AndreaP Inviata 6 Marzo Segnala Inviata 6 Marzo ---senza data--- Una debole luce penetrò le palpebre degli accoliti risvegliandoli: aprendo gli occhi videro che si ritrovavano in una fossa ampia, circolare, forse di circa quindici metri di diametro, con lati alti molti metri. Il terreno era coperto di sabbia umida e puzzolente ed era disseminato di ossa rotte e altri detriti. Incastonate nelle pareti di metallo arrugginite a intervalli irregolari vi erano griglie di ferro chiodate e borchiate di varie forme e dimensioni e globi luminosi tremolanti incassati dietro una spessa rete. Circa sei metri sopra di loro, le pareti della fossa sono sormontate da lame simili a sciabole, ricurve verso l'interno e da spire allentate di filo spinato corroso. Al di là vi era l'oscurità da cui si poteva sentire il lontano rombo di macchinari pesanti. Catene univano i loro polsi e le loro caviglie: addosso avevano solo vestiti, niente equipaggiamento ne armi. @Dop Rivela contenuti nascosti Le funzioni di Dop parevano ridotte solo a quelle basilari, gli arti e i sistemi di life support: tutto il resto era stato disattivato Erano prigionieri. Con loro vi erano altri carcerati, ombre tristi di quelle che dovevano essere statate persone, tutte accomunate da essere state picchiate violentemente. Tra di loro i quattro accoliti presenti si riconobbero: già altre volte si erano incontrati su Bastion Serpentis la sede dell'Inqisizione. Chi li avesse rapiti e ridotti in quello stato era a loro sconosciuto @all Rivela contenuti nascosti Tutti i pg partono senza equipaggiamento e con solo 5 Wounds @PietroD @Ghal Maraz @Killua @Cloud5374 1
Cloud5374 Inviato 6 Marzo Segnala Inviato 6 Marzo Padre Arkan Velk Lentamente Velk apriva gli occhi, cercando di mettere a fuoco il luogo dove si trovava. Lentamente si era reso conto di essere legato mani e piedi ma....non aveva memoria di come poteva essere successo né tantomeno chi era riuscito ad imprigionarlo. Tutto quello che sapeva è che stava dando la caccia a dei presunti eretici. "La fede è l' Armatura dell' anima. Chi vacilla è già sconfitto!" Mormorava recitando le Sacre Scritture. In quel momento più che un fiero membro del Ministorum sembrava un disperato alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi. Chi lo guardava notava un fisico atletico risultato delle molte battaglie a cui aveva preso parte nella sua vita. Era un' uomo dai capelli castani e alto all' incirca 1,80cm anche se l'altezza era difficile da stimare. La cosa che più saltava all' occhio era il suo volto diviso a metà: la parte sinistra devastata dal fuoco era stata, più o meno, ricostruita meccanicamente. Mentre la parte destra era completamente ricoperta da alcuni versetti delle Sante Scritture, tatuaggi che ricordavano a tutti quelli che incontrava che la Gloria dell' Imperatore veniva prima di ogni cosa....prima, anche, della propria vita. Si guardava intorno fino a identificare quattro figure familiari. Ma la scarsa luce gli impediva di distinguerli chiaramente. Sapeva di potersi fidare, almeno al momento, infatti vedeva le loro auree meno oscure e un po' più dorate. Segno che lo rassicurava sul fatto che fossero servi dell' Imperatore. Servi non proprio devoti, certo, ma....poteva pensare Arkan su come rimetterli sulla retta via. "Voi tre! Sono Padre Velk dell' Ecclesiarchia! Servo devoto e fedele del nostro Imperatore! Sapete come siamo finiti qua? Chi ci ha imprigionati? Aiutatemi a recuperare la mia spada e a punire gli Eretici o gli Xeno responsabili!" Dentro di sé invece pregava per un segno o un miracolo, dopotuto era sempre stato ligio al suo dovere, anche se altri spesso pensavano forse troppo irruento ed imprevedibile....i pavidi dell' Inquisizione non sapevano fare altro che complottare, tramare e manipolare. Fosse stato per Arkan li avrebbe purificati con il fuoco uno ad uno, purtroppo non poteva. Seppur con le loro macchinazioni anche gli Inquisitori servivano il Dio e Arkan glielo riconosceva. "Parlami ti prego! Ti sono stato sempre fedele e devoto....perché taci ora? Mi vuoi forse mettere alla prova?" 1
