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Inviata

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---senza data---

Una debole luce penetrò le palpebre degli accoliti risvegliandoli: aprendo gli occhi videro che si ritrovavano in una fossa ampia, circolare, forse di circa quindici metri di diametro, con lati alti molti metri. 
Il terreno era coperto di sabbia umida e puzzolente ed era disseminato di ossa rotte e altri detriti.
Incastonate nelle pareti di metallo arrugginite a intervalli irregolari vi erano griglie di ferro chiodate e borchiate di varie forme e dimensioni e globi luminosi tremolanti incassati dietro una spessa rete. 
Circa sei metri sopra di loro, le pareti della fossa sono sormontate da lame simili a sciabole,
ricurve verso l'interno e da spire allentate di filo spinato corroso.
Al di là vi era l'oscurità da cui si poteva sentire il lontano rombo di macchinari pesanti.

Catene univano i loro polsi e le loro caviglie: addosso avevano solo vestiti, niente equipaggiamento ne armi. 

@Dop

Spoiler

Le funzioni di Dop parevano ridotte solo a quelle basilari, gli arti e i sistemi di life support: tutto il resto era stato disattivato

Erano prigionieri. Con loro vi erano altri carcerati, ombre tristi di quelle che dovevano essere statate persone, tutte accomunate da essere state picchiate violentemente.

Tra di loro i quattro accoliti presenti si riconobbero: già altre volte si erano incontrati su Bastion Serpentis la sede dell'Inqisizione.

Chi li avesse rapiti e ridotti in quello stato era a loro sconosciuto

@all

Spoiler

Tutti i pg partono senza equipaggiamento e con solo 5 Wounds

@PietroD @Ghal Maraz @Killua @Cloud5374

 

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Inviato

Padre Arkan Velk

Lentamente Velk apriva gli occhi, cercando di mettere a fuoco il luogo dove si trovava. Lentamente si era reso conto di essere legato mani e piedi ma....non aveva memoria di come poteva essere successo né tantomeno chi era riuscito ad imprigionarlo. Tutto quello che sapeva è che stava dando la caccia a dei presunti eretici. 

"La fede è l' Armatura dell' anima.

Chi vacilla è già sconfitto!" 

Mormorava recitando le Sacre Scritture. In quel momento più che un fiero membro del Ministorum sembrava un disperato alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi. 

Chi lo guardava notava un fisico atletico risultato delle molte battaglie a cui aveva preso parte nella sua vita. Era un' uomo dai capelli castani e alto all' incirca 1,80cm anche se l'altezza era difficile da stimare.

La cosa che più saltava all' occhio era il suo volto diviso a metà: la parte sinistra devastata dal fuoco era stata, più o meno, ricostruita meccanicamente. Mentre la parte destra era completamente ricoperta da  alcuni versetti delle Sante Scritture, tatuaggi che ricordavano a tutti quelli che incontrava che la Gloria dell' Imperatore veniva prima di ogni cosa....prima, anche, della propria vita.

Si guardava intorno fino a identificare quattro figure familiari. Ma la scarsa luce gli impediva di distinguerli chiaramente. Sapeva di potersi fidare, almeno al momento, infatti vedeva le loro auree meno oscure e un po' più dorate. Segno che lo rassicurava sul fatto che fossero servi dell' Imperatore. Servi non proprio devoti, certo, ma....poteva pensare Arkan su come rimetterli sulla retta via.

"Voi tre! Sono Padre Velk dell' Ecclesiarchia! Servo devoto e fedele del nostro Imperatore! Sapete come siamo finiti qua? Chi ci ha imprigionati? Aiutatemi a recuperare la mia spada e a punire gli Eretici o gli Xeno responsabili!"

Dentro di sé invece pregava per un segno o un miracolo, dopotuto era sempre stato ligio al suo dovere, anche se altri spesso pensavano forse troppo irruento ed imprevedibile....i pavidi dell' Inquisizione non sapevano fare altro che complottare, tramare e manipolare. Fosse stato per Arkan li avrebbe purificati con il fuoco uno ad uno, purtroppo non poteva. Seppur con le loro macchinazioni anche gli Inquisitori servivano il Dio e Arkan glielo riconosceva.

"Parlami ti prego! Ti sono stato sempre fedele e devoto....perché taci ora? Mi vuoi forse mettere alla prova?"

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Inviato (modificato)

Nuadap Dop

*Il calore lo avvolge, una potenza inattesa. Il corpo immobile, abbattuto dai colpi ricevuti e dalle energie spese di propria volontà. La pelle scoperta intorno al respiratore morsa delle fiamme. La chiamata degli Spiriti Macchina penetra nelle orecchie, ferisce i timpani —*

L'adepto aprì gli occhi, spalancandoli sulla realtà. Era prigioniero, ammanettato, ferito. Ma vivo. 

