio sia in grado di esimere una persona dall’attenzione del dio. L’assassino Zodyas venne trovato con una stanza interamente dedicata al dio e con un misterioso simbolo, l’immagine di un ghepardo a due teste… Da dove vengono i mostri? Che cosa sono? Viviamo in un mondo moderno dove la tecnologia, la civiltà e l'intelletto dovrebbero aver superato le barbarie dell'età mitica, con le sue violenze ed i suoi avventurosi quanto imprevedibili eroi. Purtroppo questo non è vero: tutt'oggi presunti semidei si ergono tra le file della gente comune, divinità intervengono direttamente su questioni che dovrebbero rimanere mortali, e mostri terribili spuntano dal nulla per seminare distruzione. I primi due fenomeni hanno già spiegazione, ma il terzo rimane un mistero: Che cosa è un mostro? Perché una popolazione di centauri dovrebbe essere classificata come "mostruosa" a differenza di una popolazione di ben più pericolosi scorpioni giganti Tembiani? Questa è la domanda che attanaglia la nuova generazione di naturalisti e antropologi capeggiata dalla brillante Liboriana Charlotte Durwen, la quale crede che la risposta a questa domanda si trovi nella possibile origine di queste straordinarie creature, che nel migliore dei casi sono intelligenti e meravigliose, nel peggiore sono crudeli e terrificanti. I sacerdoti ed i conservatori la fanno semplice: sono mostri creati dagli Dei per mettere alla prova i mortali ed i loro eroi o per utilizzarli come guardiani, ed in qualche misura è sicuramente vero, ma che dire delle grandi popolazioni di mostri intelligenti? E di quelli che non sembrano avere alcuno scopo? La Porta degli Dèi Alcuni Oracoli, in passato, hanno sostenuto che per i mortali sia possibile accedere al Regno degli Dèi, così come i Divini scendono in terra per interagire con gli umani. Diversi studiosi ritengono che esista un accesso diretto alla Città Superna, collocato ai piedi del monte chiamato Stileo, situato nel bel mezzo di una pianura al cuore dei territori della Triarchia. Nel tempo, centinaia di persone hanno provato a cercare questa fantomatica Porta degli Dèi, aggirandosi tra le rocce, le gole e le cavità alla base dello Stileo, la cui naturale conformazione lo rende già una curiosità: un gigantesco sperone di roccia brulla al centro di una piana verdeggiante. Pare, comunque, che ogni tanto qualcuno dei curiosi scompaia nel nulla. Pare anche che sia più saggio starsene lontani e che gli Dèi non abbiano mai supportato la hybris. Pare. Lo Sfuggente Tersite Sebbene ci siano vari resoconti precedenti, la prima citazione ufficiale di Tersite risale a sei fa. Fa la sua comparsa durante una rivolta di operai trabiani, in prima fila. Cade durante una carica delle forze dell'ordine, calpestato a morte. Ritorna due settimane dopo, questa volta in Tembia. Guida un gruppo di ribelli male equipaggiati; la rivolta tribale è soffocata nel sangue e questo strano e deforme ometto viene fucilato assieme ai capi. Meno di sei giorni dopo appare nella Confederazione Issarica in una processione cerere-gioviana che si oppone alla costruzione di una nuova fabbrica dedicata a Vulcano. Più persone lo avvistano sventolare rami d'alloro davanti ai macchinari. Viene arrestato ma di lui non si hanno più notizie. E così via... Ogni volta le persone interrogate parlano di "Tersite" come se fosse un vecchio amico, ma a domande più approfondite risulta che nessuno sappia bene da dove sia spuntato. Tutti credono che si sia unito ad una rivolta o una protesta su invito di qualcun altro. Nessuno riesce a ricostruire quando sia arrivato, e dove sia finito. Naturalmente i più credono che Tersite non sia una sola persona, ma un gruppo... compare in luoghi troppo distanti tra loro, in apparizioni troppo ravvicinate. Poi scompare per mesi e mesi, e ricompare con un'esplosione di avvistamenti. Tersite è sempre un ometto basso e brutto, leggermente gobbo, con le gambe storte, la voce sgradevole. Non è mai il leader, non è mai quello che grida più forte o picchia con più passione. Sarebbe un volto nella folla e se qualcuno non avesse cominciato a far risuonare il suo nome, a notare le somiglianze... nessuno avrebbe mai fatto caso alla sua presenza. Ma poi, chi ha cominciato a parlarne? Chi per primo ha pronunciato il suo nome? In tutti questi anni nessuno è mai riuscito a fare altro che ucciderlo, oppure arrestarlo per poi trovarsi con una cella vuota. Più spesso il misterioso omino scompare