PietroD Inviato 7 Marzo Segnala Inviato 7 Marzo (modificato) Nuadap Dop *Il calore lo avvolge, una potenza inattesa. Il corpo immobile, abbattuto dai colpi ricevuti e dalle energie spese di propria volontà. La pelle scoperta intorno al respiratore morsa delle fiamme. La chiamata degli Spiriti Macchina penetra nelle orecchie, ferisce i timpani —* L'adepto aprì gli occhi, spalancandoli sulla realtà. Era prigioniero, ammanettato, ferito. Ma vivo. Altrove. Non più il pianeta diretto all'autodistruzione, non più le catacombe che avevano ospitato l'asta che era diventata una trappola per veri credenti. Non era solo. Fra gli altri, tre volti conosciuti. Era la voce di uno di loro ad averlo svegliato, non gli Spiriti delle Macchine. «Nuadap Dop, tecnoprete. Lascia solo che mi liberi di queste». I tecnodendriti rimasero immobili, come budella meccaniche inerti fuoriuscite dalla sua schiena. Li guardò, un'espressione stupefatta si disegnò sul suo volto. *Gli Spiriti mi hanno privato del loro favore* Tornò a voltarsi verso l'uomo che aveva parlato. «Non sarà facile come pensavo». Puntò lo sguardo verso Victor, cercando in lui segni vitali, la speranza di poter reagire a quella situazione, e spiegazioni. Soprattutto spiegazioni. Modificato 7 Marzo da PietroD
Ghal Maraz Inviato 7 Marzo Segnala Inviato 7 Marzo Victor Montoya Freddo. Metallo. Carni morsicate. Victor scosse la testa, richiamato da una voce che non conosceva. Poi, ripresa conoscenza, ne riconobbe un'altra, più familiare. Prima di aprire gli occhi, ancora convinto di essere morto e che la pace dell'Imperatore gli fosse stata rubata, ľArbitrator cercò di riconoscere i suoi stessi segni vitali. Non c'era dubbio: nonostante tutto, respirava ancora. Permise alla poca luce di penetrare le palpebre, fino al suo cervello, prendendosi tempo. Non c'era fretta, da quanto sembrava. Si guardò attorno, studiando i dettagli: i corpi martoriati, le catene, la loro prigione. Cercò qualche indizio, come era abituato a fare; era quello, in fondo, il suo lavoro. Riconobbe Dop, che salutò con un cenno, poi altri due volti, meno familiari. Tornò a studiare le manette ai suoi polsi e chi era incatenato con lui, cercando di capire se ci fosse modo di liberarsi. Allontanò il panico, come gli era possibile. "Io sono Victor. Voi come vi chiamate?", chiese. La domanda non era per qualcuno in particolare: gli serviva per controllare se ancora sapeva parlare e gli serviva, soprattutto, per impedire attacchi di follia tra i prigionieri. Giusto quel briciolo di umanità che serviva per tenere a freno gli istinti più violenti.
Killua Inviato 8 Marzo Segnala Inviato 8 Marzo Teriacus Ultimamente si trovava spesso in situazioni davvero al limite.. mani legate, spazi angusti, ferro e metallo dappertutto. devo fare meglio di così. altrimenti qui non si sopravvive. La prima cosa da fare è mettersi comodo. Tanti anni di addestramento fisico per farsi trovare pronto potrebbero tornare utili così provo in qualche modo a portare le mani legate davanti a se. Questo mi darebbe maggior possibilità di movimento, per quanto ne abbia incatenato. Raccogliendo le gambe al petto più che posso, faccio scivolare le mani sotto. Questo mi dovrebbe dare anche una visione del tipo di manette che abbiamo addosso. Quando anche gli altri cominciano a svegliarsi, mi presento anche io. Il loro suono rimbomba nella stanza ma è comunque piacevole. Non riconosco nessuno di loro per ora, ma buoni amici fa aumentare la possibilità di salvezza in futuro. Io sono Teriacus. Non credo di avervi mai incontrato prima. Qualcuno sa dove ci troviamo? Mi guardo attorno intanto e nella sabbia provo a vedere se ci sono dei frammenti di ossa o qualcos'altro di abbastanza appuntito per provare a scassinare la serratura delle manette.
AndreaP Inviato Domenica alle 17:13 Autore Segnala Inviato Domenica alle 17:13 --- senza data --- @Teriakus e Padrea Arkan Rivela contenuti nascosti I due accoliti provarono a rammentare gli ultimi ricordi: l'inquisitrice Skane, a cui loro rispondevano, che li inviava su Kuderus, un mondo di frontiera, per investigare su una compravendita di reliquie eretiche che era stata intercettata in una base di frontiera. Le fogne dell'avamposto, il buio, un mercante che aveva un negozio celato negli oscuri passaggi. Poi l'imboscata, esseri di ombra probabilmente evocati da un rituale. La fuga, la loro fuga lungo i putrescenti passaggi, e poi la caduta in un pozzo. E da lì l'oscurità I compagni ripresisi assestarono la situazione: le pesanti catene limitavano molto i movimenti costringendo i polsi uniti fra di loro e dando alle caviglie 30cm di agio per fare passi. Ma non erano legati al muro e potevano provare ad alzarsi o a muoversi @Teriacus Rivela contenuti nascosti Teriacus si guardò intorno. Vi erano pietre e spuntoni metallici dal muro Il dio imperatore non rispose alle preghiere di Padre Arkan ma una voce si sentì nella stanza: "Victor, Dop, siete voi" disse una voce rauca dall'altra parte della stanza "sono Marshrek, potete muovervi?"
