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I Figli di Za'ia - TdG


Pippomaster92

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Anno 1 dalla scomparsa della regina (913E), piena estate, Ve'Sau-Ti

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La Casa della Sapienza di Ve'Sau-Ti è un edificio relativamente nuovo, eretto dalla compianta regina pochi anni fa. Le alte colonne di legno sono scolpite con scene di serenità, pace e apprendimento. Raffigurano ongo'kisi e uma che lavorano e vivono in pace tra loro. 
Ci sono sedici colonne, tutte larghe come due persone e altrettanto alte, e reggono la tettoia di legno e frasche proteggendo il pavimento dal forte sole pomeridiano. Il terreno è coperto da un mosaico geometrico blu, arancione e verde che rappresenta in realtà il cielo stellato acceso da stelle-fiamme come si dice fosse prima della prima canzone degli spiriti. 

Chi di voi ha visitato in precedenza questo luogo, o ha vissuto nelle Isole Verdi, sa che Za'ia fece venire da lontano un mosaicista così abile da causare invidia persino negli ongo'kisi: questa fu la sua ultima opera, perché tornato in patria venne aggredito e accecato da due suoi rivali. 

Come tutti gli edifici di questo tipo la Casa è in realtà una piazza coperta, un'unica stanza senza tramezzi o pareti. Viene però divisa in quadranti da altrettante statue, una per ogni lato. Sono di legno e dipinte con ocra e altre pitture di terra e in modo vivace. La più grande è a est ed è la Regina, decorata con piume e fiori freschi; tra le mani regge una vera lama di bronzo. Di fronte c'è Ve'Sau nel suo aspetto di uomo con il capo di maiale selvatico; le zanne sono di vero avorio. A nord campeggia la statua dello Straniero, coperta da stoffe esotiche. Infine a sud c'è l'Uomo Ritorto, con il volto coperto da un panno. 

Oltre le colonne potete vedere la città che si stende fino al mare, fatta di capanne e case di mattoni cotti al sole. 

Ch'o'be si trova davanti alla statua della Regina. L'anziano servitore e amministratore di Za'ia è sempre stato un po' curvo poiché la sua schiena venne rovinata dalla gioventù passata come schiavo. Ma sembra ancora più piccolo, secco e fragile di com'era fino ad un anno fa. Si è accomodato su una stuoia in modo da fronteggiarvi tutti, ma siete talmente tanti da formare una specie di semicerchio davanti a lui.

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Oltre a voi ci sono tutti gli altri figli di Za'ia. Radunarvi tutti qui non è stata cosa da poco, e infatti c'è voluto esattamente un anno: tale è il tempo trascorso dalla scomparsa della Regina Conquistatrice. 

I suoi eredi diretti si somigliano... ma fino ad un certo punto. Alcuni sono figli del suo grembo, altri dei suoi lombi. Non tutti sono interamente fl'alma. 

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Da sinistra a destra: Le'wo, Ch'a'ia, M'un, K'atu

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Da sinistra a destra: i gemelli Obe'ko e Ona'ka, Ta'ro, Sa'm'an

I figli

Spoiler

Ciascun figlio di Za'ia è abbastanza famoso perché di lui o lei si sappia qualcosa. In ordine di età, dal più vecchio:

  • Le'wo è l'unico sopravvissuto dei "primi figli" di Za'ia, avuti prima che diventasse guerriera e conquistatrice. Le fu strappato dai predoni che sterminarono il resto della famiglia, e passò anni in schiavitù. Si liberò da solo e incontrò la madre in battaglia, riconoscendola e unendo i suoi ribelli alle sue forze. Viaggiatore, arcanista e uomo decisamente coi piedi per terra, ha preferito arricchirsi come mercante che governare. 
  • Ch'a'ia è il primo figlio di Za'ia come uomo. Avuto da una sacerdotessa degli spiriti, ha seguito le orme della madre. Pare sia un uomo di salute delicata, fragile, che misura le parole come se ciascuna fosse l'ultima. 
  • M'un è la seconda figlia di Za'ia come uomo, avuta da una guerriera del suo seguito. Anche lei ha seguito le orme della madre diventando una condottiera. Negli ultimi anni prima della morte di Za'ia ha condotto una lunga campagna contro i pirati d'occidente. 
  • K'atu è l'ultimo "figlio della guerra" di Za'ia uomo. Ne incarna perfettamente l'aspetto poderoso e feroce, e si dice sia un lottatore senza eguali. Dotato di una forza sovrumana è ritenuto da molti mezzo-spirito. In effetti la madre sparì dopo averlo dato alla luce. 
  • I gemelli Obe'ko e Ona'ka sono figli di Za'ia regina, nati dieci mesi dopo la fine della Conquista da padre ignoto. Si dice che siano capaci di parlare tra loro senza proferire parola, e che siano illusionisti e ammaliatori. Sussurri di cortile dicono che sono figli di un messaggero del cielo stellato, uno spirito ingannatore. 
  • Ta'ro è l'ombroso figlio del defunto re consorte Ta'ke'wo. Ha vissuto nel lusso per tutta la vita ma sembra che l'ultimo anno sia stato duro per lui, e che si sia ritrovato cacciato da palazzo e senza un soldo. 
  • Sa'm'an è la più giovane figlia di Za'ia... o così pare. È giunta sulle Isole Verdi da pochi anni ed è stata quasi subito riconosciuta dalla madre. Parrebbe figlia di una sorta di scappatella avuta da una Za'ia tornata temporaneamente uomo, e di una sorta di regina o principessa di una città della terraferma. Parla poco il bos'al.

Il vecchio aspetta che tutti si siano accomodati; su alcuni tavolini dei servitori hanno lasciato cibo e bevande, poi si sono allontanati. Ci sono dei soldati con scudo e lancia fuori dalla Casa ma sono lontani dalla portata della vostra voce. In effetti solo voi e gli spiriti saprete cosa verrà detto qui. 

Ch'o'be sposta lo sguardo tra di voi. Alcuni dei presenti non sono effettivamente figli di Za'ia, ma per ora sembra soprassedere. Fratellastri e sorellastre sembrano meno a loro agio. C'è chi si guarda attorno con alterigia, chi con nervosismo, chi fa mostra di gran tedio. 
Finalmente il vecchio parla.

"Miei signori, oggi è un triste anniversario. Ma quale giorno migliore per discutere del futuro delle Isole Verdi? C'è voluto molto tempo perché le nostre strade si incrociassero, e il fato non è stato gentile in questi mesi. Il canto dell'anno ha visto violenza, soprusi, carestie, inondazioni... il monte di Mau'a si è incendiato... e gli spiriti sono inquieti. Si è levata la Marea di Sangue, e ancora il trono è vuoto" sospira "La regina ha lasciato undici eredi. Che tra essi ci debba essere il successore è ciò che ci si aspetta. Eppure nessuno ancora ha indossato la corona di piume" stancamente si raddrizza come può "Non vi ho convocato qui per mettervi l'uno contro l'altro o per farvi mettere mano alle spade. Ma una decisione deve essere presa, e voi dovete essere consultati"

DM

Spoiler

@Cronos89 @Ghal Maraz @Ian Morgenvelt @Plettro
Eccoci qui!

Al solito breve presentazione del personaggio, al solito per qualsiasi domanda ci sono. Cominciamo!

 

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Ele'wa'tu'm

Nell'ultimo anno ero stato parecchio lontano da Ve'Sau-Ti, non appena si era venuto a sapere che Za'ia non aveva lasciato eredi si era scatenato il caos e gli attacchi di predoni e pirati si erano moltiplicati.

La chiamata di Ch'o'be però non poteva attendere oltre e non poteva attendere oltre la nomina di un nuovo successore.