Altrove. Non più il pianeta diretto all'autodistruzione, non più le catacombe che avevano ospitato l'asta che era diventata una trappola per veri credenti.

Non era solo. Fra gli altri, tre volti conosciuti. Era la voce di uno di loro ad averlo svegliato, non gli Spiriti delle Macchine. 

«Nuadap Dop, tecnoprete. Lascia solo che mi liberi di queste». 

I tecnodendriti rimasero immobili, come budella meccaniche inerti fuoriuscite dalla sua schiena. Li guardò, un'espressione stupefatta si disegnò sul suo volto. 

*Gli Spiriti mi hanno privato del loro favore*

Tornò a voltarsi verso l'uomo che aveva parlato. 

«Non sarà facile come pensavo».

Puntò lo sguardo verso Victor, cercando in lui segni vitali, la speranza di poter reagire a quella situazione, e spiegazioni. Soprattutto spiegazioni.

Modificato da PietroD
Inviato

Victor Montoya

Freddo. Metallo. Carni morsicate. 

Victor scosse la testa, richiamato da una voce che non conosceva. Poi, ripresa conoscenza, ne riconobbe un'altra, più familiare. 

Prima di aprire gli occhi, ancora convinto di essere morto e che la pace dell'Imperatore gli fosse stata rubata, ľArbitrator cercò di riconoscere i suoi stessi segni vitali. 

Non c'era dubbio: nonostante tutto, respirava ancora. 

Permise alla poca luce di penetrare le palpebre, fino al suo cervello, prendendosi tempo. Non c'era fretta, da quanto sembrava. 

Si guardò attorno, studiando i dettagli: i corpi martoriati, le catene, la loro prigione. Cercò qualche indizio, come era abituato a fare; era quello, in fondo, il suo lavoro. 

Riconobbe Dop, che salutò con un cenno, poi altri due volti, meno familiari. 

Tornò a studiare le manette ai suoi polsi e chi era incatenato con lui, cercando di capire se ci fosse modo di liberarsi. Allontanò il panico, come gli era possibile. 

"Io sono Victor. Voi come vi chiamate?", chiese. La domanda non era per qualcuno in particolare: gli serviva per controllare se ancora sapeva parlare e gli serviva, soprattutto, per impedire attacchi di follia tra i prigionieri. Giusto quel briciolo di umanità che serviva per tenere a freno gli istinti più violenti. 

Inviato

Teriacus

Ultimamente si trovava spesso in situazioni davvero al limite.. mani legate, spazi angusti, ferro e metallo dappertutto. devo fare meglio di così. altrimenti qui non si sopravvive. La prima cosa da fare è mettersi comodo. Tanti anni di addestramento fisico per farsi trovare pronto potrebbero tornare utili così provo in qualche modo a portare le mani legate davanti a se. Questo mi darebbe maggior possibilità di movimento, per quanto ne abbia incatenato. Raccogliendo le gambe al petto più che posso, faccio scivolare le mani sotto. Questo mi dovrebbe dare anche una visione del tipo di manette che abbiamo addosso. 
Quando anche gli altri cominciano a svegliarsi, mi presento anche io. Il loro suono rimbomba nella stanza ma è comunque piacevole. Non riconosco nessuno di loro per ora, ma buoni amici fa aumentare la possibilità di salvezza in futuro.

Io sono Teriacus. Non credo di avervi mai incontrato prima. Qualcuno sa dove ci troviamo? 

Mi guardo attorno intanto e nella sabbia provo a vedere se ci sono dei frammenti di ossa o qualcos'altro di abbastanza appuntito per provare a scassinare la serratura delle manette.

Inviato

--- senza data ---

@Teriakus e Padrea Arkan

Spoiler

I due accoliti provarono a rammentare gli ultimi ricordi: l'inquisitrice Skane, a cui loro rispondevano, che li inviava su Kuderus, un mondo di frontiera, per investigare su una compravendita di reliquie eretiche che era stata intercettata in una base di frontiera. Le fogne dell'avamposto, il buio, un mercante che aveva un negozio celato negli oscuri passaggi. Poi l'imboscata, esseri di ombra probabilmente evocati da un rituale. La fuga, la loro fuga lungo i putrescenti passaggi, e poi la caduta in un pozzo. E da lì l'oscurità

I compagni ripresisi assestarono la situazione: le pesanti catene limitavano molto i movimenti costringendo i polsi uniti fra di loro e dando alle caviglie 30cm di agio per fare passi.