Killua Inviato Lunedì alle 16:12 Segnala Inviato Lunedì alle 16:12 Teriacus Non conoscendo nessuno dei presenti, neanche la nuova voce che si palesa chiamando due di loro, la sua mente si concentra per liberare mani e piedi da quelle catene. Mi sposto quindi con calma per non attirare l'attenzione di nessuno fino a trovare uno spuntone, o un osso piuttosto appuntito per provare a scassinare la serratura delle manette. Non ho troppa fretta, quindi lo faccio con calma, cercando anche il pezzo giusto che possa tenere in mano eventualmente. Posso sempre poi tenerlo nascosto negli stracci, così se dovesse palesarsi qualcuno, allora avrò qualcosa di rozzo per difendermi, se ce ne sarà bisogno.
Ghal Maraz Inviato Mercoledì alle 07:59 Segnala Inviato Mercoledì alle 07:59 Victor "Marshrek? Ci sei anche tu, allora", rispose Victor, rivolto al mercenario. "Qualunque cosa sia successo, a chi ha causato tutto questo servivamo di più da vivi, che da morti. E non so capire se sia una buona notizia... chi altro c'è, qui?".
Cloud5374 Inviato Mercoledì alle 18:45 Segnala Inviato Mercoledì alle 18:45 Padre Arkan Velk Non sentendo risposta iniziava a farsi più inquieto e ad agitarsi facendo tintinnare rumorosamente le catena che lo legavano. Passato un considerevole lasso di tempo in cui Arkan continuava ad agitarsi, finalmente si calmava prendendo respiri profondi. "Come già detto, sono Padre Velk. Prete del Ministorum! Teriacus, si tu? Ricordo che stavamo investigando per l' inquisitrice Skane." Si ripresentava a Victor mentre gli veniva alla memoria di aver già sentito la sua voce e.....anche i tratti del volto dell' Arbites erano familiari man mano che metteva a fuoco. "Avete qualche idea su come liberarci?"
AndreaP Inviato Mercoledì alle 21:24 Autore Segnala Inviato Mercoledì alle 21:24 --- senza data --- L'ambiente era in penombra e impediva di distinguere le persone ma oltre ai quattro accoliti vi erano altre tre figure: nessuno parlava, uno gemeva continuamente Una di queste si alzò e trascinando i piedi si avvicinò loro: Dop e Victor lo riconobbero. Era proprio Marshrek, malconcio e con il lato sinistro del volto tumefatto "Sono stati i becchini?" chiese Poi si sedette in silenzio osservando Teriacus che stava provando ad usare un chiodo per rompere aprire la serratura delle manette; pareva essere un lavoro che avrebbe richiesto molto tempo
Ghal Maraz Inviato Giovedì alle 16:18 Segnala Inviato Giovedì alle 16:18 Victor "I becchini... o chi per loro", rispose, laconico, Victor, mentre cominciava ad armeggiare con i suoi vincoli, saggiandoli e cercando un punto di debolezza su cui fare leva, in modo da liberare almeno una mano.
Killua Inviato Giovedì alle 17:04 Segnala Inviato Giovedì alle 17:04 Teriacus Queste manette erano più resistenti del solito ma ciò non mi impedirà di raggiungere il mio obiettivo. Comincio a ricordare vagamente alcuni degli ospiti che stanno condividendo il mio stesso destino, ma per ora non do importanza. Liberare le mani risulta essere la mia priorità assoluta.
PietroD Inviato 16 ore fa Segnala Inviato 16 ore fa Nuadap Dop «I becchini non credo, ricordo che prima di svenire avevamo avuto ragione di tutti loro e restava quella dannata Vedova meccanica a sputare dardi ed esplosivi invece che vaticini. Ma se siamo vivi, almeno dobbiamo aver evitato l'autodistruzione che aveva predetto». Con i dendriti meccanici inerti, le abilità del tecnoprete erano limitate. Tentò di liberarsi delle catene come uno degli altri prigionieri, ma senza riuscirci. Gli Spiriti parevano non solo averlo abbandonato, ma addirittura averlo in astio. «Forse qualcuno di costoro saprà dirci di più». E poiché nessuno regala informazioni, il tecnoprete si avvicinò a quello che gemeva per provare a dargli aiuto riducendo in qualche modo le sue sofferenze. Mentre valutava la situazione, si rivolse agli altri. «Voi sapete dove siamo, e perché ci tengono qui?». Rivela contenuti nascosti Prova di Medicae
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