Prendo posto accanto ai miei fratelli e sorelle, rivolgendo un saluto caloroso a molti e agli altri un semplice cenno del capo Vedo che tra di noi ci sono anche volti nuovi, tutti frutti di Za'ia? domando con sincera curiosità

Il discorso di Ch'o'be non mi sorprende affatto e annuisco di tanto in tanto accarezzando lo strano gatto che mi porto appresso  In effetti prendo parola dopo l'introduzione la situazione sta diventando ingestibile, pirati e predoni stanno prendendo sempre più forza nonostante gli sforzi di molti di noi. Serve una guida unica per evitare che il popolo patisca ancora mi volto cercando di capire cosa passa nella testa di miei fratelli dalle tue parole non mi sembra che sia spuntata fuori una qualche soluzione magica, hai dunque un qualche tipo di proposta?

Aspetto

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Hannayeh

Non ho mai visitato Ve'Sau-Ti e oggi sono doppiamente lieta di vederla: non solo posso finalmente tornare a comunicare con dei tauy più amichevoli, ma ho anche modo di ammirare le ultime meraviglie create dalla leggendaria Za'ia. Cerco però di non dare a vedere la mia sorpresa: sono qui solamente per accompagnare mio fratello, in fondo, e vorrei evitare di attirare fin da subito l'attenzione su di me. Non gioverebbe ai miei scopi. Non posso vantare il vostro nobile lignaggio, mio malgrado, ma vorrei comunque prendere la parola, se mi è permesso l'ardire. Dico in bos'al, sforzandomi a nascondere le tracce del mio accento, cogliendo al volo l'occasione offerta dalle parole dell'uomo tatuato. Sono Hannayeh, figlia della handa Azadeh, consorte di Za'ia, e accompagno mio fratello a questo incontro. Volevo sapere se ci siano stati dei vaticini da parte degli spiriti sulla questione: il loro silenzio potrebbe essere un segnale ancora più preoccupante, credo. 

Descrizione 

Spoiler

Hannayeh è una ragazza alta (per una emhal) e longilinea, con dei lineamenti delicati e dei lunghi capelli castani in cui spuntano delle trecce decorate con piccoli cimeli d'osso e pietre dure. Sul suo collo si vedono dei segni geometrici, che sembrano proseguire lungo il suo torso. Indossa dei vestiti che le danno un'aria sacrale, da sacerdotessa. 

 

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Ra'i'vo

La mia vita a Ve'sau-ti è molto diversa da quella che conducevo nella valle del mio maestro. Qui posso vivere tra le comodità che mi sono state negate, e che invece sono state concesse al mio gemello. L'abbondanza di cose da fare, bere, mangiare e ascoltare è inebriante ed i primi giorni qui li ho passati in maniere che poco si addicono ad un principe, e che più si addicono ad un macaco delle montagne. 

Ma oggi sono serio, devo esserlo. Sono finalmente stato ricongiunto ai miei fratelli e sorelle, ed il paziente Cho'be ritorna sull'argomento: la questione dell'eredità. Vengono pronunciati nomi di luoghi che non conosco e fatti riferimenti ad eventi che ignoro, eppure mantengo un'espressione seria ed una postura eretta, deciso a non essere di meno dei miei fratelli.

"Ma se facessimo a chi pesca il legnetto più corto?" Dico con un sorriso ironico per poi guardarmi attorno, già dimentico dei miei buoni propositi.

Descrizione

Spoiler

Ra'i'vo è un giovane uomo dall'apparenza stravagante e inumana. Quello che potrebbe essere un normalissimo giovane adulto è caratterizzato da una lunga coda da scimmia ed un irsutismo che gli copre principalmente braccia e gambe, dandogli l'aspetto di una sorta di uomo-macaco. Ad accompagnare ciò, vi sono anche due bizzarre zannette da cinghiale, o da Urkyr, ai lati della bocca. 

Ra'i'vo non ha segreti e potreste tutti aver sentito la sua storia, ovvero di come questo suo aspetto sia dovuto alla maledizione dello spirito che lo ha rapito quando era in fasce e di come si sia presentato pochi mesi fa a corte per riprendere il suo posto, mettendo in fuga il changeling che lo aveva rimpiazzato.

