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Inviata

Personaggi con capacità o caratteristiche uniche, al di la di quelle che normalmente un personaggio è in grado di ottenere con l'esperienza, magari legate ad un'eredità di sangue, magari ottenute quando più o meno giovani si sono imbattuti in un evento straordinario, magari vincolate ad un segreto che neppure loro conoscono.
La letterattura è ricca di esempi di questo genere, eppure D&D non contempla un modo per gestire tali personaggi.

Può darsi che come Dungeon Master amiate inserire elementi di questo tipo nelle vostre campagne, oppure potreste pensare che questo tipo di cose possano rovinare il gioco, che non siano in alcun modo compatibili con D&D e non dovrebbero mai essere adottarte. Magari le utilizzate ma mai con i personaggi giocanti, lasciandole appannaggio dei soli PNG, magari vorreste utilizzarle ma non sapete bene come fare o avete timore che possano creare squilibri e dissapori.

Quello che vorrei cercare di fare in questo topic è scrivere quel paragrafo mancante dai manuali in cui viene spiegato come gestire l'introduzione di capacità speciali, includendo regole, suggerimenti, consigli.
Voi cosa ne pensate? Lascereste la cosa alla pura discrezionalità del Dungeon Master? La leghereste ad un tiro di dado che ogni giocatore può tentare alla creazione del personaggio? Ne permettereste "l'acquisto" a caro prezzo? Cerchereste di bilanciarlo in modo che vi sia sempre un lato oscuro da gestire o un rovescio della medaglia? Lo sconsigliereste nelle primissime righe di questo paragrafo da scrivere, prima di proporre uno o più modi per gestirlo?

Proviamo a dare una forma a questa idea.


Inviato

Allora io un periodo ho pensato banalmente di inserire un tiro di variabilità genetica, un d100 alla creazione del personaggio. al 95+ tiri 1d6. La caratteristica corrispondente al risultato avrebbe avuto un +1 (3ed). Sta cosa non è mai stata utilizzata, e era anche poco sensata.

In game invece è un'altra storia. Sulla base dei BG, i PG hanno una storia e evolvono, scoprendone elementi sconosciuti o andando incontro alla loro prosecuzione e alle conseguenze della stessa. Questo mi ha portato ad esempio a assegnare bonus specifici e capacità uniche a alcuni PG che avevano scelto alcune strade (il più peculiare fu un umano trovatello che essendo stato creato da sangue di demoni e un'anima che poi risultò essere il residuo di un antico celestiale morto millenni prima, iniziò a sviluppare tratti mezzo immondi o mezzo celestiali a seconda della parte che intendeva seguire). Non tutti hanno avuto questo tipo di bonus ma tutti hanno avuto qualcosa che da un lato fosse utile meccanicamente e dall'altro gli piacesse, pur collimando con il BG. È anche accaduto che alcuni spunti da me forniti nono sono stati compresi o seguiti e quindi quello che avevo previsto non è accaduto (il chierico di Shandaukul ad esempio non colse la possibilità di diventare il dio del tempo cronologico e diventò solo il papa della chiesa). Questo però in 3e, dove fornire poteri, capacità o oggetti potentissimi non comportava nulla dal punto di vista della gesitone del gruppo, in 5e invece ho limitato gli oggetti, immaginate le capacità.

In ogni caso sconsiglierei di inserire questo modo di giocare in un manuale del giocatore e non lo inserirei nemmeno all'inizio del manuale del DM, ma solo tra le regole opzionali e avanzate. Cosa che alla fine c'è, quei boon epici tra i quali puoi scegliere.

  • Grazie 1
Inviato

@Lord Danarc 

Io pensavo piuttosto a doni straordinari, non piccoli bonus/malus o qualche abilità in più.
Non è cioè un modo per potenziare uno o più personaggi, si tratta invece di inserire un elemento narrativo che va al di la delle abilità dei personaggi descritte nel manuale. Cose così rare e improbabili da che diventa difficile da giustificarne l'assegnazione a più di un personaggio. Non si tratta necessariamente di grandi poteri, e non è detto siano positivi.
La storia del personaggio incarnazione di un antico celestiale che hai descritto credo possa essere un buon esempio, insieme ad altri magari di genere completamente differente.