Ma non erano legati al muro e potevano provare ad alzarsi o a muoversi

@Teriacus

Spoiler

Teriacus si guardò intorno. Vi erano pietre e spuntoni metallici dal muro


Il dio imperatore non rispose alle preghiere di Padre Arkan ma una voce si sentì nella stanza:
"Victor, Dop, siete voi" disse una voce rauca dall'altra parte della stanza "sono Marshrek, potete muovervi?"


 

Inviato

Teriacus

Non conoscendo nessuno dei presenti, neanche la nuova voce che si palesa chiamando due di loro, la sua mente si concentra per liberare mani e piedi da quelle catene. Mi sposto quindi con calma per non attirare l'attenzione di nessuno fino a trovare uno spuntone, o un osso piuttosto appuntito per provare a scassinare la serratura delle manette. Non ho troppa fretta, quindi lo faccio con calma, cercando anche il pezzo giusto che possa tenere in mano eventualmente. 
Posso sempre poi tenerlo nascosto negli stracci, così se dovesse palesarsi qualcuno, allora avrò qualcosa di rozzo per difendermi, se ce ne sarà bisogno.

 

Inviato

Victor

"Marshrek? Ci sei anche tu, allora", rispose Victor, rivolto al mercenario. 

"Qualunque cosa sia successo, a chi ha causato tutto questo servivamo di più da vivi, che da morti. E non so capire se sia una buona notizia... chi altro c'è, qui?".

Inviato

Padre Arkan Velk

Non sentendo risposta iniziava a farsi più inquieto e ad agitarsi facendo tintinnare rumorosamente le catena che lo legavano. 

Passato un considerevole lasso di tempo in cui Arkan continuava ad agitarsi, finalmente si calmava prendendo respiri profondi. 

"Come già detto, sono Padre Velk. Prete del Ministorum! Teriacus, si tu? Ricordo che stavamo investigando per l' inquisitrice Skane."

Si ripresentava a Victor mentre gli veniva alla memoria di aver già sentito la sua voce e.....anche i tratti del volto dell' Arbites erano familiari man mano che metteva a fuoco.

"Avete qualche idea su come liberarci?"

 

Inviato

--- senza data ---

L'ambiente era in penombra e impediva di distinguere le persone ma oltre ai quattro accoliti vi erano altre tre figure: nessuno parlava, uno gemeva continuamente

Una di queste si alzò e trascinando i piedi si avvicinò loro: Dop e Victor lo riconobbero. Era proprio Marshrek, malconcio e con il lato sinistro del volto tumefatto "Sono stati i becchini?" chiese

Poi si sedette in silenzio osservando Teriacus che stava provando ad usare un chiodo per rompere aprire la serratura delle manette; pareva essere un lavoro che avrebbe richiesto molto tempo

 

Inviato

Victor

"I becchini... o chi per loro", rispose, laconico, Victor, mentre cominciava ad armeggiare con i suoi vincoli, saggiandoli e cercando un punto di debolezza su cui fare leva, in modo da liberare almeno una mano. 

Inviato

Teriacus

Queste manette erano più resistenti del solito ma ciò non mi impedirà di raggiungere il mio obiettivo. Comincio a ricordare vagamente alcuni degli ospiti che stanno condividendo il mio stesso destino, ma per ora non do importanza. Liberare le mani risulta essere la mia priorità assoluta.

Inviato

Nuadap Dop

«I becchini non credo, ricordo che prima di svenire avevamo avuto ragione di tutti loro e restava quella dannata Vedova meccanica a sputare dardi ed esplosivi invece che vaticini. Ma se siamo vivi, almeno dobbiamo aver evitato l'autodistruzione che aveva predetto». 

Con i dendriti meccanici inerti, le abilità del tecnoprete erano limitate. Tentò di liberarsi delle catene come uno degli altri prigionieri, ma senza riuscirci. Gli Spiriti parevano non solo averlo abbandonato, ma addirittura averlo in astio.

«Forse qualcuno di costoro saprà dirci di più». 

E poiché nessuno regala informazioni, il tecnoprete si avvicinò a quello che gemeva per provare a dargli aiuto riducendo in qualche modo le sue sofferenze. Mentre valutava la situazione, si rivolse agli altri.

«Voi sapete dove siamo, e perché ci tengono qui?». 

Spoiler

Prova di Medicae

 

Inviato

--- senza data ---

Marshrek annuì alle parole di Victor. 