 

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Finn'iann

L'addestramento mi spinge a tenere china la testa e chiusi gli occhi: il vociare di sottofondo e i rumori incessanti di questa "Ve'Sau-Ti" mi infastidiscono e appesantiscono i discorsi di Ch'o'be, che già, pure, trovo sgradevoli. Non c'è nessun equilibrio, in questo luogo: solo tanto umanità. E io non vi sono abituato. 

Lascio che alcuni dei miei vari fratellastri si presentino, poi mi sembra che tocchi a me prendere la parola. Cosa a cui sono poco abituati. 

Mi tocca schiarirmi la gola. 

"Io sono figlio di Za'ia, ma mai lo ho conosciuto. Non ho conosciuto nessuno di voi, finora, tranne Hannayeh, generata dal grembo della mia stessa madre e unica che io possa considerare famiglia, finora. Ma sono qui, se la cosa serve.

Bisogna rimettere in pace il mondo, a quanto pare. E ridare serenità agli spiriti".

Aspetto

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A turno, anche gli altri si presentano. Terminato questo momento, Ch'o'be sembra soddisfatto e annuisce rivolgendosi a tutti, ma in particolare a Finn'iann "La grande opera di Za'ia ha creato un nuovo mondo dove uma e ongo'kisi vivono in armonia, e questa armonia è la canzone che ci dovrebbe guidare nell'età dell'oro... ma la scomparsa della Fondatrice ha creato una nota stonata, un'interruzione. Ora il mondo ha perso il suo equilibrio" sospira "L'unico modo è trovare qualcuno che possa prendere su di sé il peso gravoso di questo incarico. Voi siete i figli di Za'ia, e forse ne condividete il potere. Però non è solo questo il problema" sposta lo sguardo su ciascuno di voi, includendo persino Hannayeh "ci sono anche faccende più terrene e immediate. Molti uomini e donne un tempo fedeli alla regina ritengono di esseri guadagnati la sua corona. L'eredità del sangue per loro non ha valore. Alcuni si sono già armati e hanno già diverse isole al proprio comando. Se tutto ciò continuerà il regno finirà per spezzarsi in tanti frammenti quante sono le Isole Verdi. E l'età dell'oro andrà perduta"

Le parole del vecchio servitore scuotono la maggior parte dei figli. Alcuni reagiscono subito, tra questi  K'atu che si alza in piedi "Questi traditori! Li schiaccerò con le mie mani!" solleva le grandi braccia muscolose e digrigna i denti. 
M'un sembra altrettanto furiosa, ma mantiene una parvenza di calma "Il nostro primo dovere è riportare l'unità dei popoli, non possiamo star qui a parlare di spiriti... come possiamo fidarci di loro?" guarda, prima di ricordarsi di non farlo, Ra'i'vo "io ho già al mio comando quasi duemila scudi, e altri verranno a me. Dopo tutto non sono io l'erede destinata? Le'wo, Ch'a'ia non hanno mai voluto la corona, e io dunque sono la maggiore tra i figli" 

Naturalmente questa affermazione le attirano molti sguardi: divertiti, sornioni, corrucciati, feroci, diffidenti, ammirati... in effetti siete tanti, e ben presto ciascuno comincia a dire la propria in merito...

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Ele'wa'tu'm

Perchè ci hanno aiutati rispondo a M'un accarezzando il mio spirito personale Sarei ben lieto di seguirti in battaglia cara sorella, ma perdonami se dico che servono altre qualità per poter sostenere il peso della corona. La tua diffidenza verso gli spiriti non è cosa da sottovalutare, nostra madre teneva in gran considerazione gli ongo'kisi e così dovrebbe fare chiunque regnerà al suo posto sorrido a M'un prima di rivolgermi nuovamente a Ch'o'be Come dicevo prima, anche i predoni sono un problema, approfittano dell'instabilità generale stanno prendendo forza, e questi traditori non fanno che peggiorare la situazione. Indipendentemente dalle bramosie e dalle intenzioni di ognuno di noi dobbiamo mostrarci uniti e far vedere che il sogno di Za'Ia non è andato perduto con lei.

