Calabar Inviato Lunedì alle 12:35 Segnala Inviato Lunedì alle 12:35 13 ore fa, RoxDS1993 ha scritto: @Calabar, mi dispiace davvero per questa spiacevole situazione Ormai ne è passata di acqua sotto i ponti, non è neppure una cosa che mi ha dato particolarmente fastidio allora, anche se la giudico un pessimo esempio di come gestire il gioco. Se non ti piace un giocatore (capita, non bisogna farne un dramma), non è più semplice dirglielo direttamente? Ammesso e non concesso che fosse questo il caso. Tra parentesi aggiungo che se avessero avuto la scheda del personaggio questo non sarebbe neppure morto, aveva più punti ferita di quelli che avevano supposto. lol oltre il danno la beffa! @Lord Danarc Bisogna però considerare che il personaggio non gestito dal proprio giocatore di solito non è sfrutttato al meglio. O gli altri giocatori potrebbero, anche inconsciamente, fare scelte di autoconservazione che lo mettono in maggiore pericolo. Io sono abbastanza d'accordo con RoxDS1993, il DM dovrebbe avere un particolare occhio di riguardo per il personaggio che appartiene ad un giocatore mancante. Poi certo, se muove l'intero gruppo o quasi (magari come conseguenza per una decisione presa quando il giocatore era presente), il discorso può essere differente. Non è un caso che cerco di non giocare mai se manca un giocatore, e questo genere di problemi sono uno dei motivi. 1
Lord Danarc Inviato Lunedì alle 12:45 Segnala Inviato Lunedì alle 12:45 (modificato) 9 minuti fa, Calabar ha scritto: Non è un caso che cerco di non giocare mai se manca un giocatore, e questo genere di problemi sono uno dei motivi. Oggi anche noi giochiamo solo quando siamo tutti, ma questo impatta abbastanza negaivamente sulla frequenza del gioco. Ma una volta si voleva giocare a ogni costo, e anche considerando che i gruppi erano abbastanza ampi, ho masterizzato/giocato anche con gruppi di 10-11 giocatori, giocare solo quando c'erano tutti non era un'opzione se si voleva giocare, e non considerare il personaggio mancante non era fattibile per una quesitone di coerenza dell'ambientaione. In ogni modo, che io ricordi, a me da DM mi accadde una sola volta, e fu una sessione in cui si rischiò il TPK. Modificato Lunedì alle 12:46 da Lord Danarc
firwood Inviato Lunedì alle 14:12 Segnala Inviato Lunedì alle 14:12 (modificato) Ho notato una differenza enorme nell'approccio al tavolo di gioco a seconda dell'età dei partecipanti. Ormai gioco da anni, con il gruppo storico che, con variazioni minime, è in piedi dal 1985 e conta 4 giocatori + master (il sottoscritto). La sessione con gli amici, perché tali sono, è un porto sicuro dove so già che ci si diverte per qualche ora staccando completamente la spina dal mondo reale. Nel corso degli anni ho affrontato diversi sistemi e giocato con molte persone, ed ho sempre fato una sessione "di prova" con i giocatori nuovi o sconosciuti (ovviamente se ero io il master): se lo stile di gioco differiva troppo dal mio, o se i giocatori erano particolarmente rognosi, un bel "grazie ma non funziona" e si passava oltre. I problemi principali per me sono sempre stati i power player e gli "attori" che invece di giocare recitano al tavolo; inoltre questi atteggiamenti li ho notati soprattutto nei ragazzi tra i 22-27 anni. Esperienza diversa con i bambini o i ragazzini: da alcuni anni, in estate, in collaborazione con la biblioteca locale si fanno delle serate D&D (con la scatola rossa) per bambini dai 9-10 anni in su. L'adozione delle regole è molto flessibile naturalmente, ma la risposta e l'entusiasmo che ci mettono nel giocare è straordinaria. La capacità di immaginare e di calarsi nel proprio personaggio è talmente spontanea e naturale che riesce sempre a strapparmi degli ampi sorrisi e gratifica enormemente il "lavoro" di master. Questa avventura estiva poi prosegue anche in autunno, dove i gruppi si formano spontaneamente e ogni martedì sera si ritrovano per giocare ormai in modo completamente autonomo. Su 10 bambini/e che partecipano alle serate estive, 7 poi vanno avanti per conto loro. A distanza di 7 anni dalla prima esperienza, il numero di partecipanti che sono diventati poi master o giocatori è sul 65/70% e una volta l'anno, di solito nel periodo delle vacanze di Natale, si fa un megatorneo con pizzata conclusiva. Come giocatore ho avuto delle belle esperienze giocando con RIFTS, Uno sguardo nel buio, GIRSA/MERP, Fantasy Age, Cyberpunk, Total Eclipse. Esperienza terribile invece con Vampiri, sia a causa del gruppo di gioco sia a causa mia (dato che ho trovato il tutto piuttosto noioso e ripetitivo dopo una decina di sessioni). Inoltre, da giocatore, detesto quando un master ha il suo png (che spesso è un pg di fatto) che funge da deus ex machina ed è sempre molto invadente in quelle che dovrebbero essere solo decisioni del gruppo, o ancora i master che suggeriscono ai giocatori cosa fare mentre questi stanno discutendo tra loro decidendo le azioni da intraprendere. Modificato Lunedì alle 14:16 da firwood 2 1