L'arbitro, come gli altri compagni, stava armeggiando con le manette e finalmente, a differenza degli altri compagni, ebbe successo. Le manette caddero a terra liberante i polsi

Finalmente pareva aver capito come fare e poteva provare a riprodurre il procedimento sugli altri compagni

Intanto Dop si era mosso verso uno degli altri prigionieri che gemeva continuamente: era stato profondamente picchiato e gli erano stati tagliate tutte le dita delle mani e strappati i denti. Doveva essere stata una qualche forma di tortura. 

Il tecnoprete provò a curarlo ma pareva in condizioni molto gravi e la sua abilità non sufficiente. Fu in quel momento che sentì una mano appoggiarsi sulla spalla

Era il sesto prigioniero, quello in silenzio. Pareva gli avessero cavati gli occhi.  Scosse la testa come a suggerire di lasciare perdere.
 

@all

Spoiler

Ora Victor può ritirare security con un bonus di +40 per ogni manetta che vuole togliere e riprovare per ogni manetta come se avesse un punto fortuna.

 

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Inviato

Nuadap Dop

Il tecnoprete si voltò. Interruppe i suoi tentativi, interessandosi al cieco.

All'uomo mancavano gli occhi, ma era stato in grado di capire cosa stava facendo, di raggiungerlo e di comunicare scuotendo la testa. L'intelletto dunque, almeno a lui, non mancava. Poteva rispondere a delle domande, forse solo con cenni.

«Ti hanno strappato anche la lingua? Sei disposto a rispondere a qualche domanda, con un sì o un no?»

Inviato


--- senza data ---

All'uomo era chiaramente stata strappata la lingua ma provò a rispondere comunque alle domande fatte da Dop

La risposta alla domanda da quanti giorni fosse lui lì ebbe una risposta incerta, giorni e settimane, mentre la risposta su da quanti giorni fossero lì loro fu chiaramente giorni, e la motivazione era torturare.

Il nemico pareva essere eretici e xeno insieme senza conferma su un dettaglio ulteriore: dovevano essere cinque da quanto indicava ma non sapeva se ce ne fossero altri. Erano armati con   vibroblades

L'uomo diceva di non sapere dove si trovassero.

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Inviato

Teriacus

Ringraziò con un cenno il compagno quando finalmente riuscì a liberarsi da quelle manette fastidiose. Ascoltò con attenzione quindi la strana conversazione con quello che sembrava un ospite di lunga data di quel posto. Conoscere l'arma del nemico poteva aiutarli in qualche modo, se mai dovessero presentarsi in futuro. 
Devo comunque farmi trovare pronto in qualche modo se vogliamo provare a scappare da questo posto.. sempre che sia possibile ovviamente. 

Comincio a spostarmi lentamente per lo spazio a noi dedicato, cercando e rovistando qua e la. Evito di infilare le mani negli escrementi dei prigionieri. So per certo però che alcune ossa del nostro corpo sono molto più resistenti di tante armi e se limate al modo giusto possono davvero tornare utili. 

 

Spoiler

dedico il mio tempo prossimo a cercare alcune ossa o pezzi di metallo da poter improvvisare un qualcosa di appuntito o tagliente ancora meglio, anche se ciò comporterebbe un supporto per l'affilatura. Non cerco grandi oggetti, ma qualcosa di piccolo che potrei eventualmente nascondere tra le pieghe degli stracci che ho addosso. 

 

Inviato

Victor

Victor scrollò le spalle, guardando le manette di Marshrek, che erano le uniche sfuggite al suo scassinamento: "Mi spiace. Dovremo romperle, non appena possibile".

Poi si rivolse al muto: "Ne hai visti cinque. Ma, in quanti vengono a prelevare i prigionieri per la tortura? Questo è importante".

Inviato

Nuadap Dop

Il tecnoprete si ritrovò senza manette, grazie all'abilità di Victor.
Ringraziò il prigioniero per le informazioni, e lo indicò all'Arbiter.
«Puoi provare a togliere le manette anche a loro, se lo desiderano? A noi delle manette serviranno, se vogliamo rendere inoffensivo qualcuno dei carcerieri invece di ucciderlo. Più ne avremo disponibili, più ne potremo incatenare». 

Inviato

Padre Arkan Velk

Si massaggiavan i polsi, dopo essere stato liberato, e ringraziava il compagno.

Appena Dop riceveva le risposte dal prigioniero senza lingua si infervorava e in tono quasi estatico urlava:

"Le manette non ci serviranno! Schifosi eretici e xeno.....meritano solo la morte per essere quello che sono, e in più hanno osato catturarci! Porterò loro la gloria dell' Imperatore attraverso il dolore e la morte"

 

 

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