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Ra'i'vo

"Per non saper né leggere né scrivere... Penso che i tuoi duemila scudi sarebbero utilizzati meglio lasciandoli a casa, sorella." Mi sono preso la libertà di chiamarla così, sarà poi lei a farmi capire se è stata una buona idea farlo. "Nel senso, se li usi contro i pirati è un discorso, ma sappiamo veramente cosa sta succedendo nei regni dei ribelli? Sappiamo che cosa pensa la gente? Quali bugie e quali verità gli stanno raccontando i loro capi?"

Mi guardo attorno, sono sicuro di star dicendo cose sensate una volta tanto. "Secondo me, dovremmo andare a vedere con i nostri occhi cosa succede per tutto l'impero. Poi di volta in volta cerchiamo di capire quali problemi riusciamo a risolvere con la carota e quali invece vogliono il bastone." Ho finito, era una proposta semplice alla fin fine.

"Bene, direi che con questo mio intervento abbiamo risolto anche il problema dell'eredità. Questo era decisamente un discorso da re papabile. Prendi nota, Cho'be!" Concludo nuovamente il mio intervento con una affermazione tra il serio e faceto... Ma non poi così faceto: l'idea di indossare quella bella corona di piume mi piace, e non ho intenzione di mettermi da parte solo perché sono l'ultimo arrivato.

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Hannayeh

Alzo gli occhi al cielo quando sento le parole della "legittima erede": mi pare incredibile che una delle figlie di Za'ia possa pensare veramente di trascurare le tensioni con quelli che i fl'alma chiamano ongo'kisi. Fortunatamente ci pensa proprio uno dei suoi fratellastri a correggerla. Parla con saggezza, anche se dovrebbe scegliersi meglio le sue compagnie. Lancio un'occhiata di soppiatto al tauy che sta tranquillamente accarezzando, cercando di nascondere il mio disappunto per potermi concentrare sulla discussione. Sorrido lievemente alla battuta del più curioso tra i figli di Za'ia, prima di unirmi a mia volta alla discussione. Ci sono delle questioni terrene che richiedono indubbiamente un intervento e proprio per questo potremmo aver bisogno dell'aiuto degli ongo'kisi. Credo di non dovervi ricordare cosa abbia permesso alla vostra nobile madre di sconfiggere i predoni del mare. Dico rivolgendomi soprattutto a M'un, aggiungendo Avere la loro guida in questo momento vi potrebbe aiutare più di diecimila scudi. 

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"Perché quella mi sta parlando?" chiede M'un indicando Hannayeh ma senza quasi guardarla "Chi l'ha invitata, poi? Lei, suo fratello, e persino lo Scambiato... Ch'o'be, avresti dovuto consultarci prima di farlo" aggiunge arrogante. 
Il vecchio però non si fa intimidire "Morditi la lingua, prima di insozzare ulteriormente la santità di questo luogo. Siete tutti ospiti, qui. Se è vero che alcuni potrebbero accampare diritti in virtù della maggior età, è anche certo che la compianta regina non ha scelto nessuno di voi. E dunque siete tutti al medesimo punto" alza la voce abbastanza da ricordare che vecchio e curvo com'è, non è certo un semplice servitore. Ha governato a fianco di Za'ia, ha combattuto al suo fianco, ed ha raggiunto un'età non comune tra gli uomini delle Isole Verdi. 
Poi si rivolge a Ra'i'vo "E tu, non pensare che la tua storia ti giustifichi. Mostra rispetto, se vuoi rispetto" 
Infine si volta verso Hannayeh e Finn'iann "Vi prego di perdonare le aspre parole che avete udito. Siete ospiti onorati al pari di tutti gli altri. E invero sento dalla giovane un consiglio saggio. Sono proprio gli spiriti la chiave del nostro futuro" 

"Dunque" interviene con voce sottile Ch'a'ia "è per riportare l'equilibrio, che hai permesso anche alla sciamana di venire qui, accompagnando suo fratello. Dodici è un buon numero, migliore di undici" 

I gemelli si scambiano un sorriso a queste parole, ma non aggiungono altro. L'ombroso Ta'ro invece sbuffa "Ora che abbiamo finito di contare quanti siamo, possiamo passare al punto più importante? Se collaboriamo tutti... poi chi diventerà re? Come lo scegliamo?"