nel caos. Molti potenti cominciano ad essere preoccupati. Ha uno scopo? Cosa vuole? È lui a cominciare le proteste, oppure si unisce in corsa? Ma è poi umano? Oppure..? La spedizione perduta Sono passati ormai duecento anni da quando l’accademia di Liboria e l'università di Trabia organizzarono quella che oramai è conosciuta come la spedizione perduta. Organizzata per cercare di esplorare cosa ci fosse all’esterno del guscio terrestre, la spedizione era composta da scienziati, maghi e soldati. Due navi partirono, ma nessuna tornò. Almeno fino a qualche mese fa quando, una scia di luci passò sopra la fenditura. Subito furono organizzate conferenze e lanciate accuse. C’è chi diceva che fossero esperimenti di Kydonia, chi che fosse un simbolo di sventura, chi ancora accusava la Triarchia di qualche strana magia. Tutti però restarono ammutoliti quando dalla fenditura cadde un rottame metallico che venne identificato come un pannello di una delle due navi partite per la spedizione. Il pezzo di metallo, sebbene rovinato dalla caduta, sembrava non aver subito altre alterazioni, nemmeno quelle del tempo. Nonostante gli studiosi di tutto il mondo abbiano analizzato il rottame, nessuno è riuscito a capire che cosa fosse successo. Modificato 22 Dicembre 2023 da Ian Morgenvelt
Ian Morgenvelt Inviato 22 Dicembre 2023 Autore Segnala Inviato 22 Dicembre 2023 (modificato) Minacce La Terra Cava non è un luogo sicuro: l'epoca mitica degli eroi è finita, ma il mondo ha ancora bisogno di uomini e donne coraggiose e ardite, pronte a combattere contro i pericoli che minacciano il mondo. Il culto di Ictios Il culto di Ictios è un culto relativamente decente, nato circa un secolo fa. Inizialmente venerato da poche persone, il culto ha iniziato a prendere piede durante le rivoluzioni più recenti, promettendo sicurezza e protezione. I suoi seguaci rinnegano gli Dei in favore di un unico e vero dio Ictios e sono convinti che le sofferenze di questa vita siano giustificate da una ricompensa ultraterrena. Sebbene predichino la non violenza e la povertà è ben noto che i loro capi richiedano ai nuovi adepti tutti i loro averi e cieca obbedienza e non è raro che facciano spedizioni punitive contro le comunità più isolate. Nel corso degli ultimi anni le loro azioni si sono fatte più spavalde e non è raro che adepti Ictiosiani girino in pubblico senza preoccuparsi di nascondere i simboli della loro fede. Ultimamente si sono fatti notare per l'immenso incendio appiccato alla città di Ekagate nell'estremo sud di Trabia e per aver occupato Cisa, importante snodo commerciale Issarico. Daniel Helios, il capo di questa setta, dalla presa di Cisa, si è fatto vedere in pubblico circondato da guardie armate rivestite di armature bianche e simboli rossi. La Guerra Industriale Il mondo non è estraneo ai conflitti: la guerra è sempre stato lo strumento della politica per farsi rispettare e per imporre la propria volontà alle altre nazioni. E questo strumento viene usato ancora oggi, in tempi di relativa pace internazionale. Nel secolo scorso, la guerra era un affare brutale ma anche rigido, regolato ed, in un certo senso, onorevole, il quale veniva trattato alla stregua di un duello tra stati: due paesi utilizzavano le proprie armate per sfidarsi in immense e dispendiose battaglie campali, finché una delle due parti non sarebbe stata più capace di continuare e avrebbe ceduto alle condizioni del vincitore. La magitech non aveva ancora raggiunto il grande potenziale distruttivo odierno e, se l'aveva fatto, i suoi costi rendevano il suo utilizzo in larga scala semplicemente impraticabile. Se questo si combina all'utilizzo di comandanti vecchi e conservatori affezionati alle vecchie tattiche militari che facevano ancora largo uso di armi bianche, e alla rigidità delle leggi consuetudinarie che governavano lo svolgimento della guerra, si ottiene una concezione dei conflitti relativamente limitata nelle sue capacità distruttive, sia nei confronti della popolazione civile che dei soldati direttamente coinvolti. Ma questo potrebbe cambiare. Siamo nel nuovo secolo, adesso. L'utilizzo della magitech è più comune che mai, i suoi costi non sono mai stati così bassi, e la reperibilità di questi armamenti non è mai stata così elevata. Gli imperi continentali mandano avanti costosi programmi di ricerca militare, enormi complessi industriali producono in larga scala i risultati di queste ricerche con i quali