Mezzanotte Inviato 9 ore fa Autore Segnala Inviato 9 ore fa (modificato) "Mi fido ciecamente dei miei uomini" risponde Danil a voce alta per dimostrare a tutti di non aver nulla da nascondere. "E anche i minatori qui, sono quasi tutti skovlan." Vorresti fargli notare che sono stati proprio degli skov a venderlo al Chirurgo. La tua sensazione di disagio peggiora: siete in undici sulla piattaforma, stretti come sardine. Le tette di Sig ti premono contro la nuca e tu non puoi farci niente. L'elevatore annaspa verso il cuore della miniera; il rumore del motore a vapore rimbomba sempre più remoto sopra di voi finché non resta un eco lontano che si perde nella pietra. Rimanete con lo sferragliare delle catene e il sibilo delle lampade a carburo; solo la vostra fragile bolla di luce tiene a bada le tenebre assolute che vi circondano. E deve essere un po' come sprofondare verso il fondo del Mare Vuoto, pensi, con l'immane pressione del nulla, della morte, che minaccia costantemente di schiacciare quel che resta dell'umanità. Gli uomini sono davvero dei folli a farsi la guerra fra di loro quando tutto il mondo che li circonda trama per farli a pezzi. Il vecchio minatore allunga un braccio e accarezza con una mano callosa la roccia che gli scorre a fianco "Io ho cercato di avvertirvi, signora. Quindici anni fa scese qui sotto un gruppo di ingegneri imperiali dell'Accademia con i loro cavapietre. Volevano provare a cartografare il Nera, il fiume sotterraneo che alimenta le riserve della città" "E allora" chiede innervosito Danil, "quale sarebbe il problema?" La piattaforma si arresta con uno scossone, sul fondo del pozzo. La luce delle carburo illumina un passaggio che termina, pochi metri oltre, in un varco ostruito alla buona con pietre, assi e sigilli per tenere a bada i morti. Il vecchio gira la testa per guardarvi con il solo occhio che gli rimane. "Sono ancora qui". Modificato 8 ore fa da Mezzanotte
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