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Ra'i'vo

Raddrizzo la schiena come a mettermi sull'attenti appena Cho'be mi rivolge la parola, ma è più per dargli soddisfazione e non angustiarlo ulteriormente. 

Però, appena i miei occhi registrano un momento di distrazione da parte del vecchio, picchietto il fianco di Ele'wa'tu'm col gomito"Cho'be mi avrà pure sgridato ma non ha negato, fratello. Sono chiaramente il suo favorito. E quando tutto questo sarà finito con la mia incoronazione, metterò a lavoro quelle tue vecchie ginocchia. Su e giù, in piedi e in ginocchio. Poi in piedi, e poi di nuovo in ginocchio. In ginocchio e poi di nuovo in piedi. Ti farò venire il mal di mare a forza di tutto quel saliscendi, sempre che quei due vecchi arnesi non ti cedano prima." Bisbiglio con sadico entusiasmo, senza però mai rivolgere lo sguardo verso il mio povero fratello maggiore.

Rimango comunque attento a cosa avranno da proporre Cho'be, e gli altri fratelli, sul processo di selezione nonostante l'ondata di idiozie che continuo a vomitare.

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Finn'iann

"L'equilibrio è una buona cosa. Forse anche il governo del mondo e l'eredità di Za'ia dovrebbero essere basati su quello", rispondo indirettamente a Ta'ro.

"E se gli spiriti possono essere il pilastro per calmare queste acque turbolenti, io suggerisco di trovare nelle loro risposte anche un ausilio a quella ricerca disperata che sembra così tanto attanagliarvi, fratelli e sorelle", concludo, calcando sulle parole che sembrano infastidire così tanto alcuni di loro. Per mia parte, ho poco desiderio di consolidare questo legame di sangue; tuttavia, potrebbe essere fondamentale finché non risolviamo i problemi più stringenti. 

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Ele'wa'tu'm

Se vorrai diventare re dovrai ottenere il rispetto di tutti noi, e buona fortuna con molti rispondo a Ra'i'vo ridacchiando del suo commento chiunque diventerà re o regina, dovrà sicuramente avere l'appoggio della maggior parte di noi, degli spiriti e del popolo rispondo un po' a tutti e un po' a nessuno qualcuno ha già fatto un passo indietro, altri chiaramente hanno dimostrato di non essere degni guardo specialmente Ta'ro  se qualcuno di noi dovesse dimostrarsi particolarmente degno, quanti di noi sarebbero disposti a mettere da parte il proprio orgoglio e a sostenerlo o sostenerla?

Una nave, così come un governo, non può avere più di un capitano, ma un capitano ha bisogno di validi ufficiali, che sono non meno importanti 

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Hannayeh

Ch'o'be mi salva da un potenziale imbarazzo: stavo per rispondere sulle righe alle parole sprezzanti di M'un, ma le scuse dell'anziano servitore sono più che sufficienti. Non posso parlare a nome di mio fratello, ma io e il mio popolo sosterremo chiunque verrà scelto come regnante, come abbiamo fatto con la nobile Za'ia prima della sua scomparsa. Dico dopo le parole di Ele'wa'tu'm, che sembra curiosamente accennare all'idea a cui anch'io penso da tanto tempo. E, forse, mostrando il mio valore e quello di Finn'iann potrò superare le loro resistenze. 

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Ch'o'be aspetta che le parole di tutti si riducano a silenzio, e solo allora riprende a parlare. 
"Vedo che c'è buona volontà, e forse altre belle qualità emergeranno nel tempo. Non è ora il momento di scegliere un successore, ma piuttosto di rammendare la trama scucita del regno. Che senso ha un re, se non ha un luogo da governare e proteggere?" 
Fa un cenno verso Finn'iann "Le tue parole sono sagge. Per prima cosa è agli spiriti che dobbiamo chiedere consiglio. Cominciando con colui che protegge l'isola dove ci troviamo, e che ha taciuto a lungo dopo la scomparsa della regina" 

Tutti gli sguardi vanno alla statue alle vostre spalle, quella di Ve'Sau. Pur essendo un'effige di legno, ocra e avorio, c'è una chiara presenza che aleggia attorno a lui. 