RoxDS1993 Inviato Lunedì alle 18:38 Autore Segnala Inviato Lunedì alle 18:38 10 hours ago, Lord Danarc said: Non giudico le esperiende degli altri, ho semplicemente estrapolato un fatto, che la maggiorparte delle problematiche avvengono con soggetti che non rientrano nella cerchia di amicizie e conoscenze strette. Che si tratti di persone conosciute o meno, queste situazioni non dovrebbero verificarsi in un contesto che dovrebbe essere dedicato al divertimento. Oltre al rispetto e all’educazione, che dovrebbero sempre essere alla base, è importante favorire un clima di collaborazione e comprensione reciproca, dove ogni giocatore si senta valorizzato e ascoltato. Solo così si può garantire un'esperienza di gioco gratificante per tutti.
Calabar Inviato Lunedì alle 23:42 Segnala Inviato Lunedì alle 23:42 9 ore fa, firwood ha scritto: Inoltre, da giocatore, detesto quando un master ha il suo png (che spesso è un pg di fatto) che funge da deus ex machina ed è sempre molto invadente in quelle che dovrebbero essere solo decisioni del gruppo, o ancora i master che suggeriscono ai giocatori cosa fare mentre questi stanno discutendo tra loro decidendo le azioni da intraprendere. Eheh non me ne parlare. In un vecchio gruppo di AD&D (Forgotten) si giocava con DM a rotazione (un sistema che non ho mai amato, ma che ha i suoi momenti buoni), e c'era chi puntualmente approfittava della propria avventura per far assurgere il proprio personaggio a nuovi livelli di onnipotenza. In un gruppo più recente il DM ha cercato di legare ogni PG ad un personaggio o un'entità potente/dominante per poi avere il controllo su ciò che i personaggi dovevano fare. Un modo di giocare che a me non piace, che magari a piccole dosi può anche essere accettabile ma non quando diventa pervasivo. Il 1/12/2024 at 23:53, RoxDS1993 ha scritto: Dipende cosa intendi con tipo di gioco, perchè DnD di base dovrebbe divertire e portare un’esperienza collettiva. Difficile dare una definizione, diciamo che quando ciò che ci diverte e ciò che ci piace fare nel gioco è agli antipodi, è difficile trovare un compromesso. Il rischio che che nel tentativo di mediare siano tutti insoddisfatti, o che alla fine qualcuno si annoi o giochi storcendo il naso di continuo. Per giocate di breve periodo si può anche chiudere un occhio (o entrambi), ma se si vuole giocare insieme a lungo meglio carcare persone con cui si è in sintonia.
firwood Inviato 16 ore fa Segnala Inviato 16 ore fa 13 ore fa, RoxDS1993 ha scritto: Che si tratti di persone conosciute o meno, queste situazioni non dovrebbero verificarsi in un contesto che dovrebbe essere dedicato al divertimento. Oltre al rispetto e all’educazione, che dovrebbero sempre essere alla base, è importante favorire un clima di collaborazione e comprensione reciproca, dove ogni giocatore si senta valorizzato e ascoltato. Solo così si può garantire un'esperienza di gioco gratificante per tutti. Purtroppo molti giocatori non vedono in D&D un gioco collaborativo ma un gioco competitivo. Quando arrivano in un nuovo gruppo spesso eccedono nel voler dimostrare di essere bravi, i migliori. Questo, unitamente a regolamenti che ormai spingono verso il min-maxing e la quasi immortalità dei personaggi fin dal primissimo livello, porta a squilibri nei rapporti tra i giocatori, specie se sono persone che non si conoscono e non hanno un trascorso in comune. Queste rogne o saltano fuori subito, e vi si pone rimedio facilmente, o emergono dopo qualche mese di gioco, quando, una volta presa confidenza con i compagni, si comincia a cercare di imporre la propria visione. Le persone intelligenti sanno fino dove possono spingersi, ma tanti non se ne rendono conto. 2
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