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Inviata

Un uomo dai capelli sale e pepe guarda la città dalla cima di una delle torri che la difendevano. Sulla sua armatura brunita danzano i riflessi delle fiamme che avvolgono diversi quartieri sottostanti. Il suo volto non esprime nessuna emozione nemmeno quando osserva una donna correre per i vicoli braccata da alcuni soldati. Dalla città intera si levano grida disperate e il cielo è oscurato da una coltre di fumo. 

L'uomo si passa la lingua sulle labbra secche e fa un cenno ad un giovane cavaliere alle sue spalle. Il ragazzo appoggia una pergamena aperta sulla pietra della guglia e fa un breve inchino prima di parlare. “Re di tutte le terre e di tutti i Re, abbiamo trovato questa mappa nelle caserme. Sembra piuttosto nuova...”

“...ci tornerà utile. Ottimo lavoro.” Viene interrotto mentre il Re posa gli occhi sulle insegne del cavaliere in modo da essere notato. Il giovane riesce a stento a trattenere un sorriso soddisfatto. “Ora vai a convocare Gheren Khan” 

Il cavaliere esegue subito l'ordine e il Re dell'armatura scura rimane solo in cima alla torre a studiare la mappa. I suoni atroci del saccheggio che vengono dal basso sono un rumore bianco alle sue orecchie.

Mentre studia la mappa si massaggia la mascella con la mano guantata. “Bene, molto bene”

Nel mentre viene raggiunto da un uomo alto circa 2,30 metri. Petto scoperto che svela un fisico possente. Sulle spalle indossa una pelliccia di leone che termina sul capo con la testa stessa dell'animale integrata ad un elmo di bronzo. Da un lato ne escono i capelli lunghi raccolti in una treccia. Ha lo sguardo torvo dal quale manca l'occhio sinistro e le orecchie a cavolfiore di chi fa spesso a botte. L'uomo è ricoperto di schizzi di sangue. Lui non si inchina ma lo onora limitandosi a dire “Re di tutte le terre e di tutti i Re”.

“Khan delle pianure, guarda questa mappa.”

I due la osservano in silenzio per un po’ e poi il Re indica un punto. “Questa sarà la prossima città, faremo riposare le truppe una settimana e poi ci metteremo in marcia. Intanto però ho bisogno che i tuoi esploratori vadano avanti a controllare la via e seminare paura” 

Gheren Khan storce la bocca “Anche miei hanno bisogno di riposo. Poi vogliono loro parte di bottino e divertimento” 

Il Re annuisce “Un giorno di riposo e in aggiunta alla vostra fetta di bottino di questa città i tuoi possono tenere tutto quello che saccheggiano in esplorazione.” 

Gheren Khan sorride soddisfatto. “Questa città molto ricca, esperienza dice anche campagne e villaggi.”

 

Senza bisogno di aggiungere altro si gira per andarsene quando sale sulla torre una terza persona. Prima ancora di vederla l'aria inizia a profumare di rosa nonostante il fumo. È una donna dalla pelle bianca come carta, capelli neri come la notte, occhi viola come ametiste, corpo slanciato e sinuoso. Incrociandola Gheren Khan le sputa ai piedi “Strega”. 

Lei ci fa caso appena e lo chiama “Animale puzzolente”.

 

La donna, ora sola con il Re dei Re, gli si stringe al corpo, gli accarezza il volto con la mano delicata. “Dobbiamo proprio tenerlo con noi? Non posso ammazzarlo? Ti bastano i miei poteri per conquistare il mondo” 

“Cara, lo sai che la sua gente è formidabile In guerra, e poi si è sottomesso a me. Un Re giusto non assassina i suoi alleati.” 

La donna indispettita gli graffia leggermente il volto con le unghie ritraendo la mano. “Dopo tutti questi anni ancora pensi a giustizia e onore quando mezzo mondo è ai tuoi piedi” il tono da scocciato diventa dolce “Ho sempre trovato attraente questo tuo lato caro… cooomunque. In questa città stiamo raccogliendo tanti schiavi. Posso usarne un po’ per i miei rituali?” 

“Con la nostra fetta puoi farci tutto quello che vuoi, l'esercito deve muoversi veloce e in questo momento sono solo un peso in ogni caso. Ammazzali pure tutti” 

Lei gli si abbraccia al collo e lo bacia ripetutamente “Grazie caro! Userò il loro sangue per farti un bel regalo.”

 

— — — 

 

Il mondo è diviso in due grandi continenti separati da una catena montuosa talmente impervia e selvaggia da essere considerata impenetrabile. 

Per questo le due metà del mondo si sono sviluppate in modo indipendente e non condividono praticamente nulla, nemmeno la lingua comune.

Molti temerari esploratori hanno tentato l’attraversamento ma ben pochi ci sono riusciti e per questo nonostante ogni metà conosca l’esistenza dell’altra non filtrano notizie da un continente all’altro.

 

ILIKONE è la grande città più vicina alle Grandi Montagne ed è uno snodo principale del continente dell’ovest. In questa città avevate costruito le vostre vite finché, da un giorno all’altro, non è comparso un esercito enorme dalle montagne. La città non era minimamente pronta ad una guerra ed è caduta al primo assalto delle mura.

Quando è successo tutto questo eravate in città. Siete stati fortunati a sopravvivere al saccheggio ma ora siete prigionieri degli invasori dell’est. 

Avete perso tutto. La vostra casa, le vostre ricchezze, il vostro stile di vita… e non sapete se le persone che amate sono ancora vive.

 

Non sapete bene quello che sta succedendo perché i vostri carcerieri parlano una lingua che non comprendete ma dopo il saccheggio di Ilikone i sopravvissuti sono stati ammassati tutti fuori dalla città e divisi tra i vari gruppi culturali dell’esercito invasore. 

Tre fette più piccole, ma uguali tra loro, sono andate a dei guerrieri in armatura da Samurai. 

Uno schieramento di nani e gnomi che imbracciano bastoni di acciaio e legno come se fossero armi. (non conoscete gli archibugi ancora) 

Guerrieri a cavallo vestiti di pellicce. 

I prigionieri rimanenti, circa il 40%, è stato portato via dal contingente più grande costituito da una massa eterogenea di soldati di tutte le razze vestiti e armati tutti allo stesso modo. 

Voi fate parte dell’ultimo gruppo. Arrivati al loro campo base temporaneo hanno rinchiuso i prigionieri in gabbie di legno e ferro di varie dimensioni. Alcune costruite sul momento come se non si aspettassero di avere cosi tanti prigionieri. 

Voi siete capitati tutti nella stessa gabbia da 4-5 persone. Ilikone era una città grande e quindi non è strano che non vi conoscevate. 


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