Vi avvicinate e Ch'o'be, aiutato da Ch'a'ia, fa le consuete offerte per gli ongo'kisi: parole di amicizia per l'aria, incenso per il fuoco, sangue per l'acqua e argento per la terra. Dopo qualche istante il legno scricchiola, l'ocra si sgretola e gli occhi della statua si chiudono, si riaprono. La bocca si socchiude rivelando altri denti d'avorio. Ve'Sau è qui.

"La cucciolata della regina è dunque arrivata! Che triste spettacolo che offrite, piccoli e pavidi e litigiosi. Io qui vedo solo lattonzoli, teste chine e deboli. Come pensate di reggere la corona, con quelle schiene fragili? E come solleverete la mazza e la lancia, se siete sì gracili? È cosa buona che la protezione di almeno quest'isola sia cosa mia, o torme di nemici sarebbero già qui come mosche sulla carne!" un braccio si solleva in uno sbuffo di segatura e polvere e indica prima K'atu e poi Ra'i'vo "Tu, e tu. Voi potete forse salvarvi. Tutti gli altri sono superflui. Non ne uscirebbero vivi comunque, Ch'o'be: potevi risparmiarti di invitarli!" 

Il vecchio però risponde per le rime "Ve'Sau, venerabile porco selvaggio, sei uno spirito potente e rispettato. Ma sei anche qui per nostro invito e tua volontà: rispetta le leggi dell'ospitalità. Per prima cosa, perché fino ad ora non hai risposto alle nostre suppliche? Forse che il patto si è sciolto con la morte della regina? Forse che hai deciso di venire meno alla tua responsabilità?"

La statua si muove a disagio, piega il capo meditabonda e tace. Poi esplode in una nube di schegge e frammenti e lì al suo posto si erge Ve'Sau in persona. Ad ogni istante vi pare di vedere il picco di roccia dove vive, un grande cinghiale con sei zanne e un uomo con una cresta di capelli selvaggi e lo sguardo fiero. Le tre forme si sovrappongono e cangiano ogni momento "IO NON DEVO SPIEGAZIONI AI MORTALI! IO SONO VE'SAU, IL PADRONE DELLA MONTAGNA! TU, VECCHIO, MI RIVOLGERAI PAROLA CON RISPETTO!" 
Le colonne tremano, dal tetto spiove polvere e qualche calcinaccio. Poi Ve'Sau si calma e si assesta in una forma umana, per quanto imponente. La sua voce è meno possente e la sua presenza più accettabile "Ma è vero, sono stato distante. Assente persino. La morte di Za'ia non è stata un problema solo vostro. Molti di noi l'avevano accolta... e non faranno lo stesso con altri mortali. E ce ne sono molti che hanno colto l'occasione per ribellarsi alle sue leggi. Io resto fedele alla parola data, ma per altri non è così. Ci sono mortali che sono pronti a lottare per il dominio delle isole... ebbene, anche gli ongo'kisi sono nella stessa situazione. Prima ho detto la verità: mi sembra che i figli di Za'ia siano molli e pavidi. Devono guadagnarsi il rispetto del nostro popolo, o nessuno li aiuterà mai"

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Ra'i'vo

"Questo Ve'sau è un adulatore..." Dico fingendo di arrossire, per poi cercare lo sguardo di K'atu, anche per cercare di ricordarmi chi fosse tra i miei numerosi fratelli. Se riesco a trovarlo gli faccio pure un cenno del capo, un misto di incoraggiamento, di riconoscimento e di invito a provare orgoglio: siamo stati riconosciuti dal guardiano dell'isola! IO sono stato riconosciuto dal guardiano dell'isola.

Combatto le fantasticherie sul regno di Ra'i'vo I cercando di prendere parola "Ci sottoponga ad una prova, padrone della montagna! Permettici di smentire o confermare le tue impressioni! E se i miei fratelli sono contrari, lascia che sia io a farlo! Desidero il tuo rispetto!"