sta venendo addestrata una nuova generazione di comandanti militari insofferente alle antiche "leggi della guerra". Nel frattempo, nuovi mezzi di comunicazione e di informazione mai visti prima sembrano diffondere pericolose ideologie bellicose, attirando sempre più giovani uomini e donne nell'industria bellica. C'è chi teme che possa scoppiare una guerra, da qui a poco. Una guerra diversa: industriale, totale, mondiale. E se questa guerra verrà combattuta con queste nuove, terribili scoperte, possiamo stare certi che il mondo ne uscirà cambiato per sempre. La piaga delle Empuse Si narra che un tempo la città di Lamia fosse una delle poche colonie “pacifiche” della Necrarchia nella zona dell’oranato, pronto al commercio ed alla diplomazia. La governava una donna dalla bellezza eterea e sconvolgente, Empusa, capace si narra di asservire chiunque la guardasse. Alcuni dicevano adorasse Hecate, altri che come ogni persona adorasse gli olimpici. Non le servì. Un esercito invase la città di Lamia, i suoi abitanti vennero uccisi e la regina, indomita, venne stuprata in un tempio ( alcuni dicono di Artemide, altri dicono di Apollo, alcuni sussurrano Efesto). Da li a breve, la città dell’Oranato vicina a Lamia venne colpita da una misteriosa pestilenza e gli infetti portati in una piccola isoletta all’interno di un lago. Una notte un incendio si sviluppò nel convitto dove gli infetti ed i dottori si trovarono. I soccorritori giungero ad aiutare, trovando solo cadaveri…e mostri succhiatori di sangue. Fra di loro, la bellissima Empusa cercava chi le avesse fatto del male, circondata da servi e servitrici più potenti dell’orda di succhiasangue, tetra fusione fra cimici e zanzare ed esseri umani. Venne chiamato l’esercito e l’intera zona bombardata con la magitech. Di Empusa si perse le tracce, morta nei roghi della magitech, ma un anno ed un giorno dopo la caserma che aveva bombardato la zona venne trovata completamente deserta, soltanto gli abiti a terra. Se Empusa sia viva, nessuno lo sa. Ma le creature nate dal suo sangue, i basileus simili a lei, spiriti in guida di succhiatori di sangue animati dalla vendetta ed i parassiti che li seguono hanno iniziato ad infestare il mondo. Ed in molti eserciti hanno iniziato a guardare a questa maledizione come ad una benedizione, specialmente se fra le loro fila nasce un basileus… I Senzapatria Il nascere di nuove visioni di governo, esemplificate dalla Repubblica di Kydonia e dalla Confederazione Issarica, ha dato nuova linfa a idee politiche relegate, fino a pochi decenni fa, ai circoli culturali illegali e a società segrete definite come facinorose dai vari Stati mondiali. Negli ultimi cinque anni, tuttavia, è stato tutto un affiorare di pamphlet politici, di comizi improvvisati e di assembramenti non autorizzati, in cui circolano concetti mai visti, come quello di voto libero e universale, legislazioni liberali e sciopero. Se già questo è visto con preoccupazione dal potere consolidato, l'apoteosi della minaccia è rappresentato da un recente "non-gruppo" di rivoluzionari armati, che si definiscono "I Senzapatria". Il loro ideale è quello di una popolazione mondiale priva di qualsiasi forma di controllo governativo e di qualsiasi forma statale, nella convinzione che gli uomini e le donne siano naturalmente portati a regolarsi, quando posti in uno stato di libertà "naturale". Per ottenere ciò, i Senzapatria sono disposti a ricorrere a qualsiasi forma di dissenso, apartire dai gruppetti di resistenza che predicano la loro ideologia, per arrivare fino ad attentati, rivolte e omicidi. Nonostante la dichiarata mancanza di una organizzazione centralizzata - che sarebbe considerata contraria alla visione politica dei Senzapatria-, pare che tutto parta e ruoti attorno agli scritti del filosofo kydoniano Selenius Ager, entrato in clandestinità quindici anni fa, dopo una breve carriera accademica. Un altro mistero è legato a chi finanzi tutte le complesse attività e mantenga la ampia - ma lasca - rete di contatti, che suggerisce una capillare infrastruttura, invisibile e internazionale. Inoltre, i Senzapatria paiono essere in grado di impiegare armi militari ed esplosivi, a dimostrazione sia di competenza bellica, sia di una preoccupante capacità di rifornirsi ben oltre gli standard delle organizzazioni criminali o sovversive. Modificato 22 Dicembre 2023 da Ian Morgenvelt
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