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Usare i dialetti e accenti nel GDR


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1 ora fa, MattoMatteo ha scritto:

Mi hai fatto tornare in mente la famiglia elfica "spagnola" del Principato di Glantri (modulo geografico per D&D Becmi)... l'unica parte del modulo che non mi era piaciuta, l'ho sempre trovata ridicola!

Eh in quei moduli c'era materiale bellissimo, ma anche roba così. Vogliamo parlare anche del fatto che tra le altre famiglie di Glantri ci sono degli scotsmen con kilt, e persino Dracula? 

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Scusate, non mi è chiara una cosa. Un conto è fare un accento (faccio l'accento svedese?) e un conto è parlare usando un'altra lingua. In tal caso posso capire il senso se tutti parlano l'altra lingua, mentre se qualcuno non la parla non ne comprendo il senso visto che si gioca insieme e l'obiettivo è che i giocatori (non i PG) possano interagire, se si esclude qualcuno perchè il giocatore non conosce quella lingua ma magari il PG si, o anche viceversa, mi pare abbastanza assurdo.

1 ora fa, Lopolipo.96 ha scritto:

se un giocatore mi chiede di poterli usare gli dò sempre l'okei

Questa proprio non la capisco. Io un po' di quenya me l'ero studiato, qualche frase la sapevo, ma anche fossi stato fluente nell'usarlo, non mi sarebbe mai venuto in mente di parlare in sessione una lingua che non conosce nessuno, fosse quenya, sindar, latino o greco antico. Perchè non avrebbe senso. Se si tratta di alcune singole parole invece non credo serva alcun "permesso". Potresti spiegarmi meglio cosa intendi?

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15 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Eh in quei moduli c'era materiale bellissimo, ma anche roba così. Vogliamo parlare anche del fatto che tra le altre famiglie di Glantri ci sono degli scotsmen con kilt, e persino Dracula? 

Tutti gli Atlanti si basano moltissimo sul mondo reale, infarcendoli di cultura del nostro ma dal punto di vista (molto ma molto ignorante) degli statunitensi. E infatti spesso saltano fuori delle vaccate colossali.

Tuttavia sono un amante di Mystara, bizzarrie incluse, e custodisco gelosamente gli atlanti presi decenni fa in italiano e in inglese, e pure i boxed set di AD&D. Tutti fanno bella mostra insieme al base, expert, companion e master sulla libreria 😉

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10 minuti fa, firwood ha scritto:

Tutti gli Atlanti si basano moltissimo sul mondo reale, infarcendoli di cultura del nostro ma dal punto di vista (molto ma molto ignorante) degli statunitensi. E infatti spesso saltano fuori delle vaccate colossali.

Tuttavia sono un amante di Mystara, bizzarrie incluse, e custodisco gelosamente gli atlanti presi decenni fa in italiano e in inglese, e pure i boxed set di AD&D. Tutti fanno bella mostra insieme al base, expert, companion e master sulla libreria 😉

Si si, lo dico da uno che con calma si sta recuperando i veri POD. Sono belli! Ma fanno ridere delle volte. 

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14 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Si si, lo dico da uno che con calma si sta recuperando i veri POD. Sono belli! Ma fanno ridere delle volte. 

E' la mia maledizione: avere i vecchi manuali. Sono tutt'oggi un giocatore di AD&D 2ed (con grandissima soddisfazione e piacere), e pian piano mi sto prendendo quei manuali sui quali sbavavo quando ero un ragazzino che non se li poteva permettere. Ultimo acquisto il Monster manual (quello bianco), che metto a fianco del Monstrous Compendium (quello ad anelli). Sono già riuscito a recuperare tutti i manuali in italiano, sia Ripa che 25 edition ad eccezione del manuale dei mostri Ripa che lo trovi solo a cifre esagerate. In italiano ho tutte le pubblicazioni originali della EG, e di tanto in tanto me le sfoglio con gusto.

Ormai ho accumulato parecchi manuali, che uso di frequente. Adesso sto andando sui maxi moduli: prossimo acquisto rod of the seven parts.

Il collezionismo è la mia (bella) rovina 😄

 

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Per me dipende dal gioco, dalla campagna e dall'ambientazione. Se sto masterando una campagna nella WWII contro i nazisti è ovvio che faccio l'accento tedesco per i tedeschi e magari quello francese per la resistenza francese. Mentre nel fantasy dipende dall'ambientazione, purtroppo molte ambientazioni non sono altro che l'Inghilterra medievale delle dimensioni di un continente, dove le persone hanno nomi di medicine e cognomi in inglese, tipo Nurofen Greensword o Aulin Bloodrage., quindi non vedo il senso di fare accenti. Lo farei per nazioni che richiamano altri paesi, per esempio nei Forgotten Realms farei l'accento Spagnolo per i Sembiani o quello mediorentale nel Calimshan.

Quanto agli accenti italiani penso che mandino tutto in caciaronata e li accetterei solo per giochi demenziali come Brancalonia.

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Il 11/4/2024 at 08:21, Grimorio ha scritto:

... dove le persone hanno nomi di medicine e cognomi in inglese, tipo Nurofen Greensword o Aulin Bloodrage., quindi non vedo il senso di fare accenti. Lo farei per nazioni che richiamano altri paesi, per esempio nei Forgotten Realms farei l'accento Spagnolo per i Sembiani o quello mediorentale nel Calimshan.

Quanto agli accenti italiani penso che mandino tutto in caciaronata e li accetterei solo per giochi demenziali come Brancalonia.

A livello personale non apprezzo nemmeno l'uso di nomi (persone, oggetti o luoghi) in inglese. Quando è possibile tradurre in italiano lo faccio. Esempio: Red Larch, una amena località dei FR, nelle mie campagne diventa il villaggio di Larice Rosso, oppure uso termini che rendano il significato del nome originale. Ovviamente l'ispirazione è il Signore degli Anelli (traduzione originale non quella nuova che trovo penosa). Credo che serva a rendere il tutto più immersivo e coinvolgente.

Trovo sia più bello incontrare Jarvorn "pugno di ferro" del clan Sottomonte dei Picchi Ghiacciati che non Jarvorn Ironfist del clan Ice Peaks.

A meno che il nome originale non sia intraducibile, raramente uso la forma inglese.

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