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@Bille Boo Quando si è tra persone civili, tutto funziona. Ho un amico che gioca da una vita personaggi tutti uguali, sono tutte copie di se stesso. E va bene così perché al nostro tavolo nessuno bada troppo all'interpretazione.

E alla fine tutto sta lì: a come si decide tutti insieme di giocare.

Se giochiamo "sfonda la porta e uccidi il mostro" a nessuno fregherà niente di quello che fa il personaggio, e il gioco funziona alla grande.

Se decidiamo di puntare sull'interpretazione invece sì, fregherà molto a tutti, anche se il regolamento non prevede nulla in merito. In un contesto come questo, il gioco funzionerà ugualmente nelle sue meccaniche ma nelle dinamiche si incrinerà nel momento in cui qualcuno "esce" dal personaggio che si è costruito sessione dopo sessione.
Lì è indispensabile che il Master intervenga e chieda chiarimenti.
Poi, se civilmente non si arriva a un accordo, concordo che è il Giocatore a dire l'ultima: lui decide per il proprio personaggio. Gli altri prenderanno atto di questo cambio di approccio e continueranno a giocare di conseguenza.

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Il 19/03/2025 alle 08:56, Faelion ha scritto:

Se decidiamo di puntare sull'interpretazione invece sì, fregherà molto a tutti, anche se il regolamento non prevede nulla in merito. In un contesto come questo, il gioco funzionerà ugualmente nelle sue meccaniche ma nelle dinamiche si incrinerà nel momento in cui qualcuno "esce" dal personaggio che si è costruito sessione dopo sessione.

Il punto (che secondo me sfugge a molti di quelli che amano "interpretare") è che anche nella vita reale la gente non agisce coerentemente il 100% delle volte... alzi la mano chi non ha mai fatto una cosa "fuori dal normale" (intendiamoci, non parlo di cose come infrangere la legge!), almeno una volta nella vita.
Per non parlare poi del fatto che la gente (sia irl che nei libri/film/cartoni/ecc) può cambiare col passare del tempo e con le esperienze acquisite.

Da questo punto di vista concordo in pieno con Bille Boo.

Il 19/03/2025 alle 08:56, Faelion ha scritto:

Lì è indispensabile che il Master intervenga e chieda chiarimenti.
Poi, se civilmente non si arriva a un accordo, concordo che è il Giocatore a dire l'ultima: lui decide per il proprio personaggio. Gli altri prenderanno atto di questo cambio di approccio e continueranno a giocare di conseguenza.

Esatto.

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Il 20/03/2025 alle 10:25, MattoMatteo ha scritto:

Il punto (che secondo me sfugge a molti di quelli che amano "interpretare") è che anche nella vita reale la gente non agisce coerentemente il 100% delle volte... alzi la mano chi non ha mai fatto una cosa "fuori dal normale" (intendiamoci, non parlo di cose come infrangere la legge!), almeno una volta nella vita.
Per non parlare poi del fatto che la gente (sia irl che nei libri/film/cartoni/ecc) può cambiare col passare del tempo e con le esperienze acquisite.

Io non credo che sfugga, semplicemente uno fa come vuole. Se gli piace la coerenza, mantiene coerenza. Se vuole che il suo personaggio faccia una "pazzia", la fa. Non ho mai contestato questo.

Ma giocare di ruolo è anche mettere insieme un racconto collettivo, dove le azioni del mio pg hanno conseguenze per tutti. Quindi, come ho già detto, trovo del tutto naturale che gli altri al tavolo chiedano le ragioni di questa "pazzia", senza che il gioco ne risenta.

Tutto qui 🙂

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