Spoiler

18 a persuasione. Non devo necessariamente ottenere la possibilità di fare una prova, ma Ra'i'vo vuole fare bella figura con il patrono dell'isola

 

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Ele'wa'tu'm

All'arrivo di Ve'Sau lo spirito che mi accompagna sembra destarsi e fa un lungo verso. La presenza dell'ongo'kisi sembra tutt'altro che amichevole, ma non mi lascio intimidire dalle sue parole Neanche Za'ia  ha subito avuto i vostri favori e alcuni di noi hanno già dimostrato di aver attirato l'attenzione del regno degli spiriti E non sempre in maniera positiva penso mentre lancio una veloce occhiata a Ra'i'vo. Sollevo la testa come a dire che accetto la sua sfida Nobile Ve'Sau lasciaci dimostrare il nostro valore. Forse non tutti siamo forti come  Ra'i'vo o K'atu, ma ognuno di noi può fare la sua parte per evitare che il sogno di nostra madre vada distrutto.

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Finn'iann

"Gli Spiriti hanno il mio rispetto, ma, allo stesso tempo, vorrei capire cosa devo dimostrare. Ho già percorso il mio cammino, al tempio, e ľho fatto con pazienza e sopportazione. Ora sono qui, per aiutare; non per litigare o per farmi insultare: cose, entrambe, che si manifestano invece numerose", dico, chinando comunque la testa in segno di riverenza. 

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Hannayeh

Ancora una volta devo nascondere la mia sorpresa per evitare di mostrare la mia inesperienza: ho già avuto a che fare con i tauy in passato, ma non avevo mai assistito ad una manifestazione maestosa come quella di Ve'Sau. Il suo potere deve essere notevole, contando la deferenza di Ch'o'be: mia madre si è mostrata molto meno flessibile di fronte a tauy molto meno impudenti. Venerabile protettore della montagna, il nostro unico interesse è quello di risolvere questa situazione, come ha detto mio fratello, pacificando sia il dominio di Za'ia nel mondo dei mortali che il vostro mondo. Se vuoi mostrarci la strada da seguire, noi saremo pronti a percorrerla. Dico allo spirito, chinando la testa lievemente ma senza piegarmi troppo: questo spirito sembra apprezzare la forza, un eccessivo servilismo non andrebbe a nostro favore. 

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"Ciò che va dimostrato è il vostro valore. Io rappresento qui diversi spiriti interessati a sostenere la propria parte del patto... ma molti tra noi hanno ancora molti dubbi. Sarete in grado di mantenere la vostra parte del patto? Oppure l'avidità dei mortali avrà la meglio? E poi, saprete cavarvela là fuori oppure finirete preda degli spiriti che si oppongono a noi e a voi?" chiede guardando ora uno, ora l'altro tra voi "Sento chiedere di una prova. Ebbene, ecco proprio ciò che sono venuto a proporre. Raggiungetemi in cima alla mia montagna e lì stringeremo di nuovo un patto. Avrete il mio rispetto e il mio sostegno. Se così sarà, molti altri mi seguiranno e mi prenderanno ad esempio" 

Si fa avanti Ch'a'ia "Ma c'è qualcosa che non ci stai dicendo apertamente, nobile signore del monte: se noi ora saldiamo un patto con te al contempo apriamo una guerra con i tuoi nemici. Essi pioveranno su di noi come fuoco dal cielo" la sua voce è sempre sottile, quasi un sussurro, ma piena di ferro. 
L'ongo'kisi affina gli occhi "E forse non ci sono già spiriti che odiano i mortali? Spiriti che predano su di voi? E come pensate che sia morta la vostra forte madre?"
Certo le parole di Ve'Sau riaprono una ferita ancora fresca: chi più chi meno gli altri fratelli reagiscono con tristezza e rabbia alla menzione della dipartita di Za'ia. E sulla sua morte aleggia ancora un gran mistero. Si dice che l'abbiano portata via gli spiriti, ma quali, come e perché non è mai stato chiarito. 

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