L'idea di scrivere (virtualmente) un paragrafo mancante è dovuta al fatto che questo genere di innesti narrativi può essere utilizzato (e probabilmente viene utilizzato), ma non ci sono delle linee guida che aiutino a farlo.

Diciamo che uno dei rischi principali è che il personaggio in questione  possa apparire "accozzato" (mi sa che è un dialettismo, diciamo "raccomandato", "favorito"), e che il dono possa monopolizzare la campagna a discapito delle altre storie.

Concordo sul fatto che si stia uscendo dal normale flusso delle regole, ciò nonostante visto il supporto della letteratura a riguardo mi sembra limitante non trattarlo in qualche modo.

Inviato

Io sto cercando di introdurli piano piano nelle mie attuali campagne, in primis per ottenerle di solito bisogna fare "qualcosa" in cambio, magari per una classe divina è un grande gesto o sacrificio, per le altre dipende dalla situazione, dal pg, ecc.

Un modo poi per non rischiare nell'abuso o nella rottura del gioco le faccio o a utilizzo singolo o limitato, o si "ricaricano" a tempo, o hanno un "costo", almeno non rischio di avere personaggi SEMPRE fortissimi.

I poteri che ricevono possono andare dal dado in più da aggiungere ad un tiro, ad una resistenza  immunità temporanea, a poteri o magie, o altro.

Inviato (modificato)
34 minuti fa, Calabar ha scritto:

Io pensavo piuttosto a doni straordinari, non piccoli bonus/malus o qualche abilità in più.
Non è cioè un modo per potenziare uno o più personaggi, si tratta invece di inserire un elemento narrativo che va al di la delle abilità dei personaggi descritte nel manuale. Cose così rare e improbabili da che diventa difficile da giustificarne l'assegnazione a più di un personaggio. Non si tratta necessariamente di grandi poteri, e non è detto siano positivi.

Considera che per me (ma questo era derivante anche dal fatto che si giocava in 3e) i benefici meccanici e di BG andavano di pari passo, anche quando non comportavano necessariamente bonus/malus numerici. Inizialmente ad esempio, quando ha scelto la via del sangue demoniaco al PG sono spuntate scaglie, ha acquisito scurovisione e altra roba via via che progrediva ma quando si è redento più che altro ha comportato ritrovare la lama dell'angelo caduto e scoprire che c'era un ordine monastico che lo adorava e che lo ha seguito in combattimento. Il papa di Shaundaukul c'è diventato a fine campagna, ma anche li a parte qualche paramento ha acquisito perlopiù la possiblità di manovrare aspetti politici. Il nano difensore nanico paladino ha costruito una cittadina che poi si è espansa, vicino all'isola in cui avevano il portale per il loro piano e ne è diventato il reggente. Anche in questo caso, pochi bonus meccanici. La stregona ha voluto un drago compagno, qua molti bonus meccanici ahahahahah.

Ma appunto si tratta di cose dipendenti dall'edizione. In AD&D il Bladesinger era una cosa che si aggiungeva al personaggio mentre in 3e è diventata una CDP e in 5e una sottoclasse. Nel primo caso è esattamente quello che cerchi (con bonus meccanici) poi con le altre edizioni è diventata una cosa interna.

In 5e non ho previsto nulla del genere, sebbene tutti i PG abbiano avuto BG che hanno interagito con la trama (una ha dato alla luce l'hazi, il prescelto dei thri kreen, quando hanno preso possesso di corpi di kreen morti da tempo lasciando i loro indietro, una è inseguita da un templare di un re stregone, una aveva l'anima del fratello che alla fine si è sacrificata per sconfiggere un avatar di una regina stregona che aveva preso possesso del suo corpo - del PG - e così via), nessuno ha avuto elementi di potere come quelli della campagna in 3e perchè non ne ho ravvisato la possibilità dal punto di vista di gioco e bilanciamento.

Modificato da Lord Danarc
Inviato

Per essere chiari, l'idea che ho in mente significa abbandonare del tutto l'idea di bilanciamento.
Questo non significa che il personaggio o i personaggi interessati siano più forti degli altri, ma non è affatto escluso che i loro doni possano essere molto incisivi sia per quanto riguarda le meccaniche che la narrazione.

Partiamo comunque dal presupposto di voler regolamentare questa cosa, io sono in cerca di idee che possano aiutarmi prima di tutto a farmi un'idea chiara e gestibile.

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